No FIEI, vi illudete, ci sono migliaia di grandi cervelli
superartificializzati tra le "elites" delle classi (neo-)dirigenti che
ritengono che sia assai piu' importante a continuare ad edittare
sanatorie di clandestini invece che creare incentivi REALI per il
rimpatrio di italiani dall'estero ... si sono affannati assai con la
solita congerie burocratica di sedicenti incentivi fiscali, peccato pero
che NON CI SIA IL REDDITO PER AVVALERSENE DA NESSUNA PARTE IN ITALIA,
ne' nel settore privato ne' nel settore pubblico, ne' al nord ne' al
sud. L'economia italiana non produce piu' reddito a sufficienza gia' da
decenni, non da mesi.
"Per coloro invece che intendono rientrare, un buon punto di partenza per un aiuto immediato, sarebbe quello di utilizzare una parte dei 4 milioni di euro stanziati in aggiunta ai fondi di assistenza dei consolati."
TOTALMENTE SBAGLIATO: per quando i consolati e le ambasciate italiane si decideranno ad rilasciare tali fondi (che sono solo prestiti), i rispettivi richiedenti saranno gia' morti di fame da tempo ... BISOGNA TOGLIERE QUESTI FONDI E RIDIROTTARLI VERSO L'INPS onde rimpinguare i mezzi della gestione dell'indennita' di disoccupazione transfrontalieri e, in caso non sia sufficiente per un rientro, integrarli con altri mezzi (REM, ecc.).
LA COSA PIU' IMPORTANTE E' TOGLIERE DI MEZZO QUESTI IMPIASTRI DI AMBASCIATE E CONSOLATI.
L'INPS, se e' legale oggi chiedere ed ottenere una SPID via webcam, deve accettare via webcam DIRETTAMENTE (senza patronati) le relative domande dagli italiani all'estero e decidere al massimo su come erogare i fondi.
Per quanto riguarda i rimpatriandi: DOVE ANDRANNO A LAVORARE, quando in Italia e' ancora quasi impossibile farsi assumere da un'azienda in un'altra provincia, in un'altra regione, se si hanno 50 anni o 19 non fa alcuna differenza ... e, SOPRATTUTTO, con quali regimi contrattuali? TUTTI SMARTWORKING O TUTTI IN SOMMINISTRAZIONE?
Se continuate cosi', anche voi associazioni di emigrati italiani, non tornera' mai piu' nessuno se non da morta/o.
---
"Per coloro invece che intendono rientrare, un buon punto di partenza per un aiuto immediato, sarebbe quello di utilizzare una parte dei 4 milioni di euro stanziati in aggiunta ai fondi di assistenza dei consolati."
TOTALMENTE SBAGLIATO: per quando i consolati e le ambasciate italiane si decideranno ad rilasciare tali fondi (che sono solo prestiti), i rispettivi richiedenti saranno gia' morti di fame da tempo ... BISOGNA TOGLIERE QUESTI FONDI E RIDIROTTARLI VERSO L'INPS onde rimpinguare i mezzi della gestione dell'indennita' di disoccupazione transfrontalieri e, in caso non sia sufficiente per un rientro, integrarli con altri mezzi (REM, ecc.).
LA COSA PIU' IMPORTANTE E' TOGLIERE DI MEZZO QUESTI IMPIASTRI DI AMBASCIATE E CONSOLATI.
L'INPS, se e' legale oggi chiedere ed ottenere una SPID via webcam, deve accettare via webcam DIRETTAMENTE (senza patronati) le relative domande dagli italiani all'estero e decidere al massimo su come erogare i fondi.
Per quanto riguarda i rimpatriandi: DOVE ANDRANNO A LAVORARE, quando in Italia e' ancora quasi impossibile farsi assumere da un'azienda in un'altra provincia, in un'altra regione, se si hanno 50 anni o 19 non fa alcuna differenza ... e, SOPRATTUTTO, con quali regimi contrattuali? TUTTI SMARTWORKING O TUTTI IN SOMMINISTRAZIONE?
Se continuate cosi', anche voi associazioni di emigrati italiani, non tornera' mai piu' nessuno se non da morta/o.
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COVID-19: COMUNICATO FIEI SU “EMERGENZA RIENTRI E DISOCCUPAZIONE ITALIANI ALL’ESTERO”
- Scritto da Redazione
EMERGENZA RIENTRI e DISOCCUPAZIONE ITALIANI ALL’ESTERO
“Ad oggi oltre 70.000 italiani
sono rientrati dall’estero grazie ai voli coordinati dal Ministero degli
esteri attraverso Alitalia ed altri vettori.
Visto l’impatto dell’ emergenza Covid 19
sui nostri emigrati, molti di essi licenziati o in condizione di
precarietà, in migliaia stanno ancora cercando di rientrare in Italia.
Purtroppo i costi di questi voli sono assolutamente proibitivi: 300-500
euro per un volo da Francoforte o 600-700 da Londra; oltre 1.500 dalle
Americhe rendono impossibile il rimpatrio per tanti e tante già in
situazioni economiche molto precarie. E il mezzo aereo rimane ad oggi
l’unico realmente possibile, anche in Europa, considerato che i treni a
lunga percorrenza sono bloccati. Considerato che Alitalia è una impresa
praticamente nazionalizzata, crediamo che le tariffe dei voli vadano
calmierate fino alla fine dell’emergenza, per tutti i connazionali in
difficoltà, ma in particolare per quelli che non si trovano all’estero
solo per turismo. Oltre al problema del rientro in Italia vi è poi
quello del reinserimento: bisogna far conoscere quali sono le misure di
reintegrazione nel mercato del lavoro italiano e quelle di sostegno di
emergenza di cui possono avvalersi sia a livello nazionale che
regionale. A questo proposito si è in attesa di sapere se in caso di
rientro di numeri consistenti di giovani emigrati siano stati
predisposti strumenti ad hoc per non trovarsi di fronte a situazioni
difficili da affrontare. Il Cgie ha stimano che potrebbero rientrare
almeno centomila persone. Per coloro che hanno deciso di rimanere nel
paese di emigrazione pur nella situazione di crisi che si è creata, va
verificata la possibilità di accedere alle misure di emergenza varate
dai singoli paesi, anche per chi non è stabilmente inserito nel mercato
del lavoro locale perché occupato/a informalmente o a nero. Il lavoro
nero non è una libera scelta, è stato ed è spesso la condizione
obbligata per molti giovani di recente emigrazione, in particolare nei
primi periodi di insediamento all’estero. Chi se ne deve occupare ?
L’Italia, i singoli paesi o l’Europa ? Se ne dovrebbero occupare tutti:
per quanto riguarda l’Europa, la situazione di emergenza non riguarda
solo gli italiani, ma molti giovani migranti provenienti da diversi
paesi che si sono trasferiti negli ultimi anni nei paesi più ricchi. C’è
quindi bisogno di un pronunciamento e di misure apposite da parte delle
istituzioni europee. Il Governo italiano deve attivarsi rapidamente su
tali situazioni ponendo la questione nelle sedi opportune. Per coloro
invece che intendono rientrare, un buon punto di partenza per un aiuto
immediato, sarebbe quello di utilizzare una parte dei 4 milioni di euro
stanziati in aggiunta ai fondi di assistenza dei consolati, quantomeno
per mitigare i costi di rientro. Queste risorse vanno usate anche per
aiutare a superare questi mesi di difficoltà in mancanza di altri
sussidi. FIEI (Federazione Italiana Emigrazione Immigrazione)
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