Risparmi, boom in pandemia Il 2020 è l'anno del raddoppio: Mi sa che qualcuno si e' cuccato sia i tuoi sia i miei risparmi.


Risparmi, boom in pandemia
Il 2020 è l'anno del raddoppio

Ottantacinque miliardi di euro sui conti correnti delle famiglie italiane: un flusso record

di Carlotta Scozzari

"Sono i piccoli risparmi a dare vita alle grandi ricchezze": la celebre frase di George Bernard Shaw ben descrive quel che è accaduto nei difficili mesi della pandemia. Secondo i numeri della Banca d'Italia, nel 2020, le famiglie hanno messo da parte 126 miliardi: una cifra molto più alta dei 47,7 miliardi risparmiati nel 2019 che scende a 120 miliardi al netto di debiti e mutui vari.

Gran parte di questo flusso di denaro, pari a poco più di 85 miliardi, è finita sui conti correnti in banca. La tendenza viene confermata anche dagli ultimi dati dell’Abi (Associazione bancaria italiana), che lo scorso maggio fotografavano sui depositi della clientela privata la presenza di 1.774,6 miliardi, ossia 135 miliardi in più rispetto a un anno prima.

Dalle cene fuori alle vacanze mancate: scopri nell'infografica animata come e su cosa hanno risparmiato le famiglie italiane.

Ha hah ha, casi della vita ... c'e' da morire dalle risate, vero di Maio???

 

Ponte Morandi, trasferiti i vertici del pool che indaga su Autostrade

Avvicendamento nella Guardia di Finanza, via i comandanti del Primo Gruppo, del Nom e della Sezione Operativa Preoccupazione tra i magistrati. Il procuratore aggiunto Pinto: “ Cerchiamo di garantire continuità investigativa”

A seguito di questa interrogazione parlamentare di Maio si e' spaventato talmente che nessun giornale italiano l'ha pubblicata.

 

“Di Maio non dimentichi gli italiani in Regno Unito”: interrogazione della Lega al ministro

William De Vecchis e Manuel Vescovi, senatori del Carroccio: “Auspichiamo che il ministero degli Esteri si faccia portavoce di una significativa campagna di informazione che consenta ai nostri connazionali di poter scegliere del loro futuro professionale e personale”

“Abbiamo presentato un’interrogazione al ministro degli Esteri perche’ ponga rimedio a quella che, ogni giorno di piu’, sembra essere una mancanza di informazione fondamentale ai danni dei tantissimi italiani residenti in Inghilterra. Con l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, infatti, i cittadini comunitari sono chiamati a prendere la cittadinanza inglese per poter continuare a vivere in Gran Bretagna altrimenti, al prossimo 30 giugno, saranno considerati al pari di un immigrato illegale. Auspichiamo dunque che il ministero degli Esteri si faccia portavoce di una significativa campagna di informazione che consenta ai nostri connazionali di poter scegliere del loro futuro professionale e personale”. Lo affermano in una nota i senatori della Lega William De Vecchis e Manuel Vescovi, firmatari dell’interrogazione.

Il referendum costituzionale del 2020? Una truffa sulla pelle degli emigrati italiani.

 

REFERENDUM | Fratelli d’Italia: “Governo blocca il voto degli italiani all’estero, presenteremo un’interrogazione”

“Fratelli d'Italia depositerà appena consentito dall'apertura del Senato un'interrogazione parlamentare urgente per chiedere conto al governo di questa inaccettabile compressione del diritto di voto”

“Il governo impedisce di fatto agli italiani all’estero di votare per il referendum, probabilmente perché spaventato da come si esprimerebbero. Affinché anche gli italiani iscritti all’AIRE possano votare per il referendum sul taglio dei parlamentari, infatti, in base al DL n. 76/2020, le schede votate dovrebbero pervenire presso i consolati non più tardi del 15 settembre prossimo, tuttavia, nonostante manchino solo 14 giorni al termine massimo di consegna, al momento non si ha notizia di dove si trovino i plichi contenenti le schede destinate agli elettori. Non risultano, infatti, pervenuti i plichi né nelle circoscrizioni europee né nel resto del mondo e ormai mancano i tempi tecnici affinché in base alla normativa si possa immaginare che a tutti gli elettori arrivino in tempo utile le schede per il voto. Fratelli d’Italia ha sempre sostenuto e sostiene la riduzione del numero dei parlamentari, ma in Parlamento ci siamo battuti affinché la rappresentanza dei nostri connazionali all’estero non fosse ridotta, considerato che anche il numero attuale degli eletti all’estero appare inadeguato rispetto all’importanza delle nostre comunità nel mondo. Il governo ha però respinto la nostra proposta ed ha ulteriormente penalizzato gli italiani all’estero, cosa che potrebbe spingere gran parte degli iscritti all’AIRE a schierarsi per il NO al referendum. Il governo, che ci ha già abituato a continue forzature democratiche, ha evidentemente deciso di risolvere il problema silenziando chi potrebbe essere non allineato alla volontà governativa”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Giovanbattista Fazzolari, responsabile nazionale del programma di FdI che annuncia: “Fratelli d’Italia depositerà appena consentito dall’apertura del Senato un’interrogazione parlamentare urgente per chiedere conto al governo di questa inaccettabile compressione del diritto di voto, anche in considerazione del fatto che l’AIRE conta 4 milioni di elettori, ben l’8 per cento del corpo elettorale, che in un sistema genuinamente democratico non può essere messo a tacere con mezzi degni di un regime autoritario”.

Che novita' del Merlo, siamo tutti strabiliati: come prima, piu' di prima

 

Caos passaporti a Londra, Della Vedova aveva rassicurato i nostri connazionali. Illudendoli

Consolato Generale d’Italia a Londra in tilt. Che fa il Sottosegretario agli Esteri Della Vedova? La denuncia di Italiachiamaitalia.it arriva in edicola, il nostro servizio rilanciato da LA NOTIZIA. Ecco qui di seguito il testo integrale dell’articolo pubblicato sul quotidiano diretto da Gaetano Pedullà a firma di Filippo Satta

Benedetto Della Vedova (foto imagoeconomica)

Meno due, meno uno, disastro. Annunciato. Dal primo luglio per gli italiani nel Regno Unito la situazione post-Brexit si farà seria: il passaporto sarà l’unico documento valido per le autorità britanniche. “Non ci saranno solo controlli alla frontiera, ma anche sul posto di lavoro o per gli affitti” avverte Luigi Reale, ex membro del Comites UK. “E ci sono connazionali che, non avendo il documento in regola, rischiano guai molto seri”. Colpa loro? Macché. I social sono roventi: è il consolato a Londra che è andato in tilt.

Qualcuno svegli il console Marco Villani” implora ItaliachiamaItalia, il sito dei nostri expats. A cui Vanessa Fidanza denuncia: “Gli italiani sono totalmente abbandonati a se stessi”, e Francesco Visin: “L’unico modo per rifare un documento è tornare in Italia, perché è impossibile riuscire a prenotare un appuntamento”. Concetta Ragno, sul gruppo Facebook degli italiani a Londra, conferma: “Ho provato a prendere appuntamento al Consolato di Londra. Dopo più di un mese, ci ho rinunciato“.

Eppure si sapeva. La chiusura dei consolati di Manchester e di Bedford causa spending review, nel 2014, ha creato disservizi enormi a una comunità che ormai sfiora le 700 mila persone, di cui 430 mila iscritti all’AIRE di Londra. Da Massimo Ungaro, Pd, a Simone Billi, Lega, da Lucio Malan, Fi, a Mario Borghese, Maie, praticamente tutto l’arco costituzionale ha chiesto alla Farnesina di rimediare all’errore.

E infatti, nel 2019, col decreto Brexit il primo governo di Giuseppe Conte ha cercato di metterci qualche toppa, stanziando 3,5 milioni di euro per “acquisto e/o ristrutturazione” di immobili da adibire a uffici consolari nel Regno Unito (Manchester in primis), 750.000 euro per il 2019 e 1,5 milioni a partire dal 2020 per aumentare i dipendenti di ruolo, e altri 1,5 milioni l’anno per il potenziamento delle sedi coinvolte.

Dopo due anni, però, il consolato di Manchester è ancora missing. C’è un console regolarmente in servizio e stipendiato, ma non c’è una sede e non c’è personale. E Londra scoppia. I dipendenti (più o meno un centinaio tra impiegati e “digitatori”) sono stati travolti, prima e durante il Covid, da migliaia di richieste di passaporto.

E anche se il console sventola statistiche fantastiche (25.102 passaporti emessi nel 2020, l’11,3% dell’intera rete MAECI nel mondo), il circolo londinese di Fdi è impietoso: a Farringdon Street “nessuno risponde al telefono neppure nelle ore prestabilite, le pochissime disponibilità online spariscono dopo alcuni secondi. Alcuni parlano di almeno 200 tentativi e ore di attesa, con poi altre ore magari fuori dal Consolato”.

Insomma: Villani bocciato su tutta la linea? “Sembrerebbe esserci da parte del vertice del Consolato di Londra una mancanza di volontà e di impegno politico ad aprire il Consolato a Manchester; intanto i connazionali continuano ad usufruire di servizi consolari inefficienti” tuona in un’interrogazione Ricardo Merlo (MAIE), ex sottosegretario agli italiani all’estero, sparando più che sul ministro con cui ha lavorato, Luigi Di Maio, soprattutto sul sottosegretario Benedetto Della Vedova (+Europa, nella foto).

LEGGI IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE MAIE Caos passaporti a Londra, il MAIE interroga Di Maio – Italia chiama Italia

Il quale a Londra è andato proprio un mese fa ed è stato fin troppo rassicurante: “Abbiamo posto il tema di cosa accadrà dopo il 30 giugno e auspichiamo che i britannici gestiscano la situazione con pragmatismo e flessibilità. Quella scadenza non va considerata definitiva in tutti i casi”. La figuraccia della Farnesina, invece, sì.

Nuovo consolato del Merlo a Montevideo: GLI EMIGRATI ITALIANI HANNO BISOGNO DI INFORMATICA COLLEGATA DIRETTAMENTE AD UN'AGENZIA PER L'EMIGRAZIONE ITALIANA INDIPENDENTE DAL MAECI E DA TUTTO IL RESTO DEL GOBIERNO. E DI UN'ASSICURAZIONE PUBBLICA CHE CONSENTA AGLI ITALIANI SENZA COPERTURE SOCIALI DI NON DOVER MORIRE DI STENTI IN ATTESA DI AIUTI DALLA MADREPATRIA (AMARA).

 

FOTO | Iniziati i lavori della nuova sede consolare a Montevideo, il MAIE ha mantenuto la promessa

Il risultato a cui si è arrivati è dovuto anche al costante lavoro del Sen. Ricardo Merlo, presidente MAIE, che così ha dimostrato ancora una volta di essere sempre dalla parte degli italiani all’estero

Finalmente ci siamo. Mercoledì 23 giugno verrà ricordato come una giornata storica per la comunità italiana dell’Uruguay. E’ la data in cui hanno preso il via i lavori per la costruzione della nuova sede consolare a Montevideo, fortemente voluta dall’allora Sottosegretario agli Esteri Sen. Ricardo Merlo, presidente MAIE.

La nuova struttura, di 750 metri quadrati, potrà ospitare un numero di impiegati adeguato a coprire agevolmente tutte le richieste dei connazionali; gli utenti verranno accolti in un edificio più sicuro, moderno, dotato di tecnologia d’avanguardia. La sede, lo ribadiamo, verrà naturalmente dotata di tutto il personale atto ad offrire servizi consolari efficienti in tempi dignitosi.

Aree dedicate al cittadino, ufficio passaporti, stato civile, anagrafe. Tanti i servizi che potranno essere richiesti.

Grande soddisfazione arriva dalla presidenza e dai quadri dirigenti del MAIE: “L’obiettivo raggiunto, quello di una nuova sede consolare a Montevideo, si deve soprattutto al grande impegno e alla forte volontà politica del Movimento Associativo Italiani all’Estero, sia sul territorio che a Roma”, dichiara l’On. Mario Borghese, vicepresidente MAIE, raggiunto telefonicamente da ItaliaChiamaItalia.

E’ giusto ricordare che il risultato a cui si è arrivati è dovuto anche al costante lavoro del Sen. Merlo, presidente MAIE, che così ha dimostrato ancora una volta di essere sempre dalla parte degli italiani all’estero. Del resto, “era ciò che il Movimento aveva promesso in campagna elettorale: apriremo una nuova sede a Montevideo”, ricorda Borghese, che conclude: “Promessa mantenuta”. La costruzione del progetto è già cominciata.

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Continua a crescere inutilmente il MAIE del Merlo: buoni solo a rifare tutti gli errori del passato sulle spalle degli emigranti italiani

 

Italiani all’estero, continua a crescere il MAIE Cuba: due nuovi ingressi nel Movimento

Enrico Bombarda, coordinatore nazionale del MAIE Cuba: “La nostra struttura aumenterà e vedrà la presenza del Movimento anche nelle provincie di Santiago de Cuba e Isla de la Juventud”. MAIE, ovunque ci sia un italiano nel mondo

A distanza di un anno dalla nomina a Coordinatore nazionale MAIE Cuba di Enrico Bombarda, continua a crescere il Movimento Associativo Italiani all’Estero nel Paese dei Caraibi. Infatti, dichiara lo stesso Bombarda, “la nostra struttura aumenterà e vedrà la presenza del Movimento anche nelle provincie di Santiago de Cuba e Isla de la Juventud”.

La presenza del MAIE a Cuba, unica forza politica italiana presente nell’isola, dimostra ancora una volta che il Movimento Associativo fondato e presieduto dal Sen. Ricardo Merlo vuole essere presente ovunque ci sia un italiano nel mondo.

“Ci siamo orgogliosamente aggiunti all’unico Movimento culturale e politico che fin dalla Sua costituzione e presenza in Parlamento dal 2008 si propone di tutelare gli interessi degli italiani residenti all’estero”, sottolinea il coordinatore nazionale del MAIE, che prosegue: “Una realtà che, dagli ultimi censimenti disponibili, vede la presenza di quasi 6 milioni di italiani residenti nel mondo iscritti AIRE”.

Enrico Bombarda, coordinatore nazionale MAIE Cuba

“Considerando che gli italiani residenti in Italia sono 56 milioni su una popolazione di oltre 60 milioni, la percentuale di italiani all’estero è circa il 10% del totale. Noi italiani nel mondo potremmo essere considerati tra le prime quattro regioni, in termini di popolazione, dopo Lombardia, Lazio e Campania. E nonostante questa importante realtà la nostra “voce” è ancora troppo poco ascoltata nelle sedi parlamentari romane della Repubblica”.

Eccoli i nuovi coordinatori del MAIE Cuba, che entreranno in carica a partire dal prossimo 19 luglio 2021.

Santiago de Cuba:

  • Sig. Raffaele Grilletti – originario di Reggio Calabria, iscritto AIRE, cittadino italiano di 57 anni di età. Si è trasferito a Cuba dal 2013. Laureato in Scienze statistiche e demografiche è stato Docente presso l’Università di Reggio Calabria, Segretario Provinciale Sindacato UGL Sanità oltre ad altre esperienze imprenditoriali. Attualmente gestisce un ristorante e una “casa particular” a Santiago de Cuba.

Isla de la Juventud:

  • Sig. Marco Cecchi – originario di Roma, iscritto AIRE, cittadino italiano di 41 anni di età. Si è trasferito a Cuba dal 2013. Diplomato Liceo Scientifico, ha gestito in Italia per 10 anni l’attività imprenditoriale di famiglia. Da 8 anni vive a la Isla de la Juventud, sposato, con un figlio con esperienza di gestione di ristoranti e “casa particular”.

David Sassoli e Paolo Gentiloni: Gli ennesimi idioti del potere di razza italica che non hanno la minima idea di cosa stiano facendo, ma la vogliono fermissimamente.

 

Russia sanziona Sassoli, la commissaria Jourova e altri 6 dirigenti Ue. Bruxelles: valutiamo risposta

Mosca risponde alle «misure limitative» introdotto contro sei cittadini russi. Vietato l’ingresso nel Paese

Parlamento Ue preoccupato da operazioni russe al confine ucraino

2' di lettura

La Russia, «in risposta alle misure limitative introdotte il 2 e il 22 marzo di quest'anno nei confronti di sei cittadini russi», ha sanzionato con divieto di ingresso nel Paese il presidente del Parlamento Ue David Sassoli, la vicepresidente della Commissione Vera Jourova e altri sei responsabili europei: Ivars Abolins, presidente del Consiglio nazionale della Lettonia per i media elettronici; Maris Baltin, direttore del Centro statale per il linguaggio della Lettonia; Jacques Maire, membro della delegazione della Francia all'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa; Jörg Raupach, capo della procura di Berlino; Osa Scott, capo del laboratorio di chimica, biologia, radiazioni e sicurezza nucleare dell'istituto di ricerca di difesa della Svezia; Ilmar Tomusk, capo del dipartimento per il linguaggio dell'Estonia.

In serata, il presidente dell’Eurocamera ha risposto con un tweet: «A quanto pare, non sono il benvenuto al Cremlino? Lo sospettavo un po'... Nessuna sanzione o intimidazione fermerà il Paralmento europeo o me dalla difesa dei diritti umani, della libertà e della democrazia. Le minacce non ci zittiranno. Come ha scritto Tolstoj, non c'è grandezza dove non c'è verità». In una nota congiunta fra lo stesso Sassoli, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, la Ue ha poi definito l’azione di Mosca «inaccettabile, priva di qualsiasi giustificazione giuridica e di fondamento. Si rivolge direttamente all'Ue, non solo alle persone interessate», sottolineando che la «Ue si riserva il diritto di adottare misure appropriate in risposta alla decisione delle autorità russe».

Mosca: dalla Ue politica di misure restrittive unilaterali

Nella nota che annuncia le misure, il ministero degli Esteri di Mosca ha accusato l'Unione Europea di «continuare la sua politica di illegittime misure restrittive unilaterali», riferendosi all’ultima tranche di sanzioni contro sei cittadini russi per torture contro esponenti della comunità Lgbt e opposizione cecena. La Ue, rincara la dose Mosca, starebbe violando «le basi del diritto internazionale» e alimentando «deliberatamente un'isteria anti-russa nei media occidentali, con l’obiettivo di «frenare lo sviluppo» della Russia «ad ogni costo» e di «imporre» il concetto «sbilenco» di un «ordine mondiale basato sui valori» che «mina il diritto internazionale», nonché di «sfidare apertamente l'autonomia della politica interna ed estera russa», in modo «aperto e deliberato».

Gentiloni: sanzioni a Sassoli e Jourova inutili e ingiustifcate

«Solidarietà a David Sassoli, Vera Jourova e altri esponenti europei colpiti da sanzioni russe. Tanto ingiustificate quanto inutili». Lo dice il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni, via social. Appena appresa la notizia delle sanzioni decise dal ministero degli Esteri russo, a quanto si apprende il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha sentito il presidente del Parlamento europeo David Sassoli «per esprimergli piena solidarietà». Manifestazioni di solidarietà sono arrivate da tutti i principali gruppi politici dell’Eurocamera.

David Sassoli: l'ennesimo idiota del potere di razza italica che non ha la minima idea di cosa stia facendo, ma la vuole fermissimamente.

 

David Sassoli admits EU vaccines strategy marked by ‘mistakes’ and ‘shortcomings’

The European Parliament President said, “I am not giving away any secrets here as the Commission itself has admitted there have been deficiencies and shortcomings.”
European Parliament Audiovisual

By Martin Banks

Martin Banks is a senior reporter at the Parliament Magazine

25 Feb 2021

Speaking on Thursday, Sassoli also strongly defended the much-criticised strategy which has seen the EU fall far behind other countries like the UK, the US and Israel on the vaccine rollout.

For example, so far, a mere 3.4 percent of Belgians have received a vaccine compared with one third of all adults in the UK.

It is also estimated that 20 to 30 percent of vaccines which are supposed to have been given to Member States still remain in their fridges in warehouses without having been delivered.

Sassoli told a press conference, “Yes, mistakes have been made and there have been shortcomings. There has also been a bit of naivety.”

“Some problems have arisen in the supply and distribution chains. There is a big difference between the quantities of doses promised by industry and those currently being made available.”

“But this is not just a European problem and we also have a have a responsibility for what is happening on the rollout in places like Africa. But, yes, I accept that we do need to support increased vaccine production in Europe.”

Sassoli was speaking after giving a speech to the two-day EU summit which started earlier on Thursday. Vaccines will the main issue up for debate at the online meeting.

Sassoli said “the world has stopped” as a result of the crisis”, adding “my message today to the Council was that in the future the EU must be in a better position to have the power and clout to act to protect public health.”

Referring to the alleged failure of pharma companies to honour their vaccine supply obligations to the EU, he said, “Contracts need to be respected and we also need a network of industrial capacity throughout the EU otherwise we will not be able to respond to this sort of crisis in the future.”

Un'altro idiota potente o idiota del potere di razza italica

 

La Russia sanziona Sassoli e altri 7 responsabili Ue. Solidarietà di Mattarella al presidente del Parlamento europeo

E altri 7 responsabili europei vietandone l'ingresso nel Paese

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, questa mattina ha telefonato al presidente del Parlamento europeo David Sassoli per esprimergli la propria solidarietà dopo le sanzioni adottate dalla Russia che stabiliscono il divieto di ingresso per lo stesso Sassoli e altri esponenti europei.

"Siamo orgogliosi di aver contribuito a questa svolta della strategia dell'Unione Europea e ne sosteniamo le Istituzioni: queste sono baluardo insostituibile di democrazia e di libertà ed è inaccettabile ogni attacco dall'esterno che pretenda di indebolirle", ha detto Mattarella poco dopo la telefonata nel suo discorso per il primo maggio.

La Russia sanziona Sassoli e altri 7 responsabili Ue

Otto alti funzionari europei, tra cui il presidente dell'europarlamento David Sassoli, sono stati inseriti nella black list della Russia di Putin, che ha annunciato la sua dura risposta alle sanzioni varate a marzo dall'Ue contro sei dirigenti russi per il caso dell'oppositore in carcere Alexiei Navalny e per altre gravi violazioni dei diritti umani. Il ministero degli Esteri di Mosca ha vietato l'ingresso in Russia oltre che al presidente del Parlamento europeo anche alla vice presidente per i valori e la trasparenza della Commissione Europea Vera Jourova e ad altri sei funzionari di Paesi europei.

"A quanto pare, non sono il benvenuto al Cremlino? Lo sospettavo un po'" ha commentato su Twitter Sassoli: "Nessuna sanzione o intimidazione fermerà me o l'Europarlamento dalla difesa dei diritti umani, della libertà e della democrazia. Le minacce non ci zittiranno", ha poi proseguito citando Tolstoj: "Non c'è grandezza dove non c'è verità".  "Condanniamo con la massima fermezza la decisione odierna delle autorità russe di vietare l'ingresso nel territorio russo a otto cittadini dell'Ue. Questa azione è inaccettabile, priva di qualsiasi giustificazione giuridica e di fondamento. Si rivolge direttamente all'Ue, non solo alle persone interessate", scrivono in una nota congiunta i presidenti delle istituzioni Ue, Charles Michel, Ursula von der Leyen e David Sassoli, sottolineando che "l'Ue si riserva il diritto di adottare misure appropriate in risposta alla decisione delle autorità russe".

Secondo Mosca "l'Ue prosegue nella sua politica di misure restrittive unilaterali illegittime contro i cittadini russi e le organizzazioni russe. Tali azioni dell'Unione europea - si legge in un comunicato del ministero degli Esteri russo - non lasciano dubbi sul fatto che il loro vero obiettivo sia quello di frenare lo sviluppo del nostro paese ad ogni costo (...) per lanciare una sfida aperta all'indipendenza della politica estera e interna della Russia".

Immediata la reazione bipartisan in Italia ed in Europa. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha sentito Sassoli per esprimergli "piena solidarietà" non appena appresa la notizia delle sanzioni. Messaggi dello stesso tenore sono arrivati anche dal commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, che ha definito le sanzioni russe "tanto ingiustificate quanto inutili". "La mia piena solidarietà al presidente del Parlamento europeo David Sassoli, colpito dalle sanzioni decise dal governo russo. Un gesto di ostilità incomprensibile, non compatibile con i valori della democrazia europea e con i principi del diritto internazionale", ha scritto su Twitter il presidente della Camera Roberto Fico, mentre il segretario del Pd, Enrico Letta, ha parlato di "un atto di ostilità senza precedenti" e ha assicurato che "il @pdnetwork tutto reagisce con durezza, a difesa della democrazia europea" e continua a "chiedere con ancora più forza la liberazione di #Navalny". E sulla vicenda, tra gli altri, è intervenuta anche la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, parlando di un "gesto intimidatorio senza precedenti'.


George Soros’ world is falling apart – and he blames everyone but himself

 

George Soros’ world is falling apart – and he blames everyone but himself

Bryan MacDonald
Bryan MacDonald

Bryan MacDonald is an Irish journalist based in Russia. He has written for RT since 2014. Before moving to Russia, Bryan worked for The Irish Independent, the Evening Herald, Ireland on Sunday, and The Irish Daily Mail. Follow him on Twitter @27khv

George Soros’ world is falling apart – and he blames everyone but himself
George Soros, the Hungarian-born billionaire who has meddled in politics across Europe and North America for decades, is angry. The world he campaigned for is falling apart, and now he's busy looking for leaders to indict.

According to Soros, liberal democracy is failing all across the western world. Apparently, this is because what he calls the “open society” is in crisis. Now, he may very well be right about this, but pinning it on Angela Merkel seems somewhat bizarre. Especially when she is painted as being inadvertently in league with Vladimir Putin. But, nevertheless, it’s the German chancellor he regards as most culpable for why voters have become disenchanted with modern democracy.

Writing in a widely published New Year op-ed, Soros traces the current European crisis back to the crash of 2008. He laments how “Germany emerged as the hegemonic power in Europe, but it failed to live up to the obligations that successful hegemons must fulfill, namely looking beyond their narrow self-interest to the interests of the people who depend on them.”

Then he harks back to the 1940’s. “Compare the behavior of the US after WWII with Germany’s behavior after the Crash of 2008,” he observes. “The US launched the Marshall Plan, which led to the development of the EU; Germany imposed an austerity program that served its narrow self-interest.

This is very unfair to Berlin. The difference here is that the Marshall Plan followed the most destructive war humanity has ever known, and the US was not practicing pure benevolence either. It was acting in naked self-interest, because it feared all of Europe turning communist. And despite Marxist Moscow helping to win the conflict, it was abundantly clear that the USSR and the US would compete for global domination in the new world order of the time. Thus, the US was creating a buffer zone against the Soviets and bolstering allies it would need for its own protection, and for the maintenance of the capitalist system it promoted.

Germany’s situation in 2008 was rather different. Berlin was not seeking to become a global superpower, and the public was not pushing for it either. Also, there was no ideology in play, other than a belief that countries should live within their means. Furthermore, Germany had recently completed a costly reunification, and its economy was only returning to growth after a decade of near stagnation. For the average German in 2008, the last thing on their mind was becoming Europe’s hegemonic power.

Soros’ attack on Germany is probably borne out of personal frustration over Merkel’s lack of willingness to push for further European integration. Yet, this policy is merely a reflection of what her electorate wants. Miserly Germans are unable to countenance financially supporting profligate southern Europeans. As a result, the Euro currency project, which Merkel’s predecessor Helmut Kohl was basically forced into by France, has always had a questionable long-term future.

What's in it for George?

If we believe Soros’ back story (and many have questioned it), he pushes liberal democracy for perfectly valid reasons. “The formative experience of my life was the occupation of Hungary by Hitler’s Germany in 1944,” he writes. Later, of course, this regime was replaced with a totalitarian communist system before he fled Budapest in 1947.

In his op-ed, Soros tells us that his experiences in Britain and the United States taught him how “open societies” are the only ones which guarantee the safety of their people. Indeed, the Hungarian may be right about this. However, where he has long failed is in understanding the reasons why some countries are not ready for the kind of liberalism he espouses.

Let’s remember how he chucked millions of dollars into pro-western movements in Ukraine. A man born and raised in neighboring Hungary should have been well aware of how divided the country was, and known that his actions could lead to turmoil. Especially given that his homeland has a stake in the southwestern part, where Hungarian is often the spoken language. Yet, he ploughed ahead, and his actions helped to destroy the country.

The billionaire now says “the only explanation I can find (for the electorate's rejection of globalization/liberalism) is that elected leaders failed to meet voters’ legitimate expectations and aspirations and that this failure led electorates to become disenchanted with the prevailing versions of democracy and capitalism. Quite simply, many people felt that the elites had stolen their democracy.”

Yes, this is really George Soros writing. The same George Soros who attends Davos every year. Because, if you were looking for a symbol of where the elites and the plebs most diverge, it would probably be at the annual World Economic Forum in the Swiss mountain commune. Where the rulers of the world look down on us mere mortals from the highest town in Europe (at 1,560 meters).

Angela Angst

But Soros then decides to pin a large part of the blame on a figure who has never been much of a cheerleader for Davos – Merkel. And he goes on to predict the demise of the EU itself.

With economic growth lagging and the refugee crisis out of control, the EU is on the verge of breakdown and is set to undergo an experience similar to that of the Soviet Union in the early 1990s.”

The reason for the EU’s impending doom is apparently the 2017 election cycle, where the contests in Germany, the Netherlands, Italy, and France will be key. In the latter, “the two leading contenders [Marine Le Pen and Francois Fillon] are close to Putin and eager to appease him,” according to Soros.

So, now we are finally on to Putin. Soros feels that if either Le Pen or Fillon wins, “Putin’s dominance of Europe will become a fait accompli.

He writes: “I am particularly worried about the fate of the EU, which is in danger of coming under the influence of Russian President Vladimir Putin, whose concept of government is irreconcilable with that of open society.”

This is because “Putin is not a passive beneficiary of recent developments; he worked hard to bring them about.

Put plainly, the notion that Putin somehow engineered the French election to organize a contest between Fillon and Le Pen (which is still not guaranteed) is preposterous. But this is the trauma-filled world Soros now inhabits. And he goes on to make another ridiculous statement:

In a brilliant move, he [Putin] exploited social media companies’ business model to spread misinformation and fake news, disorienting electorates and destabilizing democracies. That is how he helped Trump get elected.”

In other words, Soros thinks Putin manipulated Facebook and Twitter to win the US election for Trump.

This argument is ridiculous and makes Soros look stupid. It also suggests that he’s throwing his rattle out of the pram because a few democratic decisions have gone against him. And he needs to denigrate Merkel and use Putin as a bogeyman in order to deflect any mud from himself.

But lets look at the reality here. Soros strongly opposed George W. Bush’s presidency. He funded the ‘Move On’ project and threw millions upon millions at the Democratic Party. What this interference did was help remove them from their working class base and transform them into a globalist party, which now seems to win only in coastal metropolitan areas. Shorn of a need to fund-raise to the same extent as before, leftists used Soros’ money to focus on ‘identity politics', which alienates the white working class. And that same blue-collar group voted overwhelmingly for Trump this fall.

For his own part, Soros, ironically at Davos, predicted that Trump had no chance of being elected president. And he was wrong. Now it appears he can’t deal with the outcome. Perhaps because he feels his life’s work is slipping away.

UNA NUOVA DOTTRINA POLITICA SVOLAZZA PER L'EUROPA: IL TOTALITARISMO LIBERALE.

 UNA NUOVA DOTTRINA POLITICA SVOLAZZA PER L'EUROPA: IL TOTALITARISMO LIBERALE.

Lettera aperta al signor Luigi di Maio, deputato del Popolo Italiano

ZZZ, 04.07.2020 C.A. deputato Luigi di Maio sia nella sua funzione di deputato sia nella sua funzione di ministro degli esteri ...