Vaccini: 8 studenti su 10 favorevoli a obbligo per docenti

 

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Vaccini: 8 studenti su 10 favorevoli a obbligo per docenti

Sondaggio ScuolaZoo, 68% lo estenderebbe anche a ragazzi

 ROMA

(ANSA) - ROMA, 27 LUG - Otto studenti su dieci sono a favore dell'obbligo vaccinale per i docenti. A rivelarlo è un sondaggio di ScuolaZoo condotto su 46 mila ragazze e ragazzi di età compresa tra i 14 e i 19 anni. Il 78% degli intervistati pensa sia giusto mettere l'obbligo per i docenti, la percentuale scende al 68% per i favorevoli ad estenderlo anche agli studenti. Sorprende invece che quasi 3 studenti su 10 dichiarano di avere prof apertamente no vax. "Abbiamo il diritto di imparare e studiare in sicurezza. Chi non si vaccina mette in pericolo anche gli altri", spiega Martina, studentessa 17 enne. "I prof - le fa eco Salvatore, 14 anni - dovrebbero farlo perché sono un esempio e devono insegnare che vaccinarsi è giusto". "Con l'obbligo vaccinale non saremmo più un paese libero", spiega invece il contrario Lorenzo, 18 anni. (ANSA).

SCANDALO A CORTE

 

SCANDALO A CORTE

Scandalo a corte. Nella commissione Affari Sociali della Camera, la maggioranza bulgara che sostiene il governo Draghi è stata messa sotto grazie al voto contrario dei voti leghisti. E, nonostante Claudio Borghi, pronto ad ogni mutamento di opinione in pochi secondi, si affanni a dare prova di fedeltà al regime terapeutico “Non è un voto contro il green pass, ma per migliorarlo”(dal quotidiano La Stampa di oggi), i sacerdoti del verbo europeista draghiano, Letta del PD in testa, si stracciano le vesti e gridano: qui ci vuole una verifica di maggioranza.

E qui il giornalista Marcello Sorgi insorge sdegnato, anzi un pochetto terrorizzato, sempre dalle colonne del quotidiano piemontese: non è tempo di verifiche ad un mese dalle elezioni amministrative, fu così che cadde il secondo governo Conte, quello giallorosso.

Come si può vedere, il governo dell’austero Draghi non è così esente dal trovare ostacoli sul suo percorso. Certo, non siamo così ingenui da non sapere che la questione della mutazione in legge dei due decreti sul green pass verrà agevolata grazie ad granitico voto di fiducia, grazie al quale i bambini riottosi e svogliati come Borghi verranno rimessi in riga, pena l’anonimato a vita.

Intanto pero l’editoriale di Sorgi indica una preoccupazione vera: quella del voto ottobrino, dove a Roma e Torino Liberiamo l’Italia è parte integrante e operante di due liste civiche dissenzienti.

In particolare Ugo Mattei parla apertamente, in caso di sua elezione a sindaco di Torino(tutt’altro che impossibile secondo i sondaggi indipendenti) di fare del capoluogo piemontese una città santuario dove i cittadini saranno tutelati dai provvedimenti arbitrari del potere attuale e dove regnerà sovrano il dettato costituzionale. Sono parole intrise di fede laica nella migliore elaborazione politica dell’Italia repubblicana, parole che potrebbero fare da volano, da effetto domino positivo per una popolazione italiana smarrita ma tutt’altro che rassegnata.

E sì, perché il movimento di opposizione sociale e politica al vergognoso provvedimento del green pass è sconfitto soltanto nelle fantasie malate dei direttori dei telegiornali. Sono trascorsi soltanto cinque giorni dalla riuscitissima manifestazione di Milano, dove trentamila persone sono scese in piazza a difesa dei propri diritti. Decine di nuove manifestazioni hanno luogo ogni giorno, dai più piccoli paesi alle grandi città, con un enorme dispendio di forze ed energie da parte di molti attivisti.

Con equilibrio e attenzione ci si destreggia in mezzo alle insidie messe ad arte dagli stessi apparati di regime. La vicenda dei blocchi alle stazioni ferroviarie, finita in un nulla di fatto, mostra che le tecniche di manipolazione di massa seguono binari, è il caso di dirlo, ben tracciati. I negazionisti da operetta, che esistono solo nella propaganda di regime, non si sono fatti vivi (e chissà allora chi c’è dietro quei comunicati che invitano alla rivoluzione un tanto al chilo).

Il vero fronte di opposizione, invece cresce in forza e convinzione, e si dimostra unitario, con senso di responsabilità verso il popolo del quale è la migliore espressione, con buona pace di chi fa bandiera dell’antipolitica. Tutto questo dà molto, molto fastidio ai padroni del vapore.

Di Maio, riaprire l’ambasciata a Kabul? Manca la sicurezza: QUANTI CRIMINI DI GUERRA HANNO COMMESSO GLI ITALIANI IN AFGHANISTAN, ONOREVOLE MINISTRO DEL NULLA?

 

Di Maio, riaprire l’ambasciata a Kabul? Manca la sicurezza

Diplomazia a lavoro per far espatriare il gruppo di 133 persone tra atlete e familiari che rischiano la vita. I talebani chiedono all’Italia di riconoscere il proprio governo, mentre accusano l’Australia di «crimini di guerra». Intanto l’Alto rappresentante per la politica estera della Ue, Josep Borrell, dichiara che una difesa Ue è «necessaria» più che mai in questa fase. Venerdì il ministro della Difesa Guerini in visita al Pentagolo, colloquio con il suo omologo Usa

Afghanistan, talebani in festa mostrano i bottini di guerra

L’ingerenza dell’Occidente ha causato la tragedia afghana

 

"L’ingerenza dell’Occidente ha causato la tragedia afghana"

  • Subject: [News] "L’ingerenza dell’Occidente ha causato la tragedia afghana"
  • From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.org>
  • Date: Tue, 24 Aug 2021 08:49:21 +0200

"L’ingerenza dell’Occidente ha causato la tragedia afghana"



Greenleft.org.au Pip Hinman e Shayaan 21 agosto 2021 

Intervista di Pip Hinman, della testata giornalistica australiana “Geen Left”, con Shayaan, membro del  Partito di Solidarietà dell'Afghanistan (Solidarity Party of Afghanistan, SPA)  .

318 afghanistan

L'Occidente ha occupato l'Afghanistan quasi 20 anni fa dicendo di volere fermare i terroristi e portare la democrazia. Ora, non appena le truppe occidentali hanno lasciato il Paese, i talebani hanno preso il sopravvento. Come siamo arrivati a questo?

Il 7 ottobre 2001, il governo degli Stati Uniti, insieme ad altri criminali Paesi della NATO, ha iniziato ad attaccare l'Afghanistan e a lanciare bombe sul nostro popolo, con la scusa di portare la democrazia, di difendere i diritti delle donne e condurre la lotta al terrorismo.

Tuttavia, come ci si deve aspettare da un Paese imperialista, il governo degli Stati Uniti non ha fatto nulla di tutto questo. Al contrario, ha riabilitato i barbari dell'Alleanza del Nord, che hanno commesso innumerevoli crimini di guerra, e li ha mascherati da zuccherini democratici, allo scopo di installare un governo fantoccio.

Questo governo ha dato incarichi ufficiali ai padri dei terroristi di oggi, come Abdul Rasul Sayyaf [ex comandante dei mujaheddin che ha combattuto il Partito Democratico Popolare del governo dell'Afghanistan] e Burhānuddīn Rabbānī [Presidente dell'Afghanistan dal 1992 al 2001].

Gli USA hanno lasciato che i fondamentalisti islamici gestissero le loro scuole religiose (“madrasa”), per formare nuovi terroristi, e ha permesso a organizzazioni islamiche internazionali estremiste, come Hezb-ul-Tahrir e Jamiat Eslah, di lavorare apertamente in Afghanistan.

Il governo fantoccio ha insediato alcune donne nei seggi del governo e del parlamento per mostrare la cosiddetta libertà delle donne afghane. Ma erano un manipolo di voci assoldate per fare propaganda delle sporche politiche degli Stati Uniti in Afghanistan.

Il governo afghano è composto da criminali di guerra, fondamentalisti, signori della guerra, gangster, mafiosi, narcotrafficanti e corrotti. Non ci siamo mai fidati di loro. D'altra parte, il governo degli Stati Uniti stava giocando al gatto col topo con i talebani.

Quindi, in qualche modo, in gran parte lo scenario attuale era già scritto.

 

Il presidente degli Stati Uniti dice ora che le “sue” truppe non resteranno in quanto “gli afghani devono combattere da soli per il loro Paese”. Come rispondete?

Il popolo afghano non aveva richiesto l’intervento delle truppe USA e  delle altre forze d’occupazione. Hanno attaccato il nostro Paese per rovesciare i figli dagli occhi azzurri di ieri, che avevano creato durante la Guerra Fredda. Questa non era la nostra guerra: il nostro Paese era usato come campo di battaglia.

Gli Stati Uniti volevano usare l'Afghanistan come base per contrastare Cina, Russia e Iran. Il Partito Afghano della Solidarietà  ha sempre espresso la sua contrarietà alla presenza di truppe straniere perché di fatto hanno sostenuto  e fatto aumentare il fondamentalismo e il terrorismo.

Il governo degli Stati Uniti ha creato il virus del fondamentalismo durante la guerra fredda in Afghanistan; ha trasformato il nostro Paese in un centro per il terrorismo. Le vittime sono i nostri civili innocenti.

 

Così, l'Afghanistan è diventato il luogo in cui le grandi potenze stanno portando avanti le loro guerre per procura? Che cosa succederà ora?

Sì, l'Afghanistan è stato trasformato in un campo di battaglia per diversi Paesi rivali. Gli Stati Uniti stanno combattendo una guerra contro la Cina, la Russia e l'Iran. Il Pakistan e l'India stanno combattendo tra loro sul nostro suolo. Anche l'Arabia Saudita e l'Iran fanno qui la loro guerra per procura.

Queste guerre per procura saranno ulteriormente intensificate. Continueranno, perché qui c'è stata guerra per quasi 40 anni; la nostra economia è basata sulla guerra.

Hanno tenuto i nostri giovani senza lavoro, in modo da poterli reclutare facilmente in fazioni in guerra e per combattere le guerre per procura.

 

Come pensa che sarà il nuovo governo talebano? Sarà diverso da quello degli anni Novanta?

I talebani fingono di essere cambiati, in modo da potere essere riconosciuti dai governi stranieri. Sono anche nuovi delle grandi città, e quindi vogliono conquistare i cuori dei cittadini. Ma una volta che avranno formato il loro governo e avranno sotto controllo le città, riprenderanno la loro ferocia.

Non possiamo dimenticare gli attacchi suicidi e le bombe degli ultimi anni, le loro stragi nell'Università di Kabul, nei centri religiosi e nelle scuole, i rapimenti e la decapitazione di cittadini. Non è cambiato niente!

 

Molti cittadini australiani stanno chiedendo al loro governo di dare asilo politico agli afghani e mandare aiuti umanitari. Che altro possiamo fare? Come possiamo portare i criminali di guerra di fronte alla giustizia?

Il governo australiano come gli altri governi occidentali sono la causa principale di queste tragedie.

Dare asilo politico e carte di soggiorno di lunga durata anche a migliaia di afghani non è la soluzione, perché non cambierà la vita di chi resta in Afghanistan.

Questi governi dovrebbero smettere di usare l’Afghanistan e smettere di sostenere i criminali di guerra e i fondamentalisti afghani.

Quanto ai criminali di guerra afghani, la Corte Internazionale di Giustizia dovrebbe emettere mandati di arresto nei loro confronti.


Fonte: https://www.osservatorioafghanistan.org/articoli-2021/2940-l%E2%80%99ingerenza-dell%E2%80%99occidente-ha-causato-la-tragedia-afghana.html


Per saperne di più sul Partito di Solidarietà dell'Afghanistan (Solidarity Party of Afghanistan, SPA)

La NATO incomincia a temere un Afghanistan talebano

 

La NATO incomincia a temere un Afghanistan talebano

Dopo quasi vent’anni di occupazione militare, Stati Uniti e NATO stanno afferrando armi e bagagli con l’intenzione di lasciare l’Afghanistan a sé stessa, abbandonandola di fatto alle mire espansionistiche degli eserciti talebani. La cosa è chiara a chiunque si ritagli il tempo di osservare quanto stia accadendo, ma a evidenziare chiaramente quanto l’allontanamento americano sia stato deleterio alla stabilità del Governo ufficiale è lo stesso Ashraf Ghani, ovvero il Presidente riconosciuto da quegli stessi poteri Occidentali che si stanno ritirando dall’area.

Ghani confida che le truppe talebane si dimostreranno incapaci di mantenere le città recentemente catturate e che nel giro di sei mesi lo status quo verrà ristabilito, eppure è innegabile che le Forze di opposizione stiano velocemente assalendo molti dei punti nevralgici della nazione, con Lashkar Gah, Kandahar e Herat che sono tra i bersagli più rilevanti delle loro mire. Gli scontri sono sanguinosi e i civili coinvolti si contano a centinaia.

Proprio l’esistenza massiccia di vittime e di profughi innocenti è divenuta la leva prediletta con cui la narrazione statunitense cerca di dimostrare che i talebani debbano essere fermati. Secondo USA e Regno Unito, i guerriglieri starebbero sistematicamente «massacrando i civili», nonché compiendo svariati crimini di guerra con il solo intento crudele di vendicarsi per le sconfitte subite in passato. Accuse che, ovviamente, i talebani negano con determinazione.

Che gli innocenti finiscano disgraziatamente a patire gli effetti degli scontri è tristemente un dato di fatto, tuttavia i comandanti degli insorti stanno compiendo sforzi immensi per sgravarsi dalla retorica che li disegna come sanguinari e assassini, crudeli aguzzini in linea con le tendenze Daesh.

Questo loro impegno lo si nota soprattutto nella progressiva istituzionalizzazione profonda della loro struttura organizzativa, un procedimento che si è tanto raffinato che il Ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha recentemente accolto una delegazione di combattenti per discutere il futuro dei rapporti diplomatici tra Cina e Afghanistan.

Russia, Cina, Pakistan e persino gli Stati Uniti stanno seriamente prendendo in considerazione la possibilità che i talebani riescano a mettere le mani su di una fetta rilevante della regione, una prospettiva che agli USA giunge estremamente sgradita.

Il Pentagono si sta dunque preparando a contrastare l’avanzata dei guerriglieri mujahidin imbastendo bombardamenti “mirati” da effettuarsi attraverso una flotta di velivoli automatizzati. Una mossa ironica, se si considera che ai talebani vengono contestati i danni causati alla popolazione locale e che i droni siano noti per avere un vertiginoso tasso di vittime collaterali.

In ogni caso gli Stati Uniti portano le mani avanti, sostenendo sin da subito che il conquistare l’Afghanistan con la forza non sia sufficiente a garantire all’esercito talebano alcun riconoscimento internazionale. Parallelamente, il Regno Unito non manca di fornire assistenza alla retorica dell’alleato d’oltreoceano e, facendo riferimento al fatto che i soldati talebani siano accusati di crimini di guerra, dichiara via social: «se ora non siete in grado di controllare i vostri combattenti, in futuro non avrete diritto a un ruolo nel Governo».

[di Walter Ferri]

La Cina critica l’Australia per i crimini di guerra in Afghanistan

 

La Cina critica l’Australia per i crimini di guerra in Afghanistan 

Pubblicato il 1 dicembre 2020 alle 18:10 in Australia Cina

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Il portavoce del Ministero Affari Esteri cinese, Zhao Lijian, ha pubblicato e “fissato in alto” sul proprio account ufficiale su Twitter un’immagine ritraente un soldato australiano che taglia la gola ad un bambino afghano che, a sua volta, tiene in braccio un agnello, il 30 novembre. Il primo ministro australiano, Scott Morrison, ne ha richiesto la rimozione insieme a scuse ufficiali da parte della Cina, ma Pechino si è rifiutata.

L’immagine pubblicata da Zhao è stata accompagnata da un commento in inglese che recita: “Scioccati dall’uccisione di prigionieri e civili afghani da parte di soldati australiani. Condanniamo fermamente tali atti e chiediamo che i colpevoli rispondano delle proprie azioni”. Nell’immagine, la testa del bambino afghano è avvolta dalla bandiera australiana e si può intravedere un volto sofferente, mentre l’espressione del soldato australiano ricorda un ghigno. L’immagine è poi accompagnata dalla scritta: “Non temete, veniamo a portarvi la pace”.

Il primo ministro australiano ha da subito etichettato l’immagine come “falsificata”, “ripugnante” e “incredibilmente oltraggiosa”. Morrison ha affermato che il contenuto sia profondamente offensivo nei confronti di tutti gli australiani e dell’Esercito del proprio Paese, aggiungendo che: “Il governo cinese dovrebbe assolutamente vergognarsi per tale post che li sminuisce agli occhi del mondo”.

Il primo dicembre, la Cina si è rifiutata di rimuove il tweet in questione dal profilo ufficiale del portavoce del Ministero Affari Esteri e più media locali hanno criticato l’Australia. Nella stessa giornata, l’ambasciata cinese a Canberra ha rilasciato una dichiarazione sulla vicenda, riferendo che il segretario generale del Ministero Affari Esteri australiano, Frances Adamson, ha chiamato l’ambasciatore cinese in Australia, Cheng Jingye, per lamentarsi dell’accaduto. In risposta, nella dichiarazione, l’ambasciata cinese ha ribadito che alcuni politici e media australiani hanno frainteso e reagito esageratamente ai fatti, sia per scostare l’attenzione pubblica da quanto fatto dai propri soldati in Afghanistan, sia per incolpare la Cina del peggioramento delle relazioni bilaterali tra i due Paesi. Per l’ambasciata cinese, le azioni australiane non aiuteranno la ripartenza dei rapporti bilaterali con Pechino e, per questo, ha esortato Canberra ad adottare azioni costruttive e pratiche per riavviare i rapporti. L’ambasciata cinese ha poi invitato l’Australia a guardare alla brutalità delle azioni del proprio Esercito in Afghanistan e a portare di fronte alla giustizia i colpevoli.  

Sempre il primo dicembre, Morrison ha poi pubblicato un post in lingua cinese sulla piattaforma WeChat in cui si è detto fiero dell’Esercito australiano e ha enfatizzato che il governo di Canberra affronterà le questioni relative ai crimini di guerra in maniera onesta e trasparente. Il primo ministro australiano ha poi aggiunto che: “Il post ritraente un’immagine falsa di un soldato australiano non indebolirà il rispetto e il valore riservato alla comunità sino-australiana e non danneggerà la nostra amicizia con il popolo cinese”. Nel frattempo, la piattaforma Twitter si è rifiutata di rimuovere il post di Zhao Lijian come richiesto dalle autorità australiane ma ha etichettato il suo contenuto come “sensibile”.

Sulla vicenda è intervenuta anche la premier della Nuova Zelanda, Jacinda Arden, la quale ha confermato che anche il proprio esecutivo ha espresso preoccupazione alla parte cinese rispetto all’utilizzo dell’immagine in questione, definendola scorretta.

I rapporti tra Cina e Australia sono in una fase di progressivo peggioramento sia dal punto di vista politico, sia da quello commerciale. Da un lato, la Cina è il maggior mercato di esportazione dei beni australiani, dall’altro Canberra è il maggior partner commerciale di Pechino nella regione dell’Asia-Pacifico e da oltre sette mesi i due Paesi sono impegnati in tensioni commerciali. In tale contesto, l’ultimo momento episodio di tensione a livello commerciale si è verificato quando la Cina ha deciso di imporre tariffe doganali sul vino australiano, di cui è uno dei maggiori mercati al mondo, del 212%, sostenendo si sia trattato di una mossa a difesa della produzione interna.

Per quanto riguarda l’ultimo episodio, però, la posizione espressa dal portavoce del Ministero Affari Esteri cinese riguarda un’indagine i cui esiti sono emersi o scorso 17 novembre e hanno rivelato crimini di guerra compiuti da soldati australiani nel contesto del conflitto in Afghanistan. In particolare, l’Esercito australiano ha dichiarato di essere in possesso di prove schiaccianti riguardo l’uccisione illegale di 39 civili e prigionieri disarmati da parte di alcuni tra i propri soldati. L’indagine che ha fatto emergere i fatti ha analizzato casi di negligenza compiuti in Afghanistan dall’Esercito australiano tra il 2005 e il 2016 e ha portato alla luce quella che è stata definita “la distruttiva cultura dell’impunità” tra le truppe d’élite, facendo emergere una serie di presunti omicidi e insabbiamenti che si sono protratti per oltre dieci anni. In totale, sarebbero stati 19 i soldati australiani individuati come presunti colpevoli dall’indagine.

Dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001 contro gli Stati Uniti, l’Australia aveva inviato oltre 26.000 soldati in Afghanistan per combattere contro i talebani, al-Qaeda e altri gruppi di militanti islamisti. Nel 2013, poi, le truppe di combattimento australiane avevano lasciato il Paese e da allora sono emerse più testimonianze rispetto alla loro negligenza.

Leggi Sicurezza Internazionale, il solo quotidiano italiano interamente dedicato alla politica internazionale

Camilla Canestri, interprete di cinese e inglese

Crimini di guerra in Afghanistan: la Cina punta il dito verso l’Australia

 

Crimini di guerra in Afghanistan: la Cina punta il dito verso l’Australia

Ennesima bagarre a pochi giorni dalla sottoscrizione del Rcep.

di Enrico Oliari

Scoppia l’ennesimo caso diplomatico tra l’Australia e la Cina dopo la ripresa di un rapporto che mostrerebbe crimini commessi da soldati australiani durante il conflitto dell’Afghanistan. Un alto funzionario cinese, Zhao Lijian, ha twittato una foto in cui si vedrebbe un militare australiano tenere un coltello al collo di un bambino afgano, e sotto il commento “sono scioccato per l’assassinio di civili afgani e prigionieri da parte di soldati australiani. Condanniamo fermamente tali azioni e chiediamo che i responsabili siano assicurati alla giustizia”.
Il rapporto è stato pubblicato dal governo di Canberra a seguito di una meticolosa indagine condotta dal giudice militare Paul Brereton, dalla quale sono emerse decine di episodi di violenza perpetrata dai militari australiani nei confronti di militari e civili afgani. Tra gli episodi per cui sono stati aperte procedure giudiziarie vi sono 39 omicidi, compreso il caso del prigioniero ucciso a sangue freddo perché non c’era più posto sull’elicottero. Il documento riporta di giovani militari costretti al battesimo del sangue da sottufficiali uccidendo civili disarmati, e tra le vittime vi sono anche due ragazzi di 14 anni sgozzati.
Essendo i rapporti tra la Cina e l’Australia deteriorati da tempo per una moltitudine di questioni che spaziano dalle isole artificiali ai migranti e a guerra commerciale con dazi del 212% imposti dalla Cina sul vino australiano, Zhao Lijian ne ha approfittato per puntare il dito contro l’Australia, ma da più parti la foto è apparsa come un fotomontaggio o quantomeno modificata al computer.
Fatto sta che un furibondo premier australiano Scott Morrison ha parlato di “immagine ripugnante”, asserendo che “E’ oltraggioso: il governo cinese dovrebbe vergognarsi completamente per questo post. Lo sminuisce agli occhi del mondo”. Morrison ha spiegato che l’Australia ha voluto processi equi e trasparenti per indagare sulle accuse contro i militari accusati di crimini, ed ha aggiunto che “questo è ciò che fa un paese libero, democratico e liberale”.
Alla stilettata contro il regime di Pechino ha risposto la portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying sostenendo che “L’Australia sta reagendo in modo così forte al tweet del mio collega. Significa che pensano che la crudele uccisione di vite afghane sia giustificata? Le vite afghane contano, i soldati australiani non dovrebbero forse vergognarsi?. L’Australia dovrebbe chiedere scusa per i crimini commessi in Afghanistan”.
La querelle è aperta, ma è interessante notare che il tutto arriva a pochi giorni dalla sottoscrizione del Rcep, l’accordo di libero scambio e interconnessione sottoscritto da 15 paesi dell’area, tra cui appunto Australia e Cina.

MAI DARSI ALLA VIOLENZA GRATUITA: QUESTI SONO SOLO I SERVI, I PADRONI, QUELLI CHE PISCIANO IN TESTA ALL'ITALIA, SONO ALTRI - E VEDIAMO TUTTI CHI SONO CON I NOSTRI STESSI OCCHI.

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PM Conte Defends Italy's Intelligence Contacts With US | Voice of America -  English

Der Gewinner hat gesagt, dass die alle Gefaehrder sind.

 

Medien über „Linksextremismus“: Ein Gespenst geht um in Leipzig

Der Studentin Lina E. wird vorgeworfen, Anführerin einer linksextremistischen Gruppe zu sein. Die Beweislage ist dünn, aber für Schlagzeilen reicht's.

Eine Demonstration. Viele Menschen sind vermummt. Sie Tragen Transparente für Lina E. . Auch bengalos leuchten und rauchen. Es scheint später Abend oder Nacht zu sein.

Bengalos für Lina E.: Demo in Leipzig, November 2020 Foto: Björn Kietzmann

Der Leipziger Stadtteil Connewitz ist der linksextremste Ort Deutschlands. So war es im vergangenen Jahr vor allem in Boulevardmedien zu lesen. Die sächsische Polizei sprach nach den Ausschreitungen zu Silvester 2020 sogar von „Linksterrorismus“.

Um es klar zusagen: Extremismus ist scheiße, egal aus welcher Richtung. Nur klingen die Begründungen für die kraftvollen Worte in Sachen Connewitz immer so furchtbar dünn. Nun steht das Verfahren gegen die Studentin Lina E. bevor. Auch hier bietet sich das gleiche Bild. Der Studentin wird von der Bundesanwaltschaft vorgeworfen, Anführerin einer linksextremistischen Gruppe zu sein, die Angriffe auf die rechte Szene in Sachsen und Thüringen verübt haben soll.

Obwohl die Beweislage ziemlich dünn ist. Trotzdem schreibt die Leipziger Volkszeitung (LVZ) schon mal munter von der „mutmaßlichen Linksterroristin“ und übernimmt auch sonst brav die Positionen des sächsischen Verfassungsschutzes.

Am 8. September ist Prozessauftakt vor dem Dresdner Oberlandesgericht. Für den 18. September mobilisiert das Bündnis „Wir sind alle linx“ bundesweit zu einer Demonstration nach Leipzig. Die Verfassungsschützer befürchten deshalb linksextreme Straf- und Gewalttaten, berichtet am 27. 8. die LVZ.

Für die Schlagzeile reicht's

„Wenngleich zum gegenwärtigen Zeitpunkt keine entsprechenden Aufrufe zur Begehung von Straftaten zu verzeichnen sind, könnte der gesamte Prozessverlauf grundsätzlich ein Risiko von links­extremistischen Straftaten und Gewalttaten gegen Sachen und Personen mit sich bringen“, zitiert das Blatt eine Sprecherin des Verfassungsschutzes als Beleg. Beleg? Das ist Konjunktiv im Doppelpack!

Aber für die Schlagzeile „Verfassungsschutz warnt vor Gewalt“ reicht’s. Und schon drei Tage später kann die LVZ Vollzug melden. „Am Wochenende ist es zu einer ersten, allerdings noch kleineren Ausschreitung (…) in Connewitz gekommen.“

Was war passiert? Rund 300 Menschen waren im wahrsten Wortsinn ausgeschritten. Sie hatten am Sonntag an der Aktion „Soli-Saufen für Lina E.“ teilgenommen und dabei zu später Stunde auf der Straße rumgelungert. „Aufgrund der hohen Personenanzahl kam es zu Verkehrsbeeinträchtigungen“, zitiert die LVZ die Polizei. Das Blatt schreibt weiter: „Durch einige Personen seien aber auch Mülltonnen auf die Straße gezogen worden“.

„Im Fernsehen gibt es Formate mit Scripted Reality. Jetzt ist das wohl Scripted Policy?“, meint meine Mitbewohnerin. Klarer Hinweis auf Terrorismus? Ja leck mich! Egal. Bürger, es steht in der Zeitung: Gefahr droht! Mülltonnenterror in Connewitz!

Lettera aperta al signor Luigi di Maio, deputato del Popolo Italiano

IL SOGNO DELLA RIVINCITA NEONAZISTA TARGATO CRIMINALI PANDEMICI E' SVANITO: SE NE DEVONO ANDARE TUTTI O ESSERE DEFENESTRATI.

  Ucraina, piano europeo per convincere Trump: 30mila soldati in campo Ultima ora 20 Febbraio 2025 09:05 REDAZIONE 1  ' di lettura (Adnk...