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06/09/21

QUANDO DELEGANO LA DIFESA DELLA LIBERTA' DI PAROLA AI FASCISTI ... VERO, LAMORGESE?

 

No vax, l’avvocato Polacco in piazza: «Raccogliamo firme per querelare il premier Draghi e i virologi»

Il penalista, responsabile del movimento «Sentinelle della Costituzione», ha organizzato il sit-in di mercoledì sera a piazza del Popolo, insieme con il comitato «Libera Scelta» contro vaccini e green pass

No vax, l'avvocato Polacco in piazza: «Raccogliamo firme per querelare il premier Draghi e i virologi» L’avvocato Edoardo Polacco ieri a piazza del Popolo (Fabiano/Lapresse)
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Le stelle di David gialle appuntate sulle magliette ci sono ancora. E per di più con la scritta «jude». Nessuno ha preso in considerazione le proteste e lo sdegno delle comunità ebraiche di tutta Italia: alcuni nel variegato popolo dei no vax e dei no green pass continuano a considerare le misure anti-Covid del governo alla stregua della Shoah. E ci sono riferimenti anche a Norimberga al doppio sit-in di protesta in piazza del Popolo. Fra slogan contro il premier Mario Draghi, il ministro della Salute Roberto Speranza e i virologi, come Roberto Burioni. Alla fine fiaccolata con un migliaio di partecipanti.

In prima fila fin dal tardo pomeriggio l’avvocato Edoardo Polacco, penalista e paladino dei diritti dei cittadini, che questa volta ha preavvisato a suo nome in Questura il sit-in delle 18, quindi autorizzato, ma ha anche organizzato una raccolta di firme per querelare Draghi e Burioni per le «gravi minacce contro chi non si è voluto vaccinare». «La nostra è una resistenza democratica contro questa dittatura. È una guerra del popolo contro i potenti», afferma il professionista, in prima fila anche per i movimenti che rappresenta e promuove sui social, su Facebook prima di tutto, come quello delle «Sentinelle della Costituzione».

Dalla piazza, proprio sotto l’obelisco, con i blindati della polizia e dei carabinieri parcheggiati ai margini dalla parte di piazzale Flaminio e via del Corso, si leva il grido «Libertà, libertà!». «Chiederemo il risarcimento danni verso chi sta insultando chi non si vaccina», ribadisce Polacco parlando al megafono Polacco circondato da alcune centinaia di persone che lo applaudono. «Sono azioni violente che non accettiamo - continua-. Stiamo cercando di abbassare il tono di scontro contro chi sceglie di non vaccinarsi. Ci sono dieci milioni di cittadini che devono essere tutelati».

Su Facebook nel frattempo i commenti continuano a crescere, fino a toccare quasi i 1.700. Fra le querele già presentate nei mesi e nelle settimane scorse sempre dall’avvocato quelle nei confronti dell’ex premier Giuseppe Conte, di altri virologi, dei vertici dell’Ordine dei medici e di Confindustria. La fila per firmare è lunga, come sono ripetuti gli insulti ai giornalisti e ai media in generale, accusati di essere «venduti», «asserviti al regime». O anche peggio.

Un clima teso ma senza incidenti, con i poliziotti che controllano a distanza, anche quando le presenze in piazza diventano più numerose quando al primo sit-in si uniscono i partecipanti al secondo, quello indetto dal comitato «Libera Scelta» sempre per lo stesso motivo, contro il green pass soprattutto. Ci sono alcuni parlamentari della Lega, in aperto disaccordo con il governo pur facendo parte della maggioranza, ci sono anche rappresentanti arrivati da altre città. Una fiaccolata parte subito dopo il tramonto, dedicata anche a Giuseppe De Donno, l’ex primario di pneumologia dell’ospedale Carlo Poma di Mantova, che per primo l’anno scorso aveva iniziato la cure del Covid con le trasfusioni di plasma iperimmune, morto suicida nella sua abitazione l’altro ieri (c’è un’inchiesta in corso). In sua memoria applausi, un minuto di silenzio e raffiche di insulti all’indirizzo dei virologi. «È una giornata drammatica: hanno ucciso De Donno», dicono alcuni manifestanti, mentre Polacco sottolinea: «Stiamo querelando questi soggetti che ci stanno minacciando. Non sono esposti: sono querele con richieste di risarcimento danni. Le presentiamo in tutti i tribunali d’Italia: vogliamo giustizia». E adesso forse si replica già domani o sabato.

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