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25/04/21

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BRASILE | Porta (Pd): “Covid galoppa, governo italiano tuteli i nostri connazionali”

“Le nostre strutture consolari e tutto il personale che vi lavora vanno protette e tutelate, tenendo in considerazione accanto alla dovuta continuità dei servizi ai connazionali la doverosa attenzione alla salute degli impiegati”

“Alle autorità italiane è ben noto il dramma che sta vivendo in questi mesi il Brasile, con la recrudescenza della pandemia a causa di alcune varianti e della criticità in alcuni Stati del suo sistema sanitario; prova ne sono le restrizioni, a volte applicate con eccessiva severità e inflessibilità, ai viaggi da e per quel Paese. A questa preoccupazione e severità vorremmo però che, sul versante della tutela dei nostri connazionali e di quanti sono esposti per motivi diversi all’aggressivo dilagare dei contagi, corrispondesse un analogo livello di comprensione da parte delle nostre istituzioni”. Lo dichiara in una nota Fabio Porta, coordinatore Pd Sud America.

“Le nostre strutture consolari e tutto il personale che vi lavora vanno protette e tutelate, tenendo in considerazione accanto alla dovuta continuità dei servizi ai connazionali la doverosa attenzione alla salute degli impiegati. Rimandare totalmente a quanto disposto dalle normative locali, come disposto dall’art. 263 comma 4 del DL Rilancio, le determinazioni in materia di presenza in ufficio del personale rischia nel caso del Brasile di esporre centinaia di persone a rischi che sarebbe saggio evitare. Risulta quindi condivisibile l’allerta diramata dal sindacato Confsal Unsa del Maeci e rivolta alle autorità politiche e di governo”.

“Con lo stesso spirito di attenta preoccupazione per quanto avviene all’estero, soprattutto nei Paesi più colpiti dalla pandemia e dove le strutture sanitarie mostrano chiari segnali di criticità, andrebbe disposta una verifica non soltanto della possibilità di vaccinare gli iscritti AIRE temporaneamente in Italia, ma anche tutti i connazionali che – temporaneamente all’estero per motivi di studio, lavoro o volontariato – avessero difficoltà a partecipare alle locali campagne di vaccinazione”, conclude Porta.

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