Ripartire dalla responsabilità!
Viviamo in un mondo che è quello che è, …. che non può essere cambiato
di Leonardo Guerra – Lo stato profondo globale, invisibile, che si cela dietro le apparenti democrazie liberali, ha deciso molto tempo fa che tutti processi chiave dell’esistenza umana, cioè: “democrazia”, giustizia, istruzione, sanità, politica, SSN, medicina, ecc. dovevano essere schiacciati verso il basso, standardizzati, resi meccanici e sottoposti a un unico controllo centrale verticistico.
Per portare a compimento il loro disegno avevano e hanno bisogno di generare “caos sociale progressivo” (“ordo ab chao”) che faccia emergere una crescente richiesta di maggiore sicurezza e protezione allo stato, nella popolazione, da barattare con la cessione dei diritti costituzionali. Esattamente come indicato dalla “strategia Cloward e Piven”, del 1966, elaborata da una coppia di economisti di credo socialista, radicali, della Columbia University: Richard Andrew Cloward e Frances Fox Piven. Quello che è stato riservato al nostro paese dal dopo WW2, in poi.
Vi ricordo alcuni dati certificati dall’Istat: 96mila senzatetto; 42% degli italiani con redditi bassi rinuncia alle cure; Pensionati alla fame cercano cibo tra i rifiuti; 8,5% delle famiglie italiane in povertà assoluta; 2023: + 500.000 persone in stato di povertà assoluta).
L’obiettivo era ed è quello di trasformare completamente la società tradizionale, basata sui valori e virtù Cristiane, in una marxista, laica, dirigista, consumista, con due fazioni contrapposte e polarizzata. Concentrando sempre più la ricchezza nel vertice della piramide sottraendola alla base sociale, costituita da masse multiculturali in conflitto fra loro, sempre più povere.
Con la biologia molecolare e le nanotecnologie, invece, veicolate da vaccini, dai cibi e bevande OGM, stanno, non solo minando lo stato di salute, soprattutto selezionando una nuova specie umana: un uomo sintetico, cambiandone il DNA. Tale uomo sintetico deve, infatti, adattarsi al modello di società che hanno già progettato, da molto tempo, che è post umana. Nei loro piani a lungo termine la forza lavoro sarà, in gran parte, sostituita dalla I.A., dai computer quantici e dalla robotica (si veda l’industria automobilistica).
L’uomo delle lotte per i diritti civili e umani, di inizio secolo scorso, non solo non serve ma, soprattutto, intralcia i piani. Serve un uomo ininfluente e superfluo, senza diritti, senza capacità di ragionamento, che non abbia ambizioni, che accetti con distacco e indifferenza ben tre genocidi disumani, quelli in corso e impuniti, senza battere ciglio, privo di anima. Un individuo isolato emotivamente, consumatore compulsivo di tecnologia, di farmaci e di vaccini. Sorvegliato continuamente da poter programmare e riprogrammare nei suoi comportamenti, nei suoi pensieri, nei suoi sentimenti e nelle sue intenzioni in uno stato permanente di “possessione ideologica”.
Premiato per la sua piena conformità alle direttive (crediti sociali a punti) che l’élite mondiale deciderà di imporre in volta in volta. Escluso dalla società e dall’acceso al proprio conto corrente (vedasi quanto successo in Canada e in Cina) se manifesta qualche contrarietà alle politiche del governo fantoccio di turno. Questo è lo scenario di riferimento che ci stanno prospettando da molti anni grazie alla evoluzione tecnologica (aiutante magico) che ci sta spingendo, dopo aver attraversato quella transumana degli smartphone, nella società post umana.
Il piano è in chiaro almeno dal 1992 e dichiarato nei documenti dell’Agenda 2030 ONU e del WEF. Sì proprio quel WEF che ha messo nero su bianco sul suo sito che la pandemia Covid è stato un programma di ingegneria sociale (‘My Carbon’: An approach for inclusive & sustainable cities | World Economic Forum (weforum.org)), propedeutico a farci accettare le fasi successive del Great Reset: guerre genocide in cui siamo entrati nel 2022, i le prossime dell’ID digitale e del CBDC (denaro digitale della banca centrale) e della società della Sorveglianza (città dei 15 minuti).
Il processo di trasformazione progressiva della vita umana, messo in atto negli ultimi 100 anni, vuole tenerci costantemente ancorati ad una vita effimera, superficiale, materiale e virtuale. Ancorati ad un presente eterno che, impedendoci di immergerci in noi stessi e nella vita vera, ci spinge progressivamente verso l’oblio. Esattamente come nel 476 DC, la nostra società e civiltà sono state conquistate dai nuovi “barbari”.
Se vogliamo, pertanto, un mondo diverso, siamo noi che dobbiamo cambiare, tornando ad assumerci tutte le responsabilità personali e collettive tipiche dell’umanità, che ci competono con la nascita e l’adesione al Cristianesimo. Questo vuol dire scegliere di cambiare molte delle nostre abitudini e convinzioni attuali, ristrutturando la nostra consapevolezza e soprattutto accettando l’idea di disimparare la gran parte delle cose che abbiamo imparato nel corso della nostra vita.
Una delle leggi universali, che vale di ricordare, è quella del ritmo e del tono. La nostra salute fisica e mentale dipende da ciò. Un disordine del tono (ridotta forza vitale vibrante) e l’irregolarità del ritmo (congestione) sono le cause principali di ogni malattia fisica e mentale, perché generano squilibrio, disarmonia nell’organismo. Disarmonia che attrae altra disarmonia: “Simile attrae simile”. Quando il meccanismo del corpo è regolare nel suo ritmo e vero nel suo tono, questo è ciò che si concretizza in una piena salute.
Quando una persona si trova intonata al proprio ritmo, al proprio tono ed è consapevole della vita trascendente, si trova in uno stato di equilibrio dinamico che genera equilibrio e armonia anche attorno a sé, attraendone dall’ambiente circostante, anche se l’ambiente è ostile. Mente e corpo sono una di fronte all’altro e si influenzano reciprocamente, nel bene e nel male. L’uomo, come indicano le antiche tradizioni e nel Cristianesimo, è principalmente la sua mente. Non è casuale che la parola inglese “Man”, una delle più usate al mondo, derivi dal latino Mens (mente), che deriva a sua volta dal sanscrito Manas (mente).
Se dal punto di vista fisico il ritmo e il tono corrispondono alla circolazione del sangue e la forza vitale al battito cardiaco, in termini mentali, il ritmo coincide con l’azione della mente, sia che la mente sia attiva in pensieri armoniosi o in pensieri disarmonici, sia che la mente sia forte (tono), ferma e salda, sia che sia debole. Se si continua a pensare a pensieri armoniosi, è proprio come la pulsazione regolare del polso e la corretta circolazione del sangue. Se l’armonia del pensiero viene spezzata, allora, la mente si congestiona e diventa debole.
La mente umana ha le qualità della terra, tutto ciò che cade sulla sua lastra fotografica e mette radici, viene restituito in abbondanza ed è, in aggiunta, creativa.
Questa legge vale anche per le comunità, le moltitudini e le società. Tutti noi, quindi, dobbiamo prenderci cura di noi stessi, responsabilmente, affinché diventi una pratica comune e condivisa. Non dobbiamo permettere che ogni venticello che soffia ci influenzi come succede alla superficie del mare che va su e giù disturbata continuamente dall’aria. La condizione che serve ed è quella che ci hanno insegnato i nostri padri e, soprattutto, i nonni, e cioè: di rimanere fermi e saldi attraverso tutte queste influenze naturali, gioia e dolore, e/o artificiali e, soprattutto, impermeabili alle situazioni disarmoniche. Il principio della medicina omeopatica (dosi omeopatiche di euforia e disarmonia) è molto utile, da questo punto di vista, per allenarci e ottenere questo risultato.
I processi fondamentali (famiglia, amici, fede, ecc.) della nostra esistenza ci servono per mantenere, per recuperare e tenere sotto controllo un ritmo e un tono salubre, cioè: equilibrio, calma, lucidità, energia e forza vitale.
Seppur preparati e capaci, il sottrarsi al bombardamento mediatico, quindi, è la prima cosa da fare, controllando e limitando l’esposizione a questo sistema energivoro, al minimo necessario.
La propaganda del sistema elitario, grazie alle tecnologie avanzate, ci raggiunge continuamente e ovunque con i suoi contenuti e stimoli sensoriali, ormai 24h/7. Il risultato è che l’iper-stimolazione ci rende esausti, agitati, inquieti, timorosi e paurosi, col “fiato corto”. Confusi, in riserva di forza di volontà, con il nostro sistema immunitario indebolito e allora ci ammaliamo (effetto nocebo). Questo stato di debolezza cronico ci preclude la possibilità di usare liberamente le nostre energie per ragionare, pensare, immaginare e progettare in modo creativo, come vorremmo.
Ci bombardano con la propaganda con lo scopo di sovrascrivere certe impressioni sintetiche sul disco della nostra memoria. Generando una percezione standard, tramite i nostri cinque sensi, nella mente collettiva imponendo, così da remoto, sentimenti, emozioni, pensieri, comportamenti e azioni funzionali ai loro scopi alle masse. Trattenendo la nostra attenzione su ciò che loro vogliono, rendendoci dipendenti, ci impediscono di andare in profondità in noi stessi e nelle situazioni. Tali impressioni inoculate un certo numero di volte, assorbite passivamente (perché esausti), genereranno l’idea che loro hanno pianificato e che vogliono invada il nostro essere. Quelle persone che l’hanno assorbito, nel tempo, saranno possedute da quell’idea che diventerà un’opinione e, infine, una convinzione immagazzinata come ricordo fisso nell’archivio della loro memoria. Quella idea avrà la qualità di una roccia, cioè sarà priva di vita. Contrariamente a quelle che accettiamo dopo aver esercitato un ragionamento critico che nel tempo può essere aggiornate.
Cosa serve per tornare o per rimanere sovrani di noi stessi, umanamente competenti (capaci di empatia con i nostri simili), liberi dalle gabbie mentali in cui ci troviamo e capaci di essere felici (scopo dell’esistenza)? E per uscire da questo processo di condizionamento mentale continuo, che ci è stato costruito addosso da moltissimi anni, via via perfezionato e potenziato dalle ultime tecnologie convergenti?
Bisogna imparare ad andare controcorrente rispetto verso tutto ciò cui ci spingono con l’attuale sistema globale, che ci spinge ad essere competitivi e conflittuali fra concittadini e basato sul guerra e sulla morte a livello macro. Ci spingono al caos? Noi allora introduciamo più regolarità e più ordine nella nostra vita. Ci spingono all’agitazione e alla paura costante? Noi ci ritaglieremo maggiori spazi di libertà con gruppi di persone che la pensano come noi, immergendoci in situazioni di pace, armonia e bellezza.
Sottrarsi al “flat bombing” è la soluzione per rigenerare le nostre energie e la nostra volontà da utilizzare, se uno vuole, per costruire assieme comunità territoriali secondo regole autentiche e umane, collegate in rete, unite dagli stessi ideali e basate su principi Cristiani, da cui ripartire rifondando tutti processi e le istituzioni che abbiano al centro l’essere umano (istituzioni, politica, medicina, istruzione, mondo del lavoro, economia, ecc.),. Tornare a “fare i filò”, nutrendo la nostra mente d’impressioni gioiose e positive. Immaginando tutti insieme una società umana alternativa, basata sulla collaborazione e la pace.
Dalla memoria dipende il nostro futuro, recuperando i saperi dei nostri padri e dei nostri nonni che ci appartengono. Saperi che non s’imparano sui libri di medicina, né di legge o di biologia, ecc., anzi.
L’altro processo importante è quello di imparare a disimparare, usando la forza di volontà, selezionando le abitudini utili e abbandonando quelle dannose. Rinfrescando e ristrutturando la nostra consapevolezza, che magari abbiamo frequentato sporadicamente nell’ultimo periodo. Elevandola, cioè aggiungendo uno o due piani nella sua struttura per elevarla dallo scantinato, in cui ci hanno confinato dal Covid in poi, e guadagnare una prospettiva migliore: più alta, più profonda e più ampia. Tutte le impressioni negative vanno eliminate dalla nostra mente e gettate nel cestino dell’immondizia per liberare capacità nella nostra memoria da riempire con ricordi positivi, per sempre.
Questo è il nostro compito: fondare e avviare una nuova società umana, alternativa, cui le donne e gli uomini di buona volontà possano ispirarsi e/o aderire come abbiamo già fatto molte altre volte nella nostra storia. Nel 476 DC quando anche allora, come oggi, i barbari avevano occupato lo stato, il governo e la società, siamo ripartiti da zero con le comunità dei Benedettini, sottraendoci e gettando le basi sociali per immaginare e realizzare il Rinascimento e la Repubblica di Venezia, ecc.
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