Il piano vaccinale italiano è di ispirazione nazista
Alla maggior parte degli italiani sfugge che il nostro governo abbia imboccato una deriva eugenetica nazista. Da due giorni nei comunicati governativi compare questa mostruosa disposizione per l’abbattimento e il conseguente incenerimento della parte più fragile della popolazione, degli over 65 che, se malati di Covid, muoiono come si legge nelle statistiche in una misura superiore al novantacinque per cento. La direttiva è stata pubblicata su quotidianosanità.it , recita che per il piano pandemico 2021-2023, si sarebbe stabilito il seguente criterio selettivo genocida: «I principi di etica possono consentire di allocare risorse scarse in modo da fornire trattamenti necessari preferenzialmente a quei pazienti cha hanno maggiori probabilità di trarne beneficio». Traduzione: le cure e anche la precedenza per i vaccini vanno date a chi non corre rischio di morire, lasciando la categoria di coloro che rischiano di morire nella loro zona di rischio da cui il virus preleva quasi il cento per cento delle sue vittime. Questo criterio eugenetico secondo cui soltanto i più forti sono incoraggiati a sopravvivere mentre i più deboli sono lasciati alla loro sorte e morte, è stato già applicato con successo durante la prima parte della pandemia quando alcune terapie intensive, per loro iniziativa etica autonoma ed eugenetica, respingevano le ambulanze che portavano malati sopra i settanta anni, subito dirottati nelle camere della morte degli ospizi abbandonati.
Proprio ieri negli Stati Uniti che hanno promosso la produzione dei vaccini che stanno arrivando in soccorso dell’Europa ancora non in grado di sfornarne di propri, i funzionari della Sanità hanno emerso una direttiva di tenore esattamente opposto a quello del governo genocida italiano, ordinando – non raccomandando o suggerendo – che il vaccino sia immediatamente somministrato a tutti coloro che hanno più di 65 anni, proprio per bloccare la tentazione “etica” di approfittare del Covid per aiutarlo a sfoltire le fasce d’età improduttive, percettrici di pensioni e costose perché continuamente bisognose di cure sanitarie. L’Italia, insieme al Giappone, è il Paese con il più alto tasso di longevità del mondo. Il Giappone ci batte con una media che sfiora gli 85 anni. Ma da noi si pratica la strage degli innocenti con numeri che si stanno avvicinando agli ottantamila e presto supereranno i centomila morti, mentre in Giappone i morti erano fino a pochi giorni fa poche migliaia grazie alle direttive politicamente intelligenti del governo di Tokyo, emulate dalla Nuova Zelanda che di fatto è per ora immune dall’epidemia.
Nei piani italiani di vaccinazione si prevede una massiccia vaccinazione nelle scuole per i prossimi tre mesi e di tutti gli operatori sanitari di qualsiasi genere, età e struttura, compresi quelli che non hanno alcun contatto con l’epidemia, seguendo principi sindacali e politici che non prevedono la priorità assoluta di coloro che subiscono le perdite di vita più alte. Una televisione di regime ottusa e sorridente ripete le parole d’ordine orwelliane come se fossero pillole di saggezza. In fondo, che cosa c’è di male nel dire che bisogna salvare coloro che hanno maggiori possibilità di vivere? Apparentemente nulla, ma in realtà tutto: coloro che non corrono rischi se non in maniera statisticamente marginale o insignificante (la morte di una ventenne o di un trentenne fanno notizia e finiscono sui giornali per la loro rarità) non hanno bisogno di precedenza nelle cure e nelle vaccinazioni. La discriminazione per età è condannata in tutti i Paesi civili occidentali come una discriminazione razziale perché colpisce e condanna sulla base di fattori selettivi biologici come il sesso o il colore della pelle.
Il governo italiano dopo aver agito malissimo nella prima e nella seconda fase dell’epidemia (erroneamente chiamate “ondate”, come se fossero causate da misteriose maree) adesso prepara la terza fase della eliminazione dei più deboli, insistendo vilmente sul fatto che le persone anziane sono in genere tutte affette da qualche patologia, come cardiopatie, pressione, diabete, altrimenti non sarebbero diventate anziane. Noi chiediamo che immediatamente il governo e non le Regioni esponga i suoi piani dettagliati e i calendari con le disposizioni precise (come si fa in Israele, Regno Unito e Stati Uniti) di chi, dove e quando sarà vaccinato partendo dai più deboli e non dai più forti. Se non lo farà subito, proponiamo alle Procure di dedicarsi a fermare e punire questa vocazione neonazista che mira alla liquidazione dei deboli e alla protezione dei forti.
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