NON C'E' LAVORO IN ITALIA E GLI IMPRENDITORI RIMASTI SONO I MIGLIORI IMPRENDITORI DI TUTTI I MONDI POSSIBILI

Sfruttamento di manodopera, 3 cinesi arrestati a Prato

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PRATO, 27 MAR – Due donne imprenditrici di 51 e 39 anni sono state arrestate a Prato così come un imprenditore di 59 anni: i tre sono accusati di sfruttamento dei lavoratori, di occupazione di stranieri privi di permesso di soggiorno e intermediazione illecita. I tre imprenditori cinesi guidano imprese dell’abbigliamento con sedi a Prato e Carmignano. I tre arresti, spiega la procura, sono stati convalidati dal giudice per le indagini preliminari.

Nei confronti di uno degli arrestati, titolare dell’impresa ‘Confezione di Yar Guangxing’ di Carmignano, sono stati accertati numerosi indici di sfruttamento lavorativo ai danni dei lavoratori tra cui turni di lavoro prolungati – oltre 12 ore al giorno – senza interruzioni adeguate né pause.

All’interno della sua azienda sono stati inoltre individuati locali adibiti a dormitorio per i lavoratori, in violazione della normativa urbanistica ed edilizia e in pessime condizioni igienico-sanitarie. “Questa situazione – spiega il procuratore Luca Tescaroli – ha comportato una forte limitazione della libertà personale dei lavoratori, i quali, consapevoli della loro condizione di clandestinità, evitavano di allontanarsi dal luogo di lavoro”.

‘azienda e il relativo capannone sono stati sottoposti a sequestro preventivo. Una delle due imprenditrici cinesi arrestate, titolare dell’impresa “Confezione Sofia di Men Yanna”, ha invece definito la propria posizione patteggiando una pena per il reato di assunzione di persone prive di permesso di soggiorno.

Tra le irregolarità rilevate nelle ispezioni – eseguite dal personale dell’ Ispettorato Nazionale del Lavoro e dai carabinieri – si sono “omessa sorveglianza sanitaria, omessa formazione ed informazione dei lavoratori in materia di salute e sicurezza, omessa nomina del medico competente; omesso aggiornamento del Dvr e omessa manutenzione degli estintori”. Nei servizi di controllo sono state anche elevate sanzioni amministrative per 135.000 euro e ammende per 32.000 euro. (ANSA)

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