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03/02/21

ST FRANCIS FOR PRESIDENT

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IL FUTURO DEGLI ITALIANI ALL'ESTERO E' FARE IL CULO A CHI LI HA COSTRETTI A LASCIARE CASA LORO

 

Schiavone (CGIE): “Italiani all’estero attenti alla crisi di governo”

Palazzo Chigi, sede del governo italiano ANSA/CHIGI PALACE PRESS OFFICE/FILIPPO ATTILI
Michele Schiavone, segretario generale del Consiglio generale degli Italiani all’Estero-Cgie, nel corso dei lavori preparatori della IV Assemblea plenaria della Conferenza permanente Stato-Regioni-Province Autonome-Cgie, ha detto: ”Questo è un momento critico anche per gli italiani all’estero. La pandemia ha fatto crollare certezze e perdere posti di lavoro: trovarsi fuori dal proprio paese in questo periodo può essere difficilissimo. La politica tutta abbia un supplemento di senso di responsabilità nell’interesse collettivo. Gli italiani all’estero guardano con attenzione a quanto sta succedendo in questi giorni in Italia”.

L’incontro virtuale di oggi è stato dedicato alla nuova emigrazione, alle misure per contenere l’esodo e favorire il rientro degli italiani che si trovano all’estero. Le persone che lasciano l’Italia sono in costante aumento e sono sempre più qualificate. Troppo spesso però ancora oggi ci troviamo di fronte a una mobilità per bisogno, lavoratori italiani – laureati, diplomati e manovali che siano – costretti a ripercorrere l’antico cammino di speranza e sacrifici, precariato e privazione di diritti, che non di rado trovano nei paesi di nuovo approdo.

”Tre quarti di cittadini che emigrano finiscono sul mercato del lavoro deregolamentato e sono costretti a svolgere mansioni non attinenti alle capacità acquisite”, ha denunciato Schiavone.

Negli ultimi 15 anni, il numero di persone che ha lasciato l’Italia è aumentato di oltre il 70 per cento e gli iscritti all’Aire, cioè l’anagrafe degli italiani residenti all’estero, sono passati da poco più di 3 milioni a oltre 6 milioni e rappresentano più del 10 per cento della popolazione residente in Italia.

Ha acceso il riflettore sui giovani Luigi Maria Vignali, direttore generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Maeci: ”Credo che le politiche giovanili non dovrebbero fermarsi ai confini nazionali – ha affermato -. Alcune misure fiscali ad esempio, come quelle introdotte dal Decreto Crescita nel 2019 e rafforzate da alcuni emendamenti introdotti nell’ultima finanziaria, servono senz’altro a facilitare il rientro dei nostri giovani all’estero. Ma quello che davvero serve è far sentire la presenza solida e costante dell’Italia (e delle sue istituzioni) all’estero”.

“Per questo la Farnesina – ha spiegato Vignali – punta ad una nuova prospettiva per l’associazionismo, una prospettiva di rinnovamento che coinvolga concretamente tutti quei giovani, anche di seconda o di terza generazione, che possono contribuire alla crescita del Sistema Italia da fuori. Questi giovani hanno voglia di relazionarsi e di aiutarsi tra loro, e andrebbero spronati ad assumere un ruolo attivo negli organismi rappresentativi degli italiani all’estero, che saranno presto rinnovati”.

Manfredi Nulli, presidente della VI commissione Cgie, ha fatto notare come il fenomeno migratorio italiano riguardi i giovani ma anche ”intere famiglie, marito, moglie e figli e sia caratterizzato da grande mobilità”. Proprio in virtù di questo, ha sottolineato la necessità ”dell’utilizzo da parte delle regioni dei fondi europei per progetti che facilitino il ritorno di connazionali per sviluppare attività in Italia, una politica coordinata per riconoscimento dei titoli di studio a tutti i livelli e delle spese contributive pensionistiche, garanzie per assistenza sanitaria quando si è in Italia per alcuni periodi”.

“Mi auguro – ha concluso Nulli – che il confronto con il Governo e il sistema Paese su questi temi – di cui l’Assemblea plenaria della Conferenza Permanente Stato Regioni Province Autonome Cgie è uno dei momenti più alti – crei le basi per un pieno riconoscimento di interessi e diritti degli Italiani all’estero, da sempre importante risorsa per il nostro Paese”.

CIARLATANI: GLI ITALIANI ALL'ESTERO NON SONO FATTI DI FACEBOOK!!! SOCIAL MEDIA ITALIANO SUBITO!!!

 

Italiani all’estero, il 2 febbraio incontro virtuale CGIE sulla nuova mobilità

Al centro della discussione, gli aspetti che determinano oggi il fenomeno migratorio e le ricadute nei Paesi di nuova destinazione: le misure per contenere l'esodo e favorire il rientro

Negli ultimi 15 anni, dal 2006 al 2020, il numero di persone che lascia l’Italia è aumentato di oltre il 70 per cento e gli iscritti all’Aire, cioè l’anagrafe degli italiani residenti all’estero, sono passati da poco più di 3 milioni a oltre 6 milioni e rappresentano più del 10 per cento della popolazione residente in Italia. Gli italiani emigrati laureati sono aumentati del 23% in un quinquennio. Di migrazione italiana e nuova mobilità si parla martedì 2 febbraio 2021, dalle 15.00 alle 18.00, nel corso dell’incontro organizzato dalla Conferenza Permanente Stato-Regioni Province Autonome – CGIE, in preparazione della Assemblea plenaria di tale organismo.

Al centro della discussione, gli aspetti che determinano oggi il fenomeno migratorio e le ricadute nei Paesi di nuova destinazione: le misure per contenere l’esodo e favorire il rientro; le opportunità a sostegno della partenza; l’integrazione nei nuovi paesi di accoglienza; le nuove forme associative; la previdenza, la tutela sociale e i servizi consolari; la sicurezza sanitaria; i diritti del lavoro e delle professioni; l’identità culturale e la sua trasmissione alle terze/quarte generazioni.

Ragionando sui diritti delle persone in movimento e sulle opportunità che possono rappresentare per il sistema Italia, l’obiettivo è elaborare un quadro di riferimento logico e operativo in cui inserire le proposte della Conferenza Permanente Stato-Regioni Province Autonome – CGIE per il tanto lungamente atteso appuntamento della IV Assemblea Plenaria che si terrà, in presenza, appena l’emergenza Covid lo consentirà.

Questa riunione ufficiale, che dovrebbe essere triennale, non si svolge da oltre 10 anni ed è fortemente voluta dal CGIE per aggiornare l’agenda delle politiche per gli italiani all’estero e fare il punto sui profondi cambiamenti sociali, culturali e migratori avvenuti in Italia in questi anni.

Una sfida da affrontare con autorevolezza e strumenti adeguati, valorizzando l’impresa degli italiani all’estero. Proprio per arrivare preparati a tale cruciale appuntamento, i soggetti che compongono la Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome-CGIE hanno istituito una segreteria organizzativa che darà continuità ai lavori presenti e futuri. Una scelta che rappresenta una svolta sostanziale al sostegno delle politiche programmatiche che la Conferenza assumerà.

L’incontro è virtuale e aperto a tutti sulla piattaforma Cisco Webex, si può seguire anche in diretta streaming sulla pagina Facebook CGIE o sul nuovo sito della Conferenza Permanente Stato-Regioni-Province Autonome- CGIE. Alle 15 introduce i lavori il Segretario Generale CGIE, Michele Schiavone.

Alle 15.15 si apre la tavola rotonda sul tema dei nuovi movimenti migratori, moderata dalla giornalista Rai Maria Soave. Intervengono: il Sottosegretario di Stato MAECI, Riccardo Merlo; la Vicepresidente della Regione Emilia Romagna, Elly Schlein; il docente e giurista, membro della Corte costituzionale, Giulio Prosperetti; il Presidente della VI commissione CGIE, Manfredi Nulli; il Presidente della Associazione Globus et Locus, Piero Bassetti. Segue, dalle 16.15, il dibattito, con gli interventi di: Lugi Vignali, Direttore Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie MAECI; Delfina Licata, sociologa e curatrice del rapporto Italiani nel mondo della Fondazione Migrantes; Enrico Pugliese, accademico e sociologo; Maddalena Tirabassi, Direttore del Centro Altreitalie sulle Migrazioni Italiane; Maria Chiara Prodi, Presidente della VII Commissione CGIE. Conclude il Segretario Generale CGIE, Michele Schiavone.

I TRADITORI DEGLI ITALIANI ALL'ESTERO SI VOGLIONO TRAGHETTARE ALLA NUOVA ERA: AGEVOLAZIONI FISCALI PER LAVORO IN ITALIA INESISTENTE

 

Sottosegretario Merlo: “Gli italiani all’estero meritano servizi puntuali anche in piena pandemia”

E a proposito del rientro dei nostri connazionali dall’estero: "Questo Governo ha già pensato a quei nostri connazionali che desiderano tornare a casa offrendo loro, ad esempio, agevolazioni fiscali tese a rendere più vantaggioso il loro rientro”

”Partire, lasciare il proprio Paese per cercare oltre confine nuove e migliori opportunità di lavoro e di crescita personale, dovrebbe essere sempre una scelta, non una necessità”. Parole del Sen. Ricardo Merlo, Sottosegretario agli Esteri e presidente MAIE, contenute in un messaggio inviato all’incontro di preparazione della IV Assemblea plenaria della Conferenza Permanente Stato-Regioni-Province Autonome-Cgie (Consiglio generale italiani all’estero).

L’incontro di oggi è stato dedicato alla nuova emigrazione, alle misure per contenere l’esodo e favorire il rientro degli italiani che si trovano all’estero.

“Questo Governo – ha proseguito il senatore – ha già pensato a quei nostri connazionali che desiderano tornare a casa offrendo loro, ad esempio, agevolazioni fiscali tese a rendere più vantaggioso il loro rientro. Certo: la situazione legata al Covid e alle conseguenti restrizioni non aiuta, ma come Governo proseguiamo nel lavoro di ampliamento e riqualificazione della rete consolare, proprio perché sappiamo che, nonostante le difficoltà del momento, gli italiani all’estero meritano di poter continuare a ricevere i servizi di cui hanno bisogno e che gradualmente miglioreranno”.

QED

 

Cirino Pomicino: «Di Maio deve studiare tanto, Renzi è arrogante». Poi dà la sferzata a Conte

martedì 2 Febbraio 8:32 - di Franco Bianchini
Cirino Pomicino

«Conte deve capire che non esiste un premier per tutte le stagioni. Ognuno fa quello che dovrebbe fare l’altro, è tutto alla rovescia. La crisi politica l’ha gestita il premier, a cui spettano le dichiarazioni programmatiche. E la parte programmatica la stanno facendo i partiti, che invece dovrebbero affrontare la crisi politica». Lo afferma, alla Stampa, Paolo Cirino Pomicino. «I partiti dimostrano una debolezza assoluta. Non sono in grado di affrontare la sfida, arretrano rispetto alle loro funzioni. E non parlo del Movimento 5 stelle, che non è un partito e, per di più, è in dissoluzione. Mi riferisco soprattutto al Pd, che dovrebbe svolgere il ruolo di garanzia per la tenuta del Paese, un tempo affidato alla Dc. Non è in condizione di farlo».

Cirino Pomicino dà le pagelle

Zingaretti «è una brava persona», precisa. «Ma non ha il physique du rôle. Non ha la capacità di guidare un partito fondamentale per l’attuale assetto politico, in una situazione così complicata». Renzi invece, ha un «grande talento politico, troppo spesso sciupato a causa della sua antica arroganza. C’è sempre la speranza che migliori, prima o poi». Di Maio «deve ancora studiare tanto. La verità è che non ci si improvvisa ministri, servono anni di attività legislativa, esperienza sul campo. Non basta suonare il campanello da vicepresidente della Camera».

«Conte decida chi è»

Quanto a Giuseppe Conte, prosegue Cirino Pomicino, «deve prima decidere chi è. È un uomo del Movimento 5 Stelle? Allora si regoli di conseguenza. Può continuare a fare politica, magari come leader, anche se ora dovesse essere costretto a lasciare Palazzo Chigi. E poi deve capire che non esiste un premier per tutte le stagioni. Con i governi della Dc i presidenti del Consiglio cambiavano. Magari uno da Palazzo Chigi si spostava in un ministero di peso e lasciava il posto a un altro. Può essere una soluzione anche ora».

Cirino Pomicino e… i manicomi

«Io credo che si possa andare avanti con questa installazione, magari con un premier diverso. Il tema vero è che una crisi ha senso solo se poi c’è un segno di discontinuità. O lo fai nella composizione della maggioranza o lo fai con un cambio del premier. Altrimenti è il caso di riaprire i manicomi, abbiamo solo buttato un mese, abbiamo scherzato. E poi i problemi restano, questa crisi non è dovuta ai capricci di Renzi. Lui l’ha solo accelerata, ma nessuno è stato capace di frenarla».

ESATTO DI MAIO: HAI FATTO ABBASTANZA DANNI ALL'ITALIA, E' ORA CHE TE NE TORNI A SCUOLA, SE NON RIESCI A TROVARE LAVORO

 

Di Maio: “Cultura e lingua italiana base per rilancio economico del Paese”

Al via la XX Settimana della Lingua italiana nel mondo dedicata alla letteratura per l'infanzia nel centenario della nascita di Gianni Rodari

ULTIMO AGGIORNAMENTO 11:42

“Sappiamo tutti quale sia il fascino della lingua italiana nel mondo. Per questo” la Settimana della lingua italiana “rappresenta lo strumento più importante di promozione del vivere all’italiana in tutte le sue sfaccettature, nonché un elemento fondamentale per il nostro soft power”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, all’inaugurazione della XX Settimana della Lingua italiana nel mondo dedicata quest’anno, nel centenario della nascita di Gianni Rodari, al fumetto, alla novella grafica e alla letteratura per l’infanzia e l’adolescenza.

La lingua italiana nel mondo

Un settore, ha sottolineato Di Maio riportato da Ansa, “con un fatturato di 3 miliardi di euro all’anno e che dà lavoro a 10 mila persone” e che ha, come tanti altri, subito “durissime conseguenze della pandemia”.

La Settimana della Lingua italiana “rappresenta da 20 anni il più importante appuntamento per celebrare l’italiano ovunque sia coltivato, amato, studiato“, ha aggiunto il ministro nel suo intervento alla Farnesina, ringraziando le ambasciate, le sedi consolari e gli istituti di cultura dell’Italia per l’organizzazione dei numerosi eventi – di cui la maggior parte in formato digitale a causa della pandemia – grazie ai quali “il messaggio del valore della nostra lingua arriva in ogni angolo del mondo”.

XX Settimana della Lingua Italiana nel Mondo

Rilancio economico

“La cultura, la bellezza, l’eccellenza restano gli ingredienti base anche del rilancio economico del nostro Paese perché rappresentano un elemento di attrazione per tutti coloro che guardano all’Italia”, anche in chiave turistica, un altro settore danneggiato dalla crisi del Covid, ha proseguito Di Maio.

“Sono convinto che manifestazioni come questa possano offrire un sostegno concreto al nostro Paese per preservare il suo ruolo di portavoce universale della cultura e delle belle lettere. Ed è proprio in una fase difficile come quella che stiamo vivendo – ha concluso – che il mondo ne ha più bisogno”.

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DI MAIO VAI A LAVORARE, SE NE SEI CAPACE!!!

 

Di Maio: “Mario Draghi è una risorsa per l’Italia. Io di nuovo capo politico M5s? Non ci sto pensando, serve eleggere leadership forte”

Di Maio: “Mario Draghi è una risorsa per l’Italia. Io di nuovo capo politico M5s? Non ci sto pensando, serve eleggere leadership forte”

Il ministro degli Esteri è entrato nel dibattito sul ruolo che l'ex presidente della Bce potrebbe rivestire in futuro: "Ora il nostro obiettivo è usare bene i 200 miliardi del Recovery fund, e potremmo avvalerci di una competenza indiscussa come la sua"

“Tutte le risorse di questo Paese in questo momento critico serve che vengano impiegate e Mario Draghi è una risorsa dell’Italia”. Parola del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che al programma Non stop news su Rtl è entrato nel dibattito sul ruolo che l’ex presidente della Bce potrebbe rivestire in futuro in Italia. Tra chi lo vuole presidente della Repubblica (Carlo De Benedetti) e chi lo vedeva bene alla guida della Commissione Europea (come annunciato dal premier Conte sabato durante la festa del Fatto Quotidiano), c’è sempre la fazione (una parte del centrodestra centrodestra in primis) di chi immagina l’economista a capo di un possibile governo tecnico. Ipotesi di cui Di Maio non parla, sottolineando però che nella gestione dei fondi che arriveranno dall’Europa per fronteggiare la crisi post coronavirus “potremo avvalerci di una competenza indiscussa come la sua”. “Questo non vuol dire fare la scarpe al premier Conte che ha tutta la mi fiducia”, ha subito precisato Di Maio, che poi ha ribadito il concetto: “Io penso che tutte le risorse della Repubblica vadano mese a disposizione del popolo italiano”.

L’ex vicepremier ha poi parlato del futuro prossimo del Movimento 5 Stelle, che vedrà un punto di svolta negli stati generali ancora in fase di organizzazione. “Io non sto pensando di tornare a essere capo politico, anzi vorrei vedere questo movimento che si responsabilizza, che individua persone in una leadership che siano in grado di portarlo avanti” ha detto Di Maio. Che poi ha ribadito: “E’ arrivato il momento di eleggere una leadership forte perché i movimenti come i partiti hanno bisogno di guide che non devono per forza essere singole, anche plurali, però che diano bene la strada che deve seguire“. In tal senso il ministro ha ricordato che “quando mi sono dimesso a gennaio del 2020 ho detto che era importante una leadership plurale. Quando c’è uno solo che guida alla fine si deresponsabilizzano tutti. Quando parlo di leadership – ha aggiunto – non parlo di uno uomo o di una donna sola al comando, anzi penso che questo movimento si debba organizzare, strutturare. Vito Crimi sta facendo l’impossibile – ha concluso – ma è reggente, non è stato eletto”.

Non poteva mancare un passaggio sui prossimi appuntamenti elettorali. “Ho una sensazione molto buona per quanto riguarda il sì al referendum – ha detto Di Maio – Per le regionali ovviamente i cittadini decideranno, in molti nelle prossime due settimane. Devono considerare che in base a chi decideranno di eleggere, decideranno a chi mettere in mano le chiavi degli ospedali della Regione – ha spiegato – perché la Sanità è di competenza regionale. Io continuo a sostenere i nostri candidati con lealtà“.

Eppur si muove ...

 

Il M5S si smarca, Fraccaro: “Volevamo solo Conte, coerenza fino in fondo”. Toninelli: “Mai con Draghi”. Silenzio Di Maio

Il M5S si smarca, Fraccaro: “Volevamo solo Conte, coerenza fino in fondo”. Toninelli: “Mai con Draghi”. Silenzio Di Maio

E' passata un'ora da quando il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella -dopo aver motivato la scelta di non portare il Paese al voto- ha fatto il nome di Mario Draghi, domani a mezzogiorno atteso al Colle. Dopo aver accusato Matteo Renzi di aver "mercanteggiato sulle poltrone", continuano a tacere i vertici M5S sull'indicazione che arriva dal Quirinale. Solo poche voci si sono levate dalle file grilline, e non di big, fatta eccezione per Alessandro Di Battista -contrario all'ex numero uno della Bce- che però è fuori dal Parlamento.

Il M5S si smarca, Fraccaro: “Volevamo solo Conte, coerenza fino in fondo”. Toninelli: “Mai con Draghi”. Silenzio Di Maio

Domani è stata convocata online un'assemblea congiunta di deputati e senatori grillini, alle 13, «sulla situazione politica»: è lì che verrà decisa la linea del Movimento. Intanto su Twitter il deputato Andrea Colletti e il senatore Elio Lannutti mettono in chiaro che non voteranno mai un governo Draghi. Mentre il deputato Giorgio Trizzino, al contrario, invita ad ascoltare Mattarella e seguire le decisioni del Capo dello Stato. Intanto l'ex grillino Gianluigi Paragone punge su Facebook: «la forza più votata del Paese riuscirà a votare un governo sovranista, un governo europeista e ora riuscirà a votare anche un governo tecnico».

In queste ore stanno arrivando molti commenti da parte degli esponenti del Movimento. Riccardo Fraccaro, sottosegretario alla Presidente za del Consiglio e molto vicino al premier uscente Giuseppe Conte scrive su twitter: «Ringrazio il Presidente Mattarella per il suo impegno nel voler dare un Governo al Paese, ma noi siamo sempre stati chiari con gli italiani dicendo apertamente che il M5S avrebbe sostenuto solo un esecutivo guidato da Giuseppe Conte. Su questo, con coerenza, andremo fino in fondo».

«Non ci vengano a chiedere di votare Mario Draghi. Abbiamo fatto di tutto...» e «non siamo l'establishment e non possiamo votare per l'establishment. Meglio andare al voto o stare all'opposizione per bloccare ogni porcheria eventuale a danno della gente. Per me è così e penso lo sarà per tutta la famiglia del Movimento. Ci riuniremo e decideremo. Tutti assieme». Lo scrive in un post l'ex ministro M5s Danilo Toninelli.

Ha hah ha ... che ridere!

 

Italiani all’estero, Ungaro (Iv) interroga Di Maio sulla carenza di personale nel Consolato d’Italia a Zurigo

“Ho presentato un’interrogazione urgente per ottenere un rapido rafforzamento di nuove unità di personale in forza al Consolato italiano generale di Zurigo nella Confederazione Elvetica”

Zurigo, Svizzera

“Da tempo ricevo numerose segnalazioni dalla Comunità italiana in Svizzera sulla lamentata carenza di personale in forza al Consolato generale d’Italia a Zurigo. Alle lamentele si è recentemente aggiunta anche una lettera ufficiale di Luciano Alban e Sergio Giacinti, presidenti rispettivamente del Comites Zurigo e del Comites San Gallo in Svizzera. A tal proposito è bene ricordare che l’utenza, a cui deve far fronte il Consolato Generale di Zurigo, è di oltre 227.000 connazionali, ed è in costante aumento. Ciò è dovuto alla chiusura del Consolato di San Gallo avvenuta nel 2014, e dalla forte ripresa, che sta avvenendo negli ultimi anni, di italiani che si trasferiscono all’estero in cerca di lavoro, e tra questi un’alta percentuale di giovani. E da tempo si assiste ad una costante riduzione di personale nella sede di Zurigo. Inoltre, a fronte dei previsti rientri di personale nei ruoli metropolitani non corrisponde l’assegnazione di nuovo personale, inviato da Roma, o appositamente assunto in loco. Infine, con il perdurare della pandemia COVID, e di conseguenza l’adozione di protocolli di sicurezza sanitaria per i dipendenti della Pubblica Amministrazione, si sono poi aggravati i problemi di carenza di personale, nonostante la buona volontà e dedizione del personale presente. Per queste ragioni ho presentato, assieme al collega Gennaro Migliore, al Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale un’interrogazione urgente per ottenere, come già fatto per altre sedi consolari nel mondo, un rapido rafforzamento di nuove unità di personale in forza al Consolato italiano generale di Zurigo nella Confederazione Elvetica”. Ne dà notizia l’On. Massimo Ungaro, deputato di Italia Viva eletto nella Circoscrizione Estero-Europa.

Renzi: lo sapevamo gia' ... e quando ti sei guardato l'ultima volta allo specchio? In Arabia Saudita? Suvvia ...

 

Cosa diceva Renzi di Conte e Di Maio? Giorgia Meloni rispolvera il video clamoroso: cosa si fa per la poltrona

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Ce ne aveva per tutti. A partire da Giuseppe Conte. Ma quale avvocato del popolo, è "la più grande fake news" della storia, attaccava Matteo Renzi poco meno di due anni fa, mettendo nel mirino anche altri alleati di oggi. A rilanciare il video clamoroso che risale al febbraio del 2019 è Giorgia Meloni che ancora una volta sottolinea le ipocrisie e le incoerenze dell'ex rottamatore e dei suoi alleati pronti a tutto pur di non andare al voto. 

 

 

"Ecco la considerazione di Matteo Renzi verso Conte, Di Maio e M5S. Gli stessi con cui sta tentando di costruire l’ennesimo governo composto da persone che fino a ieri si insultavano e si combattevano. Basta accozzaglie di gente unita solo in nome della poltrona", scrive la leader di FdI che non ha dubbi: #ElezioniSubito (il video a questo link).

 

Ma cosa dice Renzi nel video? "Non accetto paragoni con Conte perché è la più clamorosa fake news che esista. Avvocato del popolo che parla quattro lingue? L'ho sentito parlare, sono pronto al confronto in inglese e in francese con lui", diceva Renzi, famoso per l'interpretazione quantomeno fantasiosa di alcune pronunce non proprio british, come l'ormai celeberrima espressione "first reaction: shock! Because...." che ha alimentato decine di meme per giorni.

 

"Sono pronto al confronto in inglese e in francese con Salvini, e in italiano con Di Maio... Gli do tre congiuntivi di vantaggio" esclamava il Renzi-mattatore davanti ai sostenitori plaudenti. "Il problema di Di Maio è l'assenza di cervello, in quel che fa quel ragazzo manca il cervello..." diceva facendo a pezzi gli stessi, Conte e Di Maio, con cui si appresta a tornare al governo. Evviva la coerenza.

QED

 

IL BLOG
30/01/2021 20:39 CET | Aggiornato 30/01/2021 20:39 CET

C'era una volta il Movimento 5 stelle

Direte, "fatti loro". Ma l’inesistente capacità di stare in partita diventa un fatto politico rilevante

SOPA Images via Getty Images

La fragilità della condizione italiana ha diverse spiegazioni e non sarebbe onesto trovare un solo “colpevole”. È però ben evidente che abbiamo un problema grosso come una casa se guardiamo al primo soggetto politico nazionale per numero dei parlamentari, cioè il M5S.

Il Movimento infatti è ingessato da mesi in una condizione di acritico sostegno al Governo e di paralisi del dibattito interno, con conseguente perdita di forza elettorale e di peso specifico sui più delicati dossier, come emerge chiaramente anche in questi giorni.

Tutto questo però non è soltanto un problema del M5S (se così fosse potremmo dire “fatti loro”), perché l’inesistente capacità di stare in partita diventa fatto politico rilevante proprio in ragione del fatto che riguarda i due gruppi parlamentari più importanti.

Per capirci meglio però dobbiamo mettere in fila un po’ di elementi, cominciando da quelli “a favore”. C’è a Palazzo Chigi un premier (dimissionario) tutto sommato espressione proprio del Movimento, com’è giusto che sia alla luce dei risultati elettorali del 2018. E c’è poi un Presidente della Camera che in queste ore sta svolgendo consultazioni “esplorative” per vedere se la maggioranza è ancora tale. Infine c’è un ministro degli Esteri che, pur nella confusione più assoluta sulle dinamiche interne e i meccanismi decisionali, esercita una leadership di fatto, cercando con impegno di tenere sotto controllo il timone.

Tutto ciò però non fa una linea politica, non fa un’azione di raccordo tra i cittadini ed il palazzo, non esprime un reale punto di riferimento per gli altri soggetti in campo. È cioè palese la crisi del Movimento, che è numerica e politica al tempo stesso. Sui numeri c’è l’evidenza dei sondaggi e c’è il disastro a livello locale, certificato dal ritiro dalla competizione torinese della sindaca Appendino e dalla situazione di assoluto isolamento a Roma della sindaca Raggi e c’è l’assoluta irrilevanza resasi evidente in tutte le consultazioni regionali.

Sulla politica basta osservare il comportamento di due personaggi centrali nella storia del M5S, cioè Beppe Grillo e Davide Casaleggio: ebbene essi sono del tutto assenti dal dibattito in corso, incapaci di giocare un ruolo tangibile, come colpiti da afasia improvvisa.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: al netto della vittoria sulla riduzione dei parlamentari e della feroce battaglia (dal 2019 in poi) contro Salvini, poco resta nella cesta dei risultati per il movimento, la cui unica preoccupazione (a livello degli eletti) appare una e soltanto una: evitare ad ogni costo che si interrompa la legislatura.

Tra defezioni e retromarce infatti assistiamo ad un dibattito interno spesso appeso a invettive di corto respiro e retromarce evidenti, di cui l’ultima (di queste ore) è veramente impressionate.

Dopo aver tuonato contro il “nemico” Matteo Renzi con parole di fuoco tutto è già prontamente rientrato, non appena constatato che l’ex premier è riuscito a vincere il primo round della crisi, costringendo Conte a dimissioni  che mai e poi mai avrebbe dato spontaneamente. Se a ciò aggiungiamo le intemerate di Alessandro Di Battista ecco che tutto diventa più chiaro e (anche) fatuo: per l’ennesima volta si tratta infatti di colpi a salve, come vedremo plasticamente nei prossimi giorni. Il Movimento insomma è quanto mai imbolsito, e non sarà l’attivismo di Di Maio a salvarlo. Potrebbe essere lo stesso Conte nella veste di leader a scrivere una nuova pagina virtuosa? Forse sì, ma certamente ne uscirebbe cosa ben diversa da quella che abbiamo visto dal 2007 (Vaffa Day di Bologna) al trionfo del 2018. Insomma questa crisi sta dimostrando che probabilmente il Movimento così come l’abbiamo conosciuto non c’è più. E non pare fenomeno transitorio.

B., che fai, vai o resti??? Ti conviene andare ...

 

La Settimana del Blog #147

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di Beppe Grillo – Altra domenica, altra settimana del Blog: la numero 147. Rivediamo insieme gli articoli di questi 7 giorni appena passati. Eccoli:

Durante la pandemia, i 10 uomini più ricchi del mondo hanno visto la loro ricchezza complessiva aumentare di 540 miliardi di dollari, con un aumento della disuguaglianza mai registrato prima. Questa crisi ha messo a nudo i problemi del nostro difettoso sistema economico globale in cui pochi ricchi prosperano, mentre milioni di persone lottano per sopravvivere. L’umanità ha un incredibile talento, un’enorme ricchezza e un’immaginazione infinita. Dobbiamo mettere queste risorse al lavoro per creare un’economia che benefici tutti, non solo i pochi privilegiati.

La gestione dei rifiuti non è l’unico aspetto dell’Economia Circolare: rifiutare, ripensare, ridurre, riusare, riparare, rinnovare, ricostruire, riutilizzare, riciclare e recuperare sono le 10R di un nuovo modello che punta a creare maggiori posti di lavoro consumando meno materie prime. Bisogna garantire un “diritto al riuso e alla riparazione”. Ecco il progetto di legge “Diritto alla Riparazione” del M5S.

I dati pubblicati dall’Agenzia Europea Ambientale su inquinamento e mortalità sono drammatici. Si consuma una lenta e silenziosa pandemia non dichiarata. È sempre più urgente ridurre l’inquinamento atmosferico. Ne va del futuro dei nostri figli. Inquinamento PM2.5 e mortalità.

Di seguito l’intervista al teorico dei media e scrittore statunitense Douglas Rushkoff, realizzata da MEET, Digital Culture Center: Il futuro è un gioco di squadra

Esistono molti studi sui fattori che contribuiscono alla felicità dei lavoratori. Ora, un’analisi dell’Università di Chicago rivela un tratto fondamentale condiviso da nove dei lavori più apprezzati da migliaia di intervistati.

Un recente studio rileva che gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima saranno quasi impossibili da raggiungere senza drastiche riduzioni delle emissioni legate al cibo. Leggete e condividete!

Abbiamo concluso con una notizia che da tempo gli ambientalisti inglesi, e non solo, attendevano: Un recente disegno di legge del Dipartimento per l’ambiente, l’alimentazione e gli affari rurali del Regno Unito vieterà ai supermercati del paese l’acquisto di alimenti legati alla deforestazione illegale e all’accaparramento della terra (Land Grabbing). Ecco di cosa si tratta.

Come sempre, vi auguro una felice domenica.

B.