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Tommaso Petroni, chi è il successore del Generale Figliuolo e perchè è stato sostituito per la campagna vaccinale

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Tommaso Petroni nuovo commissario emergenza covid-19

Termina oggi, giovedì 31 marzo 2022, lo stato di emergenza dovuto alla pandemia da Covid-19. Tra le novità c’è anche il passaggio di consegne per il commissario preposto proprio all’emergenza, il Generale Figliuolo, che lascerà da domani il proprio posto. Chi arriverà al suo posto? Il Premier Draghi ha scelto di pescare nuovamente dall’esercito indicando nella figura di Tommaso Petroni il successore di Figliuolo. 

Chi è Tommaso Petroni

Questo il suo curriculum. Brigadiere Generale dell’Esercito si è già occupato della logistica della speciale struttura commissariale istituita nella campagna di contrasto alla diffusione del Covid. Ha 60 anni ed è pugliese. Arrivato nell’Esercito negli anni ’80 ha partecipato a diverse missioni tra cui Somalia e Kosovo. Dal 2018 al 2021 si è occupati di logistica e trasporti per l’esercito. 

Perché è stato scelto per completare la campagna vaccinale

Ma quali saranno i compiti del nuovo Commissario? Da domani, 1 aprile, Tommaso Petroni si occuperà del completamento della campagna vaccinale e di adottare altre misure per il contenimento della pandemia. Sarà a capo, in poche parole, di unità speciale ad hoc per completare la strategia anti Covid in materia di vaccini e gestire la transizione del post periodo emergenziale.

In tal senso Draghi ha firmato ieri il Dpcm che prevede tale figura strategica fino al prossimo 31 dicembre. Parte del personale che fin qui ha fatto parte della struttura d’emergenza rimarrà in questa nuova unità e sarà affiancato da personale del Ministero della Salute. Vice di Petroni sarà invece Giovanni Leonardi, già Dirigente proprio del Ministero presieduto dal Ministro Speranza. 

Dove andrà Figliuolo 

A quale ruolo passerà invece l’ex, a questo punto, Commissario Figliuolo? Stando a quanto si apprende il Generale tornerà ad occuparsi del Comando Operativo di Vertice Interforze, noto come COVI, che ha il compito di coordinare, pianificare e gestire le operazioni dei soldati italiani impegnati all’estero.


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Invitalia, ipotesi nipote di Mattarella al posto di Arcuri

Arcuri Invitalia

Per sostituire Arcuri come amministratore delegato di Invitalia, è stato fatto il nome di Bernardo Mattarella, nipote del presidente

Arcuri dalle stelle alle stalle, rischia Invitalia, ipotesi nipote Mattarella ad al suo posto. L’emergenza Coronavirus in Italia continua. Ma a gestire gli effetti di questa pandemia non è più Domenico Arcuri. L’ex super commissario, infatti, ha ricevuto il benservito dal neo premier Draghi, che al suo posto ha scelto un militare, il generale Figliuolo.

Per un anno intero, – si legge sul Giornale – dalla nomina a supercommissario per l’emergenza Covid, carica a cui si è aggiunta anche quella di commissario per la riapertura delle scuole, gli errori della gestione Arcuri (dalle mascherine ai banchi a rotelle, al flop di Immuni e del del piano vaccinale) sono stati coperti e giustificati dalla maggioranza Pd-M5s, per evitare di mettere in discussione con il commissario anche il governo Conte, già traballante di suo.

Ma ora, – prosegue il Giornale – gli ex amici si sono immediatamente girati dall’altra parte (quella del suo successore, il generale Figliuolo), scoprendo d’improvviso che forse aveva accumulato troppi incarichi, che ha ricoperto il suo ruolo con poca umiltà, che si è volentieri promosso come primadonna anche nei salotti tv.

Arcuri fuori da Invitalia

Arcuri «ha fatto il suo dovere, anche se ci sono alcune questioni da chiarire il mio giudizio su di lui è complessivamente positivo» dice il capogruppo Pd al Senato Andrea Marcucci, che subito però aggiunge «oggi serve un cambio di strategia, quindi ci sta che venga sostituito ».

L’ultima indiscrezione è che potrebbero persino farlo fuori da Invitalia. Per sostituirlo come amministratore delegato l’agenzia Dire fa il nome di Bernardo Mattarella, nipote del presidente. Un nome che, a differenza di Arcuri, metterebbe d’accordo tutti. www.affaritaliani.it


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Meloni nomina Figliuolo nuovo vicedirettore Aise

figliuolo richiami

Il generale Francesco Paolo Figliuolo è stato nominato “vice direttore dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterne”

La carica è stata conferita grazie al dpcm firmato dal premier Giorgia Meloni. In una nota di Palazzo Chigi si legge al riguardo che “l’incarico ha la durata di due anni. Della nomina è stato informato il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica”.

Crosetto: “Giusto riconoscimento all’impegno del generale”

“La nomina del generale di corpo d’armata Francesco Paolo Figliuolo quale vice direttore dell’Aise è il giusto riconoscimento dell’impegno e della dedizione con cui ha servito il Paese nel corso della sua carriera – dice il ministro della Difesa, Guido Crosetto -. Le istituzioni sanno riconoscere il valore dei propri servitori. Auguri di buon lavoro!”.   tgcom24.mediaset.it


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Malaria, Gavi: 9,8 milioni di dosi di vaccino a 17 paesi africani

Bill Gates e Tedros

“A un anno dal lancio delle vaccinazioni di routine contro la malaria in Africa, oltre 9,8 milioni di dosi di vaccino antimalarico (per un totale di 12 milioni dal 2023) sono state consegnate a 17 Paesi endemici attraverso il programma Gavi, The Vaccine Alliance. ‘In totale – spiega una nota – si stima che siano stati protetti circa 5 milioni di bambini in 17 Paesi, che rappresentano complessivamente oltre il 70% del carico di malaria nel mondo’.

I primi dati sottolineano ‘il potenziale impatto positivo del vaccino’ con Ghana, Kenya e Malawi che, a partire dal 2019, stanno guidando l’implementazione negli altri Paesi. ‘Coordinato dall’Oms e finanziato da Gavi, The Vaccine Alliance e dai partner – continua la nota – questo programma pilota ha raggiunto oltre 2 milioni di bambini e ha dimostrato che il vaccino contro la malaria ha portato a una riduzione significativa delle malattie da malaria, a un calo del 13% della mortalita’ infantile complessiva e a una riduzione ancora maggiore delle ospedalizzazioni’.
www.ilsole24ore.com


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Piano pandemico, Bassetti: ‘Grave che la politica metta il naso’

Vaiolo delle scimmie, Bassetti

Il Piano pandemico “non può derogare da quello che viene fatto in tutti i Paesi del mondo. È evidente che i lockdown sarebbero sempre da evitare, ma nel momento in cui dovesse esserci un nuovo virus e ci fosse una diffusione come quella già vissuta, il contenimento di un’infezione è la quarantena. Non lo decide la politica, ma la scienza e la medicina”.

Così all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova, in merito alla bozza del nuovo Piano pandemico 2025-2029 trasmessa alle Regioni dal ministero della Salute: “Spiace che ancora una volta il Piano pandemico sia influenzato dalla politica, invasioni di campo gravissime, e credo che noi medici e scienziati non ci dobbiamo stare. La politica non deve mettere il naso in materie non sue“.

“Io sono stato il primo critico di alcune misure prese nel 2020-2021”, ha ricordato Bassetti, “i lockdown troppo lunghi e le scuole chiuse. Ma scrivere in un Piano pandemico che tu non farai mai un Dpcm per la quarantena ritengo sia sbagliato. Nessun altro Paese si è posto in questo modo”. ADNKRONOS

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M5S, Casaleggio: “Fatica a trovare candidati, telefonate ad amici e parenti”

casaleggio

Davide Casaleggio spara a zero contro il M5S. “Si è passati da un Movimento iper democratico a un partito iper verticistico, dove un nominato nomina altri nominati. Questo sta portando a magri risultati”, afferma in un’intervista al Tg4, dove spiega: “Per quanto riguarda la strategia del M5S oggi nei Comuni, credo stia patendo il cambio di metodo: si è passato da un metodo in cui le candidature erano un mezzo per portare a termine un programma e oggi invece sono un fine, per piazzare qualche persona o fare un favore a qualcun altro… In alcuni casi per supportare un candidato sindaco terzo come a Milano con Sala, in altri per restituire un favore come ad esempio a Mastella non presentandosi a Benevento”.

Casaleggio: telefonate per cercare candidati

“Non è un caso si stia facendo fatica a trovare persone per le liste. La scorsa volta con il M5S candidammo 7mila persone e vincemmo anche Roma e Torino. Oggi con il modello partito 2050 si fanno le telefonate per chiedere disponibilità tra amici e parenti”, ha aggiunto il presidente di Rousseau.

“Di Battista saprà scegliere in modo adeguato, dovete chiedere a lui. Ha idee molto nette e poco democristiane, questo mi dà un’idea di cosa farà in futuro”, dice ancor Casaleggio che poi aggiunge: “Io in politica? Ho sempre fatto politica a modo mio fuori dalle istituzioni, creando strumenti di partecipazione digitale”. adnkronos

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Case dell’Inps all’editore di Matteo Renzi, bufera su Tridico

tridico pensioni eliminate

Il “pacchetto case” affidato all’editore di Renzi. Scoppia una nuova bufera sulla gestione dei conti dell’Inps da parte del presidente uscente, il grillino Pasquale Tridico.

Da un esposto della Corte dei Conti – si legge su La Verità – è emersa una perdita di decine di milioni di euro. Il motivo sarebbe dovuto, tra le altre cose, al fatto che Tridico avrebbe dato in esclusiva il patrimonio immobiliare dell’ente (diverse case) ad Alfredo Romeo, editore del quotidiano Il Riformista, (diretto da Matteo Renzi). Dalla relazione della Corte dei Conti è emerso, infatti, che l’Inps perde circa 80 milioni di euro all’anno per colpa della gestione immobiliare.

Tutto nasce nel 2015, ai tempi di Tito Boeri, quando si concluse una gara d’appalto per individuare un unico gestore delle migliaia di immobili di proprietà dell’Inps, una mossa per ridurre la frammentazione che c’era in precedenza e assicurare un’efficace e puntuale gestione amministrativa e tecnica di tutto il patrimonio.

Ma nel 2017 – prosegue La Verità – fu la gestione Tridico a confermare l’accordo, in seguito ad una nuova gara, nonostante la redditività non fosse migliorata e l’ente continuasse a rimetterci denaro. Per esempio, si fa notare, sono numerosi gli occupanti abusivi degli immobili Inps. Ma l’ente non solo non li allontana, ma provvede al pagamento delle spese condominialiE in molti casi questi occupanti sembrano percepire dall’istituto anche il reddito di cittadinanza. Ora Renzi sul Riformista attacca Tridico per la sua gestione, ma non cita il caso del suo editore Romeo.  (affaritaliani.it)

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Fornero: ‘italiani poveri, inadeguati e con minori competenze cognitive’

Elsa Fornero

Forse era dai tempi di “choosy”, dei ragazzi svogliati che non volevano lavorare che non si registrava sul sismografo della puzza sotto il naso un picco di queste dimensioni

La professoressa Fornero, ex ministro e donna di scienza e di studio, ci perdonerà lo sfogo figlio di ciò che abbiamo letto questa mattina sulla colonne della Stampa. Famola breve: basandosi sugli ultimi dati Ocse, la professoressa Fornero dipinge l’Italia con un “Paese che arretrando in balia di social e populismi“. Insomma siamo na massa di ignoranti che non hanno la minima percezione del futuro e come ebeti, questo lo diciamo noi estremizzando il Fornero-pensiero, stiamo davanti a smartphone, tablet e diavolerie tecnologiche che ci rincoglioniscono al punto di essere in balia del populismo. Termine ormai abusato che va bene per tutto: per definire le politiche di destra, per definire un pensiero di pancia, per definire una discussione da bar.

Sta di fatto che per la Fornero siamo sprofondati in una “povertà conoscitiva che aumenta insieme a quella economica, civile e culturale. Il modo italiano di “imparare facendo” non basta più a compensare la fragilità educativa”, è la lezioncina su cui prendere appunti. Leggere per credere: “Non è certo difficile rendersi conto del legame tra la povertà conoscitiva e quella economica: nel complesso, siamo diventati non soltanto più poveri ma anche più “fragili”, sia intellettualmente, sia finanziariamente, con la stazionarietà delle retribuzioni mentre i prezzi aumentano.

Rispetto alla media dei Paesi Ocse, abbiamo minori “competenze cognitive”, ossia ci fa difetto la comprensione anche di piccoli problemi, la capacità di vederne le interconnessioni, di utilizzare ragionamenti e strumenti logico-deduttivi e, talvolta, anche semplici calcoli matematici per cercarne una soluzione”. Insomma non veniamo definiti “cretini” solo per residuo bon ton nella scrittura dell’ex ministro che scoppiò a piangere dopo aver di fatto stravolto il sistema previdenziale su cui si regge questo Paese.

Ma non siamo solo “poveri” e con inferiori “competenze cognitive”. No, siamo pure “inadeguati”: “Una generale coltre di inadeguatezza sembra avvolgere il Paese, impedendogli di crescere, economicamente e civilmente, e spingendolo a cercare nei salvatori della patria e nei populisti il rimedio a problemi dei quali ignoriamo la complessità, consolandoci con l’individuazione di un (sempre troppo facile) colpevole (l’Europa è un target ricorrente). Un’inadeguatezza che deriva, anzitutto, dall’insufficienza del sistema educativo nel generare e trasmettere valori e competenze e nel favorire una visione basata, sia pure con la necessaria semplificazione, su conoscenze scientifiche acquisite e condivise”, scrive la Fornero.

Proprio sul finire di questo processo agli italiani c’è un sussulto: “Si può certo obiettare che queste graduatorie sono sempre costruite con metodologie discutibili e che, per esempio, l’indagine Ocse non misura la creatività, dove forse gli italiani si situano verosimilmente sopra la media”. Peccato che per ben cento righe la Fornero abbia dimenticato quel genio italiano che dal dopo-guerra ad oggi ha fatto crescere questo Paese, lo ha fatto progredire, lo ha posizionato costantemente nel progresso, sì capitalista (è un vanto) dell’Occidente.

E forse Elsa Fornero farebbe bene a guardare anche i dati Ocse sull’occupazione che proprio oggi fanno registrare un record per l’Italia: la disoccupazione è al 4,9 per cento. Non accadeva dal 1983. Allora questi italiani che sono così lenti sul piano cognitivo e inadeguati a quanto pare hanno ancora voglia di sbattersi, di dimenarsi e di lavorare. L’unica cosa che conta. E il lavoro nasce inevitabilmente dalla cultura, dalla preparazione e dallo studio. Con buona pace di chi vuol darci da una vita lezioni. Non solo dalla cattedra di un’università.

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Schillaci: ‘lasciare l’Oms non è in programma’

Schillaci

“Sebbene l’uscita dall’Oms non sia contemplata nel programma di governo, credo sia legittimo e costruttivo un dibattito che miri ad analizzare criticamente il suo ruolo, con particolare riferimento all’allocazione, all’utilizzo delle risorse e alla governance. È nostro dovere, infatti, assicurare che ogni euro investito nella salute globale sia impiegato nel modo più efficace possibile”. Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci al question time alla Camera, su una possibile uscita dell’Italia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

L’Italia, ha ricordato, “partecipa all’Oms attraverso il versamento annuale di un contributo obbligatorio, che nel 2024 è stato pari a circa 18 milioni di dollari. Nello stesso anno ha inoltre versato contributi volontari per un totale di circa 7,8 milioni di dollari, destinati a finanziare le priorità del Programma di lavoro, come approvato dall’Assemblea Mondiale della Sanità, cui l’Italia partecipa. Questo finanziamento ci colloca al 19esimo posto tra le nazioni dell’organizzazione”.

“Va sottolineato che anche i leader internazionali che hanno espresso posizioni critiche verso l’Oms, come il presidente Trump, hanno messo in discussione principalmente l’allocazione delle risorse e le modalità operative dell’Organizzazione, non il principio fondamentale della necessità di una governance globale della salute”.”Il nostro obiettivo – ha ribadito Schillaci concludendo – deve essere quello di contribuire a rendere più efficace e trasparente la governance mondiale della salute, nell’interesse dei nostri cittadini e dell’intera comunità internazionale”. (askanews)


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Lazio, Rocca: “Guai se l’Italia uscisse dall’Oms”

Lazio, Rocca

“Questo è il momento in cui servono scelte coraggiose, capaci di ripensare un sistema che sta mostrando i suoi limiti in una legislazione che dobbiamo adeguare. Guai se l’Italia uscisse dall’Oms”.

Così il Governatore del Lazio Rocca all’inaugurazione dell’Anno Accademico 2024-2025 dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Fonte: Agenzia Vista

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Paolo Savona: «L’Italia prepari un piano B per l’uscita dall’Euro»

L’economista non usa mezzi termini: «L’Italia prepari un piano B per l’uscita dall’Euro. Se dovessimo essere colti impreparati sarebbe veramente un dramma. La Germania si è autoproclamata come “paese d’ordine dell’Europa” e ha usato la Grecia per riaffermare questo ruolo»

 

paolo-savona

di  Lorenzo Maria Alvaro

Non usa mezzi termini il noto economista Paolo Savona, già ministro dell’Industria nel governo Ciampi e autore per Rubbettino del discusso pamphlet “J’accuse. Il dramma italiano di un’ennesima occasione perduta” (pp. 84, in questi giorni in libreria): «La Germania ha dichiarato che ha perso la fiducia nella Grecia di Tsipras. Questa dichiarazione fa perdere definitivamente fiducia nella Germania di Schäuble o, più esattamente, conferma che la Germania non è partner affidabile nella costruzione dell’Europa unita».

Secondo Savona, proprio Schäuble (e non la Merkel), è in ultima istanza responsabile della vicenda. «La mia insistenza nel non attribuire alla Merkel la responsabilità della vicenda è dovuta alla conoscenza delle vicende dei Cristiano Democratici tedeschi che vide Schäuble, delfino del prestigioso Cancelliere Khol con il quale restò coinvolto negli scandali finanziari del Partito, sorpassato dalla Merkel. Egli è stato protagonista della riunificazione tedesca e, nel corso di questa storica operazione, Schäuble fu oggetto di un vile attentato che lo privò dell’uso delle gambe costringendolo su una carrozzella. Alla sua ambizione personale ha perciò aggiunto il diritto a un compenso, quello di essere nominato Cancelliere; la crisi greca è l’occasione che gli è stata offerta di cavalcare il 70% dei tedeschi contrari ad assistere la Grecia e favorevoli a gestire l’euro in modo diverso dal marco tedesco. Ho già avvertito che questo è uno dei cardini del Piano Funk, ministro dell’economia nazista, che suscitò le preoccupazioni dell’Ambasciatore italiano a Berlino che avvertì Mussolini dei rischi insiti nel progetto. Ma il punto principale del Piano è l’auto proclamazione della Germania come “paese d’ordine dell’Europa”. La crisi greca – e soprattutto il risvolto del referendum che ha rivelato l’allergia di un popolo alla democrazia “degli altri” – è stata un’ottima occasione per confermare questo punto. Gli altri sono avvertiti e tra questi c’è ovviamente l’Italia di cui è noto che i tedeschi non si fidano per le passate esperienze. I conti perciò vanno pareggiati e spetta alla parte sana dei tedeschi dirci che così non è. Io ho perso fiducia in loro».

Il Piano B
«Se l’Italia non l’ha già fatto, è giunto il momento d’avere pronto un Piano B – di fine dell’euro o di uscita dallo stesso – che dal 12 maggio 2011 ho insistentemente richiesto di approntare. Gli accordi costruiti male o firmati da paesi con intenti egemoni non hanno lunga vita. Se dovessimo essere colti impreparati all’evento, sarebbe veramente un dramma. Il sottotitolo del mio pamphlet J’accuse (Rubbettino Editore), in libreria da pochi giorni, è Il dramma italiano di un’ennesima occasione perduta. Sembrerebbe una protesta generale, ma il dramma ha un contenuto specifico: non aver approfittato della bonanza monetaria e dei tassi quasi nulli per sistemare il nostro debito sulla base delle proposte dettagliate avanzate con i colleghi Michele Fratianni e Antonio Rinaldi. Uno dei punti principali di questa proposta è la confluenza del patrimonio dello Stato in un Fondo simile a quello richiesto dall’Eurogruppo alla Grecia, gestito da persona autorevole (ci siamo spinti fino a indicare Enrico Bondi), nel quale far confluire il patrimonio dello Stato senza alienarlo, ponendolo a garanzia del rimborso di un debito pubblico con scadenze più lunghe delle attuali (abbiamo indicato 7 anni, ma possono essere di più), offrendo un rendimento pari all’inflazione più 0,20% dell’eventuale tasso di crescita del PIL (visto che la Commissione e Renzi dicono che la crisi è superata e la ripresa è in atto). Stiamo invece svendendo il patrimonio pubblico per finanziare spese correnti dello Stato centrale e periferico scavando una fossa ulteriore per far cadere il nostro debito pubblico. Questa è la vera occasione perduta. L’alto debito pubblico italiano è la chiave di ricatto dell’Europa per indurci a “fare le riforme” e permettere che al potere in Italia restino coloro che hanno propiziato e perpetuato questa condizione di sudditanza internazionale per stare al Governo».

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Giorgetti: ‘revisione dei valori catastali se usati bonus edilizi’

Giancarlo Giorgetti

ROMA – Tra le azioni di riforma previste Psb per “rendere il sistema fiscale più efficiente”, c’è anche “l’aggiornamento degli archivi catastali che dovrà includere le proprietà ad oggi non censite e valori catastali rivisti per quegli immobili che hanno conseguito un miglioramento strutturale, a seguito di interventi di riqualificazione finanziati in tutto o in parte da fondi pubblici”. Lo ha indicato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in audizione sul Psb alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. 

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Lorenzin: “sono arrivati i pappagalli dell’ANTI-SCIENZA!”

Beatrice Lorenzin

“Sono arrivati subito i pappagalli dell’ANTI-SCIENZA! Far uscire l’Italia dall’OMS sarebbe una sciagura, che nega alla radice la necessità di un approccio “One Health”, di cui lo stesso governo si riempie la bocca. Una deriva inconcepibile. Ci si chiede: a chi giova? Sicuramente non alla salute degli italiani.”
Lo scrive su X Beatrice Lorenzin, senatrice Pd, attaccando Borghi e Bagnai.

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Gentiloni: “Darò una mano a costruire un centrosinistra credibile”

gentiloni soros

“Darò una mano a costruire un centrosinistra credibile”: il dem Paolo Gentiloni, ex commissario europeo per gli Affari economici, torna in campo per aiutare il Partito democratico della segretaria Elly Schlein, di cui lui è stato uno dei fondatori. Ora che è libero dagli impegni di Bruxelles, c’è chi nel partito – soprattutto tra i riformisti – lo vede come l’erede di Romano Prodi, cioè come un federatore capace di portare la coalizione di centrosinistra al governo del Paese.

Se qualcuno, quindi, gli affiderebbe un ruolo puramente politico, qualcun altro invece lo considererebbe come una riserva della Repubblica, destinato a incarichi istituzionali. Al momento, comunque, l’unica preoccupazione di Gentiloni sembra essere proprio il centrosinistra. “C’è ancora molta strada da fare in una democrazia in cui ora non c’è un’alternativa forte – ha dichiarato ai microfoni del programma Start di Sky Tg24 -. Contribuirò a rafforzare il ruolo del Pd e questa visione di un’alternativa di cui faranno parte tutte le forze, cinquestelle inclusi, che vorranno partecipare”.

L’ex commissario, poi, ha detto la sua anche su alcuni temi di attualità, come la crisi di Stellantis culminata nelle dimissioni dell’ad Carlos Tavares: “Una crisi che viene da lontano, bisogna investire sulle nuove auto del futuro”. L’Autonomia differenziata, invece, l’ha definita “una riforma che non aiuta il Paese. L’autonomia delle regioni è un valore importante, sancito dalla Costitituzione. Il progetto che la traduce giustamente è stato ridotto dalla Corte Costituzionale”.
www.liberoquotidiano.it

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Giani: “Servono risorse per contrastare i cambiamenti climatici”

“La regione Toscana ha fatto molto dopo l’alluvione, mettendo risorse ingenti in più di 800 interventi di somma urgenza che testimoniano che il lavoro è stato fatto”. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, a margine della plenaria a Bruxelles del Comitato delle Regioni. “Dovremmo avere grandi risorse, sarà un grande impegno in cui le nostre comunità non potranno fare a meno dell’Unione Europea“, aggiunge Giani parlando degli effetti dei cambiamenti climatici.  ITALPRESS

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Lega: Il trota si dimette.

ROMA, 9 APR – Renzo Bossi, il trota, si dimette da consigliere regionale della Lombardia. ”Senza che nessuno me l’ha chiesto faccio un passo indietro in questo momento di difficolta’, do l’esempio”, dice a Tgcom24.

”Sono sereno e ho fiducia nella magistratura – aggiunge -, anche se non sono indagato”. ”E’ giusto e opportuno farsi da parte, sono sereno e so benissimo cosa ho fatto”, ha concluso.

A prescindere, che non è dato sapere per chi sia un esempio, saranno sicuramente molto apprezzate le dimissioni.

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Varese, Umberto Bossi ricoverato d’urgenza per un malore

Umberto Bossi, fondatore della Lega Nord, è stato ricoverato in ospedale a Varese, dopo che ha accusato un malore nella sua casa di Gemonio. Sul posto è arrivato il personale del 118 che ha trasportato d’urgenza il senatùr all’ospedale di Circolo.
Non è la prima volta che Umberto Bossi viene ricoverato in ospedale: nel 2019 un altro malore in casa aveva fatto preoccupare la sua familia e messo in apprensione il mondo della politica.


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