- PARTE LA BATTAGLIA LEGALE
«Ricorsi e referendum: così smonteremo il green pass»
- Attualità
- 11-08-2021
La battaglia dell'avvocato Grimaldi contro il Green pass: «Gravissima situazione di discriminazione che vìola Costituzione e regolamento europeo, compiuta la quale i vaccinati accuseranno i non vaccinati di non farli uscire dall’emergenza». Pronta una squadra di 1000 avvocati suddivisi per regione: «Il primo passo è la diffida al Governo; a medici, insegnanti, studenti e viaggiatori dico di attendere i provvedimenti amministrativi e poi impugneremo al Tar». Sullo sfondo c'è un referendum popolare: «Raccogliere 500mila firme sarà facile».
- COME VIENE IMPOSTO IL VACCINO AI CROATI di Guido Villa
«La battaglia giuridica non sarà contro i vaccini, ma contro l’obbligo di vaccinarsi mascherato da Green pass. Ricorsi al Tar e anche un referendum ci aspettano».
Avvocato Erich Grimaldi, dopo aver guidato il comitato per le cure domiciliari, ora c’è una nuova emergenza: l’obbligo vaccinale mascherato col lasciapassare sanitario.
Ho fondato l’Unione per le cure e le libertà (QUI e QUI)
tenendola volutamente distinta dal comitato con il quale continuiamo a
sollecitare il Ministero all’adozione di protocolli aggiornati per le terapie domiciliari. Ma qui e adesso c’è una battaglia giuridica importante.
Chi ne fa parte?
Sto raccogliendo le adesioni di avvocati e giuristi di vario tipo: attualmente siamo un migliaio.
Vi ripeteranno il solito ritornello: siete no vax.
Falso: non siamo contro il vaccino, ma contro l’imposizione di un pass
che nasce per motivi politici e non scientifici. È bene chiarirlo
subito: il pass non ha niente di scientifico.
Da giurista e avvocato che cosa vede?
Vedo che si sta creando una gravissima situazione di discriminazione tra
i cittadini, compiuta la quale i vaccinati vedranno i non vaccinati
come coloro che non li faranno uscire dall’emergenza. Il nemico
diventerà il non vaccinato. Questo è falso e gravissimo.
Di chi è la colpa?
Devo dire media e politici al governo: non c’è mai stata una
comunicazione trasparente riguardo il rapporto rischi/benefici, sul
consenso informato, sulla vigilanza passiva, sulla sperimentalità, sulle
reazioni avverse, sulle dosi: tutto questo ha disorientato il
cittadino. Non credo che il 35% degli italiani sia No vax.
Chi state assistendo?
Ci hanno contattato diversi sanitari vaccinati a gennaio che a luglio si
sono contagiati dopo aver terminato il periodo di copertura del
vaccino. La maggior parte di coloro che ci cerca sono giovani, abbiamo
creato dei gruppi di lavoro di avvocati distribuiti per regioni. Li
abbiamo divisi per competenze e specializzazioni, dagli
amministrativisti ai giuslavoristi, dagli esperti di privacy a quelli
che si occupano di normative sanitarie. E facciamo azioni di tutela a
distanza.
In questi giorni avete inviato anche una diffida al governo. Perché?
Abbiamo diffidato la Presidenza del Consiglio perché deve assicurare
l’erogazione di servizi e attività senza discriminazioni tra vaccinati e
non e perché c’è un problema di privacy e di trattamento dei dati.
È il caso delle verifiche sull’identità.
Nessuno può sostituirsi a un pubblico ufficiale, quindi i documenti li
possono richiedere solo loro. Noi abbiamo eccepito una serie di
violazioni riguardo norme inderogabili alla democrazia facendo
riferimento all’articolo 32 della Costituzione. Questo provvedimento è
fatto per invogliare la gente a vaccinarsi, non per risolvere
un’emergenza.
A un insegnante che cosa consigliate di fare?
Allo stato attuale gli diciamo di attendere, ma nel momento in cui
dovesse arrivare la sanzione va impugnata immediatamente al Tar facendo
valere anche il regolamento europeo. L’impugnazione, trattandosi di un
decreto e non di un Dpcm, può avvenire solo quando c’è il provvedimento
amministrativo. Per i ristoratori invece va impugnato innanzi al giudice
ordinario per chiedere la disapplicazione del decreto legge per
violazione del regolamento Ue, ma i tempi della giustizia ordinaria sono
più lunghi di quella amministrativa.
E per i trasporti?
Anche la normativa sui trasporti viola il regolamento europeo. Un
pendolare non ha senso che se attraversa due regioni debba esibire un
certificato mentre un altro che percorre anche più km nella stessa
regione, no. Questa illogicità costituisce discriminazione e disparità
di trattamento. Un controllore di treno non può verificare l’identità di
una persona.
Nel senso che non ha nessun titolo per chiedere la carta di identità?
E soprattutto i dati sanitari. Anzi, devo dire che sui dati sanitari,
che sono estremamente sensibili, ho anche qualche dubbio che possano
farlo le stesse forze dell’ordine. Ci sono tantissimi profili di
violazione della privacy. Prenda ad esempio il rischio gogna e bullismo
che subiranno gli studenti non vaccinati e che costringeranno tutti gli
altri a indossare la mascherina in classe.
Che valore hanno le diffide che state presentando?
Ci serviranno nelle successive impugnazioni delle sanzioni. È un modo per dire: io avevo avvertito che il GP era un atto discriminatorio.
E se le impugnazioni al Tar non dovessero bastare?
Questa è materia di referendum. Solo i nostri movimenti contano 2
milioni di cittadini, quando abbiamo fatto la petizione che abbiamo
presentato al ministro Speranza in un mese abbiamo raccolto 30mila
firme. Raccogliere 500mila firme per far partire un referendum non sarà
difficile.
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