DALL'IDIOTOCRAZIA NATURALE ALL'IDIOTOCRAZIA CRIMINALE: ADESSO PARLA MERLER, L'INVENTORE DEL LOCKDOWN PER CONTE E SPERANZA

 

«Sconfiggere il virus? Dipende solo da noi, ma il lockdown funziona» 

Ricerca e sanità. Così gli scienziati di Fbk combattono (con la matematica) la lotta al Covid

di Andrea Selva

TRENTO. La buona notizia? Sappiamo come contenere il virus, visto che l’abbiamo fatto benissimo la primavera scorsa con il lockdown. quella cattiva è che questo ha un prezzo enorme e non siamo in grado di prevedere il comportamento delle persone e la loro disponibilità a rispettare le regole. Parola di Stefano Merler, matematico di 51 anni, ricercatore di Fbk, dal gennaio scorso in prima linea contro il virus al servizio di numerose istituzioni e task force italiane impegnate nell’emergenza Covid.

Merler, partiamo dalla buona notizia.

In attesa del vaccino, il virus è contenibile. In primavera, in appena due settimane, abbiamo abbassato l’indice di trasmissione del virus (Rt) da 3 a 0,5: in pratica l’abbiamo fermato e siamo andati molto vicini ad eliminarlo. Quindi il metodo esiste.

Che cosa in particolare ha funzionato?

Bella domanda, a cui in questo momento nessuno al mondo è in grado di dare una risposta. Sappiamo una cosa: il “pacchetto completo” funziona, ma il lockdown era praticamente totale e non conosciamo l’effetto di ogni singola misura. Ovviamente ho una mia idea, supportata da tanti indizi ma per ora nessuna prova e quindi, in questo momento così delicato, la tengo per me.

Prendiamola alla lontana: abbiamo passato un’estate “tranquilla”. È la prova della stagionalità del virus?

Assolutamente no. Basti pensare ai tanti paesi che - in varie parti del mondo - hanno avuto estati molto difficili.

E come si spiega quindi la nostra tregua estiva?

Uscivamo da un lockdown molto severo e abbiamo continuato a mantenere comportamenti prudenti: ecco il motivo della tregua. Appena abbiamo cominciato a rilassarci e a divertirci (penso alle discoteche in agosto) subito i numeri sono risaliti.

La movida è quindi il principale imputato?

Non abbiamo dati veri che ci dicano questo. I fronti sono tanti: la scuola, i mezzi di trasporto, i locali pubblici, le attività lavorative e sportive, sarebbe bello avere dati precisi, ma non è così e dobbiamo procedere “a tentoni”, senza che questo suoni come un’accusa alla politica.

Dicono che il contagio avviene in famiglia.

Non sono d’accordo. Per rispondere a questa questione servirebbero indagini epidemiologiche molto specifiche. Se facciamo i tamponi ai contatti di un caso troveremo sicuramente contagi tra i familiari, ma quanti ce ne sfuggono tra i non familiari?

Quindi lei è favorevole a un nuovo lockdown?

Non mi faccia parlare della situazione attuale e di scelte che spettano alla politica. Da scienziato dico che il lockdown ha dimostrato di funzionare. La questione è che il secondo lockdown sarebbe esageratamente costoso, probabilmente insopportabile, ecco perché la politica sta procedendo per tentativi, con interventi mirati, con due grandi punti fermi: l’economia e la scuola, perché non possiamo (più) permetterci di fermare l’economia e non possiamo rinunciare alla formazione dei nostri figli. Bisogna almeno provarci.

Sente il peso di queste scelte?

Non siamo noi scienziati a decidere, ma quando ho fornito dati che hanno portato a decisioni importanti non ci ho dormito la notte.

Lei è un matematico. Che c’entrano i numeri con il virus?

C’entrano moltissimo, perché le malattie infettive sono sistemi dinamici che possono essere descritti da equazioni. La matematica può aiutare a capire l’evoluzione dell’epidemia: quanti malati? quanti ricoveri in terapia intensiva? quanti decessi? Tutte informazioni indispensabili per la politica. Certo con il Covid - più che con altri virus - c’è la variabile importantissima del comportamento umano (imprevedibile) che rende tutto più difficile.

La politica era pronta a un approccio matematico?

Direi di no, ma ancora una volta non è una critica: nel mondo occidentale non c’è stato bisogno - prima del Covid - di operare su questo fronte. In altre parti del mondo (penso all’Asia e al Sud Est Asiatico) c’era una situazione diversa.

Il virus del Covid è particolarmente furbo?

Direi proprio di no, perché sta dando troppo nell’occhio. Pensiamo invece a un virus innocuo, come quello del raffreddore, il rinovirus, che non comporta gravi conseguenze e quindi si moltiplica, indisturbato, nella popolazione: i virus “migliori” sono quelli che non lasciano traccia.

In rapporto alle grandi epidemie, quale sarà il posto del Covid nei libri di storia e di medicina?

Possiamo dire qual è il suo posto ora: una “schiccheretta”, cioè poca cosa, niente a che fare con le terribili epidemie del passato. Ma solo per un motivo.

Cioè?

L’umanità ha avuto contro questa malattia una reazione senza precedenti. Se non fosse stato così il Covid, per contagiosità e letalità, avrebbe tutte le carte in regola per fare concorrenza all’influenza Spagnola, altro che “banale influenza”.

Parliamo di numeri: contagi, tamponi, ricoveri, vittime... qual è il parametro più importante?

Di tutti i dati che girano, per noi scienziati quello che conta è uno solo: il famoso “Rt”, cioè il numero di contagi originati da ogni persona positiva e che per il Covid, senza interventi preventivi, è 3. Questo è l’unico parametro che ci può dare indicazioni su quello che accadrà in futuro. Poi ci sono altri indicatori molto importanti per comprendere l’impatto sui servizi sanitari.

E quali sono?

La severità della malattia e il numero giornaliero dei casi, che è fondamentale per capire quanto siamo distanti (o vicini!) al “crash” del sistema di sorveglianza.

I dati disponibili sono adeguati alla ricerca scientifica?

Diciamo che dopo un inizio difficile il nostro sistema è migliorato. Ma abbiamo scontato l’incuria degli ultimi trent’anni su questo fronte.

Perché alla Fondazione Fbk c’è questo gruppo di ricerca?

Personalmente mi occupo di questi temi dagli anni Novanta, quando mi sono laureato. Ma tutto parte da Mimmo Iannelli e Andrea Pugliese, protagonisti dello sviluppo della “bio matematica” (di questo si tratta) in Italia. Ora sull’emergenza Covid sta lavorando un gruppo di ricerca di otto persone.

Per la Fondazione è anche un’occasione di guadagno?

I soldi ci farebbero comodo e ci sono arrivate anche offerte dalle varie istituzioni con cui abbiamo collaborato, ma non le abbiamo accettate, mi farebbe piacere che lo scrivesse.

Perché?

Abbiamo scelto di contare solo sulle nostre risorse per garantirci la libertà nella nostra attività di ricerca: nessuno potrà dire che nel momento in cui affermiamo una cosa, siamo pagati da qualcuno: lavoriamo per spirito di servizio.
 

DALL'IDIOTOCRAZIA NATURALE ALL'IDIOTOCRAZIA CRIMINALE: ITALIA LOCOMOTIVA DEL MONDO

 

Green pass, il ministro Speranza sommerso di fischi anche sui social

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A Roberto Speranza, ministro della Salute, non ne va bene una e si ritrova sommerso di fischi sui social per le sue smanie propagandistiche. Twitta che 20 milioni di italiani hanno scaricato il Green pass e questo “dimostra la sensibilità e la partecipazione dei cittadini del nostro Paese alla lotta contro il Covid”. Le risposte sono quasi ovvie, ma meritano la segnalazione del clima che si è creato.

“In un paese civile questo non farebbe notizia. La notizia è vaccinarsi per andare al ristorante”. “Che c'entra? Lo hanno scaricato per bersi il caffè seduti mica per il covid”. “Certo, sicuramente la gente lo ha scaricato per partecipare alla lotta contro il covid, sicuramente non perché altrimenti non possono entrare in bar/ristoranti ecc”. E potremmo continuare. Deve esserci un genio della comunicazione dalle parti del ministero della salute…

 

AI VERTICI DELL'IDIOTOCRAZIA GLOBALE: ITALIA LOCOMOTIVA DEL MONDO

Fine vita, l’appello di Speranza: “Le Asl garantiscano il suicidio assistito”

Salute e Benessere

Il ministro della Salute ha affrontato l’argomento in una lettera inviata al quotidiano La Stampa, con la quale ha risposto all’appello di un uomo di 43 anni che chiedeva di poter “morire con dignità”

Tramite una lettera inviata al quotidiano La Stampa, Roberto Speranza è tornato a parlare della necessità di una legge in materia di fine vita. Rispondendo a un uomo di 43 anni che ieri, mercoledì 11 agosto, aveva scritto al giornale dicendo di voler morire con dignità, il ministro della Salute ha ricordato che la Corte Costituzionale “ha stabilito che una persona, qualora ricorrano i requisiti che il comitato etico competente deve verificare, ha il diritto di chiedere a una struttura pubblica del servizio sanitario l’assistenza al suicidio medicalmente assistito”.

Speranza: “Lavoreremo per consentire l’applicazione della sentenza della Corte Costituzionale”

approfondimento

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“Caro Mario, desiderio anzitutto esprimerLE il mio profondo rispetto per la dignità – che traspare per intero dalla sua lettera – con la quale sta affrontando la sua dolorsa condizione e sta cercando di ottenere una risposta dal sistema sanitario pubblico, nel pieno rispetto delle norme attualmente vigenti nell’ordinamento giuridico italiano”, ha scritto Speranza nella parte iniziale della missiva. Il ministro ha aggiunto che la lettera meritava una risposta e che ora “continueremo a lavorare in silenzio, per ciò che il governo può fare nell’ambito delle sue competenze, per consentire l’applicazione più uniforme possibile, al di là di ogni legittima posizione politico-culturale, della sentenza della Corte Costituzionale, nel rigoroso rispetto dei requisiti molto chiari e stringenti che essa ha stabilito”.

 

“Sul fine vita il governo non può scavalcare il Parlamento”

Nella lettera, Speranza ha osservato che il fine vita è uno di quegli argomenti “su cui si confronta un pluralismo insuperabile di punti di vista etici, culturali, teorici, religiosi, che in un ordinamento democratico come il nostro non può che trovare la sua espressione politica anzitutto nel Parlamento. Sono personalmente convinto da tempo della necessità e dell’urgenza di un intervento legislativo in materia, da ministro ho mantenuto, pertanto, la posizione di principio che su materie come questa non ci possa essere alcuna iniziativa del governo che scavalchi o surroghi il ruolo del Parlamento”. 

 

“La sentenza della Consulta non può essere ignorata”

Speranza ha aggiunto che “la sentenza numero 242 del 2019 della Corte Costituzionale, prendendo atto di uno stallo legislativo che si trascina da anni e pur auspicando una più organica regolazione della materia da parte del Parlamento, ha introdotto un fatto nuovo, rendendo non più punibile che ‘agevola l’esecuzione del proposito di suicidio’. In assenza di una regolazione legislativa più generale della materia, di cui pure ha ribadito la necessità, la Consulta ha stabilito che una persona, qualora ricorrano i quattro requisiti sopra riportati e che il comitato etico competente deve verificare, ha il diritto di chiedere a una struttura pubblica del servizio sanitario l’assistenza al suicidio medicalmente assistito”.

 

Nella parte finale della lettera, il ministro della Salute ha scritto che “l’attesa e l’auspicio di una legge non possono perciò esimere tutti, quali che siano le diverse legittime posizioni su un tema così delicato, dal prendere atto che la sentenza della Consulta non può essere ignorata. È sulla base di questa convinzione che il ministero della Salute ha avviato già nei mesi scorsi un confronto con le Regioni che ha l’obiettivo di superare due problemi che rischiano di ostacolare l’attuazione della sentenza della Consulta o di produrre una sua applicazione non omogenea nei diversi territori”.

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Suicidio assistito, bufera dei cattolici su Speranza

Al mondo cattolico non è piaciuta la presa di posizione del ministro della Salute: "Le sue pressioni sulle Asl sono inaccettabili". Le rimostranze della politica

Suicidio assistito, bufera dei cattolici su Speranza

“Oltre 500.000 persone hanno firmato il Referendum Eutanasia Legale! Un grande grazie a chi sta realizzando questa impresa”. Il radicale Marco Cappato ha esultato così sui social per il traguardo raggiunto e ha assicurato: “Andiamo avanti per mettere il risultato al sicuro da errori e ostacoli, verso le 750.000 firme".

Il Vaticano ha fatto subito sentire la sua voce attraverso le parole del residente della Pontificia Accademia per la Vita, monsignor Vincenzo Paglia, che al sito Vatican News, ha dichiarato:"La mia preoccupazione è davvero profonda perché si sta man mano incuneando nella sensibilità della maggioranza una concezione vitalistica della vita, una concezione giovanilistica e salutistica in base alla quale tutto ciò che non corrisponde ad un certo benessere e ad una certa concezione di salute viene espulso”. Il monsignor Paglia ha, poi, aggiunto:“C'è la tentazione di una nuova forma di eugenetica: chi non nasce sano, non deve nascere. E insieme con questo c'è una nuova concezione salutistica per la quale chi è nato e non è sano, deve morire. È l'eutanasia. Questa è una pericolosa insinuazione che avvelena la cultura".

Ad arroventare il clima su questo tema, nei giorni scorsi, ci aveva pensato anche il ministro della Salute Roberto Speranza che, dalle pagine del quotidiano La Stampa, aveva lanciato un appello affinché le Asl garantiscano il suicidio assistito. Una presa di posizione, quella di Speranza, che ha lasciato interdetto il mondo politico. “Sono contrario alle iniziative di Speranza, nate sotto forma di circolari che possono aprire la strada a forme di suicidio assistito. Ma sono contrario a Speranza in quanto tale perché lo ritengo nefasto, incapace e inadeguato tanto che, quando fu la mozione di sfiducia nei suoi confronti, io non partecipai alla votazione perché non potevo aiutarlo a restare al governo”, ha detto il senatore forzista Maurizio Gasparri, raggiunto telefonicamente da ilGiornale.it.

La sua collega Paola Binetti ritiene paradossale “che, in un momento in cui noi stiamo lottando per salvare la vita alla gente, Speranza scriva alle Asl per facilitare la morte di persone che si trovano in condizioni critiche e che probabilmente avrebbero diritto ad avere ben altri aiuti”. La senatrice lamenta la carenza di cure palliative e di assistenza domiciliare che ha caratterizzato questo periodo di lockdown e sottolinea: “Ora è un paradosso che, invece di rimediare a tali mancanze, si dica sbrigativamente: 'Datevi una mano a morire' per rispettare la volontà dei malati terminali. Ma la loro volontà diventa tale dopo anni e mesi di abbandono e trascuratezza. Quando si sono ammalati, morire non era sicuramente la loro volontà”. Sulla stessa lunghezza d'onda si situano le parole del leghista Simone Pillon che attacca Speranza: “Credo che in questo periodo in cui la morta l'ha fatta da padrona dovremmo parlare d'altro e cercare di garantire a tutti gli italiani una terapia assistita e non un suicidio assistito. È un mondo al contrario”.

Il senatore di FdI, Lucio Malan, di fede valdese, invece, punta il dito contro la Corte Costituzionale "che ha ormai deciso di sostituire il Parlamento nella funzione legislativa attribuendogli appena appena il ruolo di ufficio legislativo per redigere un testo il cui contenuto essa ha già deciso. E questo è grave". " Ora - chiosa Malan - il ministro, insieme a qualche parola di circostanza sulla pluralità di opinioni, decide che si agisca anche senza legge e dunque le strutture pubbliche, pagate dal contribuente per salvaguardare la salute e la vita, diano la morte a gentile richiesta e con regole stabilite in modo del tutto incostituzionale da lui e dalle Regioni”. Mario Adinolfi, leader del Popolo della Famiglia, attacca frontalmente Speranza: "Non si possono scaricare certe responsabilità sulle Asl rispetto a un tema enorme come la vita e la morte di una persona prescindendo da un quadro normativo preciso". E aggiunge: "Questo è il tipico comportamento da scaricabarile di Speranza in questi anni. Una tale decisione deve essere presa a livello parlamentare, non con una decisione presa dai manager della Asl e noi del Popolo della Famiglia andremo a combattere fisicamente contro il suicidio di Stato perché non saremo mai complici della morte".

Il magistrato ed ex sottosegretario all'Interno nel secondo governo Berlusconi, Alfredo Mantovano, ci ricorda, invece, una particolare abitudine di Speranza ad approfittare delle ferie estive degli italiani per compiere dei propri e veri blitz: "Lo scorso anno un atto proveniente dal suo ministero autorizzò la vendita della pillola del giorno dopo alle minorenni senza ricetta del medico. Quest'anno siamo saliti di livello perché siamo all'esortazione alle Asl di prestare assistenza per il suicidio assistito". Il giurista non riesce a capacitarsi del motivo per cui il ministro debba dire alle Asl di agire ugualmente, anche in assenza di una legge e mentre il Parlamento sta ancora dibattendo proprio sul suicidio assistito. Venendo all'aspetto più meramente giuridico, Mantovano spiega:"Il riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale riguarda una decisione che stabilisce delle cause di non punibilità per il reato di istigazione di aiuto al suicidio. Stiamo parlando di codice penale e, quindi, se non c'è una norma di legge che limita la portata di un'altra norma di legge, certamente non può decidere una Asl, sia pure sollecitata dal ministro". Infine, ricorda l'ex parlamentare, la Corte Costituzionale "ha ritenuto non punibile l'aiuto al suicidio in presenza delle quattro condizioni ricordate dal ministro nella sua lettera, ma ha sottoposto tutto questo alla condizione che siano state praticate delle cure palliative. Nella lettera del ministro, invece, non c'è alcun riferimento a questo aspetto". Infine, Maria Rachele Ruiu, membro direttivo Provita e famiglia onlus, dichiara: "È inaccettabile che il Ministro della Salute Speranza faccia pressione sulle ASL affinché i medici si comportino come i Ministri dell’Eutanasia di cui ha scritto Robert Benson ne Il Padrone del Mondo. Siamo al completo ribaltamento della vocazione e della professione medica, che è quella di favorire sempre la vita e mai la morte".

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La campagna di Grillo nell’ombra
per influenzare il Movimento 5 Stelle

di Emanuele Buzzi

Il suo silenzio dopo il voto su Conte. Poi i messaggi su reddito di base, Afghanistan e ambiente. I suoi post dividono la base. Tra gli eletti c’è chi spera nel suo arrivo a Roma

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L’incontro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte

Un Ferragosto nell’ombra del padre nobile. Beppe Grillo è uno scoglio su cui si scontrano (o si aggrappano) le diverse anime pentastellate. Il suo silenzio — nemmeno un tweet per l’elezione di Giuseppe Conte a presidente M5S — si è fatto sentire e non poco all’interno del gruppo parlamentare, specie tra gli eletti della prima ora. Diversi deputati e senatori invocano un passaggio di Grillo a Roma a settembre, un passo formale per rilanciare il nuovo corso. Probabilmente l’occasione sarà tra un mese per la chiusura della campagna elettorale di Virginia Raggi. Lui, il garante, al momento rimane lontano dai radar. «Non vuole interferire con i progetti di Conte», dice chi lo conosce. Tuttavia proprio dopo l’elezione di Conte, Grillo, paradossalmente, ha «ripreso» a battere di nuovo con insistenza sui suoi temi sul blog. Nel giro di una settimana è intervenuto sui rifiuti e sul riscaldamento globale. Non solo, ha ospitato interventi in chiave anti-glifosato e sul reddito di base universale. Proprio su questo argomento sempre nelle ultime ore ha rilanciato un convegno che si terrà da mercoledì a sabato. «Il tema del Congresso di Glasgow di quest’anno è “dall’idea alla realtà” ; considerare come possiamo trasformare il reddito di base universale da una grande idea di cambiamento a realtà. Ci saranno circa 200 presentazioni, panel ed eventi, che la renderanno la più grande conferenza sul reddito di base al mondo», ha scritto invitando i lettori a partecipare.

In meno di ventiquattrore, poi, ha pubblicato sul sito altri due post. Prima la notizia di un browser che paga in criptovalute per vedere le pubblicità, poi ha rilanciato l’intervento del senatore M5S Gianluca Ferrara sulla situazione a Kabul. Grillo riprende le parole del parlamentare sulla necessità di una «vera missione di pace»: «è indispensabile lavorare per favorire la riconciliazione nazionale, disarmare i miliziani e favorire la loro reintegrazione». Un intervento «politico». Insomma, nonostante le vacanze, l’ex capo politico è tornato in prima linea. Era da inizio giugno — se non si contano gli interventi nella disputa con Conte — che il garante non era così attivo sul suo blog. Proprio gli ultimi post hanno diviso i militanti, che vivono ancora una fase di disorientamento dopo gli scossoni delle ultime settimane. C’è chi attacca l’ex capo politico chiedendo di farsi da parte, chi invece ne sposa la linea e lo vorrebbe di nuovo sui palchi a parlare a nome dei Cinque Stelle. Alcuni parlamentari, come Gianni Girotto, si schierano in scia del garante e rilanciano sugli stessi argomenti. Secondo alcune fonti il padre nobile del Movimento ha solo ripreso a puntare sui suoi cavalli di battaglia, temi che ha a cuore: un ritorno alla normalità dopo aver gestito i sei mesi della transizione del M5S dallo stallo di governo alla nuova fase contiana. Ma c’è chi tra i Cinque Stelle «legge» l’attivismo di Grillo come segno di un distacco da Conte. «Non ne condivide le mosse», dicono, evidenziando una irritazione del garante. Il riferimento è al mancato arroccamento dell’ex premier in difesa del reddito di cittadinanza — che Grillo teme possa essere spazzato via — e all’agenda dell’ex premier che insiste sulle diatribe Nord-Sud, quando il garante vede un orizzonte più ampio, fino al 2050 appunto, per il Paese. Un modo per dire che il garante non è appassionato dalle leggi ad hoc.

«Nessuna divergenza», replica l’ala contiana. Ma gli equilibri interni sono oggetto di contesa. Alcuni parlamentari sottolineano come le cose siano cambiate dopo la trattativa sulla giustizia e come ora nel gruppo si avverta «la presenza di un leader forte, tanto che chi pensava che il M5S indietreggiasse dopo la telefonata di Mario Draghi a Grillo si è dovuto ricredere». Alchimie in via di definizione, ma che non possono ancora elidere la presenza del padre nobile del Movimento. «Per quanto ci siano stati cambiamenti, Beppe rimane la pietra angolare su cui si basano per nostre fondamenta», dice un pentastellato. Una pietra che senza il suo endorsement ha fatto sentire la sua mancanza.

14 agosto 2021 (modifica il 14 agosto 2021 | 23:03)

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Giuseppe Conte

Lettera aperta al signor Luigi di Maio, deputato del Popolo Italiano

ZZZ, 04.07.2020 C.A. deputato Luigi di Maio sia nella sua funzione di deputato sia nella sua funzione di ministro degli esteri ...