CENSURATO DA FACEBOOK ("MINISTRO" di majonese) BASTA SALVATORI DELLA PATRIA!!! CACCIAMOLO DALL'ITALIA, NON E' ITALIANO!!!

ALLA DOMANDA: CHE BELLA TAVOLA, CHISSA CHI L'HA PAGATA? IL di majonese ordina la censura.

ALLA DOMANDA: POTREBBE CORTESEMENTE SPIEGARE AL POPOLO ITALIANO CHE COSA FANNO GLI AMBASCIATORI ITALIANI COME MORABITO QUANDO LEI GOVERNA? IL di majonese ordina la censura. 

GRANDE, GRANDISSIMO, BRAVISSIMO SEDICENTE SALVATORE DELLA PATRIA!!!

NELLA VITA REALE: PIU' BUGIARDO DI GIUDA, TRADITORE DEL POPOLO ITALIANO E DELLA COSTITUZIONE, CARNEFICE (INSIEME A JOSEP BORRELL) DEGLI ITALIANI RESIDENTI ALL'ESTERO COME UN KAPO' DI UN LAGER DI STERMINIO, DIFFAMATORE DEGLI EMIGRANTI ITALIANI COME UNTORI E SCROCCONI FISCALI QUANDO IN REALTA' HANNO FATTO RIMESSE ALL'ITALIA PER VITE INTERE (E ALCUNI ANCORA LE FANNO),  IMBRANATO VANITOSO INCAPACE VISCIDO COME UN'ANGUILLA,  INFETTO DAL SOLITO VIRUS CHE AFFLIGGE TUTTO IL SETTORE  PUBBLICO ALLARGATO ITALIANO: LA PARACULITIS CoV-2019, 2020, 2021 ...

SE NE VADI IN PENSIONE CON CIPPUTI AD HAMMAMET VOLONTARIAMENTE, SIGNOR MINISTRO ... EVITI CHE VENGA COSTRETTO A SALIRE SUL CANOTTO ...

BASTA SALVATORI DELLA PATRIA!!! CACCIAMOLO DALL'ITALIA, NON E' ITALIANO!!!

 

 


 

Farnesina: ex ambasciatore Antonio Morabito al centro di un’inchiesta per corruzione e spionaggio

09-11-2019 15:25 - Farnesina
L’amb. Antonio Morabito
GD - Roma, 9 nov. 19 - Avrebbe fornito informazioni riservate su aziende italiane favorendo, in particolare, il “cosiddetto shopping aziendale cinese” in Italia, in cambio di bonifici bancari regali e viaggi. Con questa accusa, l'ex ambasciatore italiano nel Principato di Monaco, Antonio Morabito, 64 anni, attualmente alle dipendenze della direzione generale della Farnesina per la Promozione del Sistema Paese, è al centro di quella che viene descritta dalla stampa italiana come “una sistematica opera di corruzione” avvenuta tra il 2016 e il 2017.
Con il diplomatico, sono cinque le persone coinvolte: il faccendiere Angelo Di Corrado, il commercialista Marco Gianneschi e l'avvocato Cui Xu Cheng per i rapporti verso la Cina; gli imprenditori Nicolò Corso e Vincenzo Di Grandi per le informazioni che Morabito avrebbe fornito per favorire contatti con le autorità di alcuni Paesi dell'Africa settentrionale.
​Antonio Morabito, 64 anni, è stato ambasciatore d'Italia a Monaco dal 2010 al 2015. Entrato nella carriera diplomatica nel 1986, ha prestato servizio in numerose siti esteri, dall'Indonesia all'Argentina, e sia a Palazzo Chigi che alla Farnesina, prima di essere nominato ambasciatore nel Principato, durante il quale ha portato a termine l'importante accordo bilaterale di scambio di informazioni in materia fiscale e bancaria.
​Dal 2015 è al settore comunicazione della Direzione generale del Sistema Paese a Roma. L'indagine, affidata al PM Giuseppe Deodato e svolta della Guardia di Finanza, mostrerebbe che Morabito, che per il proprio incarico e per i rapporti privilegiati costruiti all'interno del ministero dello Sviluppo Economico, avrebbe fornito notizie riservate su marchi del lusso, come Versace e Ferrari, società sportive, centri clinici, complessi alberghieri, industrie tessili. Ed anche, scrivono i giornali italiani, indiscrezioni per “i cinesi interessati ad acquistare tecnologia italiana nel settore delle telecomunicazioni per conto della Huawei”.
Morabito avrebbe in particolare fornito informazioni da lui acquisite “anche in ragione della partecipazione, quale rappresentante italiano, al Forum on global production capacità svolto in Cina nel giugno 2016, e si sarebbe interessato “per far arrivare le delegazioni in Italia”.
​In cambio, secondo l'avviso di conclusione delle indagini citato dai giornali, il diplomatico avrebbe ricevuto bonifici mensili di entità compresa tra i cinquemila e i settemila euro, regali, viaggi e una serie di altri bonifici.
​L'inchiesta avere rivelato anche un interessamento di Morabito per Paesi africani come il Senegal, Gambia, Costa d'Avorio, Mali.
Intanto si è appreso che la Procura della Repubblica di Roma ha chiuso l'inchiesta in cui è indagato Antonio Morabito. Il diplomatico avrebbe ricevuto denaro in contante, una retribuzione mensile tra i 5 e i 7 mila euro, bonifici bancari, regali, viaggi, carte prepagate ed altre «utilità» in cambio di informazioni su società italiane di livello internazionale, come Versace e Ferrari, ma anche su società sportive come il Reggina Calcio, centri clinici, complessi alberghieri, industrie tessili.
Notizie «esclusive e riservate» che avrebbe girato ad alcuni intermediari che curavano per alcuni investitori cinesi il loro «shopping aziendale». I fatti, su cui ha indagato la Guardia di Finanza, risalgono ad un periodo compreso tra il 2016 e il 2017. Morabito avrebbe preparato schede su almeno otto aziende, acquisendo le notizie al Ministero Economia e Finanze grazie alle sue conoscenze. È inoltre accusato di aver raccolto indiscrezioni per «i cinesi interessati ad acquistare tecnologia italiana nel settore delle telecomunicazioni per conto della Huawei». E «nell'area di interesse - scrivono i quotidiani - rientravano anche le infrastrutture e aziende controllate dallo Stato, come Enel».

di Carlo Rebecchi
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L'ambasciatore Morabito «passava notizie ai cinesi sulle nostre aziende»

I pm: corrotto con soldi, affitti e la retta del figlio. Avrebbe svelato informazioni su Versace e Ferrari

L'ambasciatore Morabito «passava notizie ai cinesi sulle nostre aziende»
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ROMA — È stato ambasciatore nel principato di Monaco e quando è rientrato alla Farnesina si è occupato della Promozione del Sistema Paese. Ma a leggere gli atti dell’inchiesta dove è accusato di corruzione sembra fosse più interessato a promuovere gli interessi della Cina. Per questo Antonio Morabito, 64 anni, diplomatico in servizio al ministero degli Esteri, rischia adesso il processo. L’indagine è chiusa, lunghissimo l’elenco di regali, soldi, favori che avrebbe ottenuto per «soffiare» notizie riservate su società italiane di livello internazionale a intermediari che curavano per alcuni investitori cinesi il loro «shopping aziendale».

L'affare Huawei

Grazie al proprio incarico e ai rapporti privilegiati che aveva costruito anche all’interno del ministero per lo Sviluppo economico era in grado di conoscere in anticipo le mosse dei vertici di moltissime aziende. E ai cinesi avrebbe svelato informazioni su marchi del lusso come Versace e Ferrari, società sportive come il Reggina calcio, ma anche centri clinici, complessi alberghieri, industrie tessili, imprese specializzate nella gestione delle linee ferroviarie. Ma pure indiscrezioni per «i cinesi interessati ad acquistare tecnologia italiana nel settore delle telecomunicazioni per conto della Huawei», il colosso mondiale finito nel mirino di Donald Trump. In particolare avrebbe consegnato loro le «conoscenze acquisite anche in ragione della partecipazione, quale rappresentante italiano, al “Forum on Global Production Capacity” svolto in Cina a giugno 2016 e interessandosi «per far arrivare le delegazioni in Italia».

Contanti e biglietti

Uno dei mediatori gli avrebbe elargito «mazzette» in contanti da 5mila euro, elargizioni mensili fino a 7mila euro, biglietti aerei, carte prepagate. Da un altro aveva invece preteso l’acquisto di 200 copie del suo libro «Valigia diplomatica» e ordini per altre 200 copie «così ti faccio fare record di vendite», ma che in realtà non risulta poi aver avuto grande successo. Morabito era comunque a disposizione e nel 2016, quando era ancora nel Principato, riuscì «a far assumere un ruolo di rilievo agli investitori cinesi per la sponsorizzazione della settimana della moda di Montecarlo» e vantandosi di essere riuscito a far ottenere loro «il primo posto nelle sponsorizzazioni». Sono le intercettazioni dei suoi colloqui con mediatori e investitori a rivelare quali promesse facesse e soprattutto che tipo di informazioni era in grado di veicolare: «Mi impegno su infrastrutture e opere importanti tipo centrali elettriche gasdotti autostrade in Italia, Francia, Spagna» con un obiettivo dichiarato: «Dismissioni Enel».

«Azionista in Ferrari»

Morabito tesseva la propria rete di relazioni e garantiva il risultato. Nel settembre 2017 uno dei mediatori gli chiede «un buon contatto in Ferrari» e lui non si tira indietro. Anzi risponde sicuro: «Noi abbiamo il principale azionista che... insomma è del governo, poi quando ci vediamo ti dico». In cambio l’interlocutore risulta avergli pagato l’affitto di una casa, ma anche il «deposito cauzionale per la residenza universitaria di Carlo Morabito», il figlio che l’ambasciatore andava poi a trovare a Manchester. Oltre ai viaggi e ad alcune somme versate come «cifra fissa».

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