Tutti contro Giuseppe Conte. La
maggioranza ora spinge per un rimpasto per rafforzare il governo e
l'unica soluzione è mettere mano ai ministri, magari aprendo anche le
porte a Forza Italia. Tre sono i livelli di tensione che in questi
giorni Pd, M5s e Italia Viva non vedono più di buon occhio. Il primo,
stando a quanto riportato da Repubblica, è tutto interno, fatto
di ministri in competizione tra loro, ma anche di malumori per l'ansia
accentratrice del premier: che ha confermato il generale Gennaro Vecchione a capo del Dis in totale autonomia. Il secondo è invece legato ai gruppi parlamentari, che scontano lo scarso coinvolgimento in tempi di emergenza coronavirus.
Infine c'è il problema dei partiti. Italia Viva è tornata a mettere i
bastoni tra le ruote a ogni dossier e fa capire che, una volta
approvata la legge di bilancio, alzerà la voce finché
non avrà ottenuto qualcosa come un ingresso di peso nel governo. Ma c'è
di più perché, oltre al rimpasto, c'è anche chi mette in discussione il
ruolo di Conte. Insomma, in più di uno comincia a pensare si possa fare a meno di lui.
Il Pd non ha visto di buon occhio il desiderio del presidente del
Consiglio di accentrare tutte le decisioni sul Recovery Fund in una
cabina di regia a Palazzo Chigi. Così come ai dem non piace il veto di Conte sul
Mes, quel meccanismo europeo di stabilità che porta Pd e M5s allo
scontro. E così gli scontenti che non hanno voglia di farsi avanti
sperano in un incidente parlamentare. Questo costringerebbe il governo a
fare un patto che lo rafforzi politicamente, sostituendo ministri
considerati deboli con dirigenti di peso. Ma la strada è irta di
ostacoli.
Renzi: «Aspettiamo Conte al Senato. Le elezioni? Tutti sanno che non si andrà a votare»
Il leader di Italia viva e la crisi di
governo: «Decida il premier se le nostre idee sono degne di nota. Perché
affidare i vaccini ad Arcuri? Non si tratta di Superman»
Senatore Matteo Renzi, ritira la delegazione di Italia viva al governo? «Le
ministre Bellanova e Bonetti e il sottosegretario Scalfarotto sono
persone serie. Stanno al governo perché hanno delle idee, non per
vanagloria. Se queste idee non piacciono, noi non siamo come gli altri:
le poltrone le lasciamo. Capisco che in tempi di populismo ciò suoni
stravagante, ma si può fare politica anche senza incarichi
istituzionali. Oggi tocca al premier decidere se ciò che abbiamo detto
su vaccini, Mes, cantieri da sbloccare, scuola e cultura, è degno di
nota oppure no».
Pare che il premier abbia cambiato atteggiamento e voglia siglare un accordo con lei. «Non
so da cosa derivi questa sua impressione. So che l’ultimo giorno
dell’anno l’avvocato Conte ha disertato il Senato dove stavamo
discutendo una legge di Bilancio da approvare in 24 ore, senza
possibilità di fare emendamenti pena l’esercizio provvisorio. Siamo
stati costretti a questo scandalo dai ritardi dell’esecutivo e tutto il
Senato ha espresso il proprio rammarico per la mortificazione del
Parlamento. In quel momento il presidente anziché venire in Aula a
scusarsi, ha scelto di fare una conferenza stampa senza aspettare
nemmeno per garbo che i senatori finissero il lavori. E in quella
conferenza stampa — ironia della sorte — Conte ha risposto alle
sollecitazioni di Italia viva, dicendo: “Ci vediamo in Parlamento”.
Vediamoci in Senato, allora, che posso dire di più?».
Pensa che il premier puntasse ad avere il soccorso di un gruppo di «responsabili», transfughi dall’opposizione? «Sì.
Ci hanno provato e la risposta molto secca dei gruppi che fanno
riferimento al segretario Cesa e al presidente Toti ha indebolito il
progetto. Alla fine il soccorso all’operazione “responsabili” è arrivato
solo dalla senatrice Mastella che è stata generosa pensando a ciò che i
grillini avevano detto su di lei e sulla sua famiglia in passato.
Generosità non sufficiente, forse, a garantire le strategie dei
pensatori di riferimento del premier, taluni editorialisti che gli
suggerivano di sostituire Italia viva. Se vogliono un confronto
parlamentare noi ci siamo: si chiama democrazia e di democrazia non è
mai morto nessuno».
Le risulta che il ministro Gualtieri stia venendo incontro alle vostre richieste sul Recovery plan? «Gualtieri
ha colto il valore delle nostre critiche. Noi vogliamo mettere tutte le
forze politiche davanti al passaggio storico che stiamo vivendo: il
Recovery plan è l’ultima chance per l’Italia, una finestra che ci
permetterà per poco tempo di investire sul futuro dei nostri figli.
Questo piano era stato scritto in fretta, senza condivisione, e con
cifre assurde: lei pensi che per “giovani e occupazione” c’erano per i
prossimi sei anni meno soldi di quanto sta in questa legge di Bilancio
per il cashback. Ma che follia è? Un documento che persino alcuni
ministri non hanno letto. Penso che sia serio chiedere competenza. E
sono certo che Gualtieri stia lavorando per migliorare il piano.
Peggiorarlo non potrebbe nemmeno se volesse, è tecnicamente
impossibile».
In questa sua battaglia si è sentito appoggiato o no dal Pd? E da Luigi Di Maio? «Mi
sono sentito appoggiato da chi ama questo Paese. Conosco bene il Pd. È
una grande comunità fatta da persone molto diverse. Su tanti punti c’è
stata sintonia. Sul rispetto delle forme istituzionali l’intervista al Corriere
di ieri di Zanda è una perfetta sintesi di quello che doveva essere e
non è stato. Molti sindaci dem mi stanno chiedendo di non mollare la
battaglia perché la spesa vada sugli investimenti e non nei bonus. E con
i parlamentari dem condividiamo l’idea che una legislatura stia in
piedi solo se si fanno le riforme: come una bicicletta che trova
l’equilibrio solo pedalando, perché se sta ferma cade. Dunque con il Pd
ci sono convergenze. Quanto a Di Maio, no. Non lo sento da molte
settimane. E sinceramente fatico a capire come il ministro degli Esteri
del Paese che riceve più risorse dall’Ue possa dire no al Mes per
vecchie ruggini sovraniste. Siamo i peggiori nel rapporto
morti/popolazione, abbiamo una spesa pro capite per la sanità che è la
metà di quella tedesca, abbiamo vaccinato un terzo delle persone che
hanno vaccinato in Germania: rifiutare risorse per la salute è
inspiegabile. Spero che l’inquilino pro tempore della Farnesina possa
spiegarlo ai colleghi grillini: non sono più quelli che andavano a
braccetto con i gilet gialli. Oggi sono europeisti, dovrebbero
ricordarselo».
Dunque si andrà a un Conte ter? Oppure a un nuovo esecutivo? «Non
so che formula prevarrà. So che questo è il tempo di mettere al centro
l’interesse dell’Italia e degli italiani contro gli egoismi di parte.
L’appello del presidente della Repubblica nel messaggio di fine anno
perché prevalgano le ragioni dei “costruttori” mi sembra saggio e
illuminante».
È vero che accetterete un accordo prendendo un ministro e qualche sottosegretario in più? «Falso.
Siamo gli unici a dimetterci, altro che storie. Ma parliamo di
contenuti, la prego. Parliamo di vaccini: sono mesi che chiediamo un
piano strategico e logistico. Perché anche i vaccini, dopo le
mascherine, i tamponi, Invitalia, sono affidati ad Arcuri? Ma chi è,
Superman? Sono mesi che diciamo che per la scuola servono tracciamenti e
trasporto pubblico, non 460 milioni di euro per gli assurdi banchi a
rotelle. Sono mesi che chiediamo più incentivi al lavoro e meno
navigator. Magari fosse un problema di ministeri: ci dividono i
contenuti e la politica, non i posti».
Lei ha capito perché Conte non vuole dare la delega ai Servizi segreti? «No.
E francamente non ne voglio più parlare. C’è un limite istituzionale
che è invalicabile: Berlusconi, Prodi, D’Alema, Monti hanno scelto una
persona cui affidare i Servizi segreti. Conte no. Eppure servirebbe
qualcuno in grado di spiegare che con le istituzioni si deve essere
prudenti: i nostri agenti rischiano la vita per le istituzioni, non per
qualche follower in più su Facebook. E la situazione internazionale
richiederebbe ben altra professionalità rispetto a chi invia la
geolocalizzazione degli incontri segreti in Libia come ha fatto per mera
visibilità il portavoce di Palazzo Chigi o passerelle mediatiche quando
si liberano — con metodi notoriamente non convenzionali — ostaggi
provati da lunghe prigionie».
Ha paura delle elezioni? Dicono che i suoi senatori la abbiano. «Io
non ho paura di niente, meno che mai della democrazia. Quanto ai
diciotto senatori di Italia viva mi faccia dire che sono orgoglioso di
loro: stanno resistendo a ogni forma di pressione, di lusinga, di
minaccia. Ci sono quotidiani che organizzano mail bombing e finti
profili pagati per attaccarli sui social. Ma sono diciotto persone
serie. Che sanno fare politica. E che non hanno paura delle elezioni.
Per due motivi. Uno, perché le elezioni non fanno paura a chi è abituato
a misurarsi con il consenso come i nostri colleghi che vengono da una
bella gavetta: più della metà di loro ha fatto il sindaco o
l’amministratore locale, ha preso voti con le preferenze, non è alla
prima esperienza. Il secondo motivo è ancora più chiaro: tutti sanno che
non ci saranno elezioni. Dobbiamo aprire le scuole, non i seggi.
Dobbiamo aumentare il numero dei vaccinati, non dei candidati. Dobbiamo
scrivere il Recovery plan, non i libri dei sogni elettorali. Le elezioni
fanno paura a chi verrebbe politicamente decimato come i trecento
parlamentari del Movimento Cinque Stelle, non ai diciotto senatori di
Italia viva».
Il quotidiano spagnolo El Paìs dedica un
lungo ritratto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “uomo
solo nella tempesta”. Garante della politica estera euroatlantica, si
tiene a distanza dalla prossima corsa al Quirinale, unico vero collante
del governo Conte-bis, “sarà difficile trovare un altro come lui”
Meno male che Sergio c’è, anche se è “solo nella tormenta”. Così El Paìs immagina il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella al termine del primo, tumultuoso anno di vita del governo rossogiallo. Con un lungo ritratto
dedicato al capo dello Stato ed ex Dc, il quotidiano spagnolo spiega
perché, senza il bollino di garanzia del Quirinale, la legislatura
sarebbe già finita da un pezzo.
Non si tratta dei poteri costituzionali affidati al Colle, che pure sono molti, tanto da portare il politologo della Luiss Roberto D’Alimonte
a parlare di un sistema “semipresidenziale”, quanto piuttosto di un
equilibrio garantito dalla figura politica e umana del presidente
palermitano.
“Il mandato di Mattarella, ammettono tutti i partiti, è stata finora esemplare – scrive Daniel Verdù
– la sua figura rappresenta oggi la riserva di un profilo e un
personaggio politico in estinzione per occupare un luogo tanto
silenzioso e determinante come il Palazzo del Quirinale”.
La firma del Paìs ne ripercorre la carriera politica con
dovizia di particolari, dall’era scudocrociata all’omicidio per mano
della mafia del fratello Piersanti, fino alla salita al colle con la
benedizione dell’allora premier Matteo Renzi e di Silvio Berlusconi.
Un endorsement che mai si è trasformato in un legame organico, “il
tempo ha dimostrato che si sbagliava chi credeva che Mattarella potesse
sentirsi in debito”.
Descritto come “poco amico dei movimenti personalisti di palazzo”,
Mattarella viene presentato come il titolare di un mandato “agitato e
determinante in diversi momenti”. Incline ad ascoltare i consigli di
tutti, da Di Maio a Conte, da Berlusconi a Gianni Letta,
suo “infaticabile e brillante assessore”, senza mai farsi
commissariare, l’inquilino del Colle non ha avuto vita facile negli
ultimi due anni, anche in politica estera. Con il governo gialloverde,
per dirne una, “è riuscito a frenare una deriva”. Quella che trascinava
l’Italia al largo dalla sponda euro-atlantica per le simpatie filocinesi
dei Cinque Stelle e quelle filorusse della Lega.
A meno di due anni dalla scadenza del mandato, i palazzi romani sono
già in subbuglio per mettere la firma sulla sua successione. Mattarella è
vittima, suo malgrado, di un gossip quirinalizio che, scrive El Paìs,
è il vero sottofondo dello scontro in corso fra le forze di
maggioranza, “nessuno vuole esser lasciato senza sedia quando la musica
smette di suonare”.
Dopotutto, aggiunte impietoso il principale quotidiano spagnolo, la
corsa al Colle è l’unico collante di un governo ormai allo sbaraglio,
“un orizzonte che tiene unito un esecutivo formato da quattro partiti
che vanno avanti a suon di strappi già da alcuni mesi”.
Mattarella preferirebbe restare sugli spalti, sussurra chi gli è vicino. Potrebbe forse accettare la proposta di Giancarlo Giorgetti,
un secondo mandato di un anno e poco più per poi rieleggere un nuovo
successore. Ma è un’anomalia, che peraltro nessuno è pronto a digerire a
sinistra, dove già impazza il totonomi, da Dario Franceschini a Walter Veltroni fino a David Sassoli e Mario Draghi. Di Mattarella una sola cosa è certa, chiude Verdù. “Sarà molto difficile trovare una figura alla sua altezza”.
A
cominciare da Lapo Elkann: "Alle ultime elezioni - spiega ho votato
Grillo, ma sapevo che avrebbe finito per non piacermi. Voglio vedere il
mio Paese risplendere e non mi rassegno alla mediocrità della nostra
classe politica, sono un patriota, amo l'Italia".
Patriottismo o
meno, sono in molti ad aver perso la fiducia in un movimento che aveva
promesso di cambiare il Parlamento. ""Grillo voleva aprire il Parlamento
come una scatola di tonno, aveva idee per rilanciare la produzione",
spiega Giuseppe Sbalchiero, vicentino, da due anni a capo della
Confartigianato Veneto. "Si era identificato con le nostre categorie. La
realtà è diversa: o si fa quello che vuole lui o non si va da nessuna
parte. Doveva dare governabilità al Paese, invece ci troviamo in questa
situazione. A cosa è servito votarlo? Si va da una delusione all'altra".
Tra
i delusi c'è anche chi, in periodo di campagna elettorale, aveva creato
imbarazzo in Confindustria manifestando la propria adesione ai Cinque
Stelle. Come ad esempio Graziano Brenna, vicepresidente di Confindustria
Como.
"Quando ho detto che avrei votato Grillo, nel
mio mondo mi sono attirato molte antipatie. Anche se, in realtà, tanti
miei colleghi, silenziosamente, hanno lasciato la Lega e il Pdl per
votare M5s. Oggi non lo rivoterei e non lo rivoterebbero più. Sa che
cosa diciamo, noi che nel giro di soli due mesi siamo passati da
neo-grillini a ex grillini? Che quel movimento lì ha un'anima da
sinistra antagonista, radicale. Altro che trasversale". E allora? "Non
ci rimane che Renzi".
Giordano Emendatori (leader nei
prodotti per le gelaterie) aveva addirittura fatto distribuire
volantini pro-Grillo all'interno della sua fabbrica. Ora è amareggiato.
"Purtroppo Grillo ci ha solo illuso, anche lui non fa nulla. Eppure
aveva uno strumento in mano micidiale per cambiare il Paese [...]
Invece, il movimento sta lì a balbettare su questioni secondarie. Ha
perso un'occasione storica e sono davvero contrariato per quanto è
successo, ha tradito la fiducia che gli era stata concessa".
Professor
Giuseppe Tritto, an internationally known expert in biotechnology and
nanotechnology, says that the China Virus definitely wasn’t a freak of
nature that happened to cross the species barrier from bat to man.
August 10, 2020 (LifeSiteNews)
– It will not be possible for the Dr. Fauci’s of the world to dismiss
Professor Giuseppe Tritto as a crank. Not only is he an internationally
known expert in biotechnology and nanotechnology who has had a stellar
academic career, but he is also the president of the World Academy of Biomedical Sciences and Technologies (WABT), an institution founded under the aegis of UNESCO in 1997.
In other words, he is a man of
considerable stature in the global scientific community. Equally
important, one of the goals of WABT is to analyze the effect of
biotechnologies—like genetic engineering—on humanity.
In his new book, this world-class
scientist does exactly that. And what he says is that the China Virus
definitely wasn’t a freak of nature that happened to cross the species
barrier from bat to man. It was genetically engineered in the Wuhan
Institute of Virology’s P4 (high-containment) lab in a program
supervised by the Chinese military.
Prof. Tritto’s book, which at present is available only in Italian, is called Cina COVID 19: La Chimera che ha cambiato il Mondo(China COVID 19: The chimera that changed the world). It was published
on August 4 by a major Italian press, Edizioni Cantagalli, which
coincidently also published the Italian edition of one of my books, Population Control (Controllo Demografico in Italian) several years ago.
What sets Prof. Tritto’s book apart is
the fact that it demonstrates—conclusively, in my view—the pathway by
which a PLA-owned coronavirus was genetically modified to become the
China Virus now ravaging the world. His account leaves no doubt that it
is a “chimera”, an organism created in a lab.
He also connects the dots linking the
Wuhan lab to France and the United States, showing how both countries
provided financial and scientific help to the Chinese as they began to
conduct ever more dangerous bioengineering experiments. Although
neither American nor French virologists are responsible for the end
result—a highly infectious coronavirus and a global pandemic—their early
involvement may explain why so many insist that the “chimera” must have
come from nature. The last thing they want to admit is that they might
have had a hand in it.
Those of us who, early on, argued for a
laboratory origin were dismissed as conspiracy theorists. Our articles
were censored as “fake news,” often by American virologists who knew
perfectly well what the truth was, but preferred to protect China, and
themselves, from scrutiny lest they themselves be implicated.
Dr. Tritto’s 272 pages of names, dates,
places, and facts leaves such apologists with no place to hide. The
story begins following the SARS epidemic of 2003, as the Chinese attempt
to develop vaccines to combat the deadly disease. Dr. Shi Zhengli,
about whom I have previously written, was in charge of the program at
the Wuhan Institute of Virology.
In vaccine development, reverse genetics
is used to create viral strains that have reduced pathogenicity but to
which the immune system responds by creating antibodies against the
virus. But reverse genetics can also be used to create viral strains
that have increased pathogenicity. That is what Dr. Shi,
encouraged by PLA bioweapons experts, began increasingly to focus her
research on, according to Prof. Tritto.
Dr. Shi first solicited help from the French government, which built the P4 lab,
and from the country’s Pasteur institute, which showed her how to
manipulate HIV genomes. The gene insertion method used is called
“reverse genetics system 2.” Using this method, she inserted an HIV
segment into a coronavirus discovered in horseshoe bats to make it more
infectious and lethal.
The U.S. was involved as well,
particularly Prof Ralph S. Baric, of the University of North Carolina,
who was on the receiving end of major grants from the National Institute
of Allergy and Infectious Disease. This is, of course, Dr. Anthony
Fauci’s shop. Fauci was a big proponent of “gain of function” research,
and when this was prohibited at Baric’s lab because it was considered
to be too dangerous, the research was shifted to China.
Prof. Tritto believes that, while Dr.
Shi’s research began as an effort to develop a vaccine against SARS, it
gradually morphed into an effort to use “reverse genetics” to build
lethal biological weapons. This was the reason that the Wuhan lab
became China’s leading center for virology research in recent years,
attracting major funding and support from the central government.
I would add that the rule in
Communist-controlled China is “let the civilian support the military,”
which means that as soon as Dr. Shi’s research showed any potential
military uses the PLA would have begun exercising control of the
research. This came out in the open with the outbreak, when China’s
leading expert on bioweapons, People’s Liberation Army Major General
Chen Wei, was immediately placed in charge of the Wuhan Institute of
Virology. As for Dr. Shi Zheng-Li, she seems to have disappeared.
As Dr. Tritto explained in an interview with Italian media:
In 2005, after the SARS epidemic, the Wuhan Institute of Virology was
born, headed by Dr. Shi Zheng-Li, who collects coronaviruses from
certain bat species and recombines them with other viral components in
order to create vaccines. In 2010 she came into contact with American
researchers led by Prof. Ralph Baric, who in turn works on recombinant
viruses based on coronaviruses. Thanks to the matrix viruses provided by
Shi, Baric created in 2015 a mouse Sars-virus chimera, which has a
pathogenic effect on human cells analyzed in vitro.
At that point, the China-US collaboration becomes competition. Shi
wants to work on a more powerful virus to make a more powerful vaccine:
it combines a bat virus with a pangolin virus in vitro and in 2017
publishes the results of this research in some scientific articles.
Her research attracts the interest of the Chinese military and
medical-biological sector which deals with biological weapons used as a
deterrent for defensive and offensive purposes. Thus Shi is joined by
doctors and biologists who belong to the political-military sphere, such
as Guo Deyin, a scholar of anti-AIDS and anti-viral hepatitis vaccines
and expert in genetic recombination techniques. The introduction of the
new engineered inserts into the virus genome is the result of the
collaboration between the Shi team and that of Guo Deyin. The
realization of this new chimera, from a scientific point of view, is a
success. So much so that, once the epidemic has broken out, the two
researchers ask WHO to register it as a new virus, H-nCoV-19 (Human new
Covid 19), and not as another virus derived from SARS. It is reasonable
to think that Shi acted only from the point of view of scientific
prestige, without however taking into account the risks in terms of
security and the political-military interests that her research would
have aroused.
When asked why China has refused to provide the complete genome of the China Virus to the WHO or to other countries, Dr. Tritto explained that
“providing the matrix [source] virus would have meant admitting that
SARS-CoV-2 [China Virus] was created in the laboratory. In fact, the
incomplete genome made available by China lacks some inserts of AIDS
amino acids, which itself is a smoking gun.”
The key question, for those of us who
are living through the pandemic, concerns the development of a vaccine.
On this score, Prof. Tritto is not optimistic:
Given the many mutations of SARS-CoV-2, it is extremely unlikely that
a single vaccine that blocks the virus will be found. At the moment 11
different strains have been identified: the A2a genetic line which
developed in Europe and the B1 genetic line which took root in North
America are more contagious than the 0 strain originating in Wuhan. I
therefore believe that, at the most, a multivalent vaccine can be found
effective on 4-5 strains and thus able to cover 70-75% of the world’s
population.
In other words, by withholding from the
world the original genetic code of the China Virus that it created, the
Chinese Communist Party is ensuring that no completely effective vaccine
will ever be developed by the West.
In other words, China continues to lie, and people continue to die.
Steven W. Mosher @StevenWMosher is
the President of the Population Research Institute and the author of
Bully of Asia: Why China’s “Dream” is the New Threat to World Order.
Former Italian Interior Minister Matteo Salvini is demanding
answers about the origin of the Chinese coronavirus, particularly in
relation to a revived 2015 Italian scientific documentary translated
exclusively below by RAIR Foundation USA. In what appears to be a
coordinated attack, the mainstream media has viciously targeted Salvini
for asking reasonable questions, which suggests that he is onto
something they would rather bury.
In 2015, Italian state broadcaster RAI aired Leonardo, a show
dedicated to science, which revealed that Chinese scientists had created
a pulmonary “supervirus” from bats and mice “for study purposes” that
is capable of attacking humans. Salvini and other party
leaders are demanding to know if there is a connection with the
research featured in the 2015 documentary and the Chinese coronavirus,
which has wreaked havoc on Italy.
In the scientific documentary, Chinese researchers in a laboratory in
Beijing managed to graft a surface protein of a coronavirus found in
bats onto a virus that causes SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome)
in mice. It should be noted that SARS was a “114-day epidemic” which
“swept 29 countries, affected a reported 8,098 people, [and] left 774
patients dead…” Chinese military surgeon Jiang Yanyong exposed his
government’s cover-up of the outbreak that originated in 2002–2003 in
the Guangdong Province of China.
According to the documentary, the researchers imagined that the
hybrid (a “chimera virus”) was suitable for affecting humans, a
hypothesis later confirmed by laboratory results.
Furthermore, this specific coronavirus was shown to attach itself to
our respiratory cells, triggering the syndrome and thus the organism can
infect humans “directly from bats without going through an intermediate
species, such as the mouse“.
The episode that aired on Leonardo seems to fit perfectly with
COVID-19. The ingredients are all there: bats , SARS, acute pneumonia,
the virus that attacks humans directly and infects them. The
coincidences were enough to warrant question from Lega Party leader, Matteo Salvini, who has asked for clarity from the Italian government.
Salvini, along with Giorgia Meloni and the Fratelli d’Itali party,
formally requested Prime Minister Giuseppe Conte explore whether the
RAI documentary is proof that the SARS-CoV-2 virus that originated in
Wuhan was created in a laboratory and escaped the control of Chinese
scientists or was used as a bio-terrorist weapon by the Chinese
government.
The establishment media has reacted swiftly and brutally to
reasonable questions regarding the origin of the Chinese coronavirus.
When the media responds in such a matter, the onus is on thinking
citizens to push even harder for the truth. Where there is smoke, there
is usually fire.
Coronavirus study identifies ‘gain of function for efficient spread in humans’
CORONAVIRUS
scientists have identified a "gain of function" in the virus, which has
allowed for the "efficient spread in humans," a bombshell study
revealed.
COVID-19
has now infected nearly 120,000 people, killing more than 4,600 in the
process in a devastating outbreak which has now been declared a
pandemic. Italy has been placed on lockdown as the infection spreads
through Europe at an alarming rate. A study released by Chinese
scientists earlier this month found the origin of coronavirus could have
come from the Wuhan Institute of Virology, a level four biosafety
laboratory 12km from the epicentre of the outbreak.
Now,
a new investigation, titled “Coronavirus 2019-nCoV contains a
furin-like cleavage site absent in CoV of the same clade,” suggests it
is unlike anything seen before.
Published on
ScienceDirect this month, the paper reads: “In 2019, a new coronavirus
(2019-nCoV) infecting humans has emerged in Wuhan, China.
“Its genome has been sequenced and the genomic information promptly released.
“Despite a high similarity with the
genome sequence of SARS-CoV, we identified a peculiar furin-like
cleavage site of the 2019-nCoV, lacking in the other SARS-like CoVs.
Coronavirus has a gain of function for the efficient spread in humans (Image: GETTY)
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Italy has been put on lockdown (Image: GETTY)
For efficient spreading in the human population compared to other coronaviruses
Study
"In
this article, we discuss the possible functional consequences of this
cleavage site in the viral cycle, pathogenicity and its potential
implication in the development of antivirals.”
Furin
is a "highly expressed" protein found in the lungs of humans that could
have been used to activate a virus that previously could have only been
passed between animals.
The experts believe this
“peculiar furin” is an anomaly and could be used to “successfully
exploit” enzymes that innate immunity in humans.
The paper goes on to explain how scientist have not seen anything like this in previous strains.
It adds: “Before the emergence of the 2019-nCoV, this important feature was not observed in other coronaviruses.
“Strikingly, the 2019-nCoV sequence contains 12 additional nucleotides upstream of the single cleavage site.”
The
paper suggests that this part of the DNA chain has evolved for
“gain-of-function to the 2019-nCoV for efficient spreading in the human
population compared to other coronaviruses".
It adds: “This possibly illustrates a convergent evolution pathway between unrelated CoVs.”
The
medical definition for gain-of-function, also known as GOF, is a
mutation that confers new or enhanced activity on a protein.
But, it can also involve genetic engineering.
According
to the US National Library of Medicine, gain-of-function research,
ofter simply referred to as GOF, “involves experimentation that aims or
is expected to increase the transmissibility and/or virulence of
pathogens.
“Such research, when conducted by
responsible scientists, usually aims to improve understanding of
disease-causing agents, their interaction with human hosts, and/or their
potential to cause pandemics.
Update:
VT has been tracking COVID stats and disinformation/censorship since
day one. Now, in light of the Beirut attack (Trump backs us up), we now
view the release of a hybridized version of COVID 19 on the New York
metropolitan area as a terror attack.
Stats on hospitalization and
deaths there have been altered/censored which prove this was a
biological attack. Death rates were many times higher than elsewhere
and even target specifically the Jewish population, something Israel has
done before.
We have watched Google Corporation
manipulation of the internet, we have tracked them and find clear and
absolute evidence that ties those who executed the Beirut attack to
those who released COVID 19 on the US and the world.
We
have also watched Facebook, Google/YouTube and Twitter censored Beirut
videos and coordinate with MSM to sell a fake narrative involving
unexplodable fertilizer while evidence mounts of a massive not only
attack by Israel but a brilliant set of feints also, drones, planes and
even a missile.
Who knows, a nuke could have been loaded there with ease right off a truck and no one would notice.
Now
with Beirut in shambles, the UAE joining Greater Israel and the Qanon
monstrosity selling a police state to the rabble, the inexplicable
becomes clear.
Below, we prove the creation of COVID, a CIA
project done through a cover program at a private university using
bioweapons experts. Now we see it released, the target? Looting the US
economy, bringing America to civil war and allowing power to centralize
under Kosher Nostra control without the subterfuge, now unnecessary.
This
article contains hard proof that cannot be questioned or denied, which
you may submit to any government agency or healthcare professional.
What
is not yet proven but coming into focus is that the US biological
weapons program at Fort Detrick, Maryland, equipment and certainly key
staff, certainly migrated to secret labs at large state universities in
order to “hide in plain sight.”
Follow the careers, all links are included, of those who worked on the Wuhan-COVID project in 2017.
Also,
note that the exact same personnel and equipment is used for fake
“prevention” research and testing as weaponization and actual
production.
Since this article was written, we have begun
to look at worldwide operations of US nuclear/bio/chem contractor,
Kushner-Trump favorite, Battelle, and their secret labs around the
world.
When we began, our people started to be threatened. That was a serious mistake.
Nei reportages WuhanGates n. 24 e 28 abbiamo narrato il curriculum
dei due più mimportanti esponenti dell’Organizzazione Mondiale della
Sanità, il direttore generale Tedros Adhanom Gebreyesus, definito un
“criminale” dall’esercito nazionale dell’Etiopia per la sua fedeltà ai
guerriglieri del TPLF, ed il suo assitente generale Ranieri Guerra, già
dirigente del Ministero della Salute in Italia ed ora componente di
spicco del Comitato Tecnico Scientifico del governo accusato dal Codacons di essere in conflitto d’interessi per il suo passato da consigliere di amministrazione della fondazione di una famosa Big Pharma dei vaccini.
Ora emerge chiaramente che la stessa OMS ha intimato a
tutti i suoi collaboratori in Italia di non presentarsi e non
collaborare con la magistratutura che a Bergamo sta indagando per
epidemia colposa e falso in relazione alla moria sospetta di cittadini
denunciata dall’associazione Noi Denunceremo, costituita dai parenti
delle vittime dell’infezione. Li ha quindi invitati a non rivelare la
verità di cui erano a conoscenza in merito alla pandemia…
La questione riguarda il piano pandemico di emergenza che l’Italia
non avrebbe mai aggiornato trovandosi impreparata non solo nella
strategia sanitaria ma anche in quegli obblighi di stoccaggio di
mascherine protettive e antivirali che avrebbero dovuto essere previsti
per legge.
Sulla vicenda indaga la Procura della Repubblica di Bergamo,
provincia dove c’è stata una delle stragi più gravi in Italia a causa
del Covid-19, che però ha avuto difficoltà a raccogliere le informazioni
da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità proprio perchè dal quartier generale di Tedros da Ginevra è partito l’ordine di non presentarsi dai magistrati avvalendosi dell’immunità diplomatica.
Il quotidiano Il Giornale ha pubblicato il testo integrale della
lettera inviata dall’OMS ai suoi collaboratori tra cui il ricercatore
Francesco Zambon che pubblicò uno studio sull’assenza di un piano
pandemico aggiornato successivamente rititrato dalla stessa OMS come
svelato dall’inchiesta della trasmissione televisiva Report di RAI3.
Prima di leggere l’inquietante email con cui l’Organizzazione
Mondiale della Sanità ha invitato i suoi collaboratori a NON COLLABORARE
CON LA MAGISTRATURA ITALIANA vediamo la testimonianza rilasciata dal
dottor Zambon che ha deciso di non avvalersi dell’immunità diplomatica e
raccontare quanto sa ai magistrati.
“Più
volte Ranieri Guerra, sia via mail che per telefono – racconta Zambon –
mi ha chiesto di modificare la datazione del piano pandemico italiano.
Lui voleva che io scrivessi nel rapporto che il piano, dal 2006, era
stato aggiornato, usando proprio le parole updatedand reconfirmed.
Consultandomi con tutti gli autori del rapporto, abbiamo deciso
assolutamente che potevamo scrivere reconfirmed perché in effetti non
era cambiato neanche di una virgola dal 2006, ma certamente non potevamo
scrivere updated cioè aggiornato. Questo sarebbe stato dichiarare il
falso ed io non me la sono sentita”.
Guerra, da parte sua, è intervenuto nella trasmissione televisiva Non
è l’Arena di Massimo Giletti sostenendo di aver soltanto chiesto alcune
rettifiche e un rinvio della pubblicazione per non cogliere di sorpresa
il Ministero della Salute. Ma Zambon dichiara cose assai più
sconcertanti (come riportato da Il Giornale).
«Mi telefonò Ranieri Guerra e mi disse che era sulla porta del
direttore generale e che se non avessi modificato il testo come
richiesto, avrebbe detto che c’ero io dietro la puntata di Report che
metteva sotto accusa l’Oms. Ma io della puntata di Report di quella sera
non sapevo assolutamente niente. E solo, poi guardandola, capii perché:
si facevano pesanti accuse sui legami tra Cina, Etiopia e altre cose e
c’era anche una parte dedicata al piano pandemico. A Ginevra c’era una
grandissima apprensione per l’inchiesta e quindi anche Tedros certamente
lo sapeva, cosa che ovviamente mi avrebbe messo in una posizione
estremamente difficile, potevo essere licenziato in qualsiasi momento».
Nell’ambito dell’inchiesta per epidemia colposa e falso i magistrati
di Bergamo nelle scorse settimane convocarono i referenti dell’OMS tra
cui lo stesso Zambon che inizialmente non si presentò adducendo come
giustificazione l’immunità diplomatica come richiesto dall’OMS.
Ecco dunque la scottante email pubblicata da Il Giornale in cui
l’agenzia sanitaria dell’ONU ha invitato i suoi collaboratori italiani a
non rispondere alla richiesta della Procura della Repubblica.
«Siete pregati di non rispondere alla convocazione della sezione di
polizia giudiziaria della Guardia di Finanza e di inviarci senza indugio
la richiesta ricevuta dai pubblici ministeri di modo che possiamo
allegare questa richiesta alla nostra lettera alla Procura e al
Ministero degli Esteri» si legge nella mail dell’OMS in possesso
dell’AGI, datata 1 novembre 2020.
A firmare la missiva sarebbe il capo dell’ufficio legale dell’Oms
Europa, Chantal Streijffert Garon. «È importante notare – si legge – che
ci sono diverse cause legali in corso collegate al Covid-19 e numerose
inchieste parlamentari che coinvolgono l’Oms. Dobbiamo stare attenti a
non creare un precedente o a rinunciare in modo implicito alle immunità
partecipando agli interrogatori».
«Sappiamo che fate parte del team che ha scritto il report ‘An
unprecedent challenge: Italy’s first response to Covid-19’, che è stato
coordinato da Francesco (Zambon, ndr). Sappiamo che la Procura di
Bergamo sta svolgendo un’indagine sulla risposta del Governo italiano al
Covid-19. In questo contesto, vi informiamo che i membri dell’Oms e i
suoi consulenti sono protetti dalla Convenzione che prevede l’immunità
diplomatica nell’ambito delle funzioni ufficiali svolte per conto
dell’Oms. Pertanto, membri e consulenti non possono essere chiamati dai
tribunali in base alla giurisdizione nazionale a meno che l’Oms non
rinunci a privilegi e immunità in seguito a una richiesta tramite i
canali diplomatici che coinvolga il ministro degli Esteri».