GIORNALETTISMO AUTOCELEBRATIVO DEL MAECI: SI PUO' SAPERE, CORTESEMENTE, QUANTI E CHI ITALIANI ALL'ESTERO HANNO RICEVUTO L'AVVISO PER IL REFERENDUM COSTITUZIONALE SUL REFEREDUM TAGLIO PARLAMENTARI?

 

ELEZIONI | Rampelli (Fdi): “Migliaia di peruviani in Italia possono votare, ma gli italiani no”

La vicenda, annuncia l’esponente di Fratelli d’Italia, sarà oggetto di un'interrogazione parlamentare al ministro degli Esteri Luigi Di Maio e alla ministra dell'Interno Luciana Lamorgese

“I peruviani residenti in Italia possono votare creando assembramenti con file chilometriche in ogni città, che mai ci sarebbero stati per le elezioni politiche o amministrative nazionali, ma noi no, non possiamo votare”. Lo dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli, di Fratelli d’Italia, che ha fotografato stamattina, attorno all’ex deposito Atac di piazza Ragusa, a Roma, migliaia di peruviani in fila davanti al seggio.

La vicenda sarà oggetto di un’interrogazione parlamentare al ministro degli Esteri Luigi Di Maio e alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese.

“Votano tutti – prosegue Rampelli -: americani, portoghesi, spagnoli, olandesi, peruviani… Andrà a finire che presto o tardi voteranno perfino i cinesi. Noi no”.

“Benvenuti nella Repubblica dell’arbitrio, figlio della sopraffazione, dove i ristoranti non possono ospitare quattro persone per tavolo, ma si puo’ stare nel vagone della metropolitana in 100. Dove i peruviani residenti qui possono votare e noi potremo invece votare solo quando si sara’ certi che – con qualche alchimia antidemocratica – prevarra’ il Partito Democratico, come nella Repubblica Democratica tedesca”

“È tutta questione di democraticita’, guai a chiamarla ‘dittatura’. Suona male, l’importante – conclude l’esponente Fdi – e’ non usare i carri armati ma manipolare le regole, le scadenze, la Costituzione, le leggi elettorali, trovare sempre il modo democratico per far comandare i democratici…”.

Intanto, dopo che i Nas hanno trovato persone positive al Covid su bus, treni e metropolitane, la polemica continua: perchè sui trasporti nessuno dice nulla, mentre si tengono chiusi bar, ristoranti, palestre e teatri?

GIORNALETTISMO AUTOCELEBRATIVO DEL MAECI: I FANCAZZISTI DEL PARTITO RADICALE NON MUOIONO MAI

 

Della Vedova ha la delega per gli italiani nel mondo, ma si occupa di gay e marijuana libera

Per carità, i diritti delle minoranze vanno certamente salvaguardati, sempre. E poi ItaliaChiamaItalia, chi ci segue da tempo lo sa, è a favore della liberalizzazione della cannabis. Nulla da ridire, nel merito. Ma noi vorremmo vedere il Sottosegretario Benedetto Della Vedeva occuparsi di italiani all’estero, visto che è sua la delega per gli italiani nel mondo. Con tutto il rispetto per omosessuali, lesbiche e transgender.

Nella foto Benedetto Della Vedova Photo Roberto Monaldo / LaPresse

Mentre gli italiani nel mondo soffrono le pene dell’inferno a causa della pandemia e della conseguente crisi sanitaria, sociale ed economica, il Sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova di che si occupa? Di lesbiche e gay.

Mentre oltre confine c’è bisogno di rafforzare ulteriormente la nostra rete consolare, Della Vedova partecipa alla prima riunione della Cabina di regia per le politiche di prevenzione e contrasto alle discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale e l’identità di genere. Un organismo, in sintesi, che vuole contribuire a contrastare le discriminazioni a danno delle persone LGBTI.

Per carità, i diritti delle minoranze vanno certamente salvaguardati, sempre. Tuttavia, Della Vedova è Sottosegretario alla Farnesina, ha la delega per gli italiani all’estero; a nostro modo di vedere altri sarebbero gli incontri a cui dovrebbe partecipare e i temi di cui si dovrebbe interessare.

Ricevuta la delega per gli italiani all’estero, ancora non lo abbiamo sentito rivolgere neppure mezza parola agli italiani nel mondo. In questo è di certo identico al premier Mario Draghi, che da quando siede a Palazzo Chigi non ha dedicato nemmeno un saluto agli oltre sei milioni di italiani emigrati. Sei milioni, sia chiaro, è il numero dei connazionali iscritti all’AIRE; in realtà, gli italiani all’estero sono molti di più.

Vorremmo vedere Della Vedeva in altre faccende affaccendato, con tutto il rispetto per omosessuali, lesbiche e transgender.

Tra le sue dichiarazioni più recenti, anche quella che riguarda la liberalizzazione della cannabis in Italia, dopo che anche New York ha deciso di seguire l’esempio di altri stati americani (ma non solo), legalizzando l’erba anche per scopo ricreativo. Per carità, ItaliaChiamaItalia è da sempre a favore della liberalizzazione della marijuana, per tanti motivi. Nulla in contrario, nel merito. Ma, lo ribadiamo, preferiremmo vedere Della Vedova alle prese con i temi più cari agli italiani nel mondo, come elezioni dei Comites, servizi consolari, cultura italiana nel mondo, made in Italy. Poi, se vorrà, potrà anche occuparsi di gay e ganja: ma primero lo primero.

GIORNALETTISMO AUTOCELEBRATIVO DEL MAECI: STANZIATI 0.07 EUROCENT PER ITALIANO ALL'ESTERO ... GIOITE! SONO PRESTITI, OVVIAMENTE, NON A FONDO PERDUTO

Rome
martedì 13 Aprile 2021
Home Italiani all'estero COVID | Vignali (Farnesina): “6 milioni per gli italiani all’estero in difficoltà”

COVID | Vignali (Farnesina): “6 milioni per gli italiani all’estero in difficoltà”

"Con questo denaro – ha spiegato Luigi Vignali, direttore generale per gli italiani all’estero alla Farnesina - possiamo aiutare i residenti all'estero con sussidi o con un prestito con promessa di restituzione, oppure possiamo aiutare delle micro imprese a cercare di non fallire”

Luigi Vignali

Luigi Vignali, direttore generale per gli italiani all’estero alla Farnesina, intervistato su Radio London One, ha trattato diversi argomenti che interessano da vicino gli italiani all’estero. Tra questi, gli aiuti stanziati dal governo per gli italiani nel mondo in difficoltà a causa della pandemia da coronavirus.

L’ultimo governo Conte, infatti, ha stanziato ben 6 milioni di euro per aiutare concretamente quei connazionali che a causa del virus e delle conseguenti restrizioni hanno perso il lavoro o hanno dovuto chiudere la propria attività.

“Con questo denaro – ha spiegato Vignali – possiamo aiutare i residenti all’estero con sussidi o con un prestito con promessa di restituzione, oppure possiamo aiutare delle micro imprese a cercare di non fallire. Inoltre, con dei sussidi, possiamo dare degli strumenti didattici a quelle famiglie che hanno un figlio che deve fare la didattica a distanza però non ha tablet o computer”. “Già 6700 interventi sono stati effettuati e abbiamo speso 3.7 milioni di euro di questi 6 milioni iniziali”, ha precisato.

Gli italiani nel mondo in difficoltà economiche possono richiede i sussidi al proprio consolato di riferimento, che valuterà i diversi casi uno per uno.

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