UE, Prodi: ‘esercito europeo e poi aumento delle spese militari’
“Credo di essere stato quello che di più ha insistito su politica estera comune ed esercito europeo”
SEGGIANO, 03 AGO – “Se continuiamo con l’unanimità non faremo nulla. Bisogna fare come con l’euro: chi ci sta, ci sta; chi non ci sta, non ci sta”. Lo ha detto Romano Prodi intervenendo ieri sera a ‘Notizie dall’Amiata, parole della contemporaneità, con i Marco Damilano e Veronica De Romanis. Superato lo scoglio dell’unanimità, per Prodi “il primo problema è quello fiscale”, difficile da risolvere: “Voglio vedere se l’Irlanda, il Lussemburgo, Cipro rinunciano al fatto che vivono prendendo le tasse di tutti gli altri.
L’Irlanda – ha spiegato – era il paese più povero d’Europa, ora ha il reddito pro capite più alto d’Europa dopo il Lussemburgo”. Solo successivamente, per Prodi, si potrà mettere mano alla difesa. “Credo di essere stato quello che di più ha insistito su politica estera comune ed esercito europeo. Ma se aumentiamo la spesa militare e non facciamo prima un esercito comune, buttiamo via i soldi. Sommando il bilancio della difesa dei 27 paesi europei arriviamo al bilancio militare della Cina, anzi un po’ di più, ma spargendolo così sono soldi buttati via”, ha indicato il professore.
E’ indispensabile un riequilibrio interno: “Pensate davvero che si fa un esercito europeo con la Germania che ha un bilancio che è due volte e mezzo quello francese e la Francia che dispone dell’arma nucleare e del diritto di veto nelle Nazioni unite, dunque uno che comanda e l’altro che paga?”, si è chiesto. (ANSA)
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