"Signor" Presidente Mattarella, è una discriminazione che non meritiamo

 

Signor Presidente Mattarella, è una discriminazione che non meritiamo

Gli iscritti all'Aire Usa non possono rientrare in Italia

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Sergio Mattarella (Depositphotos)

Illustrissimo Signor Presidente Sergio Mattarella, Le chiediamo di intervenire, se possibile in prima persona, per quella che per noi è una vera e propria discriminazione. Non permettere, agli italiani residenti in America (parliamo di chi vive in Florida come me, per esempio) di poter ancora tornare in Italia non è una cosa che noi reputiamo giusta. Si tratta di una disparità di trattamento che non ci meritiamo e siamo certi che con una buona organizzazione questo rientro potrebbe avvenire senza problemi. Ho perso mio padre pochi mesi fa e mia madre è anziana e sola. Non posso andare a trovarla..... assurdo....

Sappiamo bene che negli Usa la situazione non è facile, ma con i dovuti controlli pre e post viaggio il tutto sarebbe di certo controllabile, senza dimenticare l’obbligo della quarantena che attende comunque chi ha la possibilità di arrivare a Roma. Insomma, chi ha preso la briga di ‘tagliarci fuori’ lo ha fatto, secondo noi, senza ragionarci troppo. Ma lo sappiamo purtroppo fin troppo bene, le istituzioni che ci dovrebbero governare non si sono di certo distinte per operatività e decisionismo. Basti pensare, per esempio, a quanto accaduto in Lombardia. Ora è tutto uno scaricabarile, nessuno si assume la responsabilità degli errori che, purtroppo, sono stati commessi.

Ma si sa, in Italia la colpa è sempre di tutti o di nessuno. Non parliamo della Farnesina che davvero ha fatto poco o nulla per gli italiani bloccati all’estero, e che ha cominciato ad attivarsi dopo che l’opinione pubblica ne ha chiesto l’intervento. Come al solito, la sensazione che si ha è che gli italiani all’estero contino davvero poco e non sono per niente rappresentati. La possibilità concessa del voto è stata davvero un contentino cui si potrebbe fare tranquillamente a meno perché sembra essere stata una presa in giro. Senza dimenticare l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (A.I.R.E.) che in teoria costituisce il presupposto per usufruire di una serie di servizi forniti dalle rappresentanze consolari all’estero, nonché per l’esercizio di importanti diritti.

E secondo noi è un diritto sacrosanto quello di essere equiparati a tutti gli italiani residenti all’estero che però possono in questo momento tornare all’interno del BelPaese, vuoi per abbracciare magari un genitore, vuoi per motivi di salute. Un diritto a oggi negato. Insomma, l’A.I.R.E. più che altro serve a qualche impresa che riesce a farsi bella e a guadagnare soldoni con il made in Italy, per il resto si starebbe benissimo anche senza l’iscrizione perché poco o nulla cambia.

Insomma, caro Presidente, Lei è davvero l’unica persona in grado di prendere per mano la situazione e rimettere ordine in questo grande caos di permessi e divieti, di documenti scritti in maniera capestro che altro non fanno se non aumentare gli interrogativi sulle ‘potenzialità’ di chi ci dovrebbe rappresentare. Abbiamo capito che oramai le ambasciate e i consolati lasciano il tempo che trovano e non riescono a far rispettare i diritti degli italiani all’estero. Anche per le sciagurate dichiarazioni dell'attuale ministro degli esteri Luigi Di Maio, per il quale noi siamo gli "untori".... Ci pensi Lei. Per cortesia. Grazie Signor Presidente.

ROBERTO ZANNI

Italiani iscritti all’AIRE esclusi dal reddito di cittadinanza: la posizione del Governo

 

Camera dei deputati -

Italiani iscritti all’AIRE esclusi dal reddito di cittadinanza: la posizione del Governo

Continua, alla Commissione permanente affari sociali della Camera de deputati, il confronto parlamentare in materia di Reddito di cittadinanza. Nel corso delle interrogazione a risposta immediata che si sono svolte presso la Commissione permanente affari sociali, è stata in particolare messa in evidenza la questione della esclusione, dalla possibilità di beneficiare del Reddito di cittadinanza, dei cittadini italiani all’estero iscritti all’AIRE.

Si sono svolte il 7 febbraio 2019 le interrogazioni a risposta immediata presso la Commissione permanente affari sociali della Camera dei deputati, riguardo la quantificazione dei possibili beneficiari del reddito di cittadinanza, facendo presente la preoccupazione per la possibile discriminazione subita dai cittadini italiani che, essendosi recati all’estero, anche in maniera non definitiva, ed avendo correttamente effettuato l’iscrizione all’Aire, sono esclusi da tale prestazione.
Il sottosegretario Claudio Durigon ha ribadito che la stima della potenziale platea dei beneficiari del Reddito di cittadinanza, è stata effettuata con riferimento alle dichiarazioni sostitutive uniche prodotte ai fini ISEE, relative all’annualità 2017.
SI tratta di circa 220 mila nuclei familiari, pari al 4 per cento della popolazione ISEE, che con riferimento al 2017, rappresenta oltre il 25 per cento della popolazione residente, per un totale di oltre 4,9 milioni di nuclei familiari distinti.
Tuttavia, nella base dati ISEE non è possibile individuare la condizione degli stranieri per tipologia del permesso di soggiorno, né per durata della residenza.
Ne deriva che la platea potenzialmente in possesso dei requisiti richiesti dal decreto possa essere di gran lunga maggiore, atteso che non tutte le persone nelle condizioni previste per l’accesso alla misura abbiano effettivamente presentato una dichiarazione a fini ISEE in passato.
La replica di, Angela Schirò, deputato PD, ha evidenziato scarsa soddisfazione rispetto alla risposta ricevuta, accusata di avere di fatto eluso il quesito posto attraverso l’interrogazione e ha ribadito l’inaccettabilità dell’esclusione dal reddito di cittadinanza dei cittadini italiani residenti, in palese contraddizione con l’impegno manifestato negli ultimi anni per arginare il fenomeno della cosiddetta « fuga dei cervelli ».
A cura della Redazione

Claudia, bloccata in Brasile insieme al figlio: “Noi italiani siamo discriminati”

 

Claudia, bloccata in Brasile insieme al figlio: “Noi italiani siamo discriminati”

«Non è solo una questione emotiva, legata al non poter tornare dai propri cari. Il problema è che esiste una discriminazione tra chi è iscritto all’Aire e vive in Brasile, come me, e chi è iscritto all’Aire ma abita in Paesi con lo stesso rischio, come l’India e lo Sri Lanka».

Claudia Magnani, ravennate, è un’antropologa che insegna Lettere nella più grande scuola italiana del Brasile, a Belo Horizonte. Claudia è anche mamma di Enea, un bimbo di quattro anni che continua a chiedere, da oltre un anno, perché non possa tornare in Romagna dai nonni Anna e Totò. La risposta, per quanto messa nero su bianco dai decreti, per i tanti italiani che si stanno indignando non ha una logica: «L’Aire, alla quale siamo iscritti, dovrebbe tutelare i nostri diritti di cittadini italiani, Invece, il 14 maggio il ministro Speranza ha prorogato il decreto che già ci impediva di tornare a casa, che fosse temporaneamente o in pianta stabile. Le uniche eccezioni riguardano il ricongiungimento con il coniuge o i figli minori, 120 ore di lavoro o un’autorizzazione del Ministero della Salute che però non prevede criteri precisi ed è comunque legata all’essere già in possesso del biglietto aereo».

Claudia, così come gli altri centinaia di italiani in Brasile che hanno sollecitato i Consolati, e che consegneranno presto una lettera all’Ambasciata di Brasilia, parla di una vera e propria discriminazione: «Il Paese è nello stesso gruppo di rischio Covid di altri Stati da cui gli italiani iscritti all’Aire possono fare rientro in patria. Eppure, per il Brasile si fa un’eccezione, forse perché siamo tantissimi. Inoltre, per quanto io ne sappia, l’Italia è l’unico Paese dell’Unione Europea che impedisce ad una fetta dei propri cittadini di rientrare, non succede da altre parti».

Claudia non parla certo solo per sé: «Ho un’amica che ha perso il padre per Covid e non può andare a casa per stare vicina alla madre. Un’altra che è diventata zia per la prima volta e non sa quando potrà conoscere suo nipote. Io sarei partita i primi giorni di giugno, approfittando delle ferie. Da metà marzo dello scorso anno insegno al 100% a distanza, perché le scuole primarie e secondarie di Belo Horizonte sono rimaste chiuse da metà marzo fino ad oggi. E continuano ad esserlo. Stiamo raccogliendo firme in tutto il Paese per accendere i riflettori intorno a questa assurda partita. Oltretutto, noi italiani bloccati in Brasile non abbiamo, così, nemmeno accesso alla campagna vaccinale. Qui va per la maggiore il CoronaVac, che però non è riconosciuto dall’Unione Europea. Insomma, ci sentiamo sconfortati e abbandonati».

RIENTRO IN ITALIA | Cittadini AIRE discriminati al tempo del Covid. Borghese (MAIE) interroga Speranza. Merlo: “Situazione inaccettabile”

 

RIENTRO IN ITALIA | Cittadini AIRE discriminati al tempo del Covid. Borghese (MAIE) interroga Speranza. Merlo: “Situazione inaccettabile”

L’On. Mario Borghese, vicepresidente MAIE: “Tantissimi italiani residenti oltre confine si sentono discriminati, di fatto abbandonati dall’Italia”. Sen. Ricardo Merlo, Sottosegretario agli Esteri e presidente MAIE: “L’Italia non può chiudere le porte ai propri figli sulla base della residenza”

 

“Un cittadino italiano all’estero ha il diritto di rientrare in Italia in qualsiasi momento, da qualunque parte del mondo provenga: io la vedo così”. E’ molto chiaro l’On. Mario Borghese, vicepresidente del MAIE – Movimento Associativo Italiani all’Estero, per quanto riguarda il rientro dei connazionali dall’estero, anche al tempo del Coronavirus. Proprio per questo oggi ha depositato un’interrogazione parlamentare a risposta scritta, con la quale si rivolge al ministro della Salute Roberto Speranza.

ItaliaChiamaItalia ha incontrato Borghese nel cuore di Roma, a due passi da Montecitorio: “Tantissimi italiani residenti oltre confine si sentono discriminati, di fatto abbandonati dall’Italia”, commenta. “Molti di loro vorrebbero rientrare in Patria, ma non possono farlo a causa di un’ordinanza che non tiene conto della realtà che vivono gli italiani all’estero. Sono connazionali lontani dalla propria terra, dalla propria famiglia, che specialmente in un momento complicato come quello che viviamo vorrebbero poter tornare in Italia. Eppure – conclude – vengono trattati da cittadini di serie B e questo ritengo che sia un’ingiustizia”.

Abbiamo raggiunto telefonicamente il Sen. Ricardo Merlo, presidente del MAIE e Sottosegretario agli Esteri, per chiedere anche a lui un commento: “Condivido totalmente i contenuti dell’interrogazione presentata dall’On. Borghese al ministro. L’Italia non può chiudere le porte ai propri figli sulla base della residenza. C’è di più: io stesso – prosegue il Senatore – non comprendo fino in fondo quali siano i criteri utilizzati nella scelta dei Paesi da inserire in blacklist. In alcune nazioni, come la Repubblica Dominicana o il Brasile, la situazione legata alla pandemia è molto migliorata, eppure la RD si trova ancora nella lista nera. In altri Paesi, invece, la situazione continua ad essere molto grave, ma non esiste alcun divieto all’ingresso in Italia. I nostri connazionali ci chiedono chiarezza; ci chiedono, soprattutto, di essere liberi di tornare in Italia in qualunque momento, disposti naturalmente a subire tutti i controlli del caso – vedi tampone – e a fare la quarantena fiduciaria”.

ItaliaChiamaItalia, da sempre dalla parte degli italiani nel mondo, condivide e sostiene la posizione del MAIE e l’interrogazione di Borghese; la pubblichiamo qui di seguito in forma integrale, in attesa della risposta del ministro Speranza.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

Borghese – Al Ministro delle Salute Roberto Speranza –

Premesso che:

Le disposizioni contenute nel DPCM 3 novembre 2020, valide fino al 3 dicembre 2020, disciplinano tra le altre cose anche il tema degli spostamenti da/per l’estero, già contenuto nei precedenti DPCM e nelle Ordinanze adottate dal Ministro della Salute e nell’Allegato 20, individuando sei gruppi di Paesi, contraddistinti da lettere A-B-C-D-F-E, per i quali sono previste differenti limitazioni ai viaggi.

In particolare, i paesi inclusi nel Gruppo F sono: Armenia, Bahrein, Bangladesh, Bosnia Erzegovina, Brasile, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana, Kosovo, Montenegro, Colombia.

Per coloro che provengono dai Paesi dell’elenco F, o che vi hanno soggiornato/transitato nei 14 giorni precedenti, è in vigore un divieto di ingresso in Italia, con poche eccezioni. Tra le eccezioni previste, sono contemplati i rientri dei cittadini UE (inclusi i cittadini italiani), Schengen, del Regno Unito, di Andorra, San Marino, Principato di Monaco, Città del Vaticano e loro familiari purche’ abbiano la residenza anagrafica in Italia da prima del 9 luglio 2020, con obbligo di presentare al vettore, all’atto dell’imbarco, e a chiunque sia deputato ad effettuare i controlli, un’attestazione di essersi sottoposti a test molecolare o antigenico (effettuato per mezzo di tampone), nelle 72 ore precedenti l’ingresso in Italia, con risultato negativo.

E’ noto che in questi paesi sono presenti decine di migliaia di cittadini italiani a cui questo DPCM nega la possibilità di viaggio in Italia, a meno che non possano dimostrare di aver la residenza anagrafica in Italia da prima del 9 luglio 2020. Si tratta di cittadini italiani che vivono nei paesi dell’elenco F, a cui viene impedito di entrare in Patria.

A fronte del persistere della problematica, che coinvolge migliaia di cittadini italiani impossibilitati a viaggiare in Italia a causa di un decreto che li discrimina, sulla base di un requisito (la residenza pregressa nel nostro Paese prima del 9 luglio 2020) che non ha una giustificazione di ordine sanitario,

si chiede di sapere:

  • quali tempestivi interventi il Ministro in indirizzo intenda adottare per correggere la discriminazione determinata con il DPCM e così consentire di tornare a viaggiare in Italia a quei connazionali attualmente bloccati nei Paesi indicati nell’elenco F del suddetto decreto.

Fonte: ItaliaChiamaItalia

Proroga impatriati con il 5% o il 10% solo per gli iscritti Aire

 

Proroga impatriati con il 5% o il 10% solo per gli iscritti Aire

Pubblicato il 04 marzo 2021 Il Sole 24 Ore; Italia Oggi;

Estensione del regime impatriati fino a 10 anni solo per gli iscritti Aire già rientrati, con versamento del contributo del 10% o del 5% entro il prossimo 30 agosto se il primo periodo di fruizione dell’agevolazione è terminato il 31 dicembre 2020. Lo ha stabilito l’Agenzia nel provvedimento di ieri che definisce le modalità con cui i lavoratori, dipendenti e autonomi, potranno optare per la proroga, per ulteriori cinque anni, dell’agevolazione ex articolo 5, comma 2-bis, del Dl 34/2019, prevista dal comma 50 della legge di Bilancio 2021.
Il regime degli impatriati si applica ai lavoratori residenti all’estero nei 2 periodi d’imposta precedenti il trasferimento e che si impegnano a risiedere in Italia per almeno 2 anni svolgendo l’attività lavorativa prevalentemente nel territorio italiano. A questi spetta la detassazione ai fini Irpef, per 5 anni, del 70% del reddito di lavoro dipendente o autonomo. Per chi si trasferisce al Sud la detassazione è del 90 per cento. Inoltre, per favorire il “radicamento” nel nostro Paese, le agevolazioni si estendono per ulteriori 5 anni, con detassazione al 50% o 90% in questo arco temporale aggiuntivo, al ricorrere di alcune condizioni (figli e acquisto di immobili residenziali).
L’iniziale decorrenza di queste più ampie agevolazioni era stabilita dal 2020. Il Dl 124/2019 ha esteso l’agevolazione anche ai lavoratori che avevano trasferito la residenza «dal» 30 aprile 2019 con effetti dal 2019. Restavano esclusi i lavoratori altamente qualificati trasferitisi prima del 30 aprile. Così la legge di Bilancio 2021 ha sanato quella che è stata percepita come una discriminazione.
L’intervento è stato rivolto agli italiani iscritti all’Aire (la limitazione ai soli iscritti Aire non è coerente con il comma 5-ter dell’articolo 16 Dlgs 147/2015 che qui dovrebbe intendersi richiamato) o ai cittadini Ue che abbiano trasferito la residenza in Italia prima del 30 aprile 2019 e che, pertanto, abbiano acquisito la residenza fiscale nel 2019 o in anni precedenti, a condizione che, alla data del 31 dicembre 2019, risultino già beneficiari degli incentivi (esclusi gli sportivi professionisti).
Ad essi è concessa la facoltà di optare per le disposizioni rafforzate e prolungate per ulteriori 5 anni, previo pagamento di un importo del 10% dei redditi di lavoro prodotti in Italia - e oggetto dell’agevolazione - relativi al periodo d’imposta precedente a quello dell’opzione. Ciò se, al momento dell’opzione, il soggetto abbia almeno un figlio minorenne o sia diventato proprietario di un’unita residenziale in Italia successivamente al trasferimento originario o nei 12 mesi precedenti, ovvero lo diventi entro 18 mesi dall’opzione.
L’importo è del 5% se il lavoratore abbia almeno tre figli minorenni «e» diventi o sia proprietario di un’immobile residenziale entro gli stessi termini. Il versamento va effettuato con F24 (codice tributo da stabilire), senza poter compensare.
Con un passaggio non chiaro si prevede che il versamento debba avvenire «entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di conclusione del primo periodo di fruizione dell’agevolazione» (se è il 2017, il termine sarebbe scaduto, viceversa il richiamo dovrebbe intendersi riferito al primo periodo delle agevolazioni prolungate). Se il primo periodo è terminato il 31 dicembre 2020, il versamento va effettuato entro il 30 agosto 2021.

Italiani nel mondo: storie, stereotipi e pregiudizi raccontati ai ragazzi. È il Rim junior 2020

 

Italiani nel mondo: storie, stereotipi e pregiudizi raccontati ai ragazzi. È il Rim junior 2020

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Sarà presentato il 27 novembre durante il Festival della Migrazione il "Rim Junior 2020. Il racconto delle migrazioni italiane nel mondo", una pubblicazione della Fondazione Migrantes dedicata ai ragazzi, che utilizza immagini e un linguaggio semplice e accattivante

Un giro intorno al pianeta Terra per sfatare gli stereotipi sulle migrazioni e conoscere meglio la realtà degli italiani nel mondo. È questo lo scopo del “Rim Junior 2020. Il racconto delle migrazioni italiane nel mondo”, una pubblicazione della Fondazione Migrantes dedicata ai ragazzi, che utilizza immagini, un linguaggio semplice e accattivante, per descrivere il fenomeno della mobilità umana. Il tema del volume di quest’anno (198 pagine, Tau edizioni), sono proprio i pregiudizi e gli stereotipi vissuti dai nostri connazionali. Sarà presentato il 27 novembre (ore 10.30) in diretta streaming sul sito del Festival della Migrazione, in corso dal 26 al 28 novembre, per iniziativa della Fondazione Migrantes e delle diocesi del territorio emiliano, di “Porta Aperta” capofila di una cinquantina di organizzazioni del terzo settore, dell’Università di Modena e Reggio Emilia e del Centro di ricerca interdipartimentale su discriminazioni e vulnerabilità.

Sono quasi 5,5 milioni i cittadini italiani residenti all’estero e iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire), il 9% degli oltre 60 milioni di residenti in Italia, una cifra che considera solamente le presenze ufficiali. A parte vanno considerati i discendenti degli italiani, gli “oriundi”, e tutti coloro che si spostano in mobilità non ottemperando all’obbligo di legge dell’iscrizione all’Aire. Solo nell’ultimo anno ben 131 mila italiani sono partiti da 107 province italiane verso 186 destinazioni diverse.

Fatiche e rivalse degli italiani nel mondo. Una volta, racconta nel volume Delfina Licata, caporedattrice e curatrice del Rapporto italiani nel mondo della Fondazione Migrantes, “gli italiani si rifugiavano in Europa o oltreoceano perché fuggivano dalla fame, dalla guerra, dall’ignoranza, ma nelle terre dove arrivarono non vennero accolti, ma sopportati a fatica e tacciati con stereotipi infamanti, per cui la loro povertà è diventata sinonimo di ignoranza, di sporcizia, di abitudini vicine a quelle degli animali”. Però in alcuni contesti, prosegue, “gli italiani emigrati si sono presi la loro rivalsa, diventando protagonisti e fautori del bello, soggetti attivi di positività, leader da imitare”, dimostrando “capacità e doti, genialità e creatività”.

I pregiudizi contro gli italiani. Nel libro i ragazzi hanno la possibilità di seguire le avventure di donne e uomini italiani emigrati in tutti i continenti, scoprendo come la loro vita sia stata segnata dai pregiudizi. In Sud America, ad esempio, i nostri connazionali furono ribattezzati “carcamanos”. Nei modi di dire europei siamo quelli che vogliono lavorare il meno possibile. Per i polacchi “sciopero italiano” vuol dire fare le cose con estrema lentezza, e per gli ucraini la stessa espressione vuol dire fare proprio il minimo.

Storie allegre e tristi, barzellette, curiosità. Nel volume vengono raccontate storie allegre e barzellette, come quelle “dell’inglese, il francese e l’italiano”. Tra le varie curiosità, sarà possibile scoprire perché Mazzini scriveva lettere alla madre fingendosi donna o come mai gli studenti del filosofo e matematico Alfred Korzybski (colui che pronunciò la famosa frase “la mappa non è il territorio”) non gradirono i biscotti offerti dal loro professore. Utile sapere anche in quale occasione il latte sia diventato un alimento razzista. O come mai i cittadini di Bedford erano indecisi se importare italiani o mattoni. Non tutti sanno, ad esempio, che l’imperatore Mutsuhito voleva solo artisti italiani per far sorridere le statue nipponiche e che i tunisini imparano a parlare il siciliano all’Università. Tra le storie più commoventi vi è quella notadegli italiani Sacco e Vanzetti, vittime innocenti della pena capitale negli Stati Uniti. O casi meno conosciuti come il linciaggio di Aigues-Mortes nel 1893 in Francia, nel quale persero la vita almeno nove italiani che lavoravano nelle saline.

Un auspicio. “Nelle pagine che vi apprestate a leggere – scrive nell’introduzione di don Gianni De Robertis, direttore generale Migrantes , rivolgendosi ai ragazzi – troverete tante notizie e molte storie. Alcune ci sorprenderanno, altre ci faranno sorridere, altre ancora ci lasceranno con l’amaro in bocca. Scopriremo quante volte la cattiveria e l’odio sono stati rivolti a noi italiani, ai nostri avi partiti sin dal Novecento o ai nostri parenti che li hanno seguiti nel terzo millennio, per il semplice fatto di essere immigrati in terra straniera”. Il suo auspicio è che il libro “non resti privo di interrogativi da parte vostra e che alle domande seguano fatti, azioni concrete”. Perché

“un tempo gli immigrati eravamo noi e quelle stesse offese, oggi nella maggior parte dei casi superate, sono rivolte ad altri

che si trovano a vivere le difficoltà di chi si spostava dall’Italia un tempo”.

Piccolo glossario, bibliografia e vademecum. Nelle ultime pagine si trovano un Piccolo glossario dell’emigrazione, una Piccola bibliografia dell’emigrazione e un Vademecum per vincere gli stereotipi. Alla presentazione del 27 novembre interverranno, tra gli altri, don Gianni De Robertis e e Delfina Licata; Vincenzo Amendola, ministro per gli Affari europei (in attesa di conferma); Elly Schlein, vicepresidente Regione Emilia Romagna; Paolo Pagliaro, direttore 9colonne; Amir Issaa, musicista; Daniela Maniscalco, autrice Rim Junior; Mirko Notarangelo, direttore artistico del Rapporto.

Rientro In Italia di Cittadini Residenti nei Paesi Extra Europei

 

Rientro In Italia di Cittadini Residenti nei Paesi Extra Europei

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana,
Egregi rappresentanti del Governo e del Parlamento Italiano,

Con la presente vorremmo portare alla Vostra attenzione, la situazione di estremo disagio di molti cittadini Italiani residenti nei paesi extra Europei e attualmente impossibilitati a fare rientro temporaneo in Italia a causa dell'obbligo di isolamento fiduciario di 14 giorni previsto dalle recenti normative.

Si fa presente che sono milioni i cittadini italiani iscritti all’AIRE e residenti nei paesi extra Europei, che non hanno più potuto fare ritorno in Italia a partire dal lockdown dovuto alla pandemia COVID-19.

Stiamo parlando di connazionali con necessità di: visitare genitori, in molti casi anziani o malati, ricongiungersi con membri della famiglia spesso residenti in regioni diverse, prendersi cura di affetti personali, interessi economici, proprietà immobiliari e attività imprenditoriali.

Le esigenze lavorative e personali degli Italiani all’estero, consentono loro di poter rientrare in patria solo ed esclusivamente per un periodo di tempo limitato che non risulta compatibile con l’obbligo di isolamento di 14 giorni.

Si tratta di giovani, famiglie e lavoratori che con sacrificio e spesso a malincuore, hanno dovuto abbandonare l’Italia per ragioni lavorative o di studio e non possono rischiare di perdere ciò che hanno costruito nei paesi di residenza a causa di regole e obblighi temporali di isolamento e permanenza in Italia.

Pur comprendendo le ragioni e la necessità di combattere la pandemia, il poter rientrare in Italia con lo stesso trattamento riservato ai residenti dell’area Schengen e certamente, prendendo tutte le dovute precauzioni per evitare la diffusione del virus, rimane un diritto fondamentale di tutti i cittadini italiani.

Vi chiediamo pertanto di intraprendere le necessarie iniziative al fine di emanare disposizioni chiare che consentano a questi cittadini di ritornare in Italia per brevi periodi, ricongiungersi con i propri cari e coltivare gli interessi che permangono con l'amato paese di origine, ponendo fine a questa discriminazione nei confronti di tutti i connazionali residenti nei paesi extra Europei.

Ringraziandovi per l'attenzione, confidiamo in una solerte e concreta risposta e soluzione.

Cordiali Salutiitaliani-allestero_BS.jpg


Cittadini Italiani residenti nei paesi extra Europei    Contatta l'autore della petizione

Firma questa petizione

Firmando, autorizzo Cittadini Italiani residenti nei paesi extra Europei a trasferire le informazioni che fornisco in questo modulo a coloro che hanno facoltà su questo argomento.


O


A convicted felon wants people to enroll in a COVID-19 clinical trial. What could go wrong?

 

A convicted felon wants people to enroll in a COVID-19 clinical trial. What could go wrong?

Richard Fleming

Richard Fleming, a felon convicted of health care fraud who has been debarred by the US Food and Drug Administration, would like to invite you to participate in a clinical trial.

Fleming has registered a study on ClinicalTrials.gov to evaluate what he calls the “Fleming Method for Tissue and Vascular Differentiation and Metabolism” — a method he claims can help physicians assess pneumonia resulting from Covid-19. 

According to the notes for the study

Diagnostic determination of disease and treatment responses has been limited to qualitative imaging, measurement of serum markers of disease, and sampling of tissue. In each of these instances, there is a built in error either due to sensitivity and specificity issues, clinician interpretation of results, or acceptance of the use of an indirect marker (blood test) of what is happening elsewhere in the body – at the tissue level.

The Fleming Method for Tissue and Vascular Differentiation and Metabolism (FMTVDM) using same state single or sequential quantification comparisons [1] provides the first and only patented test (#9566037) – along with the associated submitted patent applications ruled to be covered under #9566037 – that quantitatively measures changes in tissue resulting from inter alia a disease process. This includes inter alia coronary artery disease (CAD), cancer and infectious/inflammatory processes including CoVid-19 pneumonia (CVP) resulting from the metabolic and regional blood flow differences (RBFDs) caused by these diseases.

The purpose of this paper is to make clinicians and researchers aware of this proposed method for investigating the prevalence and severity of CVP – in addition to providing rapid determination of treatment response in each patient, directing treatment decisions; thereby reducing the loss of time, money, resources and patient lives. …

Fleming states he wants to enroll 500 patients who will receive various purported treatments for Covid-19, including, of course, hydroxychloroquine and azithromycin but also remdesivir.  He declares that: 

As FMTVDM is an absolute quantification method, which cannot be influenced by human error or bias, the final determinant of success or failure of treatment cannot be influenced. However, given the pandemic, medical, nursing, technologist and other healthcare providers will NOT be blinded to data. The availability of the data will allow real time assessment and decision making by the clinicians involved in the care of the patient.

Fleming — whose now-deleted Twitter profile said he was an “PhD, MD, JD AND NOW Actor-Singer!!!” — first came to our attention in 2018 when concerns about a different clinical trial he purported to run led to a retraction of one of his papers. That study was republished in a journal that has been labeled predatory, and then, as Elisabeth Bik has noted, republished yet again.

As one Twitter user wondered, we’re curious how Fleming is organizing and funding the study, given that his organization, the Camelot Foundation, appears to be defunct. And as Nick DeVito, studying at Oxford, put it:

Fleming has not responded to our questions about the trial.

Like Retraction Watch? You can make a tax-deductible contribution to support our work, follow us on Twitter, like us on Facebook, add us to your RSS reader, or subscribe to our daily digest. If you find a retraction that’s not in our database, you can let us know here. For comments or feedback, email us at team@retractionwatch.com.

Dr. Richard M. Fleming: "Evidence shows that this virus is engineered with Gain of Function (GoF) including mechanisms creating an Inflammo Thrombotic Response (ITR) with mRNA Reverse Transcription (RT) into cell DNA with Prion-like structures present in the virus spike protein." - BY WHOM?

Petition for the President of the United States of America

  1. Petition for The President of the United States of America

 

This is a call for action and accountability by the American people.

 

We The People are calling for an investigation of those responsible for this Gain-of-Function Bioweapon.

 

We are calling for accountable of their violations of the trust placed in them as officials representing the people.

 

We are calling on their being held Criminally Accountable for their Crimes Against Humanity.

We are also calling upon our elected officials to put an end to the interference of the practice of medicine, as well as a cessation of forced vaccination, masking, travel restrictions, and other Constitutional rights of U.S. Citizens.

We are calling on a cessation of Federal Government overreach usurping powers not granted to them by the U.S. Constitution.

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Reno 100 Most Influential People.Superhero award for work in Medicine includingB.E.S.T. and FHRWW Imaging. June 27, 2013.
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Richard M.

Fleming

PhD, MD, JD

In 1994, Dr. Fleming presented to the American Heart Association his "theory" that cardiovascular disease was due to inflammation.  What was theory in 1994 has become well known fact for decades and was highlighted in 2004,with a feature on ABC's 20/20 News.

Patent # 9566037 was issued to  Dr. Fleming on February 14, 2017.

 

The Fleming Method patent (FMTVDM) covers ALL methods and devices able to measure metabolic and regional blood flow differences.  This breakthrough made it possible to differentiate functionality of tissue, tissue types as well as non-tissue, and the measurement of treatment response using all isotopes, enhancing agents and devices capable of detecting and measuring isotopes. 

Developing technology that disrupts the methods of conventional medicine is not always welcomed.  Especially when that technology would half the revenue a $20 billion nuclear isotope industry. When physicians bring innovation to medicine, complaints to medical boards often follow along with court cases, which is why it's called, "Disruptive Technology."

 

His knowledge and patent enables previously undetectable inflammation to be seen and measured with levels of accuracy not found in most common scanning and technologies or devices.


 
 
 

Is COVID-19 a Bioweapon? A Scientific and Forensic investigation, Dr. Richard Fleming

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What is the true origin of COVID-19?

President Joe Biden has ordered US intelligence agencies to further investigate the origins of COVID-19. Clearly, the US government isn't decided on what really happened at the start of the pandemic. Was it truly a animal to human transmission to be blamed on a bat in a Wuhan, China wet market? Or was a much more sinister plan at work?

In 2020, Dr. Richard M. Fleming began investigating SARS-CoV-2/COVID-19. Using both his "Inflammation" Theory and Patent (FMTVDM; the first method capable of measuring regional blood flow and metabolic changes occurring inside the body, which makes it possible to accurately determine what is happening inside the body as well as whether treatments prescribed for patients are working or not), he investigated COVID treatments. Simultaneously he began investigating the origins of COVID-19. This book details much of what he has found. 

What he discovered will shock you.

By 1999, US Federal Agencies began funding Gain-of-Function research. Research that by its very nature is designed to increase the ability of pathogens to infect and harm people. In 2019, one of those pathogens was intentionally released upon the world in the Wuhan Wet Market. The key to proving and understanding this bioweapon is its spike protein. The very same spike protein now being made in millions of people after the COVID vaccines are injected into them. These vaccines are nothing more than the genetic code of this bioweapon. This book traces the publication and money trail of COVID-19; showing who is ultimately criminally responsible for the design and development of this weapon, which violates the Biological Weapons Convention (BWC) Treaty, exposing those who have committed crimes against humanity. Dr. Fleming will reveal the ultimate conspiracy: one that puts the future of the entire world at stake.

LIST PRICE $19.99
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