Il Green pass sarà necessario per entrare nei bar e ristoranti al chiuso, teatri, cinema e palestre. Cambiano anche i parametri che determinano restrizioni e variazioni di colori per le regioni, con la situazione degli ospedali che avrà maggior peso nelle decisioni del ministero della Salute. È infine confermata l'estensione dello stato di emergenza fino al prossimo 31 dicembre.
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Sono queste le principali novità introdotte con il nuovo decreto
Covid approvato oggi dal Consiglio dei ministri e illustrato in
conferenza stampa dal premier Mario Draghi e dal ministro Roberto
Speranza.
Covid, Speranza: "E' ancora presente, contagi in crescita"
20 luglio 2021 | 16.58
LETTURA: 2 minuti
Il ministro della Salute: "Sarebbe un
errore pensare che sia passata. Insistere con il vaccino, raccomandato
fortemente in tutte le fasce d'età. Estendere l'uso del green pass"
"Siamo in una fase in cui l'epidemia" di Covid-19 "è
ancora il nostro presente e sarebbe un errore pensare che sia passata. I
numeri sono in crescita. Guardiamo alla Spagna, all'Olanda e al Regno
Unito, ma anche la Francia che ha superato 18mia casi". Lo ha affermato
il ministro della Salute Roberto Speranza, nel suo intervento all'evento
online promosso da Cittadinanzattiva e dal Forum disuguaglianze e
diversità sul tema 'Quale riforma per gli anziani non autosufficienti e
le loro famiglie? La società civile stringe un patto e interpella le
istituzioni'.
"Stiamo ragionando
con le Regioni per provare a capire quali sono le scelte migliori, le
riaperture sono state frutto di una campagna di vaccinazione che è lo
strumento che abbiamo per metterci alle spalle i giorni peggiori.
Dobbiamo insistere con energia sulle vaccinazioni, abbiamo superato 61
milioni di dosi somministrate. Su questo non deve esserci nessuna
divisione e ambiguità ma bisogna lavorare perché la campagna prosegua",
ha ricordato il ministro.
"Il vaccino è
essenziale anche sotto i 40 anni. I nostri scienziati lo raccomandano
fortemente anche sotto i 40 nelle fasce autorizzate dalle agenzie
regolatorie", ha sottolineato Speranza.
Parlando
del Green Pass, infine, il ministro ha reso noto che "questa mattina
alle 7 erano stati scaricati oltre 36 milioni di certificati verdi
digitali". Poi ha aggiunto: "Le libertà riconquistate dopo settimane
così difficili sono frutto anzitutto della campagna di vaccinazione.
Anche nelle prossime ore, che sono ore delicate perché avremo una
discussione nel governo, un consiglio dei ministri, dobbiamo insistere
su questo punto. Utilizzare in modo intelligente e io penso estensivo il
Green pass come strumento fondamentale che ci può consentire di
governare questa fase, e ancora insistere perché la campagna di
vaccinazione continui nel modo più determinato e rigoroso possibile".
(ANSA) - ROMA, 26 LUG - "L' uscita di Marco Travaglio sul
presidente del Consiglio Mario Draghi è infelice e non
rappresenta certo il punto di vista di Articolo Uno che sostiene
convintamente la sua azione di governo". Lo afferma il ministro
della Salute e leader di Articolo Uno, Roberto Speranza,
intercettato dai giornalisti dalle parti della Camera dei
Deputati, a proposito delle parole del direttore del Fatto alla
festa di Articolo 1.
Travaglio, tra le altre cose, aveva definito Draghi "un
figlio di papà" e lo aveva accusato di non sapere nulla di
giustizia, sociale e sanità. (ANSA).
"Adesso si dimetta". Scoppia la bufera su Speranza
26 Luglio 2021 - 15:03
Il ministro prende le distanze dagli insulti di Travaglio a
Draghi, ma la Lega va all'attacco: "Ridicolo, che senso ha stare al
governo? Non vuole perdere la poltrona"
Le parole al veleno di Marco Travaglio
all'indirizzo di Mario Draghi hanno creato un vero e proprio caso
politico, tanto che ora viene rilanciata a gran voce la possibilità di
dimissioni da parte di Roberto Speranza. Il direttore de Il Fatto Quotidiano è intervenuto alla festa di Articolo uno sganciando dichiarazioni pesanti contro il presidente del Consiglio, giudicato come "un figlio di papà" con un curriculum "ambulante". Ma c'è di più: il giornalista ha accusato il premier di non capire "un c... né di giustizia, né di sociale, né di sanità".
A creare un polverone è stato l'iniziale silenzio del ministro della
Salute, che ricopre anche il ruolo di segretario nazionale di Articolo
uno: Speranza ha preso le distanze solamente dopo che la bufera era
ormai innescata. "L'uscita di Marco Travaglio su Mario Draghi è
infelice e non rappresenta certo il punto di vista di Articolo uno che
sostiene convintamente la sua azione di governo", si è limitato a dire il ministro.
"Speranza si dimetta"
La presa di posizione di Speranza però non è bastata a gettare acqua sul fuoco. A salire sulle barricate è la Lega,
che si domanda come ora sia possibile fare ancora affidamento al
ministro della Salute. Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, i
capigruppo di Camera e Senato del Carroccio, etichettano come "vergognoso" il fatto che la platea di un partito di governo "applauda apertamente un giornalista che insulta beceramente e volgarmente Mario Draghi". Da qui l'invito rivolto a Speranza a "riflettere sul suo ruolo". I deputati della Lega in commissione Giustizia alla Camera sostengono che "non
è sufficiente la giustificazione del ministro Speranza alle parole
oltraggiose che Marco Travaglio rivolge a Draghi alla festa di Articolo
uno".
Lorenzo Fontana, vicesegretario del Carroccio, ritiene che l'intervento di Speranza "è quasi peggio degli insulti stessi". Il leghista lo reputa come un tentativo "per non perdere la poltrona", anche perché si sono registrate risate e applausi di condivisione della platea presente alla festa di Articolo uno: "Infelici
anche gli applausi a scena aperta dei suoi compagni che lo ascoltavano.
Domandiamo a Speranza che senso abbia stare al governo se i suoi
applaudono convinti agli insulti del direttore del Fatto. Si dimetta". Anche il vicesegretario Andrea Crippa ha fatto notare che la replica di Speranza è stata "tardiva e non spontanea" e pertanto l'ha bollata come "ridicola". Un'uscita solo di facciata, secondo Crippa, che "serve solo a tenersi stretta la poltrona dopo il fallimento come scrittore e la sua incomprensibile conferma".
"È inaccettabile"
Nel gruppo di Italia Viva si registra forte irritazione per quanto avvenuto nelle scorse ore. Il leader Matteo Renzi ha immediatamente espresso "solidarietà" al premier. Davide Faraone, capogruppo renziano al Senato, ha fatto notare che "è francamente inaccettabile" aver dovuto ascoltare il discorso di Travaglio "dal palco di un partito che sta al governo proprio con Draghi". Nadia Ginetti di Iv sottolinea che chiedere scusa e prendere le distanze "è il minimo che potesse fare un importante esponente di governo che proprio di Articolo 1 ne è il segretario nazionale".
Durigon ha sbagliato. E i professionisti dell’antifascismo l’hanno manganellato a dovere. Giustamente. La nostra Repubblica, quella ha fondamento nella Carta Costituzionale,
ha certamente nel suo dna il valore dell’antifascismo. Che la permea
non per caso, ma perché quella Costituzione è il punto di arrivo di una
lotta popolare, segnata dal sangue di vincitori e vinti. Essa esprime,
anche, la solenne e definitiva condanna dell’obbrobrio costituito dalle leggi razziali. Proporre, perciò, di reintitolare un parco al fratello di Mussolini e, perciò ad un esponente del regime, i cui principi la Carta Costituzionale
ha inteso eradicare dalla società italiana, significa non fare i conti
con la storia del paese. Né, per dare un minimo di credibilità ad una
proposta del genere, è utile fare appello alla lotta alla cancel culture, che è tutta altra cosa.
Quando, poi, una proposta del genere viene da un esponente del
Governo, la sgrammaticatura diventa clamorosa ed inaccettabile. Perché
di questo si tratta: l’infelice uscita di Durigon non è
sufficiente a qualificarlo come fascista, ed anzi alcuni aspetti del
suo percorso lo collocano certamente nel campo democratico, così come
non può dubitarsi della Lega, anche se non è più quella di Bossi e Maroni.
Tuttavia, si tratta di una sgrammaticatura inaccettabile da parte di
chi è al Governo e, nel suo ruolo, rappresenta l’Italia intera. Questa
circostanza apre, allora, un problema di fondo.
La legislatura in corso ha superato ogni record in ordine alle
manifestazioni di ignoranza e di inadeguatezza anche istituzionale da
parte di chi ci rappresenta. Episodi come quelli di un sottosegretario
agli esteri che per manifestare solidarietà al popolo libanese si
rivolge ai libici, o di un ministro dei trasporti che menziona un
inesistente tunnel del Sempione, o di un ministro della sanità che è
costretto a ritirare dal commercio un libro autoelogiativo sulla lotta
alla pandemia, scritto invece di pensare a combattere la seconda ondata
resteranno nella storia per dare conto di quali penosi livelli abbia
raggiunto la rappresentanza politica in questo periodo.
La vicenda di Durigon consente, allora, di
coinvolgere anche gli antifascisti di professione in una battaglia
sacrosanta: basta continuare ad essere rappresentati e governati da chi è
inadeguato! Un paese come l’Italia, membro del G7, che
si vanta di essere tra le democrazie più avanzate, può continuare ad
essere governato da chi è ignorante o da chi si propone con dei
curriculum taroccati? La vicenda di Durigon può,
perciò, essere una occasione da non sprecare. Essa può costituire
l’occasione per far convergere le forze migliori, al di là degli
schieramenti, su di un obiettivo: fuori dal governo del paese chi ha
dato prova di essere inadeguato.
“Molto più pericoloso l’effetto del Covid rispetto ai vaccini”, Ilaria Capua
spiazza tutti nello studio di “In Onda”. La professoressa e direttrice
del Centro di Eccellenza One Health dell’Università della Florida è
ospite nella puntata di giovedì 22 luglio del talk show di La 7, sotto
la conduzione di Concita De Gregorio e David Parenzo.
La virologa apre il suo intervento ricordando gli ultimi
festeggiamenti in piazza per la vittoria degli Euro 2020: “Non è chiaro,
siamo in mezzo ad una pandemia, sta stravolgendo le nostre vite. I
virus pandemici cercano di infettare tutte le persone che incontrano,
tutte. Questo è loro obiettivo.” Poi invita ad affidarsi alla scienza
che “ha prodotto un vaccino efficacissimo nell'arco di un anno”. Ilaria Capua
ribadisce l’efficacia del farmaco anti-Covid prodotto in tempi record:
“Non è mai successo nella storia dell'umanità. Abbiamo diversi prodotti e
funzionano tutti quanti benissimo anche nei confronti delle varianti,
per quanto riguarda la malattia clinica”.
Immancabile il riferimento alla “provocazione" lanciata nell’intervista al Corriere della Sera. Secondo la dottoressa Capua
sarebbe utile introdurre un "ticket" da pagare in caso di ricovero per i
non vaccinati “per scelta” contro il coronavirus. “Si potrebbe proporre
una franchigia in caso di ricovero Covid – spiega la virologa- che
copra almeno i costi non sanitari letto, mensa e servizio di pulizia
1.000/2.000 € al giorno”. Dichiarazioni che hanno fatto molto discutere,
ma che per la Capua sarebbe un gesto di “rispetto per
il servizio sanitario pubblico perché la degenza e l’ospedalizzazione
hanno un costo elevato per lo Stato”.
Poi rincara la dose: “Mettiamoci in testa che questo virus
lo avremo per altri anni. Gli strumenti che abbiamo per arrestare la sua
corsa sono due: il lockdown e la vaccinazione”. Infine, l’appello agli
scettici: “Tutti i vaccini che abbiamo fatto non erano così sofisticati…
Ci stiamo incartando sugli effetti tra 10 anni. Ma se ti prendi il
Covid hai un rischio molto superiore che ti succeda qualcosa tra dieci
anni rispetto a se ti vaccini”. “Esiste il long Covid, - sottolinea- non
sappiamo che strascichi può avere il Covid sugli organi perché alla
fine ce l’abbiamo da un anno e mezzo. Però vediamo che ci sono delle
situazioni nelle quali il virus non viene completamente eliminato
dall’organismo ma permane”.