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L’inchiesta di dossieraggio che scuote l’Italia

Venerdì 25 ottobre la Direzione distrettuale antimafia di Milano ha aperto un caso di dossieraggio, un ‘gigantesco mercato di informazioni personali’ acquisite illecitamente (per poi essere rivendute a clienti dell’imprenditoria, con annesse richieste e condizionamenti di attività) da banche di dati strategiche per l’Italia da hacker e appartenenti (ed ex) a polizia e Guardia di finanza.

L’indagine è stata condotta dai pm Francesco De Tommasi, Alessandra Dolci e dal Procuratore Marcello Viola. Antonio Arditura della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo in collaborazione e, alla guida, Gianni Melillo.
Tra le persone coinvolte nello scandalo non mancano figure di spicco come, in prima battuta, il ‘super poliziotto’ Carmine Gallo (nonché amministratore delegato della Equalize, società di investigazione privata) ora agli arresti domiciliari e il manager di Fiera Milano, Enrico Pazzali. Il materiale tenuto da Gallo è stato sequestrato, in gran parte cartaceo era stato ‘occultato’ a casa della segretaria di Equalize. Ma questa è solo la punta dell’iceberg, tra gli indagati troviamo anche Nunzio Calamucci, Massimiliano Camponovo e Giulio Cornelli ossia soci di aziende specializzate in sicurezza informatica. Non mancano perfino committenti come il gruppo Erg, con altrettanti personaggi indagati, e la Barilla, tramite il coinvolgimento da parte di alcuni dipendenti.

Le persone spiate risulterebbero circa 800mila, tra politici e non, persino estere. Calamucci, intercettato dagli inquirenti, ha dichiarato a tal proposito che ha avuto ‘a disposizione un hard disk contenente 800mila Sdi’ (informazioni da banca dati delle forze dell’ordine).
Non sono mancate le prime reazioni da parte della politica, il Premier Giorgia Meloni ha dichiarato “Le inchieste dicono che il dossieraggio su di me è cominciato già alla fine del governo Draghi quando si capiva che sarei potuta andare al governo. Sulla vicenda dei dossieraggi mi aspetto che la magistratura vada fino in fondo, perché, nella migliore delle ipotesi, alla base di questo lavoro c’era un sistema di ricatto ed estorsione, ma nella peggiore siamo davanti al reato di eversione. Nessuno Stato di diritto può tollerare una cosa del genere”.

La vicenda è agli inizi e, a quanto sembra, i personaggi coinvolti sembrano man mano aumentare.

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