In Commissione Affari Costituzionali al Senato, nell’audizione sull’estensione del Green Pass per tutti i lavoratori, è intervenuto anche il dottor Alberto Donzelli, specialista in Igiene e Medicina preventiva, già membro del Consiglio Superiore di Sanità. Il medico ha spiegato: “Il presupposto del Green Pass è di incentivare la vaccinazione universale. Rispetto ai non infettati, chi ha superato il Covid-19 ha il 15.1 volte in meno la probabilità di ricontagiarsi. Anche con la Variante Delta. I vaccinati con doppia dose hanno molte più probabilità di contrarre il virus rispetto a chi ha superato l’infezione (OR di 13 contro 1). Non dare il Green Pass alle persone guarite è uno schiaffo alla scienza”.
“”Dovremmo interrompere queste vaccinazioni a bambini e adolescenti” continua, “per chi paga prezzi minimi, meglio la malattia naturale, che dà immunità robuste e durature”. Il medico spiega poi che la copertura vaccinale dura solo pochi mesi e addirittura, dopo sei mesi, in Quatar ad esempio la protezione è persino diventa negativa. L’estensione del Green Pass, dunque, non ha basi scientifiche.
Continua a creare non poche polemiche la decisione del Governo di estendere il Green Pass, che dal 15 ottobre sarà obbligatorio indistintamente per i lavoratori del settore pubblico e privato. La discussione è arrivata anche in Senato, dove in questi giorni si svolgono le “Audizioni in videoconferenza sul ddl n. 2394 (d-l 127/21 – estensione certificazione verde COVID-19 e rafforzamento screening)”. Tra gli altri oggi è stato audito dalla Commissione Affari costituzionali del Parlamento il professor Giorgio Agamben, filosofo e scrittore.
A luglio nuovo massimo storico per il debito delle Amministrazioni pubbliche che è aumentato di 29,7 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.725,9 miliardi. Lo comunica la Banca d'Italia nella pubblicazione statistica 'Finanza pubblica: fabbisogno e debito'.
Condanno ogni forma di violenza, nella maniera più assoluta. Ma proviamo ad elencarle, le violenze che subiamo ogni giorno e vediamo quante di esse vengono pubblicamente condannate sui nostri giornaloni e dai nostri ipocriti e retorici rappresentanti.
Condanno la violenza di sapere che circa 60 milioni di italiani subiscono le azioni di un Presidente del Consiglio calato dall’alto, senza legittimazione popolare ma proveniente dalle peggiori lobby della finanza speculativa come il Gruppo dei Trenta, dei quali ha da sempre portato avanti gli interessi.
Condanno la violenza dei colossi del web, che rimuovono i video di chi non è allineato al pensiero unico dominante. Condanno la violenza di chi blocca le nostra pagine social, i nostri profili e non perché incitino a commettere qualche tipo di crimine ma solamente perché propongono un contraddittorio al pensiero imposto.
Condanno la violenza di chi obbliga milioni di italiani a un trattamento sanitario sperimentale che, di fatto, ha dimostrato di non essere funzionale alla sacrosanta lotta alla pandemia.
Condanno la violenza di chi mi obbliga a mostrare una tessera per esercitare il mio diritto al lavoro, anche se i fatti dimostrano che possedere quel pass non è sinonimo di non contagiosità quindi non utile a bloccare la diffusione del virus.
Condanno la violenza di chi vorrebbe trattare come topi le persone impaurite da un farmaco di cui non si conoscono ancora gli effetti a lungo termine.
Condanno la violenza, usata nei canali televisivi verso gli ospiti non allineati alla narrativa imposta.
Condanno la violenza di alcuni spietati rappresentanti delle Forze dell’Ordine verso i manifestanti inermi.
Condanno la violenza degli infiltrati nelle manifestazioni pacifiche.
Condanno la violenza di chi sta privando i ragazzini di una vita sociale, di chi costringe i bambini a indossare una maschera per ore e ore tra i banchi di scuola.
Condanno la violenza di chi sta impedendo a migliaia di studenti di entrare nelle aule universitarie.
Condanno la violenza di chi sta volutamente boicottando l’uso dei tamponi, rendendoli costosi e scomodi anziché incentivarli per tenere sotto controllo la catena dei contagi.
Condanno la violenza di chi sta attaccando persino il diritto al lavoro, fondamento della nostra Repubblica, subordinandolo al possesso di un lasciapassare di Governo con delle misure che non hanno alcun fondamento scientifico e che nessun altro paese al mondo si sogna di introdurre.
Condanno la violenza di chi ha commissariato le Istituzioni democratiche con cabine di regia tecnocratiche in pieno conflitto di interessi che decidono tutto in nome e per conto dei cittadini e dei loro rappresentanti.
Mamma mia quante violenze subiamo ogni giorno che non vengono condannate a gran voce. Quante ne abbiamo subite.
Condanno la violenza di chi protegge la famiglia Benetton anziché le vittime del crollo del Ponte Morandi.
Condanno la violenza di chi si appresta a regalare Monte dei Paschi di Siena agli amici degli amici, dopo aver usato i soldi degli italiani.
Condanno la violenza di chi fa appello alla transizione ecologica senza mettere in discussione l’attuale perversa deviazione del capitalismo e del consumismo di cui è gravido.
Condanno la violenza di chi in questi anni ha azzerato lo Stato sociale chiudendo ospedali, privatizzando la scuola, tagliando pensioni, sopprimendo treni e tagliando risorse persino dei disabili. Tutto in nome del rigore dei conti, con politiche pro-cicliche imposte che hanno annientando interi paesi.
Condanno la violenza di chi gestisce il potere con arroganza, schiacciando sistematicamente il Parlamento e abbattendo ogni procedura democratica.
Condanno la violenza di chi precarizza una generazione di lavoratori, liberalizzando i licenziamenti e togliendo ogni tutela.
E poi sì, certamente condanno la violenza di poche decine di teppisti che hanno assaltato la sede della CGIL durante la manifestazione di Roma perché, con la loro stupidità, hanno permesso agli artefici delle violenze (di cui sopra) di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalle loro malefatte e di poter dire, ipocritamente, che anche loro condannano ogni forma di violenza. Quella stessa violenza che invece proprio loro alimentano e di cui si nutrono.
La Matrix Europea, la verità dietro i giochi di potere – Con Francesco Amodeo
L’entrata dell’Italia nel sistema Europeo è stata una buona mossa per il nostro paese? Che peso ha avuto all’interno della nostra struttura economica e sociale? L’economistaValerio Malvezzinon cambia posizione al riguardo e ribadisce come il prezzo di questa decisione politica ha avuto unimpatto negativoper il mercato italiano e per le stesse ‘tasche’ dei cittadini italiani.
Il professore focalizza in diretta l’attenzione sulfattore risparmio, un elemento che sembra ormai non rientrare nelle corde del paese:“Questi sono i dati: è vero che noi eravamo ricchi con la lira e ora siamo poveri con l’euro. Il dato che si deve tenere in considerazione non è il consumo ma il risparmio perché potrei consumare a debito. Quello che conta è la capacità di risparmio“.
Insieme al suo gruppo di ricerca, Valerio Malvezzi ricostruisce l’andamento dellavariazione dei salari medi annuia partire dal 1995 fino ai giorni nostri e, grafici alla mano, evidenzia come (anche e soprattutto dopo la pandemia) l’Italia ha avuto un calo economico talmente cospicuo da colpire anche la possibilità di un dignitoso e possibile risparmio della popolazione.
“Tutto ciò che ha comportato l’entrare gradualmente nell’Unione Europea e prima ancora creare il divorzio tra la Banca Centrale e il Ministero del tesoro (cioè fare le politiche neoliberiste) per cui oggi lo Stato non compra più i titoli dei debito pubblico ma li andiamo a collocare sul mercato privato, ha avuto un costo pesante. Da chi è stato pagato il prezzo di quella decisione politica nel 1981 in Italia? E’ stato pagato dalle famiglie italiane, le quali queste cose non le sanno. Questi sono i dati: è vero che noi eravamo ricchi con la lira e ora siamo poveri con l’euro. Il dato che si deve tenere in considerazione non è il consumo ma il risparmio perché potrei consumare a debito. Quello che conta è la capacità di risparmio”.
Grafici: L’emblema del declino italiano proprio (dal punto di vista dei salari)
Variazione del salario medio reale dal 1995 al 2020: “Qui c’è un dato emblematico (a parte la Spagna, per la quale è andata peggio di noi) l’unico paese europeo che ha avuto i salari bloccati al palo su una serie storica di 25 anni è l’Italia. Cioè rispetto a tutti gli altri paesi, lo stipendio annuale dei lavoratori negli ultimi 25 anni è rimasto invariato dal 1995 al 2020. Altri paesi, come ad esempio il Belgio, hanno fatto il 25% di aumento. Inoltre la Polonia ha fatto oltre il 95% di aumento rispetto ai salari che erano in quel paese nella metà degli anni ’90. Gli stipendi italiani, entrando nell’euro, sono rimasti al palo”.
Variazione del salario medio annuo reale rispetto al 2019: “Cosa è successo dopo la pandemia? Mentre alcun paesi hanno avuto una variazione in aumento del salario medio annuale, ci sono altri paesi che hanno avuto una riduzione prima della pandemia e dopo. Ci sono alcuni paesi come la Spagna, la Francia e in misura minore la Germania e in piccola misura l’Olanda che hanno avuto dele contrazioni significative attorno al 2,50% e ci sono paesi come l’Irlanda, di nuovo la Polonia e soprattutto il Lussemburgo e la Finlandia che hanno avuto il 3,50% e/o quasi 5,50% in più tra un anno e l’altro. E poi c’è il paese che si chiama Italia che ha avuto il 6,50% di perdita di variazione del salario reale medio rispetto alla situazione pre-pandemica”.
Risparmio delle famiglie italiane su reddito disponibile (1995-2019): “Nel 1995 era oltre il 16%, oggi è il 2%. Quanto riesco a mettere da parte? Una famiglia che aveva 1000 euro di reddito medio di famiglia nel 1995 in equivalenza, risparmiava del 16% cioè 160 euro. Oggi quella famiglia con 1000 euro riesce a risparmiare 20 euro. Questa è la differenza”.
Il parlamento in Romania ha bocciato una legge che voleva introdurre il Green pass obbligatorio per il lavoro. La Romania in questo momento sta vivendo una situazione difficile per la pandemia del Coronavirus a livello di contagi e morti. I casi positivi giornalieri superano stabilmente i 15.000 da settimane in un Paese che conta 19 milioni e 300 mila abitanti e i morti raggiungono le 500 persone al giorno.
Dopo un’estate completamente Covid-free, in cui nel Paese dell’Europa orientale si erano completamente svuotati tutti gli ospedali e i contagi erano stati azzerati per oltre 4 mesi, da metà maggio a metà settembre, la situazione è peggiorata in modo drammatico. In tanti attribuivano il miglioramento alle vaccinazioni nonostante in Romania sia vaccinato solamente il 37% della popolazione nazionale ma evidentemente non erano i vaccini a determinare uno scenario così roseo nei mesi scorsi.
Bocciato il Green Pass per il lavoro
Per tentare di limitare il contagio, oggi è arrivato in parlamento un progetto di legge che prevedeva l’introduzione del Green Pass per il lavoro, seguendo l’Italia ma la proposta è stata subito bocciata da socialisti e liberali.
Mentre in Romania il Green pass è già in vigore per alcune attività come bar e ristoranti al chiuso, e nonostante era previsto che i tamponi per ottenere il Green pass fossero gratuiti per i cittadini, i parlamentari di destra e sinistra si sono alleati in parlamento contro l’idea di renderlo obbligatorio per il lavoro affermando che “l’emergenza sanitaria non giustifica la privazione dei diritti fondamentali dei cittadini“. www.strettoweb.com
“Possiamo finalmente guardare al futuro con ottimismo”. Lo dice il premier Mario Draghi aprendo il G20 di Roma. “Stiamo costruendo un nuovo modello economico e il mondo sarà migliore”, aggiunge.
“Come presidenza del G20, l’Italia ha lavorato per promuovere una ripresa più equa. Il Global Health Summit di Roma ha visto Paesi e aziende impegnarsi generosamente per fornire vaccini ai Paesi più poveri: dobbiamo essere sicuri di onorare le promesse. Abbiamo raggiunto un accordo storico per un sistema di tassazione internazionale più equo ed efficace. Abbiamo supervisionato l’allocazione di 650 miliardi di dollari come nuovi Diritti Speciali di Prelievo e abbiamo promosso la possibilità di redistribuirli ai Paesi che ne hanno più bisogno“. Lo dice il premier Mario Draghi aprendo il G20 di Roma.
Nuovo modello economico, il multilateralismo
“Il multilateralismo è la migliore risposta ai problemi che vediamo oggi. In molti sensi è l’unica risposta possibile, dalla pandemia, al clima, alle tassazioni. Non è una opzione. Dobbiamo superare le nostre differenze e ritrovare lo spirito di questo consesso”. Lo dice il premier Mario Draghi aprendo il G20 di Roma, con un discorso in occasione del primo panel, Global Economy and Global Health. tgcom24.mediaset.it
Il presidente russo Vladimir Putin ha messo al bando la Microsoft Bill Gates e la sua società. Inoltre, entrambi i colpevoli sono stati inseriti in un elenco di controllo del Servizio di sicurezza federale a causa di “preoccupazioni per la sicurezza e l’affidabilità”.
La rimozione di tutto il software Microsoft è ora iniziata in Russia con effetto immediato. Il portavoce del governo Sergei Zheleznyak ha spiegato che Microsoft è stata sorpresa a svolgere una sorveglianza minuto per minuto su milioni di cittadini russi e su cittadini di altri paesi. Il rapporto mette in evidenza le preoccupazioni della Russia: “Gli Stati Uniti, che si presentano come un bastione della democrazia, hanno infatti condotto una sorveglianza minuto per minuto di decine di milioni di cittadini della Russia e di altri paesi”.
“Tutte le principali società Internet che si sono formate negli Stati Uniti sono coinvolte in questa brutta storia e queste società operano sul territorio del nostro paese”, ha detto il portavoce del Cremlino.
Anche il fondatore di Microsoft Bill Gates, che è stato inserito in una lista di controllo dei servizi di sicurezza federale (FSB), è stato indagato per una revisione delle sue attività, in attesa di ulteriori indagini, con le aspettative al Cremlino che questo individuo sarà associato a George Soros e a Jacob Rothschild nella lista nera creata dalla Federazione Russa.
Bloomberg ha riferito che Artem Ermolaev, responsabile della tecnologia informatica di Mosca, e il ministro delle comunicazioni russo Nikolay Nikiforov, hanno dichiarato che Mosca sostituirà inizialmente la Microsoft Exchange Server e Outlook su migliaia di computer con un sistema di posta elettronica sviluppato dalla società russa Rostelecom PJSC. L’anno prossimo in Russia si installerà un software sviluppato da “New Cloud Technologies”, un altro fornitore di software russo, su milioni di sistemi. Anche Microsoft Office e Windows saranno sostituiti con versioni di produzione propria, ha affermato Ermolaev.
“Vogliamo che i soldi dei contribuenti e delle imprese statali vengano spesi principalmente in software di produzione locale (russo)”, ha detto Nikiforov, aggiungendo che a partire dal prossimo anno i funzionari “rafforzeranno la loro presa” sulle istituzioni statali che non optano per alternative domestiche. La Russia ha smascherato il sistema di spionaggio e di controllo creato dagli USA che utilizza le società tecnologiche come Microsoft, Google,Facebook e altre consimili per estendere la sua rete di manipolazione e sorveglianza di massa su vari paesi.
*MICHAEL WALSH è giornalista, emittente e autore di 64 titoli di libri in tutto il mondo con 36 anni di esperienza. Come altri giornalisti di integrità, non scrive più per i media aziendali, optando invece per il vero giornalismo.
«Povero Renzi, non ha ancora capito che, se mai andrà al governo, non potrà comandare». Idem gli altri “volti nuovi” (o semi-nuovi) della politica, da Grillo a Vendola fino al leghista Salvini, tutti «destinati a vedere vanificate le loro riforme: che siano di destra o di sinistra, sono accomunati dallo stesso destino. Perché il vero potere è altrove. Così vicino, eppure invisibile», incarnato dagli uomini dislocati a Roma dal vero dominus dell’Italia, Mario Draghi. Secondo Marcello Foa, se la Seconda Repubblica ha portato ad esecutivi più longevi ma non troppo stabili – Berlusconi, Prodi – fino al super-tecnocrate Monti e alle larghe intese di Letta, è per via del «male endemico che però non spiega la cronica inefficienza dei governi», a cui è stato impedito di cambiare la politica.
Chi frena? Per capirlo, si tratta di scoprire «chi ha in mano l’apparato del governo, chi pubblica sulla Gazzetta Ufficiale disposizioni di legge illogiche, incongruenti, contraddittorie al punto da vanificare, casualmente, la riforma generando sconcerto nell’opinione pubblica, che naturalmente se la prende con i soliti partiti». La spiegazione: «Chi ha la facoltà di velocizzare o di rallentare l’immenso apparato dello Stato: le persone che hanno questa facoltà esistono e possiedono le chiavi del potere», scrive Foa in un post sul “Giornale”, citando un articolo di “Italia Oggi” del maggio scorso, firmato da Roberto Narduzzi. Titolo: “Draghi ha già piazzato i suoi uomini in tutti i posti chiave dell’economia”. Per attivare lo scudo anti-spread, scrive Narduzzi, occorre «offrire garanzie manageriali ai prestatori che devono di fatto approvare la qualità della squadra italica chiamata a gestire il programma». Draghi lo sa bene, aggiunge “Italia Oggi”, e non ha perso tempo: «Non è affatto casuale l’arrivo di uomini di Bankitalia ai posti chiave della finanza pubblica. Fabrizio Saccomanni come ministro dell’economia e Daniele Franco alla Ragioneria dello Stato». Sono «persone di qualità e di cui Draghi si fida», ovvero «persone giuste per interagire con la Bce, il Fmi o la Commissione se l’attivazione dello scudo si fa realtà». Altre pedine strategiche: alla direzione generale del Tesoro un certo Vincenzo La Via, proveniente dalla Banca Mondiale, e all’Agenzia delle Entrate un tecnocrate come Attilio Befera, «molto stimato da Draghi». A questo punto, «soltanto il bilancio dell’Inps, oggetto di feroci critiche per Inpdap ed esodati, sfugge al controllo tecnico di un Draghi boy».
Il “vero premier italiano”, quello che governa dall’Eurotower Bce di Francoforte in perfetta sintonia con Napolitano, ha messo a punto ogni casella chiave per gestire gli effetti operativi dell’attivazione italiana dello scudo anti-spread, osserva Foa, rileggendo “Italia Oggi”. «Il tono dell’articolo è compiaciuto e compiacente. Come dire: bravo Draghi!». Con questi sistemi, aggiunge Foa, si governano le istituzioni grazie a «tecniche di occupazione del potere», vanificando ogni dialettica politica fondata sul confronto democratico, grazie al super-potere di «membri altolocati delle élite che contano davvero». Lo conferma un altro servizio, firmato da Andrea Cangini sul “Quotidiano Nazionale”: “Leggi e governanti ‘ostaggio dei tecnici’. Così i grandi burocrati guidano la politica”. «Lo Stato sono loro», taglia corto l’ex ministro Altero Matteoli, «e la repubblica è appesa alle loro decisioni». Destra e sinistra non contano, di fronte al potere dei super-burocrati: ragioniere generale dello Stato, capi di gabinetto, direttori di dipartimento, capi dell’ufficio legislativo dei ministeri più importanti. «Hanno dunque in pugno il paese, e da quasi vent’anni sono sempre gli stessi», restando nel recinto di «una casta chiusa, irresponsabile ed autoreferenziale». Osserva ancora Cangini: sono 15-20 individui, sempre quelli. «Il più noto è Vincenzo Fortunato, ex Tar, più di 500.000 euro di stipendio l’anno fino a poco tempo fa». I super-tecnocrati nostrani «sono il vero e inamovibile potere italiano», sintetizza un ex ministro diessino, confortato da un suo omologo ex forzista. Entrambi sostengono che le bollinature, cioè il via libera contabile della Ragioneria ad ogni provvedimento di spesa, «vengono concesse solo se il provvedimento rientra nella ‘visione’ politica del ragioniere generale. In caso contrario vengono negate o subordinate a scelte ‘politiche’ diverse». C’è un’altra cosa su cui i due ex ministri, pur di opposti schieramenti, concordano: «I burocrati ministeriali scrivono le norme e gestiscono le informazioni in maniera iniziatica, in modo da risultare indispensabili». Un monopolio difficile da scalfire, chiosa Foa. «Capito chi governa davvero l’Italia?». Loro, gli yes-men che rispondono al signore della Bce, privatizzatore del sistema bancario italiano, uomo del Bilderberg e della Goldman Sachs nonché esponente del Gruppo dei Trenta, vera e propria cupola del super-potere finanziario mondiale attraverso cui l’élite planetaria domina il nostro destino.