SCANDALO A CORTE
Scandalo a corte. Nella commissione Affari Sociali della Camera, la maggioranza bulgara che sostiene il governo Draghi è stata messa sotto grazie al voto contrario dei voti leghisti. E, nonostante Claudio Borghi, pronto ad ogni mutamento di opinione in pochi secondi, si affanni a dare prova di fedeltà al regime terapeutico “Non è un voto contro il green pass, ma per migliorarlo”(dal quotidiano La Stampa di oggi), i sacerdoti del verbo europeista draghiano, Letta del PD in testa, si stracciano le vesti e gridano: qui ci vuole una verifica di maggioranza.
E qui il giornalista Marcello Sorgi insorge sdegnato, anzi un pochetto terrorizzato, sempre dalle colonne del quotidiano piemontese: non è tempo di verifiche ad un mese dalle elezioni amministrative, fu così che cadde il secondo governo Conte, quello giallorosso.
Come si può vedere, il governo dell’austero Draghi non è così esente dal trovare ostacoli sul suo percorso. Certo, non siamo così ingenui da non sapere che la questione della mutazione in legge dei due decreti sul green pass verrà agevolata grazie ad granitico voto di fiducia, grazie al quale i bambini riottosi e svogliati come Borghi verranno rimessi in riga, pena l’anonimato a vita.
Intanto pero l’editoriale di Sorgi indica una preoccupazione vera: quella del voto ottobrino, dove a Roma e Torino Liberiamo l’Italia è parte integrante e operante di due liste civiche dissenzienti.
In particolare Ugo Mattei parla apertamente, in caso di sua elezione a sindaco di Torino(tutt’altro che impossibile secondo i sondaggi indipendenti) di fare del capoluogo piemontese una città santuario dove i cittadini saranno tutelati dai provvedimenti arbitrari del potere attuale e dove regnerà sovrano il dettato costituzionale. Sono parole intrise di fede laica nella migliore elaborazione politica dell’Italia repubblicana, parole che potrebbero fare da volano, da effetto domino positivo per una popolazione italiana smarrita ma tutt’altro che rassegnata.
E sì, perché il movimento di opposizione sociale e politica al vergognoso provvedimento del green pass è sconfitto soltanto nelle fantasie malate dei direttori dei telegiornali. Sono trascorsi soltanto cinque giorni dalla riuscitissima manifestazione di Milano, dove trentamila persone sono scese in piazza a difesa dei propri diritti. Decine di nuove manifestazioni hanno luogo ogni giorno, dai più piccoli paesi alle grandi città, con un enorme dispendio di forze ed energie da parte di molti attivisti.
Con equilibrio e attenzione ci si destreggia in mezzo alle insidie messe ad arte dagli stessi apparati di regime. La vicenda dei blocchi alle stazioni ferroviarie, finita in un nulla di fatto, mostra che le tecniche di manipolazione di massa seguono binari, è il caso di dirlo, ben tracciati. I negazionisti da operetta, che esistono solo nella propaganda di regime, non si sono fatti vivi (e chissà allora chi c’è dietro quei comunicati che invitano alla rivoluzione un tanto al chilo).
Il vero fronte di opposizione, invece cresce in forza e convinzione, e si dimostra unitario, con senso di responsabilità verso il popolo del quale è la migliore espressione, con buona pace di chi fa bandiera dell’antipolitica. Tutto questo dà molto, molto fastidio ai padroni del vapore.
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