Cerca nel blog

28/10/21

BANNARE IN TUTTO IL MONDO FACEBOOK, TWITTER, INSTAGRAM, AMAZON, MICROSOFT, EBAY, MCDONALD's, GOLDMAN SACHS, BLACKROCK, EXXON, CHEVRON E CHI PIU' NE HA PIU' NE METTA: BANNARE L'AMERICA DA QUESTO PIANETA!!!

 

TENSIONE USA-CINA. REVOCATA L’AUTORIZZAZIONE A CHINA TELECOM

Prendiamo la più grande azienda statale di telefonia fissa cinese operante negli Stati Uniti, aggiungiamo un clima non proprio idilliaco tra l’America e la Cina.

Abbiamo tutti gli ingredienti per una perfetta storia di spionaggio. Ed infatti sarebbe proprio il tentativo di sventare una possibile rete di spionaggio che gli Stati Uniti hanno deciso di revocare la licenza al colosso delle telecomunicazioni cinese, China Telecom.

La Commissione federale delle comunicazioni degli Stati Uniti ha dichiarato di aver ordinato a China Telecom di interrompere i servizi statunitensi entro 60 giorni, citando gli indizi secondo cui la controllata americana della società sarebbe “soggetta a sfruttamento, influenza e controllo da parte del governo cinese“.

L’azienda, la prima per la telefonia fissa e la quarta per quella mobile in Cina, opera negli Stati Uniti da 20 anni ed è fin dall’inizio sotto il controllo della China Telecommunication Corporation, compagnia creata dal governo cinese nel 1995. La China Telecom conta 370 milioni di utenti di telefonia mobile in Cina.

La decisione della Commissione federale delle comunicazioni è il risultato di una lunga disputa tra Washington e la compagnia cinese. La Commissione aveva dato la possibilità a China Telecom di chiarire la propria posizione in merito alle presunte ingerenze del governo cinese, ma, secondo le autorità americane, questa non avrebbe risposto all’invito.

Non è la prima volta che Stati Uniti e Cina arrivano ai ferri corti in materia di comunicazione. Nel 2019 l’amministrazione guidata da Donald Trump impedì alle aziende statunitensi di utilizzare apparecchiature di comunicazione provenienti da produttori considerati legati a Paesi ‘nemici’. Questa decisione mise in crisi l’azienda cinese Huawei che aveva considerevoli interessi in America.

La mossa degli Stati Uniti arriva negli stessi giorni in cui esce un’altra notizia sui rapporti tesi con la Cina. Il capo di stato maggiore delle forze armate americane, Mike Milley, ha definito “preoccupanti” i test cinesi con missili ipersonici.

Ciò che abbiamo visto – ha detto il generale Milley – rappresenta un evento molto significativo, il collaudo di un sistema d’arma ipersonico. Ed è molto preoccupante”.

I missili ipersonici sono in grado di trasportare testate nucleari a grandi distanze volando fino a cinque volte la velocità del suono, sono molti più manovrabili rispetto ai missili balistici e sono praticamente impossibili da intercettare con le tecnologie di difesa antimissile e la difesa aerea attuali. Sono già stati sperimentati con successo due anni fa dalla Russia e, recentemente, dalla Corea del Nord.

HANNO GIA' PERSO, E' SOLO QUESTIONE DI TEMPO ... IL RUBLO GIRA ...

 

È tornato a fare mostra di sé e del suo ormai palese comportamento post-democratico Mario Draghi, l’euroinomane di Bruxelles, l’uomo che lavorò per Goldman Sachs e che comparve a bordo del panfilo Britannia nel 1992, l’unto dai mercati che governò la BCE e che disse testualmente che occorreva salvare l’Euro “Whatever it takes”, qualunque cosa ciò implicasse.

Proprio Mario Draghi senza fare motto si è alzato dal tavolo della trattazione con i sindacati e se ne è andato senza batter ciglio con un atteggiamento tra lo sdegno e l’indifferenza. Quel gesto, ripreso da tutti i giornali nazionali, rappresenta in maniera perfetta la sorda arroganza, la sorda arroganza del padronato cosmopolitico che sta sulla plancia di comando a dettar legge e ad imporre la propria voluntas.

Il capitale cosmopolitico non sente ragioni e non è in nessun modo disposto al comando. È disposto soltanto al comando a senso unico, ben raffigurato a sua volta nella squallida scena della mano draghiana sulla spalla del sindacalista qualche settimana addietro. In quella immagine era custodito il senso di un rapporto asimmetrico che ben rispecchiava in effetti il nesso tra capitale e lavoro, tra padronato e sindacati, nel tempo della globalizzazione infelice.

Il capitale impone i suoi comandi, cioè quelli a beneficio dei gruppi oligarchici neoliberali, e non vuole sentire ragioni. Il movimento a senso unico della parola rispecchia fedelmente quello, egualmente a senso unico, dei rapporti di forza. Ciò nella forma di un vero e proprio massacro di classe dall’alto, gestito saldamente dai gruppi neo-padronali cosmopoliti sulla plancia di comando. Questi ultimi chiamano ormai da tempo riforme le loro vive aggressioni al mondo dei diritti e del lavoro. Usano la sprezzante formula magica “avete fin ora vissuto al di sopra delle vostre possibilità” per giustificare le più oscene pratiche neo-liberali della de-salarizzazione, delle privatizzazioni selvagge e delle liberalizzazioni neo-cannibaliche.

I sindacati, se ancora fossero la voce dei lavoratori, dovrebbero difendere incondizionatamente i diritti e il lavoro, oggi opponendosi anche all’infame tessera verde della discriminazione a norma di legge. I sindacati sono attualmente troppo occupati nella lotta all’emergenza del fascismo per potersi realmente occupare dei lavoratori. Questi ultimi restano soli e afasici, condannati a subire ogni giorno le aggressioni del blocco oligarchico neo-liberale e ciò appunto con il sostegno della destra bluette e della sinistra fucsia, le due ali dell’aquila neoliberale.

Die Wahl hat eh gezeigt, dass man für Corona nur Prügel erntet: SOLO LE ELEZIONI POSSONO METTERE FINE ALLA PANDEMIA - MANDARE DRAGHI & C. IN PENSIONE AD HAMMAMET PER SEMPRE

 

Das kann heiter werden

Nach bald zwei Jahren Corona sind alle müde – auch die Politiker. Doch die Pandemie beendet man so nicht.

Eng zusammen sitzende junge Menschen mit Masken

Wieviel Abstand brauchen wir demnächst? Unistart in Münster im OktoberFoto: Rolf Vennenbernd/ap/dpa

Man hatte ein wenig die Hoffnung gehabt, dass die künftige Regierung mit Experten und Intensivmedizinern spricht, die aktuellen Zahlen betrachtet. Doch die Ankündigung von Gesundheitsminister Jens Spahn (CDU), die epidemische Notlage von nationaler Tragweite Ende November zu beenden, ist zur sich selbst erfüllenden Prophezeiung geworden. Nach bald zwei Jahren Pandemie ist nicht nur die Bevölkerung müde, auch die Bundespolitiker sind es offenbar leid. Die Wahl hat eh gezeigt, dass man für Corona nur Prügel erntet.

Man wüsste dennoch gern, in welcher Kristallkugel die Ampelparteien eigentlich erblickt haben, was sie in ihrem Papier als Begründung anführen: Die Voraussetzung für die epidemische Lage ist in vier Wochen nicht mehr gegeben. Die Beteiligten stellen damit praktisch jetzt schon fest, dass es Ende November kein dynamisches Infektionsgeschehen über mehrere Bundesländer hinweg geben wird.

Oder aber, dass die Weltgesundheitsorganisation (WHO) die Pandemie im November für beendet erklärt, was angesichts der globalen Coronasituation jedoch nahezu ausgeschlossen sein dürfte.

Und damit zurück in die Gegenwart: Seit zehn Tagen steigt die 7-Tage-Inzidenz in der Bundesrepublik, und zwar so deutlich, dass man das Infektionsgeschehen bereits jetzt dynamisch nennen kann. Der im Ampel-Papier erneut geplante Impffortschritt dagegen wird kaum wie geplant eintreten.

Durchseuchung in Sachsen, Schulschließung in NRW?

Dazu tragen nicht zuletzt Fußballspieler bei, die für ihre Impfverweigerung sogar Verständnis ernten. Deutschland hat eine schlechtere Impfquote als Großbritannien, wo die Zahl der schweren und tödlichen Covidverläufe übrigens wieder zugenommen hat.

Mehr als 25 Millionen Menschen in Deutschland werden dem Virus deshalb ausgeliefert sein, wenn der Bund die Verantwortung Ende November zurück an die Länder gibt. Die Länder dürfen dann entscheiden, was oder ob etwas zu tun ist, wenn Corona aus dem Ruder läuft.

Durchseuchung in Sachsen, aber Schulschließung in NRW? Das kann heiter werden. Die Pandemie beendet man so aber sicher nicht.

TUTTO E' SICURO COME LA UE

 

Manipolazioni codice QR Green pass, UE: “il sistema è sicuro”

codice qr green pass

“Siamo a conoscenza di presunte manipolazioni fraudolente del codice Qr del certificato Covid Ue e condanniamo con fermezza questo atto crudele”. È quanto spiega un portavoce della commissione Ue in merito al furto delle chiavi per generare il Green Pass Ue.

“Stiamo seguendo gli sviluppi” dell’episodio e “siamo in contatto con le autorità competenti degli Stati membri che stanno indagando e mettendo in atto azioni correttive”, spiegano ancora dall’esecutivo europeo sottolineando che il fatto “non ha alcun impatto sulla sicurezza e sull’integrità del portale dell’Ue gestito dalla Commissione”.

Il furto, spiegano ancora dall’esecutivo europeo, “rappresenta un’interferenza in un’area sensibile e strategica, in un momento in cui i servizi sanitari di tutti gli Stati membri sono sotto pressione nella lotta alla pandemia”. ansa

Condividi

PERCHE' NEL GENNAIO 2020? ECCO PERCHE'.

 

Istat: occupazione sale a livelli pre-crisi, al top da 10 anni

Il tasso di occupazione a dicembre 2018 si è attestato al 58,8% in lieve aumento di 0,1 punti percentuali. Si tratta, spiega l’Istat comunicando il dato, del livello più alto da prima della crisi, ovvero da aprile 2008, quando era pari al 58,9%.

A dicembre 2018 l’occupazione è cresciuta dello 0,9% rispetto a dicembre del 2017, pari a 202 mila unità in più. Lo comunica l’Istat specificando che ad aumentare sono stati lavoratori a termine (+257 mila) e indipendenti (+34 mila), mentre sono diminuiti i dipendenti permanenti (-88 mila). Nel confronto tra dicembre e novembre 2018, gli occupati sono stati 23 mila in più (+0,1%). Le dinamiche occupazionali sono state le stesse: 47 mila lavoratori a termine, +11 mila autonomi e -35 mila dipendenti.

Il tasso di disoccupazione è sceso a dicembre 2018 al 10,3% (-0,2 punti percentuali). Lo comunica l’Istat, sottolineando che dicembre è stato il secondo mese consecutivo di calo. Malgrado ciò, la diminuzione non è stata sufficiente ad evitare un aumento della disoccupazione nella media del quarto trimestre, periodo in cui – in base ai dati ancora provvisori – si è registrato un aumento dei disoccupati pari a 63 mila unità (+2,4%). Ad aumentare, seppur lievemente, è invece il tasso di disoccupazione giovanile, pari al 31,9% (+0,1%).  ansa


Col Green Pass crollano le vaccinazioni, il grafico che atterra il governo

 

Col Green Pass crollano le vaccinazioni, il grafico che atterra il governo

Col Green Pass crollano le vaccinazioni

di Antonio Amorosi – “L’introduzione del Green Pass in Italia spinge a vaccinarsi, funziona e convince indecisi e contrari”. Questo in soldoni il refrain ripetuto a canali tv unificati e sui giornali. Ma cosa dicono davvero i dati? E’ questa la realtà dei fatti o siamo, come spesso è accaduto durante la pandemia, solo in una narrazione pro governo?
Abbiamo acquisito il grafico con i numeri ufficiale di tutte le vaccinazioni anti Covid in Italia, prime dosi, seconde e monodosi, e lo abbiamo incrociato con le date dell’approvazione dei vari decreti Green Pass e la loro entrata in vigore nel Paese.

Si nota che la vaccinazione in Italia cresce in modo sostenuto almeno fino al 17 giugno 2021, data di approvazione del Dpcm del governo che annuncia l’obbligatorietà del Green Pass per bar, ristoranti, musei, matrimoni e simili. E’ il cosiddetto primo Green Pass. Da quella data comincia gradualmente a frenare la crescita delle inoculazioni dei vaccini, iniziata il 9 febbraio dello stesso anno che procedeva senza cali. Più precisamente, dopo il 17 giugno è visibile un crollo repentino delle prime dosi inoculate che poi ricominciano pian piano a crescere ma decrescono le seconde dosi, restando, se confrontate all’avanzata fino al 17 giugno, entrambe sotto una soglia significativa.

Il 7 agosto, data di entrata in vigore del decreto sul primo Green Pass, la riduzione è sul grafico più che evidente, sia per le prime che per le seconde dosi. L’Italia ha superato la soglia del 50% di vaccinati circa a metà luglio.

Col Green Pass crollano le vaccinazioni

La vaccinazione è ancora più bassa il 21 settembre data del Decreto legge n°127, “Misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l’estensione dell’ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening”, che associa il Green Pass al lavoro: senza il certificato verde ampie fasce di italiani non possono lavorare. E’ il cosiddetto super Green Pass. Il crollo è palese il 15 ottobre, data di entrata in vigore del provvedimento che viene anticipato e seguito dallo scatenamento, in tantissime città, di proteste sempre più vivaci.

Potrebbe essere fisiologico: il declino della vaccinazione coincide con il raggiungimento di certa soglia per poi tendere a decrescere, cioè è normale che con il passare dei mesi la quota di coloro che si vaccinano sia sempre minore. Ma dalla tabella è anche evidente che i Green Pass non servono a vaccinare di più, e la decrescita progressiva coincide con essi. Quasi che gli italiani, milioni non sono vaccinati, siano refrattari alle imposizioni, e considerando che ampie fasce di popolazione hanno accettato la vaccinazione per potersi ancora recare al lavoro. Di fatto comunque il Green Pass non funziona, creando oltretutto conflitti sociali sempre più aspri nel Paese: non è servito ad incentivare la vaccinazione di massa di cui tanto parlano governo e media.

vedi immagine

Secondo il report del governo del premier Mario Draghi al 15 ottobre avrebbero completato la vaccinazione l’81% degli italiani dai 12 anni in su. Invece senza nessuna dose ci sarebbero intorno agli 8 milioni di abitanti (7.958.368 persone in età vaccinabile).
Sono circa 46 milioni le persone che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino, un numero pari all’85,26% della platea vaccinabile.

Va comunque ricordato che l’obbligatorietà della certificazione verde è una cosa diversa dall’obbligo di vaccinazione. Ha diritto al Green Pass chi è vaccinato ai sieri anti Covid riconosciuti in Italia. Se una persona non è vaccinata per qualsiasi motivo può munirsi di Green Pass effettuando un tampone nei centri accreditati (ha validità 48 ore ed ha un costo di 15 euro standard a tampone) o se la persona si è curata recentemente dal Covid e riesce a provarlo.  affaritaliani.it

Consulta: incostituzionale modifica art. 18 della riforma Fornero

 

Consulta: incostituzionale modifica art. 18 della riforma Fornero

monti fornero

In caso di ‘licenziamenti economici’ è ”obbligatoria la reintegra se il fatto è manifestamente insussistente”. Lo afferma la Corte Costituzionale nella sentenza con la quale ha dichiarato ”incostituzionale l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, nel testo modificato dalla ‘riforma Fornero’, con riferimento all’articolo 3 della Costituzione”.

”In un sistema che, per scelta consapevole del legislatore, attribuisce rilievo al presupposto comune dell’insussistenza del fatto, e a questo presupposto collega l’applicazione della tutela reintegratoria del lavoratore”, si legge in una nota, si rivela ”disarmonico e lesivo del principio di eguaglianza” il ”carattere facoltativo del rimedio della reintegrazione per i soli licenziamenti economici, a fronte dell’inconsistenza della giustificazione addotta e della presenza di un vizio ben più grave rispetto alla pura e semplice insussistenza del fatto”.

In particolare, la Corte ha ”censurato la norma nella parte in cui prevede che il giudice, una volta accertata la manifesta insussistenza del fatto posto a base del licenziamento per giustificato motivo oggettivo, “può altresì applicare”, invece che “applica altresì” la tutela reintegratoria”, si spiega nella nota. In particolare, il principio di eguaglianza ”risulta violato se la reintegrazione, in caso di licenziamenti economici, è prevista come facoltativa, mentre è obbligatoria nei licenziamenti per giusta causa e giustificato motivo soggettivo, quando il fatto che li ha determinati è manifestamente insussistente”.

Secondo la Consulta ”non si giustifica un diverso trattamento riservato ai licenziamenti economici, nonostante la più incisiva connotazione della inesistenza del fatto, indicata dal legislatore come manifesta’’. Alla ”violazione del principio di eguaglianza”, secondo la Consulta si associa ”l’irragionevolezza intrinseca del criterio distintivo adottato, che conduce a ulteriori e ingiustificate disparità di trattamento”.

Per i licenziamenti economici, infatti, ”il legislatore rende facoltativa la reintegrazione, senza offrire all’interprete un chiaro criterio direttivo”, osserva la Corte. La scelta tra due forme di tutela ”profondamente diverse, quella reintegratoria, pur nella forma attenuata, e quella meramente indennitaria, è rimessa a una valutazione del giudice, disancorata da precisi punti di riferimento”.

Resta fermo che al giudice si riconosce una discrezionalità che non deve ‘‘sconfinare in un sindacato di congruità e di opportunità’’ dunque non può né deve lambire le scelte imprenditoriali, spiega la Consulta. ‘‘Il vaglio della genuinità della decisione imprenditoriale garantisce che il licenziamento rappresenti pur sempre una extrema ratio e non il frutto di un insindacabile arbitrio’’ . ADNKRONOS

27/10/21

CHI GIRA E RIGIRA SEMPRE LA STESSA MINESTRA: GIULIANI QUANDO E' CHE HAI DETTO CHE COMINCIANO LE ISPEZIONI INTERNAZIONALI NEI LABORATORI BIOCHIMICI USA IN TUTTO IL MONDO, AMERICA INCLUSA?

“A Wuhan test finanziato dagli Usa”: nuovo giallo sull’origine del Covid


 Federico Giuliani

  •  

Nei mesi scorsi erano uscite diverse indiscrezioni di fuoco riguardo il presunto coinvolgimento di una organizzazione no profit americana in alcuni esperimenti pericolosissimi svolti tra le mura dell’impenetrabile Wuhan Institute of Virology (WIV) di Wuhan. EcoHealth Alliance (EHA)una ong con sede a New York, avrebbe incassato lauti finanziamenti da enti o istituzioni del governo degli Stati Uniti. Denari che potrebbero essere stati utilizzati per dirottare ricerche scientifiche sui virus, tanto ambigue quanto pericolose, in laboratori situati al di fuori del territorio statunitense.

Nella lista – ed è questo ciò che conta – figurerebbe anche il famigerato WIV. E cioè la stessa struttura dalla quale, secondo una delle quattro ipotesi in merito all’origine del Sars-CoV-2, potrebbe essere fuoriuscito accidentalmente l’agente patogeno che ha messo il mondo in ginocchio. L’indiscrezione lanciata dai media è finita presto nel dimenticatoio. A distanza di qualche mese, ecco arrivare ulteriori sviluppi. In un articolo online pubblicato su Science si sottolinea come Washington abbia effettivamente finanziato, mediante l’intervento di un ente, proprio l‘Istituto di virologia di Wuhan.

Per quale motivo? Ovvio: al fine di effettuare non meglio specificati esperimenti. “Pur negando ancora una volta di aver contribuito a creare il virus che ha scatenato la pandemia di Covid, i National Institutes of Health (Nih) degli Stati Uniti hanno rivelato in una lettera inviata ai repubblicani al Congresso Usa che gli esperimenti che l’ente ha finanziato attraverso un’organizzazione no profit con sede negli States nel 2018 e 2019 presso l’Istituto di virologia di Wuhan (Wiv) in Cina, hanno avuto il risultato inaspettato di creare un coronavirus più infettivo nei topi”, si legge nel pezzo incriminato.

Il giallo della lettera e il ruolo di Washington

finanziare l’organizzazione no profit sarebbero stati niente meno che i National Institues of Health, mentre l’ong, non specificata, potrebbe rispondere proprio alla citata EHA. Il mistero sta tutto nella lettera misteriosa che i Nih avrebbero inviato ai repubblicani. Per quale motivo creare sospetti interni, prestando il fianco alla contro narrazione cinese? Ma, tornando alla rivelazione, a quale virus si fa riferimento? Il “coronavirus più infettivo nei topi” è per caso un lontano parente del Sars-CoV-2, poi uscito in qualche modo dal WIV?

Per rispondere a queste domande è necessario collegare i punti. Punti che rispondono a Nih, Anthony Fauci (immunologo statunitense nonché principale consigliere del presidente Joe Biden alla Casa Bianca) e il WIV. Partiamo dal ruolo di Washington. Dagli elementi emersi fino a questo momento, sarebbe scorretto incolpare gli Stati Uniti per la presunta creazione del Sars-CoV-2. È però correttissimo sottolineare il coinvolgimento dell’America nella realizzazione di un esperimento rischiosissimo realizzato in qualche stanza del laboratorio di Wuhan. Quale? Non è dato sapere. Secondo quello che si legge su Science, i Nih hanno affermato che l’organizzazione che deteneva la sovvenzione, cioè l’EHA, avrebbe mancato di segnalare immediatamente il risultato inatteso ottenuto all’agenzia, come richiesto dalle regole.

Esperimenti pericolosi

Non solo: un report recentemente pubblicato sui progressi di tale sovvenzione mostra poi che EcoHealth e l’Istituto di Wuhan hanno condotto esperimenti per modificare il virus che causa la sindrome respiratoria mediorientale (Mers), cosa che sta sollevando domande aggiuntive. Nella lettera i Nih puntualizzano che quando è stata esaminata la proposta di sovvenzione originale di EcoHealth si era stabilito che gli esperimenti proposti – progettati per capire se alcuni coronavirus di pipistrello avrebbero potuto infettare gli esseri umani – “non rientravano” nella fattispecie che implica il “cosiddetto guadagno di funzione (gain of function), cioè esperimenti che possono rendere i patogeni più pericolosi per l’uomo” (ne abbiamo parlato qui).

Allo stesso tempo, fa notare l’articolo pubblicato sulla rivista scientifica, l’ente Usa ha sottolineato che tutti i virus studiati al WIV nell’ambito della sovvenzione erano “troppo distanti evolutivamente dal Sars-CoV-2” per essere stati trasformati in questo patogeno. Si tratta per i Nih di “virus che non potrebbero aver causato la pandemia di Covid-19. Qualsiasi affermazione contraria è dimostrabilmente falsa”, si legge in una nota dell’ente. Come ribadito da AdnKronos, i Nih hanno inviato la lettera del 20 ottobre al repubblicano James Comer, insieme a un rapporto finale sui progressi del grant dell’EcoHealth Alliance che Nih aveva finanziato e più tardi annullato su richiesta dell’allora presidente Donald Trump (in seguito è stato anche ripristinato, ma a condizioni che EcoHealth ha affermato di non poter rispettare).

L’ombra sull’ong Usa

Il rapporto descrive gli studi condotti al Wiv tra giugno 2018 e giugno 2019 su più recenti coronavirus di pipistrello. Alcuni di questi esperimenti hanno esaminato se le proteine spike di questi virus potessero, quando espresse in un coronavirus di pipistrello già noto chiamato Wiv1, legarsi al recettore cellulare umano in un modello murino. In un “esperimento limitato“, i topi infettati da una di queste chimere “si ammalarono più di quelli infettati dal coronavirus del pipistrello Wiv1.

“Come a volte accade nella scienza, questo è stato un risultato inaspettato”, riporta la lettera citata da Science, che è firmata da Lawrence Tabak, Principal Deputy Director dei Nih. L’ente Usa in origine, esaminando il progetto, aveva stabilito “che non si trattava di una ricerca che coinvolge ciò che chiama patogeni potenziati dal potenziale pandemico, perché né i nuovi coronavirus dei pipistrelli né il Wiv1 erano noti per infettare gli esseri umani”, afferma ancora la lettera.

Ma EcoHealth avrebbe dovuto informare immediatamente del risultato inatteso i Nih e l’ente avrebbe effettuato una “revisione secondaria” della ricerca, per vedere se era necessario rivalutarla o imporre nuove misure di biosicurezza. EcoHealth ha ora 5 giorni per inviare tutti i dati non pubblicati del progetto. Dal canto suo EcoHealth replica: “Questi dati sono stati riportati non appena ne siamo stati informati, nel nostro rapporto di aprile 2018. Nih ha rivisto quei dati e non ha indicato che fosse necessaria una revisione secondaria della nostra ricerca, infatti è stato consentito al finanziamento di procedere”.

BANNARE FINALMENTE GOOGLE, MICROSOFT, FACEBOOK, TWITTER, WHATSAPP, EBAY, AMAZON IN TUTTO IL MONDO

 

CENSURA YOUTUBE, ORA SE NE ACCORGE ANCHE LA SINISTRA. CHIUSO CANALE BRITANNICO VICINO AI LABURISTI

CENSURA YOUTUBE, QUESTA VOLTA TOCCA ALL'ESTREMA SINISTRA. CHIUSO CANALE BRITANNICO VICINO AI LABURISTI

Dalla censura di Youtube non sfugge nessuno. No, questa volta non stiamo parlando del solito sito o emittente TV legata a Donald Trump o a qualche circolo conservatore.

In questo caso la mannaia censoria della piattaforma si è abbattuta su Novara Media, un sito internet e canale Youtube britannico collocato all’estrema sinistra dello spettro politico, tra i 50 siti più visitati in Gran Bretagna.

E su questo non ci sono dubbi, sul sito novaramedia.com si legge: “Novara Media è un’organizzazione media indipendente che affronta le questioni che definiranno il 21° secolo, dalla crisi del capitalismo al razzismo, al cambiamento climatico”. Temi questi tutti cari alla sinistra.

Se si pensava quindi che la censura di Youtube si concentrasse solo sul mondo conservatore si sbagliava.

Le motivazioni della chiusura temporanea del canale? Difficile dirlo, visto che la piattaforma di Google non ha dato ulteriori informazioni in merito. Si ipotizza che Novara Media abbia caricato un video ‘scomodo’ e quindi si sia meritato la chiusura.

Sebbene il canale sia tornato visibile poche ore dopo, non sono mancati messaggi di sdegno da parte di giornalisti, politici ed utenti che hanno gridato allo scandalo.

Lloyd Russell-Moyle, parlamentare laburista britannico, ha commentato: “Si è trattato di un attacco alla libertà di parola, una tendenza a censurare i media di sinistra da parte delle piattaforme di comunicazione”.

A qualcuno, soprattutto dall’altro lato della barricata politica queste parole non hanno potuto non suscitare un sorriso ironico. C’è chi dice: “ora la sinistra si accorge della libertà di parola, quando ad essere attaccati sono i propri mezzi di comunicazione”.

Come non pensare al fatto che da una certa parte politica non si sono mai levate grida di protesta quando l’ex presidente americano Donald Trump veniva oscurato da Twitter, Facebook e Youtube.

Siamo di fronte ad una ‘cultura della cancellazione’ che si rivolge contro coloro che questa cultura la promuovono con ogni mezzo e che pensano, erroneamente, che non li toccherà mai.

Youtube è stato a lungo accusato di censurare i canali di destra e conservatori e l’industria tecnologica e dei social media in generale è percepita da molti come prevenuta nei confronti di questi ambienti politici. Eppure, anche i media di sinistra, alcuni dei quali hanno orgogliosamente sostenuto la censura delle voci indipendenti e non assoggettate al mainstream, si sono trovati cancellati.

Questo lascia supporre che il pensiero anti-establishment in generale, al di là di ogni classificazione politica, è disapprovato dai giganti della tecnologia.