Article from the December 29, 1825 edition of the National Gazette and Literary Register published in Philadelphia reporting that Missouri Senator "Col. Palmer [Martin Parmer] is said to have taken French leave and gone to Texas."
Gone to Texas (often abbreviated GTT), was a phrase used by Americans emigrating to Texas in the 1800s.[1] During the Panic of 1819, many left the United States and moved there to escape debt.[2] Moving to Texas, which at the time was part of Mexico, was particularly popular among debtors from the South and West.[3]
Emigrants or their abandoned neighbors often wrote the phrase on doors of abandoned houses or posted as a sign on fences.[4][5][6][7]
This newspaper article is from page 99 of the April 9, 1836 edition of the Niles' Weekly Register, published in Baltimore. The article is the report of a notable Davy Crockett story about his threat to go to Texas if they did not re-elect him.
A gentleman from Nacogdoches, in Texas, informs us, that, whilst there, he dined in public with col. Crockett, who had just arrived from Tennessee. The old bear-hunter, on being toasted, made a speech to the Texians, replete with his usual dry humor. He began nearly in this style: "I am told, gentlemen, that, when a stranger, like myself, arrives among you, the first inquiry is—what brought you here? To satisfy your curiosity at once as to myself, I will tell you all about it. I was, for some years, a member of congress. In my last canvass, I told the people of my district, that, if they saw fit to re-elect me, I would serve them faithfully as I had done; but, if not, they might all go to h——, and I would go to Texas. I was beaten, gentlemen, and here I am." The roar of applause was like a thunder-burst.[8]
^National Gazette and Literary Register - December 29, 1825, "Col. Palmer is said to have taken French leave and gone to Texas." from online source, verified 2005-12-30.
^Smith, Sidney (1850). The Settler's New Home: Or, Whether to Go, and Whither?. London: John Kendrick. p. 128. Retrieved 2009-05-27.. This discouraged emigration by noting that "'Gone to Texas' has become the proverb for a scamp#PPA674,M1
^Thirty years' view; or, A history of the working of the American government for thirty years, from 1820 to 1850 (Vol. 1)Benton, Thomas Hart (1854), New York: D. Appleton and Company, p. 674 Missing or empty |title= (help)
^South-Western Immigration Company (Austin, Texas) (1881). Texas: Her Resources and Capabilities. New York: E.D. Slater.. This encouraged migration to the state of Texas and remarked on the "slang use" of the term a "generation ago" to refer to fugitives from justice.
Fraccaro sollecita la Bce a cancellare il debito pandemico
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio sposa la proposta avanzata da parte dell'M5S, che prepara un piano per la sterilizzazione. Ma Gualtieri ribadisce: i debiti si rimborsano | Tempo di rimedi estremi
di Andrea Pira26/11/2020 14:39
tempo di lettura 1 min
Riccardo Fraccaro
La politica monetaria della Bce deve sostenere la strategia di bilancio degli Stati membri in ogni modo, anche cancellando il debito contratto durante la pandemia o rinnovandolo in modo perpetuo. Intervistato da Bloomberg, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, sposa la tesi sostenuta da diversi colleghi di partito, l’M5S. Proposta è accompagnata anche dall’ipotesi, ribadita dall’esponente del governo, di scorporare dal calcolo del deficit gli investimenti verdi.
I parlamentari Cinque Stelle stanno anche predisponendo un piano da sottoporre agli alleati del Partito democratico, incentrato però non sulla cancellazione, ma su una clausola di “sterilizzazione” dell’indebitamento che graverà sull’Italia a causa della pandemia.
Al momento il mistro dell’Economia, Roberto Gualtieri si è limitato a sottolineare che «i debiti devono essere rimborsati». Parole simili sono state pronunciate dal collega francese, Bruno Le Maire, che a Parigi ha istituito un comitato apposito e, in conferenza stampa con il titolare del Mef, ha aggiunto che i rimborsi devono avvenire "al momento giusto e a un ritmo adeguato". (riproduzione riservata)
Stati generali, la fine ingloriosa del Movimento 5 Stelle
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DI GIANCARLO MARCOTTI
Per molti non era necessaria questa conferma, ma … insomma, così ora nessuno ha più dubbi, il Movimento 5 Stelle è alla deriva. Al momento è diviso in almeno 10/12 correnti, ma forse sono di più.
Per molti non era necessaria questa conferma, ma … insomma, così ora nessuno ha più dubbi, il Movimento 5 Stelle è alla deriva. Al momento è diviso in almeno 10/12 correnti, ma forse sono di più.
Ognuno dice la sua:
Di Maio, Di Battista, Crimi, Fico, Giarrusso, Taverna, Di Stefano, Azzolina, Buffagni, Toninelli e chi più ne ha più ne metta, tutti a ruota libera cercano di garantirsi ancora un mandato.
La giornalista Annalisa Chirico a mio avviso ha perfettamente descritto l’attuale situazione definendo gli Stati Generali “Esequie del Movimento 5 Stelle”.
Il Movimento si è liquefatto proprio su quella cosa che gli aveva permesso di ottenere un grande successo alle elezioni del marzo 2018. Per capire quel che è accaduto, infatti, occorre tornare lì e cercare di capire quel successo.
Naturalmente il successo di quelle elezioni derivava anche se non soprattutto da una gran voglia di cambiamento che il popolo italiano manifestava dopo sette anni di governi Pd, esecutivi uno peggio dell’altro, ricordiamo in successione Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, la gente non ne poteva più.
Ma non basta, anche il programma con il quale si presentavano senza dubbio ha avuto un ruolo importante per spiegare quel successo.
La feroce critica all’euro, ricordate tutti, ed se caso non ricordate vi consiglio di digitate su Google “M5S no euro”, troverete una valanga di video in tal senso.
Sentirete quindi Grillo dire: “Dobbiamo uscire dall’euro il prima possibile” e Di Maio sentenziare: “Se non ci liberiamo dall’euro il Mezzogiorno d’Italia diventerà una terra desolata e spopolata”
Tra l’altro forse una delle poche cose che ha previsto Di Maio e che si sono perfettamente verificate.
Ma poi che dire del programma del Movimento nei riguardi dell’immigrazione, ricordiamo tutti quel manifesto con la scritta Obiettivo sbarchi zero.
Certo anche questi punti programmatici hanno contribuito al successo in quelle elezioni, ma a mio avviso ciò che ha maggiormente contribuito sono stati altri due cavalli di battaglia del Movimento.
Il reddito di cittadinanza. Gli italiano hanno creduto che tutta la popolazione avrebbe potuto contare su un reddito garantito di almeno 780 euro, ed anche i milioni di italiani che ricevono una pensione più bassa hanno creduto che gli sarebbe stata aumentata fino a quella cifra.
Ovviamente sappiamo che pur essendo stata introdotta questa misura, la povertà in Italia non solo non è stata sconfitta, ma è perfino aumentata.
Ma arriviamo al punto, io ritengo infatti che determinante per il successo del Movimento 5 Stelle alle elezioni del 4 marzo 2018 e determinante per la sua attuale liquefazione sia stato l’aver sbandierato ai quattro venti che i Parlamentari del Movimento avrebbero restituito alla popolazione gran parte del loro stipendio.
Per la quasi totalità degli italiani, infatti, i politici sono una casta, godono cioè di privilegi ed hanno uno stipendio decisamente eccessivo.
L’aver promesso quindi che gran parte di quello stipendio sarebbe stato restituito alla popolazione, a mio avviso, è stata la mossa vincente, la gente ha pensato … magari saranno incompetenti, ma sono onesti e questo li ha fatti risultare anche simpatici.
Purtroppo però così sono stati eletti degli inetti, delle persone totalmente impreparate a svolgere il compito loro assegnato. Ma questo sarebbe stato ancora perdonato a loro, dopotutto era stato messo in conto anche da coloro che li avevano votati.
Il motivo determinante che ha portato il Movimento oggi praticamente a liquefarsi è il fatto che si sono subito assuefatti alla casta, al punto che oggi sfido tutti voi a distinguere se una certa dichiarazione sia stata rilasciata da un esponente del PD piuttosto che da un esponente pentastellato.
Ma peggio ancora, e quindi a mio avviso è questo il fatto più rilevante, è lo scandalo degli scontrini.
Ovviamente i Parlamentari pentastellati dovevano rendicontare le spese sostenute, giustamente non possono restituire soldi se li hanno dovuti spendere per la loro attività politica, spese che, però, dovevano essere comprovate dai relativi scontrini.
Ebbene Repubblica, prima naturalmente che nascesse il Governo giallorosso, quando per il giornale fondato da Eugenio Scalfari il Movimento era ancora un nemico politico, ossia durante il Governo gialloverde, Repubblica, dicevo, aveva scoperchiato lo scandalo.
Paola Taverna, ad esempio, attuale vicepresidente del Senato, aveva rendicontato spese telefoniche per 17751 euro quando tutti sappiamo che con 10 euro al mese abbiamo tutte le telefonate e i giga di internet illimitati.
Marco Furfaro, allora di SEl, ora approdato al PD aveva twittato "Non so se telefona ai marziani o se si fa predire il futuro da cartomanti a 20 euro al minuto, ma io ne spendo 120 all'anno, minuti e giga illimitati. Se vuole posso darle una mano a cambiare piano".
Non so se Furfaro, essendo oggi al Governo assieme alla Taverna, abbia mantenuto la promessa di aiutare la nostra vicepresidente del Senato a “cambiare il piano tariffario telefonico”.
Ma poi ci sono parlamentari pentastellati che hanno rendicontato spese di trasporto stratosferiche. Laura Castelli ad esempio aveva rendicontato spese per il taxi pari a 26.825 euro.
Ma oltre allo scandalo scontrini sembra che a determinare la rottura con la Casaleggio siano stati i mancati versamenti che ogni parlamentare si era impegnato a fare in favore appunto della Casaleggio Associati.
Ma oltretutto pare ormai ci sia il più completo marasma per quanto riguarda la restituzione di parte del loro stipendio.
Dei quasi trecento parlamentari fra Camera e Senato soltanto otto sono in regola con i pagamenti, ossia hanno versato fino al mese di ottobre.
Diversi parlamentari non hanno versato nulla in questo 2020 altri sono in arretrato di diversi mesi e fra questi anche personaggi noti.
Sono in arretrato di ben sei mesi, quindi non stanno versando dal mese di aprile ad esempio la Ministra del lavoro e delle Politiche Sociali Nunzia Catalfo, e sempre in arretrato di sei mesi anche Nicola Morra Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia.
Non versa da cinque mesi il Viceministro della Salute Pierpaolo Sileri che vediamo spesso sui nostri teleschermi a parlare di Covid.
Non versano da quattro mesi Giulia Grillo Ministra della Salute nel Conte 1, Riccardo Fraccaro Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Vincenzo Spadafora Ministro per le politiche giovanili e lo sport e Danilo Toninelli che vediamo spesso ospite nelle varie trasmissioni televisive.
E’ chiaro che la quasi totalità dei parlamentari grillini alle prossime elezioni non verrà rieletta ed al momento quindi il loro principale obiettivo è quello di far durare l’attuale legislatura il più a lungo possibile.
E’ così quasi certo che il problema dei mancati rimborsi da parte dei parlamentari pentastellati sarà inevitabilmente destinato non solo a perpetuarsi, ma ad ingigantirsi.
Se già oggi la quasi totalità dei parlamentari non è in regola con i versamenti, immaginatevi quando mancheranno pochi mesi alla fine della legislatura se ci sarà ancora qualcuno che verserà come da statuto parte del proprio stipendio.
Insomma il caos di questi Stati Generali non deriva dalle diverse sensibilità politiche dei vari esponenti di spicco del Movimento, ma da questioni di volgare pecunia. Cosa voglio dire? Semplice!
Al momento tutti invocano l’unità del partito ed invece stiamo assistendo alla più assoluta disgregazione dello stesso, ma si potrebbe immediatamente non solo arrivare all’unità del partito, ma addirittura all’unanimità , qualora un aspirante capo politico proponesse l’esonero totale a tutti i parlamentari di qualsiasi tipo di versamento.
Governo insiste per cancellare il debito Covid dell’Italia, ma Ue frena: “Violazione dei trattati”
Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Riccardo Fraccaro, chiede ancora all’Unione europea di di eliminare il debito contratto dagli Stati membri per affrontare l’emergenza coronavirus. Un’istanza già avanzata dal presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. Ma l’Unione europea frena e la presidente della Bce, Christine Lagarde, rifiuta totalmente un’eventualità di questo tipo, dicendo che sarebbe semplicemente una violazione dei trattati europei.
ECONOMIA 26 NOVEMBRE 2020 11:30di Annalisa Girardi
Da Roma continua ad arrivare a Bruxelles la richiesta di eliminare il debito contratto dagli Stati membri per affrontare l'emergenza coronavirus. Debito che è stato acquistato dalla Banca centrale europea. Lo ribadisce anche il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Riccardo Fraccaro, in un'intervista con Bloomberg. "La politica monetaria deve supportare le politiche fiscali espansive dei Paesi in ogni modo", ha detto. Uno dei questi modi consisterebbe in "cancellare i titoli di Stato acquistati durante la pandemia o rendendoli perpetui". Una posizione, quella esposta da Fraccaro, che era già stata esposta dal presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, incontrando però la ferma resistenza delle istituzioni europee.
Il sottosegretario avverte che senza interventi più incisivi da parte della Bce, l'Italia potrebbe esporre il fianco agli speculatori. Il debito del nostro Paese, strutturalmente elevato, potrebbe ora arrivare al 160% del Pil a causa delle ingenti risorse stanziate in deficit per far fronte alla pandemia di coronavirus. "La Bce non ha problemi con il debito, può stampare quanta moneta vuole. Può continuare ad acquistare obbligazioni sovrane e consentire agli Stati membri di investire, proteggendoli dal mercato", ha concluso Fraccaro.
continua su: https://www.fanpage.it/economia/governo-insiste-per-cancellare-il-debito-covid-dellitalia-ma-ue-frena-violazione-dei-trattati/
Riccardo Fraccaro: «I referendum senza quorum sono realtà »
«I cittadini potranno indire delle consultazioni referendarie che - sottolinea il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri - saranno valide a prescindere dall’affluenza alle urne: decide chi partecipa, vince la democrazia.
Riccardo Fraccaro ha divulgato una notizia molto interessante per tutti comuni italiani. «Congratulazioni all’Amministrazione comunale di Cattolica per aver raggiunto un traguardo straordinario: l’istituzione del referendum senza quorum – ha postato sul social il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
L’ultima tappa di un percorso partecipato, che ha visto il coinvolgimento di cittadini e associazioni, e che consegna alla collettività un prezioso strumento di democrazia diretta. I cittadini potranno indire delle consultazioni referendarie che saranno valide a prescindere dall’affluenza alle urne: decide chi partecipa, vince la democrazia.
Quello di Cattolica – ha concluso il Deputato del Movimento Cinque Stelle – è un modello virtuoso che fungerà da esempio anche per altre comunità . Grazie al sindaco Mariani Gennari, alla Presidente del Consiglio Silvia Pozzoli e a tutti i consiglieri che hanno lavorato per questo obiettivo».