IL PIANO DEI TRADITORI DELL'ITALIA E' VECCHIO COME IL CUCCO: GLI ITALIANI ALL'ESTERO ESPROPRIATI DELLA CITTADINANZA E LE OLIGARCHIE ITALICHE CHE SI CREANO NUOVI SERVI CITTADINI MERCENARI A LORO IMMAGINE E SOMIGLIANZA E CHE AMMAZZERANNO/VACCINERANNO CHIUNQUE OSI DISOBBEDIRGLI IN ITALIA SENZA ESITARE. PERCHE' NON SARANNO MAI VERI ITALIANI: SEMPRE SARANNO E RIMARRANNO DEI MERCENARI. NOTARE COME I TRIBUNALI GLI REGGONO IL MOCCOLO.

 Acquisto della cittadinanza per beneficio di legge



L'acquisto della cittadinanza avviene per così detto beneficio di legge:
Per discendenza: lo straniero o apolide, ovunque nato, di cui il padre o la madre (oppure uno dei nonni) siano stati cittadini italiani per nascita ed abbiano successivamente perso la cittadinanza italiana, acquista la cittadinanza italiana se in possesso di uno dei seguenti requisiti:
  • presta effettivamente servizio militare nelle Forze Armate Italiane e dichiara preventivamente di voler acquistare la cittadinanza italiana;
  • assume un impiego pubblico anche all’estero, per lo Stato italiano
  • al compimento dei 18 anni di età, sia residente legalmente in Italia, senza interruzione, da almeno due anni.
Per nascita e residenza in Italia (IUS SOLI): può acquistare la cittadinanza italiana lo straniero nato e residente in Italia senza interruzioni fino ai diciotto anni e che dichiara, entro il compimento del diciannovesimo anno, di voler acquistare la cittadinanza italiana.
Si tratta di una forma “condizionata” di ius soli, suscettibile di trovare applicazione soltanto in presenza dei tre suddetti requisiti: nascita in Italia, residenza ininterrotta fino al compimento della maggiore età, dichiarazione entro un anno dal compimento della maggiore età.
Il Ministero dell’Interno, con una circolare del 7 novembre 2007 ha, tuttavia, chiarito che l’iscrizione anagrafica tardiva di un minore presso un Comune italiano, può considerarsi non pregiudizievole ai fini dell’acquisto della cittadinanza italiana ove vi sia una documentazione atta a dimostrare l’effettiva presenza del minore nel nostro Paese nel periodo antecedente la regolarizzazione anagrafica (es. attestati di vaccinazione, certificati medici in generale etc.). Pertanto, se in periodi successivi alla nascita si rilevano brevi interruzioni nella titolarità del permesso di soggiorno, al fine di favorire la possibilità di dimostrare la permanenza continuativa sul territorio italiano, l’interessato potrà produrre documentazione integrativa, quale certificazione scolastica, medica o altro, che attesti la sua presenza in Italia.
In ogni caso la circolare precisa che l'iscrizione anagrafica deve essere ragionevolmente ricollegabile al momento della nascita e quest'ultima deve essere stata regolarmente denunciata presso un Comune italiano da almeno uno dei genitori legalmente residente in Italia. Su tale punto è intervenuta la giurisprudenza (Tribunale di Imperia, sentenza del 10 settembre 2012), pronunciandosi a favore di un'interpretazione estensiva della norma. Ad avviso dei giudici del tribunale ai fini della concessione della cittadinanza italiana, occorre valutare che l’interessato sia nato in Italia e vi abbia risieduto fino al compimento del 18° anno di età, in base a tutti gli elementi a disposizione (certificati anagrafici, di vaccinazione, medici, scolastici, ecc.) mentre la residenza legale in Italia di almeno uno dei genitori al momento della nascita, costituirebbe soltanto uno dei molteplici indici suscettibili di valutazione, senza assumere valore esclusivo.

L'articolo 33 del Decreto legge n 69 del 21 giugno 2013 recante “Disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia” (così detto Decreto del fare) ha previsto alcune semplificazione per l'acquisto della cittadinanza per lo straniero nato in Italia.
In primo luogo, recependo i più recenti orientamenti giurisprudenziale, la norma ha chiarito che allo straniero nato in Italia che al compimento dei 18 anni chiede l’acquisto della cittadinanza, non sono imputabili, ai fini di dimostrare la residenza legale ininterrotta per tutta la minore età, inadempimenti riconducibili ai genitori (es. iscrizioni anagrafiche tardive o mai effettuate dai genitori) o agli uffici della Pubblica amministrazione. Il possesso del requisito della residenza ininterrotta potrà, pertanto, essere dimostrato con ogni possibile documentazione idonea.
Altre importante novità è contenuta nel secondo comma dell'articolo 33 il quale impone agli Ufficiali di Stato Civile di comunicare al neo-diciottenne straniero, nella sede di residenza che risulta all'ufficio, la possibilità, in presenza dei requisiti, di richiedere la cittadinanza italiana entro il compimento del diciannovesimo anno d'età. In mancanza di tale comunicazione, tale richiesta potrà essere fatta anche oltre il diciannovesimo anno di età.

A chi bisogna rivolgersi per manifestare la propria volontà di acquistare la cittadinanza italiana in presenza dei requisiti previsti dalla legge?
Le dichiarazioni di intenzione di acquisto della cittadinanza devono essere effettuate presso l'Ufficio dello stato civile del Comune di residenza o, in caso di residenza all’estero, dinanzi all’Autorità diplomatica o consolare italiana, presentando la documentazione che dimostra il possesso dei requisiti necessari. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito ufficiale del propria Comune di appartenenza o del Consolato del Paese in cui si risiede

È possibile presentare autocertificazioni in luogo dei documenti originali?
A partire dal 1° gennaio 2012 per tutti i procedimenti in materia di concessione della cittadinanza italiana valgono le regole generali sull'autocertificazione.
Il comune non può, pertanto, richiedere all’interessato la produzione di documenti attestanti stati, qualità personali e fatti che possono essere reperiti d’ufficio dall’ufficio comunale, attraverso una richiesta ad altra Amministrazione. L’interessato deve, però indicare nella domanda tutti gli elementi indispensabili per consentire all’Amministrazione di reperire le informazioni o i dati richiesti.
I documenti provenienti dall’estero ( certificati di nascita e matrimonio e certificati penali) devono essere tradotti e legalizzati dai Consolati italiani all’estero (salvo esenzioni previste da accordi internazionali, ad esempio Apostille della Convenzione dell’Aja).

(Ultimo aggiornamento: Aprile 2019)

IL GOVERNO MELONI (DRAGHI) CADE A NOVEMBRE. ASSEMBLEA COSTITUENTE PERMANENTE DEL POPOLO ITALIANO ADESSO! LIBERO STATO DEL POPOLO ITALIANO ADESSO! CHIAMATA ALL'APPELLO A TUTTI GLI ITALIANI ALL'ESTERO, INCLUSI GLI ORIUNDI: LIBERIAMO L'ITALIA DALL'NWO/GR!!!

DEAR FILIPINOS: YOU HAVE NO GOVT, BUT A CLASS FOF CRIMINALS IN GOVT. TAKE NOTE OF IT. IT WILL FALL IN NOVEMBER. BUT WITHOUT YOUR INTERVENTION, THESUCCESSOR(S) MAY BE EVEN WORSE. IT IS TIME FOR A PERMANENT CONSTITUTIONAL CONVENTION OF THE PHILIPPINES PEOPLE WITH THE EXCLUSION OF ANYONE WHO "GOVERNED" SINCE 1946.

 

Was President Duterte trying to turn PH into a narco-state?

Story by Yen Makabenta
 • 8h • 6 min read


Was President Duterte trying to turn PH into a narco-state?

First word

THE story coming out of the hard-hitting and explosive quad committee hearings of the House of Representatives is profoundly disturbing and wrenching. It boggles the mind and sends your teeth gnashing to contemplate what President Rodrigo Duterte may covertly have been doing during his six-year term in addition to kowtowing to China and selling out our sovereign rights in the South China Sea.

In his own twisted way, President Duterte was doing his level best to be a visionary and transformational leader.

He had his own aspirational vision for our nation. He wanted to turn our Philippines into a narco-state that would be capable of taking itself and supporting its 118 million population through the profits, and business and gross domestic product from trading in illegal drugs.

Or so, one theory goes.

What is a narco-state

According to Wikipedia, "[N]arco-state (also narco-capitalism or narco-economy) is a political and economic term applied to countries where all legitimate institutions become penetrated by the power and wealth of the illegal drug trade. The term was first used to describe Bolivia following the 1980 coup of Luis García Meza, which was seen to be primarily financed with the help of narcotics traffickers.

The overall description would consist of illegal organizations that either produce, ship or sell drugs and hold a grip on the legitimate institutions through force, bribery or blackmail. This situation can arise in different forms. For instance, Colombia, where drug lord Pablo Escobar ran the Medellín cartel (named after his birthplace) during most of the 1970s and 1980s, producing and trafficking cocaine to the United States. Escobar managed to take over control of most of the police forces in Medellín and surrounding areas through bribery and coercion, allowing him to expand his drug trafficking business.

Currently, scholars argue that the term "narco-state" is oversimplified because of the underlying networks running the drug trafficking organizations. For example, the Guadalajara cartel in Mexico, led by Miguel Ángel Félix Gallardo, who managed to combine several small drug trafficking families into one overarching cartel controlling the marijuana production in the rural areas of Mexico while trafficking Colombian cocaine to the US at the same time.

Over time, the cocaine market expanded to Europe, leading to new routes being discovered from Colombia through Brazil or Venezuela and Western Africa. These new routes proved to be more profitable and successful than shipping from North America and turned African states such as Nigeria, Ghana and (later on) Guinea-Bissau into actual narco-states.

It has been argued that narco-states can be divided into five categories depending on their level of dependence on the narcotics trade and the threat the narcotics trade in said country poses to domestic and international stability. These five categories are (in ascending order): incipient, developing, serious, critical and advanced.

Revelations

Between the two hearings that are being simultaneously carried out by the Senate and the House, it must be said that the House quad committee (four committees working in tandem) hearings are by far the more substantive and explosive. It has succeeded in getting as resource persons individuals and personages who were undoubtedly engaged in the nefarious activities they testify about.

The revelations drawn by the questioning sound almost like a movie about the underworld.

Harrowing

Taken altogether, the testimonies and revelations of the resource persons add up cumulatively to a harrowing portrait of the Rodrigo Duterte presidency and the former first family.

First, customs intelligence officer Jaime Guvan testified on the confiscation in 2018 of a P6.4-billion shabu importation that was allowed to pass through by the Bureau of Customs, and which was allegedly passed because the consignees were Duterte son, Paulo; son-in-law and spouse of the vice president, Mans Carpio; and presidential adviser Michael Yang.

Guvan also named journalists who allegedly acted as intermediaries for the shipment through customs. He named no less than the current president of the National Press Club and its former president who was a Duterte undersecretary.

A second witness, Lt. Col. Jovie Espenido, who was involved in DU30's highly publicized war on drugs, testified on direct orders from the top during the drug war.

He declared that the Philippine National Police (PNP) was "the biggest crime group in the country." Police officers and commanders, not civilian government officials, were thoroughly involved in the antidrug campaign.

Antidrug campaign

He said the previous Duterte administration established a quota and reward system based on every drug personality killed, and as incentive for the police to carry out killings.

Espenido explicitly tagged former PNP chief, now senator, Ronald de la Rosa, as ordering him to kill drug suspects.

He also named Sen. Christopher "Bong" Go as involved in facilitating funding for the reward system for the drug war.

Espenido claimed that the main sources of funding were the small-town lottery and the Philippine Offshore Gaming Operator (POGO) online gambling casinos, which President Duterte allowed to enter the country.

While everyone explicitly named in the testimonies were quick to issue denials of involvement in the illegal scheme, the general picture that began to emerge was extremely grim. Experts and analysts began to piece together an intriguing theory about who was the brains or mastermind behind the web of the illegal drug trade, the POGOs, human trafficking and the widespread killings of drug suspects.

Increasingly, the finger of suspicion pointed to President Duterte as the alleged real brains and mastermind of the web of criminal activities, killings and proliferation of Chinese criminal suspects in the country.

One theory, prominently discussed in social media, is that President Duterte had an ostensible grand plan to take over as the biggest drug lord in our country of 18 million people. To take over, he sought to eliminate all big drug lords. This was the principal reason why he immediately launched the drug war upon his accession to the presidency.

Duterte supposedly began his move by taking over the drug trade in Davao City and nearby provinces. Chinese drug suspects, who were in custody in the Davao penal farm, were ordered killed. This was one of the missions that was spilled by Guvan at the House hearings.

Meanwhile, the Chinese triads, which were extremely disturbed by the elimination of their business in the Philippines, moved to thwart the plot to exclude them from the country. Accordingly, they moved to expose some illegal drug shipments into the country, one of these being the P6.4-billion shabu drug shipment allegedly ordered by Paolo Duterte, Mans Carpio and Michael Yang. It has been confirmed that Filipino authorities were tipped off by the triads about the shipment.

The picture that emerges is a totally crooked and evil plot to turn the country into a narco-state, like some of the unfortunate countries in South America.

As a central part of the scheme, candidate Rodrigo Duterte presented himself to the nation as a crusader against illegal drugs. Immediately upon accession, he ordered the implementation of the war on drugs. And he tapped the PNP and the Philippine Drug Enforcement Agency as the principal implementers of the antidrug campaign.

To carry out the plan and regale the nation, according to the theory, Duterte started parading lists of PNP generals and officers who were allegedly in the payroll of top drug lords in the country.

He also named local government officials, including governors and mayors, as involved big time in the illegal drug trade.

To dramatize the seriousness of the war, he ordered the killing of drug suspects. This was the immediate reason for the extrajudicial killings that made the drug war so repugnant and evil. It took the lives of many innocents.

While posturing as a crusader and avenging angel against illegal drugs, was Duterte banking on establishing himself as the drug kingpin in the country?

yenobserver@gmail.com

MARIO DRAGHI VERRA' ARRESTATO A NOVEMBRE. VDL VERRA' ARRESTATA A NOVEMBRE. LA UE E' FINITA.

BBM AND HIS GOVT ARE DOOMED: MPOX WILL NOT SAVE THEM NEITHER FROM TRUMP NOR FROM CHINA. HE WILL FLEE THE PHILIPPINES IN NOVEMBER.

Lettera aperta al signor Luigi di Maio, deputato del Popolo Italiano

ZZZ, 04.07.2020 C.A. deputato Luigi di Maio sia nella sua funzione di deputato sia nella sua funzione di ministro degli esteri ...