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CACCIARE DALL'ITALIA TUTTI QUESTI FIGURI DI FACCE DA CULO PARASSITI ANCHE SE GIA' MORTI!

CACCIARE DALL'ITALIA TUTTI QUESTI FIGURI DI FACCE DA CULO PARASSITI!
Ucraina, Mattarella: ‘Quando ho saputo dell’invasione russa ho pensato a “Bella ciao”‘
Acerra, 20 febbraio 2025 – “Oggi, in questa imprevedibile e drammatica stagione che stiamo attraversando in Europa, il valore della Resistenza all’aggressione, all’odio, alle stragi, alla barbarie contro i civili supera i suoi stessi limiti temporali e geografici.
Nelle prime ore del mattino dello scorso 24 febbraio siamo stati tutti raggiunti dalla notizia che le Forze armate della Federazione Russa avevano invaso l’Ucraina, entrando nel suo territorio da molti punti diversi, in direzione di Kiev, di Karkiv, di Donetsk, di Mariupol, di Odessa. Come tutti, quel giorno, ho avvertito un pesante senso di allarme, di tristezza, di indignazione.
A questi sentimenti si è subito affiancato il pensiero agli ucraini svegliati dalle bombe e dal rumore dei carri armati. E, pensando a loro, mi sono venute in mente – come alla senatrice Liliana Segre – le parole: “Questa mattina mi sono svegliato e ho trovato l’invasor”. Sappiamo tutti da dove sono tratte queste parole. Sono le prime di “Bella ciao”” così il Presidente della Repubblica Mattarella nel corso del suo discorso per il 25 aprile 2022.
Quirinale – Fonte: Agenzia Vista

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“Prodi era vicino alla rete del Kgb”. La voce ritorna nelle carte inglesi
È la voce che torna dopo tanti anni: Romano Prodi era vicino al Kgb
di Stefano Zurlo – Ad affermarlo, in uno scritto autografo con tanto di firma, è l’ex agente dell’intelligence russa e poi dissidente Alexandr Litvinenko che tutti ricordano per la morte atroce dopo aver bevuto un tè al polonio nel 2006 a Londra. Due anni prima, il 13 gennaio 2004, Litvinenko riempie due pagine in cui rivela: «Sono venuto a conoscenza del fatto che Romano Prodi, il presidente dell’Unione Europea, è una persona vicina al Kgb».
Siamo dentro una spy story in cui verità, finzione e calunnia si mischiano fino a far diventare irriconoscibili i contorni della realtà.
A rendere ancora più ardua la decifrazione del messaggio è il fatto che Litvinenko si basa sulle confidenze ricevute da un altro ufficiale dei Servizi russi: «È un vicedirettore dell’Fsb con il quale ho mantenuto contatti segreti fino a oggi. Se l’Fsb scopre il mio contatto con lui, potrebbe essere ucciso come traditore». Ed è proprio da lui che Litvinenko dichiara di aver avuto la soffiata.
La stessa informazione era trapelata nel 2007, ma ora la notizia rimbalza dagli archivi inglesi e diventa pubblica perché è stata scovata, fra innumerevoli file, da Nicoletta Maggi, giornalista, storica portavoce di Umberto Bossi con la passione per le spy story e buone entrature fra gli storici e gli 007 britannici che nel tempo le hanno consentito di realizzare diversi scoop e libri.
«In questo file – scrive Maggi sul suo sito – declassificato da Downing Street il 17 luglio 2018, c’è l’intera dichiarazione di Alexandr Litvinenko su Romano Prodi».
Due pagine compilate a penna, in russo, e con traduzione in inglese. Litvinenko racconta un episodio chiave della sua biografia: la preparazione della «fuga» verso Ovest: per questo si rivolge all’agente con cui coltiva una frequentazione speciale, e chiede un consiglio prezioso: dove scappare? «Io – prosegue il testo, custodito negli archivi di Londra – volevo andare in Italia perché mio fratello Maxim era andato in Italia, portando con se documenti dell’Fsb».
Ma il suo interlocutore frena e lo mette in guardia: «Quella persona mi ha detto di non andare per nessuna ragione in Italia e in Germania, perché c’erano molti agenti del Kgb al governo di quei Paesi». È a questo punto che salta fuori il nome, pesantissimo, di Prodi. «Citerò solo una nostra persona – dice l’alto ufficiale in quel colloquio – che attualmente è il presidente dell’Unione Europea e si chiama Romano Prodi».
Fin qui il documento scoperto da Maggi. Che opportunamente torna alle presunte rivelazioni del 2007, praticamente lo stesso spartito riproposto ora: «Due televisioni britanniche, Itv e Bbc, trasmisero le affermazioni di Litvinenko: Romano Prodi era un uomo vicino al Kgb. Il Presidente Prodi rigettò fermamente le accuse bollandole come infamanti e dichiarò che i due network erano stati vittime di pirateria delle notizie».
Allora si scoprì che le rivelazioni di Litvinenko erano arrivate a Londra dall’Italia, o meglio erano state raccolte dal controverso avvocato Mario Scaramella, consulente della commissione Mitrokhin, poi arrestato nel nostro Paese e condannato a una pena di 4 anni. Fra l’altro anche per calunnia, nei confronti di un legale di San Marino. Si stabilì anche che la fonte di Litvinenko era il colonnello Anatolij Trofimov, poi assassinato a sua volta a raffiche di mitra.
C’ è un’analogia fra le carte del 2007 e quelle del 2025? Si può pensare che l’origine sia la stessa. Siamo in un grande intrigo internazionale: anche il documento del 2025 ha una matrice italiana. «In alto e in basso a sinistra, nella prima pagina – riassume Maggi – compaiono due timbri del tribunale di Napoli, il secondo poco leggibile. In basso a destra, il timbro della questura di Napoli. In ognuna delle due pagine, in italiano, compare la scritta segreto. E in cima, sia nella prima che nella seconda pagina, in stampatello sempre in italiano, Commissione Mitrokhin».
Di nuovo è facile immaginare che quei documenti siano passati per le mani di Scaramella che li ha trasferiti in Gran Bretagna dove sono rimasti, prima coperti e poi visibili, in tutti questi anni.
Ecco la voce che ritorna, con i misteri di Litvinenko
Si tratta di un documento autentico e perché Litvinenko fa quelle affermazioni? Di sicuro, Scaramella lo incontra nel 2006 e raccoglie il suo drammatico video testamento.
Certo, l’ex agente si appoggia a sua volta ad un’altra spia ed è facile immaginare che queste carte siano state diffuse in un tentativo di destabilizzazione dell’Occidente. Nel 2004 Prodi guida l’Europa, due anni più tardi entra a Palazzo Chigi come presidente del Consiglio.
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Bonaccini: ‘il Pd da solo non potrà mai battere la destra’
ROMA, 17 GEN – “Credo che il Partito Democratico stia facendo la sua parte fino in fondo, ma non basta. Il Pd da solo non potrà mai battere la destra, ma neanche le altre forze che si definiscono di opposizione potranno battere la destra senza il Pd”. Così Stefano Bonaccini, presidente del Partito Democratico ed europarlamentare, ai microfoni di Radio Cusano Campus.
Costruire “l’alternativa – continua Bonaccini – è una cosa diversa che dirci contro la destra, sarebbe persino un eufemismo per chi è di centro-sinistra. Non basta dire ai cittadini che si è contro il governo, ai cittadini non basta, non basta per niente. Tu devi sempre dire, e questo è il senso dell’alternativa, qual è la proposta alternativa che hai quando muovi una critica. Noi siamo impegnati a costruire questo e io mi auguro che da qui al 2027, quando si voterà per le elezioni politiche, con anche i passaggi delle regionali, che costruiremo l’alternativa perché non basta dirci contro, ma bisogna avere un progetto per il Paese, e a questo siamo impegnati”. (ANSA)

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Schlein: ‘Meloni dica se sta con la UE o con Trump, deve scegliere’
“Giorgia Meloni venga a dire in aula da che parte sta. Se ha deciso di indossare la maglia dell’Europa o il cappellino dei Trump”
A dirlo la segretaria del Pd, Elly Schlein, al quotidiano “La Repubblica”, parlando del summit di Parigi. “La premier deve innanzitutto spiegare cosa intende fare lei – aggiunge -. Decidere se schierarsi con l’Europa o con il presidente americano. Da settimane dicevamo che non si può stare col piede in due scarpe in eterno. Quanto accaduto in questi giorni impone una scelta di campo. Qual è la sua? E’ l’ora di dare una risposta: all’Italia prima che a noi”.
Schlein afferma che “Trump non si è mai nascosto, il suo disegno di indebolire l’Europa lo ha sempre dichiarato. Per questo trovo assurdo che si possa rinchiudere nelle relazioni bilaterali, anzichè lavorare a una maggiore integrazione europea per evitare di finire ai margini. Su questo l’Italia può dare una spinta propulsiva. Oggi – avverte – se si somma la spesa militare di tutti e 27 i Paesi europei, si scopre che è più alta di quella della Cina e della Russia. Se ci mettiamo insieme, risparmiamo pure, condividendo investimenti e ricerca.
Lo scenario internazionale è cambiato, l’Europa non può delegare ad altri la sicurezza del continente, tanto più dopo il disimpegno annunciato da Trump. Quindi la difesa comune è necessaria”. Ma “quelli allergici agli investimenti comuni sono i suoi alleati in Europa”, quindi “spero che Meloni batta un colpo invece di assistere in silenzio alle reunion dei nazionalisti convocate da Salvini”. L’amicizia Meloni-Trump “non mi pare abbia impedito l’attacco frontale alla Ue, e dunque all’Italia, nè i dazi, nè l’esclusione dai negoziati di pace. Per questo diciamo che adesso deve scegliere”. ITALPRESS

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Schlein: “Meloni vassalla di Trump”
ROMA, 21 FEB – “La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni da giorni non dice una parola sugli insulti e gli attacchi frontali di Trump all’Ucraina e all’Unione europea, non ha il coraggio di prendere una posizione, non riesce a difendere gli interessi italiani ed europei perché non vuole scontentare la nuova amministrazione americana”.
Lo dichiara la segretaria Pd Elly Schlein. “Addirittura apprendiamo dalla stampa che la Presidente Meloni sta valutando di non partecipare alla riunione del G7 di lunedì e sta invece pensando di andare alla conferenza trumpiana Cpac, dove Steve Bannon ha concluso il suo intervento con il saluto nazista, come aveva fatto già Musk qualche settimana fa. Persino Bardella ha annullato la sua partecipazione.
Dopo questo fatto, ci chiediamo dove voglia portare l’Italia Giorgia Meloni, nella sua incapacità di scegliere tra la maglietta dell’Italia e il cappellino di Trump. Altro che ponte con gli Usa, si sta dimostrando già una vassalla. Abbia la decenza di dissociarsi da questo raduno neofascista per fare, una volta tanto, gli interessi dell’Italia”. (ANSA)

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Beppe Grillo ricoverato all’ospedale di Cecina
Beppe Grillo ricoverato all’ospedale di Cecina. Lo storico leader del M5s, riporta Il Tirreno, si è presentato domenica 10 dicembre al pronto soccorso ed è stato trattenuto anche lunedì 11 per accertamenti e cure nel reparto di osservazione breve dell’ospedale. Secondo indiscrezioni – scrive il Messaggero – per il comico e politico genovese non si tratterebbe di nulla di grave. A Cecina Grillo ha una villa sulla spiaggia di Marina di Bibbona: lì trascorre i giorni di vacanza e si trasferisce più volte durante l’anno.

Lettera aperta al signor Luigi di Maio, deputato del Popolo Italiano
IL SUCCO
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- MENTRE TRUMP E ZELENSKY FACEVANO SCENEGGIATE ... E LE SEGHE MENTALI AI MASS E AI SOCIAL MEDIA ... LO STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO RUSSO PIANIN PIANINO ZITTI ZITTI QUATTI QUATTI CONTINUA AD AVANZARE ... UCRAINI SI ARRENDONO IN MASSA ... LE DIFESE UCRAINE SONO DI BURRO FUSO ... PUTIN? NON E' IL PUTTIN CHE COMANDA. E' LO STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO RUSSO CHE COMANDA (E QUELLO CINESE): FA LA GUERRA E LA POLITICA DELLA GUERRA. IL PUTTIN GLI REGGE SOLO IL MOCCOLO. LA UE VERRA' SCONFITTA DALLA RUSSIA, MA LA RUSSIA NON VI LIBERERA', MEN CHE MAI LA CINA. LA MAGGIOR PARTE DELLE OPINIONI PUBBLICHE OCCIDENTALI, SPECIALMENTE QUELLA ITALIANA, SONO ORAMAI IRRIMEDIABILMENTE INFETTE DAL VIRUS DELL'IMPOTENZA MENTALE E DELL'INCAPACITA' DI AGIRE RAZIONALMENTE. IL COVID NON C'E' PIU', MA LA MAGGIOR PARTE DELLE PERSONE ANCORA SI COMPORTA COME SE CI FOSSE PUR DI NON DOVERE AFFRONTARE LA REALTA': DI ESSERE IN UNA GUERRA NON CONVENZIONALE DICHIARATA DALLE ELITES E DAI MILITARI ALLE POPOLAZIONI CIVILI INERMI IN TUTTO IL MONDO. NON SARANNO GLI ESERCITI RUSSI E CINESE (NORDCOREANO) A TOGLIERVELE, LO DOVETE FARE DA SOLI/E. DOVETE REIMPARARE A SPUTARE SANGUE. MAS RAPIDO. L' ALTERNATIVA E' L'ESTINZIONE. ALTRO CHE INTELLIGENZA ARTIFICIALE ...
Tirare l'acqua
- "Emergency does not create power. Emergency does not increase granted power or remove or diminish the restrictions imposed upon power granted or reserved. The Constitution was adopted in a period of grave emergency. Its grants of power to the Federal Government and its limitations of the power of the States were determined in the light of emergency, and they are not altered by emergency. What power was thus granted and what limitations were thus imposed are questions which have always been, and always will be, the subject of close examination under our constitutional system. While emergency does not create power, emergency may furnish the occasion for the exercise of power. "Although an emergency may not call into life a power which has never lived, nevertheless emergency may afford a reason for the exertion of a living power already enjoyed." Wilson v. New, 243 U. S. 332, 243 U. S. 348.
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