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25/04/21

NON TI PREOCCUPARE GIGETTO, CHE SE DIVENTI, ANZI, DIVENTATE SENZA FISSA DIMORA, LE PATRIE GALERE VI ASPETTANO A BRACCIA APERTE: TE SPERANZA CONTE GRILLO CASALVELEGGIO E TUTTE LE COMPAGNIE CANTANTI DEGLI PSICOPATICI AL POTERE CON VOI ... PUOI FARE IL MINISTRO DEL LAVORO DEGLI PSICOPATICI EX GOVERNI CONTE ... E CASOMAI DOVESTI ESSERE RIELETTO TI VENIAMO A PRENDERE NOI IN EXTRAORDINARY RENDITION ... TI FACCIAMO PRIMO MINISTRO DI FIABILANDIA

 

Comunali, ancora “crisi”. Letta vede pure Di Maio

TUTTO APERTO PER LE CANDIDATURE

(di Wanda Marra – Il Fatto Quotidiano) – “Il nostro giudizio su Virginia Raggi è negativo”. L’ha detto più volte il segretario del Pd, Enrico Letta, anche negli ultimi giorni. La sindaca di Roma rischia di essere l’ostacolo sul quale si infrange la costruzione dell’alleanza con i Cinque Stelle. Ieri Letta ha incontrato Luigi Di Maio e, tra gli altri, ha affrontato anche il dossier amministrative. Il ragionamento che ha fatto al ministro degli Esteri è semplice e suona più o meno così: “Noi vogliamo fare un’alleanza organica in tutte le città, per vincere”. E questo dovrebbe portare al ritiro della sindaca. Fonti del Pd raccontano che il segretario sarebbe arrivato a spiegare a Di Maio che se la Raggi non molla, è lo stesso progetto dell’alleanza che si rompe. Ma dal Movimento smentiscono. E neanche il Nazareno conferma. Eppure, Enrico Letta sta cercando da giorni di costruire un profilo e un percorso per la Capitale che possa indurre sia Giuseppe Conte sia lo stesso Di Maio a costringere la Raggi a non presentarsi. Lei non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro.

Intanto, pure gestire il Pd non è semplice. Ieri, Irene Tinagli, la vicesegretaria, dopo aver detto che “Calenda sarebbe un bravo sindaco” ha poi dovuto bacchettare il leader di Azione (“ci vuole rispetto per il Pd”). Per il Pd di Letta è vitale chiarire che Calenda non è il suo candidato. Il segretario continua a cercare il nome giusto. David Sassoli ha ribadito il suo no. Nicola Zingaretti non si lascia convincere. Di nuovo, raccontano che senza la sindaca di Roma potrebbe ripensarci. Roberto Gualtieri resta un candidato autorevole, ma al Nazareno aspettano di capire qual è il campo da gioco. Letta preferirebbe una donna. Circolano i nomi di Marianna Madia e Beatrice Lorenzin. Nessuna in grado di vincere. Per ora l’identikit giusto pare non esserci. Mentre resta l’indisponibilità della Raggi a rinunciare alla corsa, il Pd, a partire da Francesco Boccia, responsabile Enti locali, si sta spendendo con Vincenzo De Luca, presidente della Campania, per fargli appoggiare la candidatura di Roberto Fico a Napoli. L’alternativa esiste ed è Gaetano Manfredi, ex ministro dell’Università. Il dossier è ancora intricato nelle città più importanti, comprese Bologna e Torino.

Letta e Di Maio hanno affrontato tutti i temi sul campo. D’altra parte, il segretario ha voluto vederlo subito dopo la prima uscita ufficiale di Conte. Evidente il riconoscimento del peso di Di Maio nel Movimento. Inoltre, i due si conoscono da tempo: il rapporto di Letta con i Cinque stelle non inizia da oggi. Entrambi fanno sapere che l’incontro è andato bene. Si è parlato di Europa, Recovery Plan, digitale, sostenibilità, Sud. E del sostegno al governo Draghi, con il tema delle riforme istituzionali. Convergenze si sono registrate su vari punti, dalla transizione ecologica al commercio estero. Sullo sfondo, anche la riforma della legge elettorale: Letta ha già detto di guardare al Mattarellum. Nel partito si ragiona su un sistema che alzi la quota di collegi plurinominali rispetto a quelli uninominali, previsti da questa legge, magari inserendo le preferenze.

Letta ha quasi finito il suo giro di incontri per costruire la coalizione. Manca Matteo Renzi. Che arriverà per ultimo. Segnali che parlano.

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