“Vi spiego perché in questi anni i magistrati si sono comportati come un gregge” ▷ Avv. Holzeisen

La prima risposta che potrebbe venire in mente alla domanda “qual è la differenza tra lo stato totalitario e quello democratico” è generalmente sempre una: la separazione dei poteri.
E’ l’impianto che definisce anche la nostra di democrazia, una lezione che viene impartita sin dai primi anni di scuola: legislativo, esecutivo e giudiziario; uno slegato dall’altro. Così funziona un sistema che distribuisce i poteri, non li accentra a un solo ente. Ci sono però, come in ogni sistema complesso, benefici ma anche rischi. I benefici li conosciamo, ma dei rischi si parla molto meno.
Questo perché in pochi sono sensibili a ciò che potrebbe accadere concretamente se un potere fa invasione di campo rispetto a un altro. Non avviene per forza con le armi o con la violenza: nel mondo moderno sono modalità obsolete. Questo non vuol dire che non accada in altri modi.

Uno di questi è stato in questi anni far fede in modo quasi cieco al massimario: una raccolta di massime giurisprudenziali, ovvero principi di diritto sintetizzati da sentenze, spesso suddivise per argomenti o materie. Ad esempio, il massimario della Corte di Cassazione raccoglie le massime delle sue decisioni per agevolare la consultazione e garantire uniformità interpretativa, ma in alcuni casi a un prezzo terribile.
“Ho constatato con massima preoccupazione che abbiamo troppo pochi individualisti nella prossima società”, commenta l’avvocato Renate Holzeisen, “la stragrande maggioranza, anche nelle professioni, funziona come una parte di un gregge: ci sono quelli davanti che dicono dove andare, quindi tutto il gregge segue senza riflettere autonomamente”.

“Questo, dal punto di vista delle professioni, vale sia per i medici che per la magistratura. E’ qualcosa di molto preoccupante, perché non può essere che un magistrato si lasci pilotare da una pubblicazione”.
L’esempio è quanto accaduto alla fine del 2021, quando la Corte Costituzionale dichiarò “inammissibile” la causa di merito che metteva in dubbio la legittimità dell’obbligo vaccinale. La sentenza si rifaceva all’epoca alle direttive OMS: le stesse che venivano continuamente aggiornate e cambiate e che confondevano Covid e Sars-Cov-2 generando un equivoco sulla capacità dei vaccini di bloccare le infezioni (e non la malattia grave).

Qui l’intervento VIDEO dell’Avv. Holzeisen | 19 febbraio 2025