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30/07/21

Facciamo il punto della situazione

 Facciamo il punto: 1) i vaccini sono patentemente inutili e controproducenti; 2) i lockdown non servono a nulla ma continuano ad essere implementati; 3) le mascherine sono palliativi. La gente che ha imposto questa strategia anticovid catastrofica e' ancora al potere o ci vuole tornare (per la nostra felicita' ovviamente); 4) il PNRR non parte e probabilmente non partira' mai. Che cosa ne deducete? Io ne deduco una sola cosa: e' una strategia di fumo negli occhi, mentre lorsignori tanto per cambiare si fanno i caxxi loro. E' ora, piu' che ora di mandarli a quel paese e di cambiare totalmente la strategia anticovid. Senza di loro, neanche uno. Siamo entrati nella fase della catastrofe planetaria.

LA POLITICIZZAZIONE DELL'INTERVENTO ANTIDOTICO CONTRO L'ARMA BIOLOGICA DEL COVID E' STATA UN DISASTRO PLANETARIO: LE SORGENTI DI INFEZIONE SI SONO DIFFUSE E MOLTIPLICATE IN MODO INCONTROLLATO. NON E' SOLO INCOMPETENZA. E' L'UNICO MODO RIMASTO ALLE CLASSI DIRIGENTI OCCIDENTALI PER 'CONVINCERE' I CITTADINI A NON DEFENESTRARLE A SEGUITO DEI DISASTRI ECONOMICI E POLITICI SUSSEGUITISI ALLA CRISI DEL MELTDOWN FINANZIARIO DEL 2007.

 

Covid: Serious failures in WHO and global response, report finds

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A crematorium worker carries wood for the cremation of victims who died from Covid-19 in Allahabad, Indiaimage copyrightGetty Images
image captionCrematoriums were overwhelmed in India in recent weeks amid a devastating Covid wave

The Covid-19 pandemic was preventable, an independent review panel has said.

The panel, set up by the World Health Organization, said the combined response of the WHO and global governments was a "toxic cocktail".

The WHO should have declared a global emergency earlier than it did, its report said, adding that without urgent change the world was vulnerable to another major disease outbreak.

More than 3.3 million people around the world have now died of Covid.

While the US and Europe are beginning to ease restrictions and resume some aspects of pre-pandemic life, the virus is still devastating parts of Asia.

India in particular is seeing record-breaking numbers of new cases and deaths, with severe oxygen shortages in hospitals across the country.

Countries neighbouring India, such as Nepal, are also seeing surges of the virus.

What did the report say?

Covid-19: Make it the Last Pandemic, was compiled by the Independent Panel for Pandemic Preparedness and Response.

Its aim was to find answers as to how the virus had killed more than 3.3 million people and infected more than 159 million.

"The situation we find ourselves in today could have been prevented," co-chair Ellen Johnson Sirleaf, a former president of Liberia, told reporters.

"It is due to a myriad of failures, gaps and delays in preparedness and response."

The panel argued that the WHO's Emergency Committee should have declared the outbreak in China an international emergency a week earlier than it did.

It should have done so at its first meeting on 22 January last year, the report said, instead of waiting until 30 January.

The month following the WHO's declaration was "lost" as countries failed to take appropriate measures to halt the spread of the virus.

The WHO was then hindered by its own regulations that travel restrictions should be a last resort, the panel said, adding that Europe and the US wasted the entire month of February and acted only when their hospitals began to fill up.

media captionAre pandemics the new normal?

When countries should have been preparing their healthcare systems for an influx of Covid patients, much of the world descended into a "winner takes all" scramble for protective equipment and medicines, the report said.

To prevent another catastrophic pandemic, the report suggests key reforms:

  • A new global threats council should be created with the power to hold countries accountable
  • There should be a disease surveillance system to publish information without the approval of countries concerned
  • Vaccines must be classed as public goods and there should be a pandemic financing facility
  • There was an immediate request for the wealthy G7 nations to commit $1.9bn (£1.3bn) to the WHO's Covax programme providing vaccine support to low income countries

Panel co-chair and former New Zealand Prime Minister Helen Clark said it was "critical to have an empowered WHO".

"If travel restrictions had been imposed more quickly, more widely, again that would have been a serious inhibition on the rapid transmission of the disease and that remains the same today," she added.

The 21st Century's 'Chernobyl moment'

Analysis box by Naomi Grimley, Global health correspondent

The most eye-catching line of this report is that the pandemic was the 21st Century's "Chernobyl moment" and its assertion that the world wasted time in February 2020 while the virus took hold.

The panel calls for better processes and structures to spot the next highly infectious pathogen. As well as better funding for the World Health Organization to make it stronger and give it more teeth.

After the worst shock to the global economy since World War Two, all countries will agree that it's a case of "never again". But will meaningful reform be possible when so much of the current response is still about putting national interests first?

The panel has called for rich countries to share one billion doses of vaccine by September, for example. Yet many nations with large stockpiles remain reluctant to declare their hand.

There are some issues the panel didn't have time to consider in depth. The most fundamental one remains our relationship with the animal world to stop viruses jumping to humans in the first place.

Di Maio: “D’Alema e Massolo tra i miei angeli custodi”. Birillo e Geppetto non sono piu' trai suoi angeli custodi. Forse dovrebbe rivolgersi a San Giuseppe direttamente.

 

Di Maio: “D’Alema e Massolo tra i miei angeli custodi”

“Mi fa sempre piacere poter scambiare qualche opinione e anche ricevere un giudizio da personalita' come Giampiero Massolo, Lucia Annunziata, Massimo D'Alema…”

Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, concludendo il suo intervento all’evento online ‘I grandi mutamenti internazionali e il conflitto tra Israele e Palestina’, promosso dall’area politico culturale ‘Campo democratico. Socialismo e cristianesimo’ e presieduto da Goffredo Bettini, ha ringraziato l’ambasciatore Giampiero Massolo e l’ex premier e titolare della Farnesina Massimo D’Alema, tra “gli angeli custodi” della sua esperienza politica.

Di Maio ha salutato gli altri partecipanti con queste parole: “Mi fa sempre piacere poter scambiare qualche opinione e anche ricevere un giudizio da personalita’ come Giampiero Massolo, Lucia Annunziata, Massimo D’Alema… poi saluto Roberta Pinotti che arrivera’ e Fabio Nicolucci. Sono tutte persone con cui in questi anni in qualche modo, con molte di loro, ci siamo confrontati e sono state anche un po’ angeli custodi della mia esperienza politica, quindi vi ringrazio”.

SIGNORA SIRAGUSA, E' INUTILE CHE CONTINUI A SBRAITARE E A SCALPITARE: NON TI SI ELEGGE PIU' NESSUNO. NESSUNO SI E' DIMENTICATO DELLA TUA PROPOSTA DI LEGGE DI DEPRIVAZIONE DELLA CITTADINANZA DEGLI ITALIANI ALL'ESTERO CHE TI SEI FATTA INFILARE IN TASCA DA GENTILONI. LA PAGHERAI CARISSIMA, NON CARA.

 

Comites, Siragusa (Misto): “Inopportuno chiedere il rinvio delle elezioni”

“Questi organi dovrebbero rimanere in carica soltanto cinque anni: le previste elezioni sono già state rinviate di oltre un anno e mezzo”

“Rinviare ancora le elezioni dei Comites, come richiesto recentemente dal Cgie, sarebbe un errore; come già da me più volte ribadito in passato, ne va della stessa credibilità dei Comitati. Aggiungo inoltre che, col posticipare ancora questa consultazione elettorale, si procrastina anche il rinnovo dei membri dello stesso Consiglio degli italiani all’estero: aspetto che rende quindi ancora più inopportuna la loro richiesta”. Questo quanto dichiarato in una nota dalla deputata Elisa Siragusa, eletta nella circoscrizione Estero e membro della III Commissione alla Camera.

“Ricordo, a tal proposito, che questi organi dovrebbero rimanere in carica soltanto cinque anni: e che le previste elezioni sono già state rinviate di oltre un anno e mezzo. Nessun organo elettivo in Italia – prosegue la deputata – ha visto prorogare così tanto il proprio mandato”.

“Il Ministero degli esteri è già al lavoro per organizzare le prossime elezioni dei Comites, e la campagna informativa è già iniziata: non ci sono ragioni valide per il rinvio. È giunta l’ora di ridare il diritto di voto agli italiani all’estero, affinché siano liberi di scegliersi i propri rappresentanti. Per questi motivi”, continua Siragusa, “ho depositato una risoluzione in Commissione Affari esteri per impegnare il Governo a non rinviare ulteriormente queste consultazioni elettorali, le quali dovranno tenersi – come da Dl 30 dicembre 2019, n. 162 – entro il 31 dicembre 2021. Nel testo si richiede inoltre di avviare la sperimentazione del voto elettronico in occasione di queste elezioni; di adottare le opportune iniziative per semplificare la procedura di sottoscrizione delle liste elettorali, che potrebbe avvenire anche per via telematica; e, infine, di implementare una campagna informativa destinata ai nostri connazionali all’estero iscritti all’AIRE, volta a far conoscere scopi e funzioni dei Comites, oltre che a pubblicizzarne le elezioni”, conclude.

PUBBLICITA' REGRESSO: VIGNALI / MAECI DICE CHE NEL 2020 HA ASSISTITO (SENZA DIRE COME) 'OLTRE' 40,000 ITALIANI ALL'ESTERO, MA SI DIMENTICA DI DIRE QUANTE RICHIESTE HA IGNORATO, CESTINATO E RESPINTE.

 

Vignali (Farnesina): “Nel 2020 oltre 40mila casi di assistenza agli italiani all’estero”

L’alto diplomatico ha spiegato che servirebbe un “sistema preventivo di preparazione dei nostri ricercatori e dei nostri studiosi all’estero - e anche degli italiani in generale - che si recano in alcune zone o paesi”

Luigi Vignali

Luigi Maria Vignali, ministro plenipotenziario e direttore generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie del ministero degli Esteri, intervenuto in commissione d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni, ha detto: “Abbiamo sviluppato un rapporto molto stretto con la Procura di Roma, provvedendo sempre ad assicurare un rapido scambio di informazioni e agevolando al massimo la raccolta delle testimonianze e di ogni elemento utile all’indagine anche attraverso una interlocuzione diretta con la nostra rete di ambasciate. Ho personalmente avviato una stretta collaborazione con l’avvocato Ballerini che assiste la famiglia Regeni affinché almeno da parte della Direzione generale fosse sempre messa in condizione di ricevere rapidamente tutta l’assistenza e gli elementi possibili”.

Da parte della Direzione, ha aggiunto Vignali, c’è stato “il massimo sforzo per sostenere il lavoro dei nostri inquirenti” almeno fino a “quando è stata possibile la collaborazione dell’autorità giudiziaria italiana e l’omologa egiziana”.

Vignali si è quindi soffermato sulla Rete diplomatica consolare, “sostenuta e coordinata proprio dalla Direzione generale italiani all’estero”. Essa gestisce attualmente una “notevole mole di casi di assistenza”. Nel 2020 sono stati “più di 40 mila” che “possono assumere le forme più varie. Il più delle volte sono collegati alla sicurezza e alla protezione dei nostri concittadini all’estero, inclusi ovviamente i ricercatori”.

L’alto diplomatico ha poi spiegato che servirebbe un “sistema preventivo di preparazione dei nostri ricercatori e dei nostri studiosi all’estero – e anche degli italiani in generale – che si recano in alcune zone o paesi”. Si tratta di “coinvolgere gli interessati” per prepararli a un contesto che può essere “estremamente diverso”. Inoltre per i ricercatori che vanno in paesi a rischio andrebbe previsto “un primo obbligo”, cioè quello di “segnalare la propria presenza all’ambasciata o al consolato”. Questo perchè “chi va temporaneamente in determinati paesi e per periodi comunque prolungati, anche se non sono anni, dovrebbe essere condotto a iscriversi a un registro”. A tal fine “ un intervento normativo potrebbe aiutare”, ha concluso Vignali.

MERLO / MAIE INTERROGA SPERANZA, SPERANZA LO GUARDA CON IL SUO SGUARDO SPECIALE INTELLIGENTE

 

COVID | Merlo (MAIE) interroga Speranza: “Garantire Green Pass anche agli italiani all’estero vaccinati nei loro paesi di residenza”

“Il Sen. Ricardo Merlo, presidente MAIE, ha presentato un’interrogazione parlamentare nella quale si rivolge al ministro della Salute Roberto Speranza per chiedere quali misure intenda mettere in atto il governo al fine di garantire il Green Pass anche a quegli italiani, residenti all’estero o meno, che hanno ricevuto il vaccino oltre confine”

Oltre sei milioni di italiani sono regolarmente residenti all’estero. Stiamo parlando solo di quelli iscritti all’AIRE, altrimenti il numero sarebbe maggiore. Tanti, tra loro, si sono vaccinati nei propri Paesi di residenza, utilizzando i vaccini a disposizione a livello locale. Tra questi, anche lo Sputnik russo (pensiamo all’Argentina o al Venezuela, per esempio) o il vaccino cinese (vedi Repubblica Dominicana, ma non solo), ovvero vaccini che al momento non vengono riconosciuti validi dall’Unione Europea.

Molti connazionali, soprattutto in questo periodo estivo, stanno tornando in Italia per andare a trovare famiglia e amici; oppure, più semplicemente rientrano nello Stivale dopo avere completato un periodo di studi o di lavoro. Per tutti loro, che si sono vaccinati oltre confine, l’Italia non prevede, ad oggi, una modalità per poter rilasciare il Green Pass, che diventerà presto fondamentale, obbligatorio, per spostamenti e attività sociali di diverso tipo.

Per questo motivo, per capirne di più, il Sen. Ricardo Merlo, presidente MAIE, ha presentato un’interrogazione parlamentare nella quale si rivolge al ministro della Salute Roberto Speranza per chiedere quali misure intenda mettere in atto il governo al fine di garantire il Green Pass anche a quegli italiani, residenti all’estero o meno, che hanno ricevuto il vaccino oltre confine e che sono rientrati, o rientreranno prossimamente, in Italia.

Interrogazione a risposta scritta

Al Ministro della Salute

Premesso che,

  • La Certificazione verde Covid-19, detta Green Pass, è il certificato che dimostra di essere stati vaccinati contro il Covid-19.
  • Per accelerare la percentuale di vaccinazioni anti-Covid, negli ultimi giorni il Governo sta discutendo le nuove regole relative al Green Pass e le misure che saranno contenute in un nuovo decreto Covid.
  • Tra le varie considerazioni, il Governo sta valutando di rendere obbligatorio, in determinate circostanze – quali ad esempio per accedere ad eventi, locali, treni, aerei e navi – il suddetto certificato,

Considerato che,

  • Ci sono oltre 6 milioni di cittadini italiani ufficialmente residenti fuori dall’Italia, e quindi iscritti all’Anagrafe per gli italiani residenti all’estero – AIRE.
  • Ad esempio, i dati che indicano la distribuzione tra continenti degli iscritti AIRE, evidenziano che ci sono oltre 2 milioni di cittadini italiani residenti in America Meridionale. In diversi Stati, tra cui l’Argentina e il Brasile – paesi col maggior numero di iscritti – e il Cile, i cittadini sono stati vaccinati, tra altri, anche col vaccino russo Sputnik V e il vaccino cinese Sinopharm.

Ritenuto che,
è opportuno e necessario regolamentare la situazione dei connazionali residenti all’estero – che devono rientrare in Italia per motivi, ad esempio, di lavoro o familiari, che appunto essendo residenti all’estero non possiedono una tessera sanitaria italiana e non hanno accesso alle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale, e che sono stati vaccinati con vaccini riconosciuti e non riconosciuti nell’Unione Europea – e che per le ragioni sopra esposte non avranno accesso al Green pass.

Si chiede di sapere,
quali misure voglia intraprendere il Ministro in indirizzo per garantire il rientro e la libera circolazione in Italia dei cittadini residenti e vaccinati all’estero con vaccini riconosciuti e non riconosciuti nell’Unione Europea.

Si chiede inoltre di sapere quali iniziative intenda adottare per riconoscere la validità dei certificati di vaccinazione emessi all’estero.

MERLO Ricardo Antonio
CARIO Adriano

DI MAIO: MAI TANTA VICINANZA TRA ROMA E WASHINGTON COME ADESSO - E' ORA CHE TE NE VAI DI MAIO

 

Di Maio al Corriere: “Roma e Washington non sono mai state tanto vicine”

Sul futuro politico dell’ex premier, Giuseppe Conte: "Sono convinto che vada sostenuto da tutti noi, contribuirà a rafforzare il nostro movimento"

Italia e Usa, due Paesi mai così vicini. Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, parla con il Corriere della Sera: “L’Italia non ha mai mutato il suo posizionamento geopolitico di fondo. I nostri governi sono sempre rimasti fedeli all’Alleanza Atlantica”.

E’ appena rientrato dal suo viaggio americano, Di Maio: “Il governo di Joe Biden ha cambiato approccio rispetto alla precedente amministrazione Trump. Roma e Washington non sono mai state tanto vicine. Questa amministrazione Usa non è certo isolazionista, siamo perfettamente allineati su questioni fondamentali, come la difesa dei diritti umani, o dell’ambiente”.

“Sono appena stato a Washington, la prima visita in assoluto di un ministro degli Esteri straniero dopo la nomina di Biden, a sottolineare quanto l’Italia sia un interlocutore solido, affidabile. Allo stesso tempo, con la Cina nei primi mesi di quest’anno rispetto al 2020 abbiamo visto crescere di oltre due miliardi di euro gli interscambi commerciali e favoriamo l’attività delle nostre imprese. Comunque, ai leader cinesi non ho mai smesso di esprimere le nostre preoccupazioni per la repressione contro la minoranza musulmana degli Uiguri e le rivolte di Hong Kong. Con l’amministrazione Biden sono in sintonia nel condannare la repressione in Bielorussia o la persecuzione di Aleksej Navalny da parte del regime di Putin”.

“L’Italia è un alleato fondamentale della nuova politica americana. Biden e la sua amministrazione mi hanno anticipato le scelte sull’Afghanistan, assicurano il loro sostegno in Libia” aggiunge.

Biden manderà i vaccini in Italia? “Ne parleremo più avanti, concordiamo che i vaccini non possono essere utilizzati come strumenti di politica estera. Interrogato sul grande appoggio dato al governo Conte all’accordo sulla Via della seta precisa: “Inutile tracciare paralleli o indugiare con il passato. Le condizioni cambiano, lavoriamo per il futuro. In Europa ci saranno presto mutamenti importanti. Le prossime elezioni tedesche vedranno l’uscita di Angela Merkel dopo l’importante lavoro di questi anni. Guardiamo avanti”.

Sul futuro politico dell’ex premier, Giuseppe Conte: “Sono convinto che vada sostenuto da tutti noi, contribuirà a rafforzare il nostro movimento”.

DI MAIO: MAI TANTA VICINANZA TRA ROMA E WASHINGTON COME ADESSO

 

COVID | Gli USA sconsigliano viaggi in Italia

Il provvedimento era stato annunciato nei giorni scorsi e rientra nelle iniziative prese per accelerare la lotta alla pandemia

Il governo degli Stati Uniti sconsiglia ai propri cittadini di andare in Italia, nell’ambito di una revisione dei rischi globali legati al Covid che in realtà riguarda l’80% dei paesi di tutto il mondo.

Il provvedimento – si legge su La Stampa – era stato annunciato nei giorni scorsi e rientra nelle iniziative prese per accelerare la lotta alla pandemia, proprio mentre la distribuzione dei vaccini fa sperare in un contenimento del virus.

L’avviso agli americani di “non viaggiare” in Italia alza al livello 4, ossia il più alto possibile, il rischio Covid nel nostro Paese. La stessa misura però è stata adottata nei confronti dell’80% delle nazioni di tutto il mondo, e quindi non ha un carattere discriminatorio specifico nei confronti dello Stivale. Anzi, da qualche tempo le linee aeree Usa hanno ripreso i voli diretti verso Roma e Milano che non richiedono la quarantena all’arrivo, perché i passeggeri sono sottoposti ai test prima della partenza.

DELLA SERIE I PREZIOSI INUTILI CONSIGLI DI ITALIACHIAMAITALIA.IT: PREZIOSI CONSIGLI | Come trovare lavoro al tempo del Covid-19 - PUBBLICITA' OCCULTA PER LA ADAMI ASS.

 

PREZIOSI CONSIGLI | Come trovare lavoro al tempo del Covid-19

“È fondamentale, nella ricerca di lavoro, avere metodo. Molto meglio mandare un solo curriculum vitae al giorno, rispondere a un solo annuncio di lavoro, ma farlo bene”

Gli ultimi numeri Istat ci descrivono un Paese in cui diminuisce l’occupazione e in cui si registra un aumento concreto sia degli inattivi che dei disoccupati. Nei dati pubblicati a febbraio si evidenziava inoltre un aumento dell’1,5% delle persone in cerca di lavoro, una percentuale che potrebbe sembrare marginale, ma che si traduce in 34.000 persone in più a competere per una nuova occupazione.

Mentre l’intero Paese è in fascia arancione o rossa, con la serrata di tantissime attività commerciali e di servizi di ristorazione, non può stupire nemmeno l’aumentare della frustrazione di chi sta cercando una nuova occupazione. Come è noto non è sempre facile trovare un lavoro stabile, ma di certo questa pandemia, con tutte le restrizioni che ha richiesto e che continua a richiedere, non fa che rendere ancora più difficoltoso questo processo. Non bisogna però gettare la spugna, nemmeno di fronte all’aumentare delle persone disoccupate in cerca di lavoro.

«Sono molte le aziende che anche in questi giorni sono alla ricerca di nuovi collaboratori, e anzi, in alcuni campi propri nei mesi della pandemia c’è stato un forte aumento delle ricerche di personale» spiega Carola Adami, co-fondatrice della società di head hunting Adami & Associati.

«Penso ovviamente al settore sanitario, che continua ad avere bisogno di personale, dagli operatori di assistenza per le persone non autosufficienti in poi, ma anche alla GDO, nonché all’edilizia, grazie alla spinta delle forti detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica. Ma non bisogna nemmeno dimenticare che l’emergenza sanitaria ha accelerato nettamente la digital trasformation di molti settori, con un numero elevato di aziende alla ricerca di e-commerce manager, Data Scientist, Bim Specialist e via dicendo».

Sarebbe quindi sbagliato e del tutto controproducente perdere lo slancio. Molto meglio continuare a cercare, con pazienza e impegno.

«È fondamentale, nella ricerca di lavoro, avere metodo. Molto meglio mandare un solo curriculum vitae al giorno, rispondere a un solo annuncio di lavoro, ma farlo bene. Ecco quindi che il mio consiglio è quello di analizzare nel dettaglio l’annuncio, di studiare l’azienda che assume, di aggiornare e di perfezionare il curriculum vitae e di scrivere una lettera di presentazione ad hoc per quella singola candidatura» sottolinea Adami. Un curriculum vitae di qualità può dunque valere molto più di 10 CV inoltrati con minore attenzione: proprio per questo Adami&Associati offre una consulenza per la revisione e l’ottimizzazione del curriculum vitae, per avere la certezza di non vedere sfumare una possibilità lavorativa per degli errori o per delle mancanze formali.

«È necessario farsi trovare pronti e preparati per ogni passaggio dell’iter di selezione del personale. Non basta creare il curriculum vitae più efficace, è necessario anche prepararsi in vista dei colloqui di lavoro, sempre più spesso da remoto: è lì infatti che si gioca la propria assunzione, ed è in quello spazio che è bene mostrare i propri punti di forza», conclude la Adami.

TENETEVI FORTE: I PROGRAMMATORI DEL MAECI STANNO PROGRAMMANDO IL PROSSIMO FLOP - IL VOTO ELETTRONICO SPERIMENTALE PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

 

Voto elettronico per gli italiani all’estero, conferenza stampa Fdi alla Camera

Conferenza stampa di presentazione del disegno di legge per la delega al governo per l'introduzione del voto elettronico per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani all'estero. Ci sarà anche il responsabile del Dipartimento Italiani nel mondo, Roberto Menia

Votare con un clic? Si può fare

Si terrà domani, giovedì 29 luglio, alle ore 11, nella Sala Nassirya del Senato, la conferenza stampa di presentazione del disegno di legge per la delega al governo per l’introduzione del voto elettronico per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani all’estero.

Alla conferenza stampa parteciperanno il senatore di FdI, Patrizio La Pietra, primo firmatario del disegno di legge, il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Luca Ciriani, il vicepresidente del Senato, Ignazio La Russa, e il responsabile del Dipartimento Italiani nel mondo, Roberto Menia.

Assegno unico, criticità per gli italiani all’estero. Schirò (Pd) si appella a Orlando: LO STATO ITALIANO RICONOSCE COME SEMPRE A MALINCUORE I DIRITTI SOCIALI E POLITICI DEGLI EMIGRANTI ITALIANI

 

Assegno unico, criticità per gli italiani all’estero. Schirò (Pd) si appella a Orlando

“Auspico che i miei interventi possano risultare utili ad indurre il Governo a modificare la normativa al fine di tutelare i diritti acquisiti dei lavoratori migranti ed in particolare dei nostri connazionali residenti all’estero”

“A pochi giorni dalla chiusura estiva delle Camere e nelle more della elaborazione dei decreti attuativi della legge delega sull’Assegno unico – legge che potrebbe compromettere (come ho già segnalato più volte) i diritti previdenziali e fiscali dei nostri connazionali all’estero ma anche dei soggetti residenti in Italia con nucleo familiare residente all’estero – ho inviato una lettera al Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, per informare e sensibilizzare il Governo sulla allarmante problematica e per chiedere delle misure correttive atte a tutelare i diritti acquisiti dei nostri lavoratori e pensionati all’estero”. Lo fa sapere con una nota l’On. Angela Schirò, Pd, deputata eletta nella ripartizione estera Europa.

“Nella lettera, molto circostanziata ma che riassumo sinteticamente, ho ricordato al Ministro che la nuova legge sull’Assegno unico, che dovrebbe entrare a regime il prossimo 1° gennaio 2022, subordina la fruizione dell’Assegno alla residenza o al domicilio in Italia e stabilisce il graduale superamento o soppressione delle detrazioni fiscali per i figli a carico e dell’Assegno per il nucleo familiare (ANF).

Il problema è che sia le detrazioni fiscali per i figli a carico sia l’ANF sono attualmente erogati anche ai nostri connazionali aventi diritto residenti all’estero (le detrazioni sono concesse ai cosiddetti “non residenti Schumacker”, cioè coloro che producono più del 75% del reddito in Italia – tra questi i contrattisti della nostra rete diplomatica – mentre le prestazioni familiari sono concesse, a determinate condizioni, anche ai pensionati residenti all’estero i quali hanno ottenuto la pensione in virtù di una convenzione internazionale di sicurezza sociale che contempli le prestazioni familiari nel proprio campo di applicazione “ratione materiae”).

Ho sottolineato che se da una parte l’abolizione, appunto prevista dalla nuova legge, delle detrazioni per figli a carico e dell’assegno per il nucleo familiare (ANF) non comporta particolare nocumento per i residenti in Italia che in sostituzione si vedranno riconosciuto l’Assegno unico universale, dall’altra parte invece le pratiche conseguenze potrebbero essere pesanti per gli italiani residenti all’estero ai quali non potrà essere riconosciuto l’Assegno Unico – che richiede la residenza o il domicilio in Italia – e i quali inoltre potrebbero perdere in un prossimo futuro anche gli attuali benefici previdenziali e fiscali (ANF e detrazioni familiari).

Ho voluto infine rimarcare nella mia lettera che la legge potrebbe inoltre compromettere l’accesso alle prestazioni familiari e alle detrazioni per carichi familiari ai lavoratori e pensionati italiani, comunitari ed extracomunitari residenti in Italia che attualmente percepiscono tali benefici ed hanno il nucleo familiare residente all’estero, perché essa prevede che il beneficiario dell’Assegno unico deve “essere residente e domiciliato con i figli a carico in Italia per la durata del beneficio”.

Si presume quindi, da una testuale lettura della norma, che per avere diritto all’Assegno unico anche i figli dei beneficiari debbano essere residenti e domiciliati in Italia. Questa interpretazione escluderebbe dalla possibilità di percepire l’Assegno unico i soggetti che lavorano in Italia, soggetti al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia e cittadini italiani, comunitari od extracomunitari con regolare permesso di soggiorno, ma che hanno il nucleo familiare residente all’estero. Ho pertanto ritenuto utile ricordare al Ministro che la legge, così come formulata, potrebbe entrare in collisione normativa e giuridica con le disposizioni comunitarie ed in particolare con le varie sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea che in passato aveva affermato che uno Stato membro, come l’Italia, non possa rifiutare l’assegno familiare al soggiornante di lungo periodo (o al titolare di un permesso unico), adducendo, come motivazione, che suoi familiari risiedono in un Paese terzo.

Auspico – conclude la dem – che i miei interventi possano risultare utili ad indurre il Governo a modificare la normativa al fine di tutelare i diritti acquisiti dei lavoratori migranti ed in particolare dei nostri connazionali residenti all’estero”.