Covid, Draghi: "Sanzioni a operatori sanitari non vaccinati, ci sarà un decreto". E alle Regioni: "Scuola deve restare aperta". Salvini polemico: "Non si può tenere chiusa l'Italia ad aprile"
di Valeria ForgnoneConsiglio europeo, vaccini e "la riapertura della scuola fino alla prima media anche in zona rossa". Tre i temi principali su cui il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha incentrato la conferenza stampa di oggi: il primo per fare il punto al termine del vertice europeo che si è svolto in questi giorni in cui è intervenuto in streaming anche il presidente americano, Joe Biden. E gli altri due, vaccini e scuole, che animano il Paese in questo periodo e al centro della cabina di regia che si è svolta in mattinata in vista del nuovo decreto sulle misure anti-Covid. "La situazione rimane molto preoccupante. Avevamo deciso che se ci fosse stato uno spazio, lo avremmo utilizzato per la scuola fino alla prima media. Aprire ulteriormente aumenterà il numero e le forme di contagio", ha osservato il capo del governo rispondendo anche alle critiche mosse da Matteo Salvini a favore delle riaperture.
I vaccini: dall'export alle sanzioni per i sanitari
"Prima l'unico requisito che autorizzasse a bloccare l'esportazione dei vaccini era che in passato non ci fosse stato il rispetto dei contratti - ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi - Siamo stati gli unici a bloccare l'export dei vaccini. Ora la Commissione Ue allarga la rete entro cui possono cadere le società che esportano. Prima l'unico requisito per lo stop all'export di un certo vaccino era il non rispetto del contratto da parte di una società. Ieri la commissione ha allargato il criterio introducendo le parole proporzionalità e reciprocità. Conta anche cosa fa il Paese verso cui un vaccino è diretto, ovvero se consente o meno le esportazioni. La proporzionalità e un criterio più sottile, riguarda la spedizione di vaccini verso un Paese che ha una percentuale già alta di vaccinati". Draghi ha spiegato ancora che "il blocco dell'export è completamente condiviso, la decisione è unanime dai paesi Ue. Però ora l'enfasi è tutta sul blocco ma non ne usciamo con i blocchi ma con la produzione dei vaccini, è l'unica cosa che ci farà uscire dalla pandemia e ci ridarà fiducia nel tornare a viaggiare, a costruire relazioni".
Non ci sarà, quindi, un cambio di modello di distribuzione dei vaccini. "Noi e la Germania abbiamo deciso di no". "Il blocco va attuato soprattutto verso società che non rispettano i patti. Il blocco totale" di esportazione dei vaccini verso il Regno Unito "interromperebbe la produzione del vaccino, oltre a innescare una tensione politica. Non ci dobbiamo assolutamente arrivare e non ci arriveremo".
Sul vaccino russo Sputnik, Draghi ha precisato che "non si prevede che l'Ema si pronunci" prima di tre o quattro mesi. "Starei attento a fare contratti" su Sputnik "perché ieri la presidente della commissione ha messo in luce come, da un'indagine fatta dalla commissione parlando col fondo d'investimento russo, possono produrre massimo 55 milioni di dosi, di cui il 40% in Russia e il resto all'estero. È vaccino in due dosi, a differenza di Johnson & Johnson, e all'Ema non è stata ancora presentata formale domanda su questo ma sta facendo review delle varie componenti e non si prevede che l'Ema si pronunci prima di tre o quattro mesi. Se va bene il vaccino sarebbe disponibile nella seconda parte dell'anno. C'è in gioco la salute, la vita e la morte, bisogna cercare il coordinamento europeo e se non si vede la soluzione bisogna cercare altre strade. Io però starei attento a fare certi contratti", ha ripetuto Draghi.
Linea dura poi sugli operatori sanitari che hanno rifiutato il vaccino. "Il governo intende intervenire: non va bene che operatori sanitari non vaccinati siano a contatto con malati. Quindi immagino che arriverà un decreto. La ministra Cartabia sta prendendo un provvedimento a riguardo", ha commentato il premier. E il ministro della Salute, Roberto Speranza: quella sugli operatori sanitari non vaccinati "è una norma a nostro vaglio ma riconosciamo che l'adesione del personale sanitario è stata molto ampia, è la stragrande maggioranza e ha dato il buon esempio. C'è un pezzetto molto minimale, che stiamo quantificando, sul quale valutiamo un intervento con una norma".
Per Draghi, il criterio dell'età è fondamentale. "Quello che ho detto in Parlamento alle Regioni era una reazione spontanea davanti alle differenze tra le varie regioni. La Costituzione attribuisce al governo centrale competenze in caso di pandemia. Il mio richiamo era anche un appello a collaborare, il richiamo era inteso a dire che bisogna vaccinare i fragili e gli ottantenni e poi andare in ordine di età, ho anche detto che il criterio dell'età deve tornare a essere prioritario. Perché si vedono categorie che sono state vaccinate prima e non si capisce perché siano più esposte degli ultraottantenni che poi sono i nonni che stanno con i nipoti", ha precisato l'ex presidente della Bce. Che la prossima settimana si vaccinerà con Astrazeneca, come ha ricordato lui stesso, sottolineando anche che "da oggi tutti i numeri complessivi" relativi alle somministrazioni dei vaccini "potranno essere verificati sul sito della presidenza" e che la produzione del vaccino anti Covid in Italia sarà possibile "in tre-quattro mesi". E sullo scostamento di bilancio, ha detto, che "ci sarà con il Def, quindi a metà aprile. Non annunciamo i numeri per vedere l'effetto che fa, si vede quali e quanti sono i bisogni e da questo emerge lo scostamento necessario".
Scuole e riaperture
Il premier Draghi è stato chiaro: aprire ulteriormente aumenta i contagi. E ha confermato la riapertura delle scuole dalla prossima settimana "fino alla prima media" anche in zona rossa. Una notizia attesa da molte famiglie dopo la chiusura degli istituti di due settimane nelle Regioni passate in zona rossa. Poi la novità, già anticipata ieri: la possibilità di fare tamponi agli studenti. "In alcuni casi sarà possibile fare dei test anti-Covid, ma parlare di azione globale mi sembra eccessivo. Il ministro dell'Istruzione Bianchi sta lavorando affinché la riapertura avvenga in maniera ordinata. Aprire ulteriormente aumenta le forme di contagio. La scuola fino alla prima media non è fonte di contagio, in misura limitata", ha osservato. Poi, un'altra bacchettata alle Regioni, dopo il richiamo fatto in Parlamento in settimana, e ai governatori: "Le vostre scelte dovranno essere riconsiderate alla luce dell'affermazione dell'esecutivo che la scuola in presenza è obiettivo primario della politica del governo".
Scuola, Draghi: "Riapriremo fino alla prima media. Le Regioni devono seguire le scelte del governo"
Salvini: "Impensabile tenere chiusa Italia a aprile"
Sulle chiusure per il prossimo mese di aprile, c'è tensione nella maggioranza. Le critiche sono arrivate da Matteo Salvini: "È impensabile tenere chiusa l'Italia anche per tutto il mese di aprile. Nel nome del buonsenso che lo contraddistingue - e soprattutto dei dati medici e scientifici - chiediamo al presidente Draghi che dal 7 aprile, almeno nelle regioni e nelle città con situazione sanitaria sotto controllo, si riaprano (ovviamente in sicurezza) le attività chiuse e si ritorni alla vita a partire da ristoranti, teatri, palestre, cinema, bar, oratori, negozi. Qualunque proposta in Consiglio dei ministri e in Parlamento avrà l'ok della Lega solo se prevederà un graduale e sicuro ritorno alla vita". E a distanza, durante la conferenza stampa, è arrivata la risposta di Draghi: "Se riaprire o no dipenderà dai dati", che ha sottolineato che l'unico allentamento delle restrizioni anti-Covid avverrà per le scuole fino alla prima media. "Le misure hanno dimostrato nel corso di un anno e mezzo di non essere campate per arie. È desiderabile riaprire, la decisione se farlo o meno dipende dai dati - ha aggiunto il premier - Faremo un decreto ora ma sulla base dei dati disponibili oggi: vedremo come vanno, non escludo cambiamenti in corso. Valuteremo la situazione settimana dopo settimana".
Dunque, continuare con i sacrifici e i vaccini per fermare i contagi con la speranza di essere più liberi nei prossimi mesi. Tanto che, rispondendo alle parole del ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, che ha invitato gli italiani a prenotare le vacanze estive, Draghi ha osservato con un filo di ironia: "Sono d'accordo con lui, se potessi andare in vacanza ci andrei volentieri".
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