COLAO ANNUNCIA LA RIVOLUZIONE DIGITALE CHE «NESSUN FUTURO GOVERNO POTRÀ SMONTARE»
Il
Ministro per l’innovazione tecnologica e digitale, Vittorio Colao, ha
deciso: tutti i dati dei cittadini dovranno essere digitalizzati e
contenuti in un portafoglio elettronico sempre consultabile, mentre sta lavorando affinché il progetto assuma una dimensione europea.
Come
spiegato dallo stesso Colao ieri in conferenza stampa, infatti:
«l’obiettivo è creare una vera e propria Schengen del digitale», ossia
un Qr code contenente tutti dati e i documenti valido a livello europeo.
L’Italia (ndr ???) ha l’ambizione di porsi come avanguardia e apripista (ndr un dejà vu) del progetto di digitalizzazione, che
rientra nel contesto più ampio di riforme previste dal Piano Nazionale
di Ripresa e Resilienza (PNRR) e necessarie per ottenere i fondi del
Next Generation EU.
Il
Ministro per la transizione digitale – facendo il punto sullo stato di
attuazione del PNRR in materia di digitalizzazione e innovazione – ha spiegato che
sono stati stanziati 20 miliardi nei settori digitale e spazio e che
«ad oggi sono stati allocati o assegnati circa 15 miliardi, quasi 11
miliardi sul digitale, 4 miliardi sullo spazio». Ma la dichiarazione più
importante – e anche più preoccupante – del Ministro è quella secondo
cui «il percorso delle riforme è tracciato, nessun futuro governo potrà
fermarlo». Una tale esternazione evidenzia inequivocabilmente quanto
poco potere abbiano in realtà gli esecutivi eletti dal popolo di fronte a
decisioni prestabilite a tavolino da agende sovranazionali rispetto
alle quali cittadini e politica non hanno voce in capitolo. Un dato di
fatto che indebolisce notevolmente quel concetto di “democrazia”
costantemente ostentato dalla classe politica europea.
Dunque,
il disegno dei rappresentanti di Bruxelles – sostenuto anche da
organizzazioni extranazionali ed estremamente influenti come il World Economic Forum – prevede un Paese interamente digitalizzato, connesso e online dove tutto sarà potenzialmente controllabile e tracciabile. Nulla potrà sfuggire a quello che pare a tutti gli effetti un “grande occhio digitale”, dal sapore vagamente (ndr no peggio) orwelliano.
L’idea è quella di estendere a tutti il possesso di un’identità digitale e di un portafoglio virtuale – come, ad esempio, l’App Io già utilizzata per il green pass – in cui saranno contenute tutte le informazioni che riguardano
la vita di una persona: dai documenti al conto bancario, dalla tessera
elettorale fino al fascicolo sanitario elettronico: quest’ultimo, in
particolare, “custodirà” l’intera storia del nostro corpo e renderà
possibile anche trattamenti sanitari a distanza che sono quelli su cui
punta la “nuova” sanità 4.0.
Non è un mistero, infatti, che attraverso le tecnologie più avanzate
sia possibile monitorare in tempo reale l’organismo di un individuo
nelle sue funzioni vitali, aggiungendo così un elemento ulteriore di
possibile controllo sulla vita fisica dei cittadini. Si tratta del consolidamento del cosiddetto biopotere, già inaugurato da vaccini e green pass.
Un altro obiettivo fondamentale del ministero di Colao per trasformare l’Italia in una nazione “smart” è rappresentato dall’estensione onnipervasiva della rete 5G, che dovrà raggiungere anche i borghi più isolati del Paese entro il 2026. Durante la conferenza stampa di ieri, l’ex AD di Vodafone ha asserito,
infatti, che «saremo il primo Paese europeo che avrà il 100% di fibra
per il 5G, copriremo il 99% della popolazione e le reti a banda larga
saranno per il 94% in fibra», aggiungendo anche che «a dicembre di
quest’anno avremo completato tutta l’architettura digitale del Paese». A
dispetto di quanto narrato, la rete 5G non è pensata tanto per la
popolazione, quanto per fare decollare la cosiddetta Quarta rivoluzione
industriale (4RI), in quanto permette il collegamento di milioni di
oggetti alla Rete, rendendo possibile così l’automazione del lavoro,
pilastro della 4RI, ma anche minaccia per milioni di posti di lavoro.
A
tal fine, è necessario collegare tra loro i cavi delle antenne 5G: per
questo, lo Stato ha assegnato 725 milioni alla Tim per “rilegare”
antenne in 5G – ben 11 mila – alla fibra, coprendo così il 90% delle
spese.
Tutto ciò rientra nella Strategia italiana per la Banda Ultra Larga,
monitorata attentamente dall’Unione europea. Il governo e il ministero
di Colao hanno lanciato per la sua realizzazione 5 bandi di gara,
inclusi i due del 5G, finanziati dal piano di rilancio europeo (PNRR):
tutti i bandi prevedono che la proprietà delle nuove reti resti
appannaggio delle imprese private che le realizzano. Sarà poi il Garante
delle Comunicazioni (l’AgCom) a dettare le regole affinché eventuali
altre aziende concorrenti possano noleggiare queste reti d’avanguardia a
prezzi equi.
Altri due punti importanti del progetto di digitalizzazione riguardano le amministrazioni pubbliche e la questione del contante:
nel primo caso, si prevede il caricamento sul cloud di almeno il 75%
delle amministrazioni italiane; nel secondo, la limitazione all’uso del
contante va inserita proprio all’interno del progetto digitale che
renderà possibile il controllo totale sui movimenti bancari degli
utenti e non solo: le transazioni elettroniche, infatti, sono fonte di
grande guadagno per gli istituti di credito grazie alle commissioni, che
possono variare dall’1 al 4%.
Dietro
alla facciata avanguardistica che si sta cercando di attribuire al
Paese grazie a quello che dovrebbe essere il più grande ammodernamento
tecnologico, dunque, si nascondono diversi problemi e rimangono,
altresì, gravi criticità: una sanità sempre
meno efficiente che ha visto il taglio di milioni di fondi e in cui
manca personale medico e infermieristico, una scuola sempre più
prostrata alle logiche di mercato piuttosto che alla formazione
culturale, disoccupazione e disagi sociali, cui ora si è aggiunto un
altissimo tasso di inflazione.
Si
vedrà presto, dunque, se (e come) la digitalizzazione del Paese
contribuirà a risolvere questi problemi strutturali, oppure se tale
“ambizione” si rivelerà essere solo l’ennesimo “disegno futuristico” di una élite ormai sempre più distante dai problemi concreti della nazione e dei cittadini.
[di Giorgia Audiello]
FONTE
https://www.lindipendente.online/2022/07/06/colao-annuncia-la-rivoluzione-digitale-che-nessun-futuro-governo-potra-smontare/