Cerca nel blog

19/06/20

CENSURATO DAL SOLE24ORE: Attenzio' battajo, che Bbonomi ammo' libbera i spiriti animali ... privati ... d'Itaglia ...

Qualche tempo fa l'Istat ha pubblicato delle tavole statistiche sul livello di istruzione degli imprenditori nostrani nell'ambito di una ricerca dal titolo "Profili nuovi imprenditori", con dati che si riferivano al 2016:

Https://www.istat.it/it/files/2018/12/Report_Profili_nuovi_imprenditori_2016.pdf

Ebbene, trai materiali statistici per quel rapporto (Colao dice report), si puo' leggere la seguente tabella:

 
Tavola 3: Distribuzione del numero dei lavoratori in proprio e degli imprenditori con dipendenti delle imprese nate per settori economici e Titolo di studio - Anno 2016 valori percentuali














SETTORI ECONOMICI
Imprenditori con dipendenti

fino alla scuola media inferiore Superiori /Diploma Laurea 1° livello Laurea magistrale Dottorato Totale
INDUSTRIA
53.55 39.69 1.67 4.98 0.10 100.00
Manifatture ad Alta tecnologia (HT)
21.43 46.75 3.25 26.62 1.95 100.00
Manifatture a Medio-alta tecnologia (MHT)
32.99 50.04 2.99 13.47 0.51 100.00
Manifatture a Medio-bassa tecnologia (MLT)
54.01 39.18 1.81 4.83 0.17 100.00
Manifatture a Bassa tecnologia (LOT)
48.83 44.05 1.97 5.08 0.08 100.00
Atra Industria (B,D,E)
41.22 41.40 3.76 13.08 0.54 100.00
Costruzioni
56.87 37.56 1.40 4.12 0.05 100.00
SERVIZI
38.57 45.74 3.36 11.95 0.38 100.00
Servizi tecnologici ad Alto contenuto di conoscenza (HITS)
15.55 48.91 6.18 26.95 2.41 100.00
Servizi di mercato ad alto contenuto di conoscenza (KWNMS)
22.61 43.57 4.50 28.43 0.89 100.00
Servizi finanziari
9.86 66.88 4.57 18.23 0.45 100.00
Altri servizi
44.41 45.65 2.90 6.90 0.14 100.00
Totale
42.96 43.97 2.87 9.91 0.30 100.00



 dalla quale si evince che solo ca. l'11% degli imprenditori italiani con dipendenti nel 2016 erano laureati.

Sul Sole 24 Ore si discuteva della problematica dell'eccesso di qualificazione rispetto alle mansioni che esiste in Italia:

https://www.ilsole24ore.com/art/in-italia-giovane-4-e-troppo-istruito-il-lavoro-che-fa-ACRP1kZ

I commentatori dell'articolo ad un certo punto sono andati a finire sulla qualita' degli imprenditori.

Io ho scritto qualche riga contenente riferimenti ai dati di cui sopra: prontamente censurato.

Qual'e' il problema?

Il problema non e' che Confindustria censura perfino i dati Istat sui suoi giornali, ma che in Italia NON E' CONSENTITO PARLARE DELLE DEFICENZE DELLE ELITES, non solo quelle pubbliche, ma anche di quelle private, in quanto le une sono solo lo specchio delle altre e si rispecchiano a vicenda fino a che tutto il resto non scompare completamente.

Il risultato? Il risultato e' che un "vero" manager come il Colao (meravigliao) nel suo famoso rapporto continui a predicare l'educazione dei lavoratori dipendenti, specialmente quella orientata "al mercato", ma non solo si dimentica di spiegare perche' gli imprenditori in Italia questa qualificazione se la aspettino a gratis, ma perche' gli imprenditori ne debbano venire esclusi.

Il rapporto Colao, e' vero, e' un rapporto del qualunquismo, ma le elezioni non si vincono con le statistiche ISTAT, si vincono e si perdono con i qualunquismi.

E quando Bonomi si lamenta che agli imprenditori italiani non viene consentito liberare gli spiriti animali privati, nessuno si azzarda a fargli notare che siamo al punto dove siamo proprio a causa di spiriti animali la cui destra non sa cosa fa la sinistra e la sinistra non sa cosa fa la destra.

Il risultato e' che le VERE PRIORITA' DEL PAESE CONTINUANO AD ESSERE DISCONOSCIUTE E LE RISORSE DISPONIBILI UTILIZZATE IN DIREZIONI CONTROPRODUTTIVE.

Questa era l'Italia prima dell'epidemia e dopo l'epidemia l'Italia DEVE CONTINUARE AD ESSERE ANCORA PIU' SBALLATA DI PRIMA.

E' ovvio dove e come andranno a finire i fondi del fondo di ricostruzione. La ricostruzione e' necessariamente ed inevitabilmente destinata a diventare peggio dell'epidemia, in quanto dal passato nessuno ha imparato ancora nulla tra le "elites", non solo quelle pubbliche, ma anche quelle private.

La catastrofe dell'Italia sono le sue classi dirigenti incapaci.
 
E quelli che censurano per difenderle.

---

Partecipa alla discussione


  • 17
    • ceceve63
    • Mercoledì 31 luglio 2019 alle 15:07

    Ho lavorato 10 anni in Germania e posso confermare due cose: 1) a parità di funzione gli stipendi netti sono almeno 25% più alti e 2) la differenza tra netto e lordo in busta paga è percentualmente più o meno la stessa che in Italia.
    Consideriamo che il costo della vita non è più alto che da noi.
    Purtroppo devo dire che in Italia si cerca spesso la "soluzione più economica" e quindi non si valorizzano professionalità e conoscenze.
    Un esempio tra tanti: quanto vengono pagati in Italia i neolaureati che devono fare uno stage? Chiediamolo ai laureati in architettura o legge: poco ed a volte niente, con la scusa, soprattutto se lo studio è affermato, che fa bella figura nel CV. Non dico di pagare a peso d'oro, ma almeno 1.000 € al mese mi sembrerebbe più che onorevole.
    E non andiamo a vedere cosa prendono i dottorandi ed i ricercatori nelle università: poi ci si meraviglia della figa dei cervelli.
    Ad onore del vero ci sono anche aziende italiane che pagano meglio. Il quadro generale non è comunque confortante.

    • flfloatingsara
    • Giovedì 25 luglio 2019 alle 22:07

    In Canada esiste un livello d'istruzione intermedio fra la 5a superiore e la laurea. Si chiama CEGEP, dura due anni e impartisce materie tecniche ma con un'infarinatura umanistica. Mi chiedo se potrebbe essere una soluzione.

    • cacaliban0
    • Giovedì 25 luglio 2019 alle 15:07

    il boom economico è stato realizzato da italiani che erano poco istruiti per quello che riuscivano a fare .

      • flfloatingsara
      • Giovedì 25 luglio 2019 alle 22:07

      Il boom economico è stato realizzato da italiani che grazie alla scuola pubblica erano usciti dall'analfabetismo di massa.
      La Corea oggi sta ripetendo lo stesso boom per la stessa ragione.

    • AnAngelo 70
    • Giovedì 25 luglio 2019 alle 07:07

    Dall'Italia se ne vanno all'estero i nostri ragazzi migliori e più preparati, dall'Africa arrivano centinaia di migliaia di clandestini analfabeti. E poi abbiamo anche il coraggio di riempirci la bocca di parole come "sviluppo" e "competitività".

      • flfloatingsara
      • Giovedì 25 luglio 2019 alle 22:07

      L'Italia ha una legge proibizionista sull'immigrazione, la Bossi-Fini, che come tutte le leggi proibizioniste ha creato il mercato nero.
      Un extracomunitario che vuole fare domanda di visto deve depositare all'ambasciata 4000€ solo per avviare le procedure. Non importa quanto istruito sia, è più che probabile che riceverà un "no" .
      Allora istruito andrà in Canada dove può fare domanda gratis, mentre da noi arriva l'analfabeta che quei 4000€ li ha dati a uno scafista.
      Prima capiremo che il proibizionismo foraggia solo la mafia, meglio sarà per tutti.

    • CaCato Asiaticus
    • Giovedì 25 luglio 2019 alle 01:07

    La verita' e' che il 99,99% degli imprenditori italiani sono dei bravi PRENDITORI, assai piu' bravi a dimenticarsi di bustine, a dire svalutazione con la S maiuscola, ad evadere fisco e diritto del lavoro che non a produrre efficientemente.

    Se Tangentopoli ha visto radiare una (piccola) parte dell'elite dei messi li' dalla vera classe dominante degli incompetenti, adesso gli incompetenti rimanenti stanno cercando di salvare il privilegi che si sono autoattribuiti fin dal risorgimento in due modi: a) trasformando l'Italia in una sottospecie di Etiopia dove loro continuano ad essere gli unici a sguazzare e tutti gli altri sono ridotti alla fame, sotto la tutela legale del cartello FMI-UE-GerFrancia; b) reinstaurando il fascismo, ovvero il nazismo dei capitalisti con le pezze al c..., che sempre furon e sempre saranno.

    Tuttavia, come spiegava gia' Pino Daniele, la soluzione sta arrivando: quella demografica (... tanto more pure tu' ...). Anche re Silvio e' votato all'ultimo canto, e, come il divo Giulio, nessun lo ricordera' e nessun lo nominera' piu'. Chi or siede alla destra del padre evidentemente e' incapace di intendere e di volere.

    Sui rottami del capitale umano e del capitale capitale rimanenti tuttavia nulla puo' essere ricostruito. Non c'e' piano Marshall e non c'e' sentore di alieni che invaderanno l'Italia per farne una felice bucolica. Quello italiano e' in popolo destinato ad una lentissima lunghissima agonia, forse all'estinzione, culturale prima che economica.

    A MENO CHE... Meglio glissare...





      • cacaliban0
      • Giovedì 25 luglio 2019 alle 15:07

      dovrebbe dare l'esempio e aumentare lo 0.01% ...oppure è un altro bravo a digitare ma non a fare fatti ?

    • F1F187
    • Martedì 23 luglio 2019 alle 09:07

    Ho un dottorato di ricerca. In Italia ero impiegato di IV livello, a poco più di 1000 € al mese e ovviamente a tempo determinato, svolgevo mansioni che richiedevano sì e no la terza liceo, e le mie competenze erano quotidianamente messe in discussione. Qui in Finlandia faccio machine learning, sono apprezzato da capi e colleghi, guadagno il 50% in più della media nazionale (finlandese, non italiana), e qualche mese fa mi sono pure tolto la soddisfazione di rifiutare un'offerta da Facebook, che mi aveva contattato di sua iniziativa. Io in Italia ci tornerei anche domani, ma non ci sono le condizioni. L'ultima volta che ho fatto un colloquio per un posto in Italia avevo proposto 30000 € lordi all'anno, e mi avevano chiesto se potevo abbassare le pretese...

    • pipincopallino80
    • Lunedì 22 luglio 2019 alle 13:07

    If you pay peanuts, you get monkeys.
    Non dovrebbe essere difficile da capire.

    • GiGiulio 1142
    • Sabato 20 luglio 2019 alle 17:07

    Io credo che i giovani di oggi siano svogliati e poco intraprendenti; le lauree e i titoloni poco servono alle aziende. Io non sono laureato ma sono dinamico, intraprendente ed orientato all'obiettivo. Ho rifiutato un lavoro per un'importante Banca italiana per rimanere consulente in una grande azienda del nord Italia e di sicuro il mio stipendio non ha da invidiare a quello di nessun altro. Ho iniziato anche io con stipendio bassi e dopo 10 anni posso dire che mi sono fatto conoscere per le mie competenze e capacità. Nel mondo del lavoro bisogna fare sacrifici e dare il massimo perché nessuno ti regala 3000 euro di stipendio al mese solo perché hai il titolo di Ingegnere.

      • alaledil
      • Lunedì 22 luglio 2019 alle 08:07

      Prima di parlare degli ingegneri si sciacqui la bocca.
      E prima ancora si faccia 5 anni di sudore e sangue in un Politecnico. Semprechè riesca a superare gli esami di ammissione.

      • CeCesare 548
      • Lunedì 22 luglio 2019 alle 10:07

      Caro Giulio 1142,
      Non glie ne voglio perché l’articolo parla esattamente di questo, ma lei fa confusione come molti piccoli imprenditori italiani tra competenze (hard skills) e attitudini (soft skills). Per il lavoro che lei fa il dinamismo, l’intraprendenza e il fatto di essere orientati all’obiettivo sono stati sufficienti e non metto in dubbio il fatto che lei abbia saputo farsi strada nel mondo del lavoro. Ma se il suo lavoro in banca avesse richiesto competenze VERE piuttosto che attitudini il posto sarebbe stato preso probabilmente da un altra persona con il famoso titolo di studio.
      Lo stesso vale per i tanto vituperati ingegneri. Se le posizioni richiedono delle competenze ingegneristiche VERE (hard skills, da usare nella R&D, progettazione, innovazione etc) ci vuole un VERO ingegnere. Il problema è che in Italia questo VERO ingegnere lo si vuol pagare 1000 euro al mese, allorché all’estero, questi pazzi di tedeschi, olandesi e francesi, sono pronti a pagarlo, da fresco laureato, ‘sti famosi 3000 euro. Ça va sans dire, i nostri ingegneri che non sono svogliati ma solo stanchi di farsi sfruttare o magari di essere sotto-utilizzati, se ne stanno andando piano piano tutti all’estero ;)
      A bientôt,
      Cesare

    • pfpferrara1122
    • Sabato 20 luglio 2019 alle 11:07

    Lei scrive: “spesso i salari in Italia sono prevalentemente legati all'età e alla tipologia del contratto di lavoro, più che alla performance individuale, e ciò disincentiva un uso intensivo delle competenze sul posto di lavoro. Questa situazione crea una situazione paradossale: il ritorno nell'investimento in competenze è basso in Italia il che scoraggia i giovani a investire nella loro istruzione”. Mi pare però che questa affermazione non abbia alcun supporto scientifico, né pare molto logica: difficile immaginare che l’impiegato provvisto di conoscenze finga di esserne sprovvisto perché non pagato abbastanza, così perdendo prospettive di avanzamento di carriera e salariale. Oltretutto mi pare che l'affermazione sia in conflitto con la tesi sostenuta nel resto dell’articolo: se la domanda di lavoro qualificato è inferiore all’offerta, ci sono pochi incentivi alla crescita del salario dei lavoratori qualificati, indipendentemente dalla variabilità del salario individuale.

    • bababuskin
    • Sabato 20 luglio 2019 alle 10:07

    Solo una cosa, per chi voglia informarsi meglio e più, sul calo della produttività:
    Adam Posen e Lawrence Summers studiano il trend economico da una delle più recenti pubblicazioni sul tema nell'orbita del Peterson Institute ("Facing up to low producitivity growth" febbraio 2019) Anche l'OCDE ha appena pubblicato il "Compendio degli indicatori di produttività", ampia ricognizione statistica sulla produttività, prodotta annualmente dal 2012.

    • MiMichele 4139
    • Sabato 20 luglio 2019 alle 09:07

    Penso che il salario minimo possa aiutare tale situazione a migliorare. Tuttavia, l'educazione non può essere basata su un sistema ormai ''antico'' come il nostro.
    Le nostre università non insegnano cosa sia il management. Non è possibilie che ingegneria gestionale, anzichè insegnare Risorse umane, marketing, finance, accounting e così via, insegni chimica, analisi 1 e 2 e così via.
    Io studio all'estero e sto assumendo esperienze teoriche e professionali grazie ad importanti tirocini. Questo articolo non mi motiva a tornare, nonostante io voglia tornare!
    Il governo deve investire nell'istruzione. Unico metodo, attualmente, per far tornare a crescere il nostro PIL con percentuali maggiori di un miser 1%. Penso che il salario minimo possa aiutare tale situazione a migliorare. Tuttavia, l'educazione non può essere basata su un sistema ormai ''antico'' come il nostro.
    Le nostre università non insegnano cosa sia il management. Non è possibilie che ingegneria gestionale, anzichè insegnare Risorse umane, marketing, finance, accounting e così via, insegni chimica, analisi 1 e 2 e così via.
    Io studio all'estero e sto assumendo esperienze teoriche e professionali grazie ad importanti tirocini. Questo articolo non mi motiva a tornare, nonostante io voglia tornare!
    Il governo deve investire nell'istruzione. Unico metodo, attualmente, per far tornare a crescere il nostro PIL con percentuali maggiori di un miser 1%.

      • cacaliban0
      • Sabato 20 luglio 2019 alle 11:07

      concordo . La scuola fa malissimo il suo lavoro , non forma adeguandosi al mercato velocemente , figure necessarie ( scuola che riflette la visione da stato borbonico , il resto sudditi ) .
      Poi le imprese sono state scottate da una licenziabilità costosa e burocratica ... prima provo per anni ...poi assumo .
      Ultimo la sfiducia ormai genetica della pmi verso il sistema italia e le istituzioni bizzantine ...


Nessun commento:

Posta un commento