https://interactives.lowyinstitute.org/features/covid-performance/#rankings
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https://tirarelacqua.blogspot.com/2024/07/google-inculata-sangue-dal-piu-piccolo.html
Ancora più allarmante la crescita zero dell'occupazione, con i giovani e le donne che sono risultati tagliati fuori dal mondo del lavoro
Giovani in fuga dal Mezzogiorno. La “questione meridionale”, scrive Avvenire, negli ultimi 25 anni è diventata un vero e proprio buco nero che ha spinto milioni di giovani a fare le valigie per trovare un lavoro.
Accanto al fenomeno della fuga di cervelli all’estero si continua a registrare un’emigrazione interna dettata dalla mancanza di prospettive occupazionali. Un esodo di massa silenzioso ma costante.
Un circolo vizioso che ha tagliato sempre di più il Paese in due, con le regioni del Mezzogiorno alle prese con un pesante spopolamento.
A fotografare una situazione ormai cronicizzata ci ha pensato l’ufficio Studi di Confcommercio che ieri ha diffuso un report sull'”Economia e l’occupazione al Sud dal 1995 al 2020″. In questo quarto di secolo il peso percentuale della ricchezza prodotta dal Mezzogiorno sul ‘totale Italia’ si è ridotto passando dal 24 al 22% mentre il Pil procapite è rimasto intorno alla metà di quello del Nord.
Nel 2020 era di poco superiore ai 18mila euro a fronte dei 34mila delle aree più ricche del Paese. Ancora più allarmante la crescita zero dell’occupazione, con i giovani e le donne che sono risultati tagliati fuori dal mondo del lavoro.
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L’invito della Farnesina a tutti i connazionali all’estero è quello di iscriversi al voto e di contribuire attivamente a sostenere la propria collettività italiana di riferimento
Oggi, 3 settembre 2021, sono indette con decreto consolare le elezioni di 107 Comitati degli Italiani all’Estero (che vengono riconfermati rispetto alla precedente tornata elettorale del 17 aprile 2015) e di 13 nuovi Comitati, eletti nelle circoscrizioni consolari che hanno raggiunto e superato la soglia dei 3.000 connazionali residenti: si tratta dei Comitati di nuova istituzione che si insedieranno ad Helsinki, Capodistria, La Valletta, Mosca, Arona, Istanbul, Budapest, Santo Domingo, Casablanca, Gerusalemme, Tokyo, Singapore e Canberra.
La data delle elezioni è fissata al 3 dicembre 2021.
Per partecipare al voto, ricorda la Farnesina, è necessario far pervenire apposita domanda al proprio Ufficio consolare di riferimento (via posta ordinaria, posta elettronica, Posta Elettronica Certificata, recandosi di persona in consolato o attraverso richiesta sull’applicativo informatico Fast-It) entro e non oltre il giorno 3 novembre 2021. Il Comitato da eleggere sarà composto di 12 o 18 membri, in base alla consistenza numerica della collettività residente.
Quest’anno le elezioni di rinnovo dei Comitati degli Italiani all’Estero daranno modo di sperimentare per la prima volta il voto elettronico che – in un numero limitato di Sedi diplomatico-consolari e a determinate condizioni – si affiancherà al voto per corrispondenza.
Il ministero degli Esteri sottolinea l’importanza della partecipazione al voto, esercizio fondamentale per la valorizzazione delle nostre numerose comunità italiane all’estero, che possono trovare nei Comitati degli interlocutori sempre disponibili, portavoce degli interessi e dei bisogni dei cittadini italiani presenti sul territorio.
I Com.It.Es. sostengono i nostri connazionali, fornendo informazioni utili all’integrazione, organizzando seminari, incontri e conferenze (anche relative a tematiche giuridiche e pensionistiche), corsi di lingua o di formazione professionale, importanti iniziative culturali – come pubblicazioni o mostre.
L’invito della Farnesina a tutti i connazionali all’estero è pertanto quello di iscriversi al voto e di contribuire attivamente a sostenere la propria collettività italiana di riferimento.
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“Non capisco il motivo per cui si dovrebbero rinviare le elezioni. Posticiparle di qualche mese per cosa? Forse che in tre o quattro mesi sparirà il Coronavirus? Non è così”
Sono state indette ufficialmente, oggi venerdì 3 settembre, le elezioni per il rinnovo dei Comites. Fino a poche ora fa il Segretario generale del Consiglio generale degli italiani all’estero, Michele Schiavone, insisteva: l’appuntamento elettorale va rinviato, perché – questo il suo ragionamento – la pandemia nel mondo morde ancora ed è a rischio la partecipazione dei connazionali al voto. Ma non tutti nel CGIE la pensano allo stesso modo.
ItaliaChiamaItalia ha raggiunto telefonicamente Mariano Gazzola, vicesegretario generale CGIE per l’America Latina, che ci ha spiegato prima di tutto che certo, sarebbe stato meglio votare dopo la riforma dei Comites, ma questo non è stato possibile perché evidentemente non c’è stata la volontà politica di farlo da parte del governo. A questo punto, rimandare le elezioni causa Covid è – secondo Gazzola – del tutto inutile.
“Non capisco il motivo per cui si dovrebbero rinviare le elezioni. Posticiparle di qualche mese per cosa? Forse che in tre o quattro mesi sparirà il Coronavirus? Non è così. Esiste anche il rischio, inoltre, di perdere – con le prossima legge di stabilità – i 12 milioni di euro stanziati per l’organizzazione delle elezioni, anche perché l’attuale governo ha già dimostrato di non essere proprio amico degli italiani nel mondo”.
“In America Latina – prosegue – non conosco alcun Paese dove non si possano svolgere le elezioni. A novembre si vota in Argentina per le primarie del Parlamento, poco tempo fa si è votato in Cile; nessun Paese è in quarantena, in Uruguay non esiste il coprifuoco. E allora perché non rinnovare i Comitati degli italiani all’estero?”.

Secondo Gazzola, poi, “tutti i Consolati si sono già messi al lavoro, nelle varie zone del mondo si stanno costituendo le liste. Certo, il risultato della partecipazione dipenderà dal lavoro del governo, dalla campagna informativa che metterà in atto; valuteremo la capacità di questo esecutivo alla fine di tutto. Ma le elezioni si devono fare”.
“Esiste una posizione all’interno del CGIE che chiede il rinvio. Ma rinviare le elezioni causa Covid vorrebbe dire che si dovrebbe andare a votare quando il virus sarà stato del tutto debellato, e chissà se e quando questo accadrà. All’interno del CGIE c’è anche chi pensa, ed è il nostro caso, che rinviare le elezioni dei Comitati non risolve il problema. Certo, gli ostacoli per votare ci sono: mancanza d’informazione, risorse insufficienti, mancanza di personale nella rete consolare, il Fast It che non funziona. Ma sono tutti problemi che esistono da prima del Covid e che esisteranno anche dopo, se non si troveranno soluzioni adeguate. Rinviare le elezioni per qualche mese a quale risultato porterebbe? Ci troveremmo a marzo-aprile a discutere”.
La verità, continua Gazzola nel suo ragionamento, è che “la pandemia viene utilizzata non per posticipare le elezioni, ma per procrastinare le soluzioni ai problemi. Problemi che avremo anche tra cinque anni se non verranno risolti, se il personale non verrà aumentato. Con il governo precedente, in ben due leggi di stabilità, si sono trovati i fondi necessari per centinaia di nuove assunzioni al ministero degli Esteri; questo governo, tuttavia, ha rinviato i vari concorsi, più volte. Adesso il concorso è stato convocato per il 10 settembre, ci aspettiamo che sarà davvero così, sperando di non dover subire l’ennesimo rinvio”.
“Si è detto anche – prosegue il Vicesegretario CGIE per l’America Latina – che il problema delle elezioni a dicembre è che nell’emisfero australe ci sono ancora restrizioni legate al coronavirus, anche a causa dei ritardi per quanto riguarda i vaccini. Ma ribadisco, qui in Argentina tra qualche settimana si terrà un appuntamento elettorale e i cittadini voteranno in presenza; il Cile voterà a novembre. Le scuole qui hanno riaperto in presenza al cento per cento, tutto il personale della pubblica amministrazione lavora in presenza. E’ molto difficile, quindi, sostenere che non si possa votare adesso, anzi: se non si vota a dicembre, è probabile che dopo le vacanze estive – che qui da noi avvengono nei mesi di gennaio e febbraio –, quando le restrizioni si allentano e tutti ci sentiamo più liberi, riparta una nuova ondata a causa dell’aumento dei contagi. Dunque, in conclusione: per quanto riguarda l’America Latina, o si vota ora o a dicembre dell’anno prossimo, non certo tra qualche mese”.
“Se poi ci fosse qualche caso isolato di un Paese in cui non si possono svolgere le elezioni per una questione molto locale, la legge prevede che lì si possano annullare. Ma sono casi isolatissimi, nella stragrande maggioranza delle nazioni del mondo si può votare. La partecipazione al voto? Il problema, tra gli altri, è che il governo non muove un dito per informare in maniera adeguata i connazionali, un problema che abbiamo avuto in passato e che, se la situazione non cambierà, avremo anche in futuro”, conclude Gazzola intervistato da Italiachiamaitalia.it
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