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La Sindrome di Pinocchio
Il bugiardo patologico e il bugiardo compulsivo
Diciamocelo: tutti abbiamo raccontato qualche piccola o grande bugia nel corso della nostra vita, per sfuggire a una verifica a scuola o per non volerci assumere la colpa di un nostro errore, o, perché no, a volte, anche per “quieto vivere”. Abbiamo, però, sicuramente conosciuto anche persone che hanno fatto della menzogna una sorta di stile di vita. È il caso di quelli che vengono definiti, appunto, “bugiardi compulsivi” e “bugiardi patologici”, facenti parte di quella che viene chiamata Sindrome di Pinocchio, ispirata alla nota fiaba di Collodi.
IDENTIKIT 1: IL BUGIARDO COMPULSIVO
IDENTIKIT 2: IL BUGIARDO PATOLOGICO
La “insostenibile leggerezza” del Bugiardo Patologico
Il vero problema è che il bugiardo patologico può risultare, però, spregiudicato e anche affascinante, e fa male, davvero molto male, a chi gli vive accanto. La sua intera esistenza ruota attorno a delle bugie finalizzate unicamente a costruirsi un mondo irreale in cui figurare sia re sia vittima di situazioni emotivamente intense. Quella che poi è però, nei fatti, la vita reale, poco importa: le bugie finiscono quindi per alimentare, il più delle volte, un narcisismo e un ego già di per sé ipertrofico, al punto che il resto del mondo, con le sue regole e la sua eticità, non esiste più.
E non importa se anche le sue menzogne venissero smascherate, perché, in quel caso, negherebbe tranquillamente senza alcun pudore anche l’evidenza più ovvia. Ma non si tratta di una mera facciata, perché il bugiardo patologico non sa cosa sia la vergogna, perché non la prova mai, piuttosto che sentirsela addosso sarebbe capace di far di tutto per far sentire l’altro in torto, e solo attraverso la sua capacità manipolativa.
La Sindrome di Pinocchio è risolvibile?
Il primo passo quando si ha a che fare con persone con la Sindrome di Pinocchio è promuovere, innanzitutto, l’autoconsapevolezza, in quanto, per loro, non è un problema, anzi. Hanno interiorizzato da così tanto tempo questo meccanismo che per loro risulta assolutamente egosintonico (ossia, in armonia con sé) e difficilmente, quindi, lo percepiscono come patologico o disfunzionale.
In secondo luogo, è importante sottolineare che, come ogni altro comportamento che offre protezione dallo stress, anche la bugia può diventare quasi una dipendenza, e quindi molto difficile da disimparare. Bisogna anche tenere in considerazione che non vi è motivazione a smettere, addirittura possono credere che mentire sia giusto al fine di proteggere il proprio ego per guadagnare benefici e vantaggi.
Inoltre, come già accennato, spesso, a complicare il tutto è la presenza, nei mentitori patologici, di un pervasivo disturbo di personalità.
In ogni caso, nulla può essere irrisolvibile, ed il consiglio è, una volta riconosciuto il problema, di rivolgersi ad un professionista qualificato che sappia ascoltare sia le verità del bugiardo che quelle di coloro che con il bugiardo patologico stanno vivendo.
D’altronde, il nome la dice lunga: Sindrome di Pinocchio, ossia una patologia racchiusa in una fiaba, e non è affatto un caso. Collodi non poteva immaginare che il suo burattino menzognero sarebbe diventato tanto famoso da meritarsi il nome di una sindrome, ma di certo sapeva di cosa parlava quando ha inventato un bimbo di legno incapace di dire la verità. Ha trasposto in una storia, apparentemente per ragazzi, una problematica molto diffusa non solo fra i piccoli, ma anche e soprattutto fra gli adulti. E se la bugia, nel bambino, è spesso ingenua e talora anche divertente, quando l’adulto mente può fare grandi danni, sia a se stesso che agli altri…
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