Figliuolo tra due fuochi. Travaglio: sembra il col. Buttiglione. Murgia: lo Stato non si affidi ai militari
Il generale Figliuolo cerca di dare una mano al suo Paese ma questo non piace a tutti. In particolare alla sinistra antimilitarista che ha la sua portavoce in Michela Murgia e poi in quell’area supponente e nostalgica dei disastri di Conte di cui è portabandiera Marco Travaglio.
Il fondo di Travaglio contro il generale Figliuolo
Quest’ultimo sul Fatto si incarica ancora una volta di ridicolizzare il generale Figliuolo dandogli del “cabarettista”. Scrive Travaglio: “Diversamente da Michela Murgia, che ne è spaventata, devo confessare che a me il Comm. Str. Gen. C. Arm. F. P. Figliuolo non fa paura: fa ridere. Più che un generale golpista, mi ricorda un generico cabarettista. Lo so che non c’è niente da ridere, trattandosi dell’Uomo che, a suon di “svolte”, “blitz”, “raid”, “piani”, “task force” e “accelerazioni”, ci salverà dalla pandemia con la mirabolante campagna da 500mila vaccini al giorno. Ma che dico 600mila: 700mila! Ma che dico 600mila: 700mila, e ci mettiamo sopra anche una batteria di padelle antiaderenti! Quindi non lo faccio apposta, anzi mi sforzo allo spasimo per prenderlo sul serio. Ma è più forte di me”.
Figliuolo paragonato al col. Buttiglione di Alto Gradimento
E, ancora, Travaglio scrive che i motti di Figliuolo “richiamano il colonnello Rampaldo Buttiglione di Alto Gradimento, poi promosso da Mario Marenco a Generale Damigiani, protagonista di tanti b-movie di Castellano&Pipolo. L’altro giorno, reduce dalle grandi manovre in Lombardia, ha scandito: “Nuovo fiato alle trombe”. E il pensiero è corso commosso a Mike Bongiorno: “Fiato alle trombe, Turchettiiii! Allegriaaaa!”. Ma qui c’è poco da stare allegri”.
Murgia insiste: il linguaggio di guerra non mi rasserena
E torna alla carica contro Figliuolo anche Michela Murgia, in un’intervista su La Stampa. “Non volevo assolutamente essere provocatoria – dice a proposito della frase sulle divise – Floris mi ha chiesto di interpretare semiologicamente le frasi del generale. E io ho semplicemente detto che era un linguaggio da guerra. Che quel linguaggio non mi rasserena. E che affidare le vaccinazioni a un generale che veste la divisa è un forte atto simbolico”.
Murgia: se uno Stato si affida ai militari è un fallimento
E aggiunge: “Mi sorprende di essere sola io a dirlo: se uno Stato si affida ai militari per delle funzioni civili, significa che dichiara fallimento. Mettere lì un generale in divisa, vuol dire che Draghi ci manda un messaggio: visto che la situazione è caotica, vi metto il massimo del disciplinato e del disciplinante. Un generale. E quando sento tanti che si dicono più rassicurati da un generale, vuol dire che hanno talmente poca fiducia nella politica, che per loro chiunque è meglio, anche un militare. Non mi meraviglia però se quelli di destra mi strumentalizzano. Salvini, poi, si sa che ama le divise. Le metteva anche quando non poteva. Non si affida a un generale la gestione di cose civili, quali le vaccinazioni. Non mi risulta che sia successo in nessun altro Paese d’Europa o forse del mondo. Per questo ho usato il riferimento alla dittatura, ovvero quando i militari subentrano alla politica. Ripeto: non è una guerra e i generali lasciamoli in caserma a fare quel che devono fare, la Difesa”.
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