Il perché del ricorso al TAR di Roma per il Comites di Basilea e Zurigo
Per la prima volta nella storia dei Comites è stato inoltrato un ricorso al TAR per salvaguardare la legalità dei Comites. In specifico i requisiti legali dei membri per rappresentare la comunità italiana all’estero. Una prima in assoluto. Non è poco. I membri dei Comites di Zurigo e Basilea uscenti non sono stati all’ altezza di tutelare e assistere i cittadini truffati dal patronato INCA/ CGIL. Parecchi dei vecchi membri sono transitati ora nei nuovi Comites e l’ esecutivo è rimasto in pratica invariato.
I nuovi-vecchi consiglieri hanno testualmente dichiarato che se
ne fregano dei danneggiati della truffa dell’ INCA/ CGIL e che
proibiscono ogni discussione in merito. In speciale il Comites di
Basilea è situato nello stesso locale e sullo stesso piano dell’ufficio
Inca prima chiuso per fallimento e poi riaperto sotto un’ altro nome per
eludere il risarcimento degli assistiti truffati. Responsabile
dell’ufficio ignobile era contemporaneamente presidente del Comites.C’è
da meravigliarsi se i consiglieri che fanno parte della lista di
maggioranza dei due Comites fanno parte di una struttura della quale la
legge ne vieta l’appartenenza per potersi candidare ai Comites.
Struttura che supportava la loro elezione ? Ossia il patronato Ital-Uil
gemellato con l’ INCA/ CGIL.
Parliamo della legge che costituisce i Comites.
La
legge prevede che i dipendenti dello Stato italiano che prestano
servizio all’ estero, ivi compresi il personale a contratto, nonché
quelle che detengono cariche istituzionali sono ineleggibili. I
corrispondenti consolari devono essere provvisti di un’autorizzazione
ministeriale e dipendono dal Consolato di riferimento. Ossia sono a
tutti gli effetti dipendenti dello Stato italiano. La legge è molto
chiara.
Facilmente comprensibile perché la legge escluda i
corrispondenti consolari dai Comites tenendo conto tra altri di un
principio fondamentale fissato nella costituzione ovvero la garanzia
della parità formale di opportunità dell'elettorato passivo allo scopo
di eliminare meccanismi distorsivi della competizione elettorale tra i
candidati. Il titolare di una carica o di un mandato speciale potrebbe,
infatti, utilizzare la propria posizione di supremazia o di poteri del
proprio ufficio per esercitare un’indebita interferenza sulla
competizione ai fini della raccolta del consenso elettorale nell'ambito
della comunità locale, e per questo la legge ne prevede giustamente
l’ineleggibilità. Sul sito del consolato di Zurigo tra le funzioni dei
corrispondenti consolari si legge che questi in particolare non devono
approfittare della loro posizione per effettuare attività di propaganda a
qualunque titolo a beneficio proprio o di terzi. Appunto si vuole
garantire la parità formale di opportunità.
La legge prevede l’
ineleggibilità anche per gli amministratori e i legali rappresentanti
dei comitati per l’assistenza che ricevono finanziamenti pubblici.
Questo vale per gli amministratori e legali rappresentanti di sedi di
patronato all’ estero che ricevono finanziamenti pubblici anche se
vogliono fare credere l’incontrario.
In questo caso la legge
vuole assicurare un altro principio base di ogni democrazia: la
separazione dei poteri. La legge chiede ai Comites che si esprimano
sulle iniziative del Consolato e sulle attività dei patronati. Se non ci
fosse l’ineleggibilità i dipendenti del Consolato e di patronato di
fatto valuterebbero il loro stesso operato. Esecuzione e valutazione
concentrati sulla stessa persona. Il seme per attività illecite sarebbe
pronto a sbocciare nutrito dalla mancanza di qualsiasi controllo.
Un
esempio clamoroso di come la mancanza della separazione dei poteri
possa avere un’ influenza deleteria lo dimostra l’ ignobile truffa del
responsabile del patronato INCA/ CGIL e contemporaneamente membro del
Comites di Zurigo. Il Comites di Zurigo istaurato per assistere e
tutelare i cittadini non è intervenuto per i cittadini rimasti vittime
di un loro membro. Nemmeno al Comites di Basilea la truffa è stata mai
all’ordine del giorno poiché il presidente contemporaneamente era
presidente dell’ INCA/ CGIL di Basilea. Un magna-magna intercomites.
La
lista sostenute dall’ Ital-Uil vicina all’ INCA/ CGIL detiene la
maggioranza nei Comites di Basilea a di Zurigo. I membri evitano ogni
approfondimento dell’ineleggibilità altrimenti si dovrebbero
autoescludere. Chi detiene la maggioranza nel Comites può dichiarare
eleggibile chiunque anche un’infame criminale. L’affare della truffa
INCA/ CGIL lo insegna.
In più nel Comites di Basilea sono
censurati i verbali, è soppressa ogni iniziativa e ogni argomentazione
non conforme alla linea, è zittita ogni differenza con la maggioranza
attraverso calunnie e diffamazioni. Tutto è rivolto a fini sconosciuti
che non sono quelli dell’assistenza e tutela dei cittadini.
Queste
sono le ragioni che ci ha spinti ad affidarsi al TAR di Roma. Abbiamo
promesso tutela e assistenza a chi ci ha eletti. Abbiamo promesso
giustizia ai danneggiati dell’INCA/ CGIL. Manterremmo le nostre promesse
anche se non piace a chi non vuole osservare la legge.
Siamo sicuri che i 98% degli italiani residenti all’ estero che non hanno votato per il rinnovo dei comites ci darebbe ragione.
Consigliere Comites Basilea e presidente CDF - Marco Tommasini
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