"Secondo me andrebbero sostituiti tutti i ministri che non sono della Lega, figuriamoci uno che non è stato nemmeno oggetto di trattativa politica visto che tutti sanno benissimo che Speranza è rimasto lì su esplicita richiesta del Quirinale di non avere discontinuità in un settore delicato". Con queste parole il leghista Claudio Borghi risponde alla domanda di Affaritaliani.it se il ministro della Salute Roberto Speranza, al centro delle polemiche, dovrebbe rassegnare le dimissioni. "L'argomento utilizzato dal Presidente Mattarella per la riconferma di Speranza è quello di non cambiare ministro vista la fase delicata di pandemia. Ma se quel ministro ha sbagliato, e non ci sono dubbi su questo, la sua riconferma non mi sembra proprio una grande idea. Poi Mattarella ha deciso così e...pace. Questo non è il governo della Lega, ma un governo di unità nazionale". Ma il premier Mario Draghi ha recentemente riconfermato la fiducia al ministro Speranza... "Beh, che cosa avrebbe dovuto fare o dire? Se non avesse confermato la sua fiducia Speranza si sarebbe dovuto dimettere un secondo dopo. Non è una gran notizia, solo qualche fenomeno ha fatto passare le parole di Draghi come una notizia. Il premier è l'allenatore e o manda via un suo giocatore o, finché ce l'ha in squadra, non può che difenderlo".
Claudio Borghi Il governo durerà fino al termine della legislatura nel 2023? "Dipende da quello che farà. Il punto nodale è capire se manterrà le promesse e due sono quelle principali: aperture e risarcimenti. Serve un deficit molto, molto importante a favore di chi lavora, di chi fa impresa e finora ha ricevuto ben poco dovendo restare chiuso. Ci vuole la cerniera degli indennizzi veri che accompagni queste aziende e queste attività verso la riapertura, affinché non chiudano la baracca. Se il governo riesce in questo obiettivo ha un senso, altrimenti no", prosegue il deputato del Carroccio. Che alla domanda se due mesi fa Salvini abbia fatto bene a entrare nell'esecutivo Draghi risponde: "Per il momento penso di sì, se cambiassi idea lo comunicherei immediatamente. Ma, ripeto, tutto dipende da riaperture e indennizzi. Finora i ristori, che abbiamo migliorato, erano quelli messi a budget dal governo Conte. Ora vediamo che cosa farà Draghi, oltre alle vaccinazioni che finalmente hanno registrato un'accelerazione".
Capitolo Alitalia, ha ancora senso tenere in piede l'ex compagnia di bandiera? "Non è colpa di Alitalia se gli aerei sono a terra, è colpa della pandemia ed è così quasi in tutto il mondo. Gli altri Paesi stanno dando alle compagnie aeree nazionali più di quanto Alitalia ha ricevuto negli ultimi dieci anni, prendiamo l'esempio di Lufthansa che ha appena ricevuto 18 miliardi di euro. Spero proprio che non ci sia asimmetria in Europa, sarebbe inaccettabile. E inaccettabile sarebbe avere Alitalia costretta a chiudere e le altre aviolinee, salvate con soldi pubblici, che vengono a prendersi gli spazi di Alitalia. Non ci faremo prendere in giro".
L'Europa, appunto. Ha ancora senso l'Ue dopo un anno abbondante di pandemia? "In molti hanno aperto e stanno aprendo gli occhi. Dove sono finiti quelli che dicevano che fuori dall'Ue la Gran Bretagna sarebbe morta e affondata nell'oceano? Qualcuno, finalmente, inizia a rendersi conto che un giro superiore di burocrazia, come quello di Bruxelles, è un danno invece che un vantaggio", conclude Borghi.