QUALCUNO SA GIA' DA VARI ANNI COME DIMEZZARE LA POPOLAZIONE ITALIANA. ADESSO LO SAPETE ANCHE VOI.

 

Popolazione italiana dimezzata nel 2100. Quella mondiale calerà già dal 2064

di Massimiliano Jattoni Dall’Asén

Popolazione italiana dimezzata nel 2100. Quella mondiale calerà già dal 2064

La notizia è di questi giorni, il record negativo di nascite registrato nel 2018 in Italia è stato battuto: nel 2019 il nostro Paese ha infatti superato il dato iscrivendo all’anagrafe solo 420.170 bambini (la diminuzione rispetto all’anno precedente è di oltre 19 mila unità, ovvero -4,5%) (Leggi qui «Estinguamoci!», il caffè che Gramellini ha dedicato alla notizia).
La bilancia demografica è aggravata da altri due dati segnalati dall’Istat: è crollato il numero degli stranieri in arrivo in Italia (-8,6%) mentre aumenta quello degli italiani che se ne vanno a vivere all’estero (+8,6). Per effetto di questi flussi, il saldo migratorio in Italia è di appena 152.000 persone. Ma la situazione italiana non è un’eccezione. Dopo un secolo in cui la popolazione umana ha registrato una crescita che ha toccato i picchi nel 1962 e nel 1963 con un tasso del 2,21 % annuo, ora gli esseri umani potrebbe aver imboccato la strada che li porterà in poco più di 40 anni al giro di boa. Secondo un maxi studio di modellizzazione statistica elaborato dalla University of Washington, e pubblicato sulla rivista scientifica inglese The Lancet, la popolazione mondiale raggiungerà il suo picco numerico nel 2064 segnando la cifra record di 9,7 miliardi di persone presenti su un pianeta soffocato e depredato. Poi, comincerà l’inversione di tendenza che farà scendere gli abitanti umani della terra a quota 8,8 miliardi a fine secolo. Alcuni Paesi, 23 secondo lo studio, vedranno la propria popolazione ridursi del 50%. E l’Italia è fra questi.

Il crollo della popolazione italiana

Il problema è il tasso di fertilità. Se il numero scende al di sotto di circa 2,1, la dimensione della popolazione inizia a diminuire. Nel 1950, le donne avevano nel mondo in media 4,7 figli nel corso della loro vita. I ricercatori dell’Institute for Health Metrics and Evaluation dell’Università di Washington hanno dimostrato che il tasso di fertilità globale si è quasi dimezzato a 2,4 nel 2017, e il loro studio prevede che scenderà sotto 1,7 entro il 2100. Entro il 2100, sui 195 Paesi del mondo protagonisti dello studio, 183 non avranno tassi di fertilità abbastanza alti (trovandosi al di sotto del livello di sostituzione di 2,1 nascite per donna) da mantenere le popolazioni attuali. Per quanto riguarda l’Italia, la stima è di un tasso di fecondità totale a 1,2, già ora uno fra i più bassi al mondo e, dunque, destinato a scendere ancora. Secondo lo studio, la nostra popolazione dovrebbe scendere dai 60 milioni e 391mila residenti stimati dall’Istat per il 2019 ad appena 28 milioni alla fine di questo secolo. Lo spopolamento, però, riguarderebbe anche altri Paesi del Mediterraneo, dal Portogallo (che scenderebbe dagli attuali 10,2 milioni a soli 4,5) alla Spagna (da 46,9 milioni a 22,9). All’opposto, la Svezia registrerebbe il suo piccolo record con un aumento degli abitanti del 30%, passando dagli attuali 10,2 milioni a 13 milioni. Stabile, invece, la Francia, mentre la Germania perderebbe circa 17 milioni di abitanti scendendo a 66,4 milioni. La popolazione del Giappone dovrebbe scendere da un picco di 128 milioni di abitanti nel 2017 a meno di 53 milioni entro la fine del secolo. Ma nei 23 Paesi che potrebbero vedere la loro popolazione dimezzata nei prossimi 80 anni ci sono anche Tailandia e Corea del Sud.

Gli effetti economici

Naturalmente, il crollo della pressione demografica farà bene all’ambiente, di certo non farà bene all’economia italiana se non si correrà ai ripari. Lo studio infatti prevede che Regno Unito, Germania e Francia rimarranno tra i primi 10 Paesi per Pil, ma entro fine secolo Italia e Spagna scenderanno nelle classifiche delle più grandi economie globali: da nona e 13esima com’erano nel 2017 crolleranno rispettivamente al 25esimo e al 28esimo posto nel 2100. Poiché non si potrà imporre alle famiglie italiane di mettere al mondo più di due figli, che è quanto servirebbe per invertire la tendenza, l’urgenza è dunque quella di mettere in piede un serio e liberale programma di politiche di immigrazione. Anche perché nei prossimi anni lo scenario vedrà l’affermazione della superpotenza cinese anche dal punto di vista demografico. Attualmente la Cina è la nazione più popolosa del mondo e dovrebbe raggiungere il picco di 1,4 miliardi di abitanti nei prossimi quattro anni, prima di dimezzarsi a 732 milioni entro il 2100. Solo allora, ci dicono gli scienziati dell’università di Washington, l’India prenderà il suo posto..

Previsioni più negative di quelle fatte dall’Onu

Lo studio pubblicato su The Lancet, dunque, sembra smontare il timore di un’esplosione demografica inarrestabile, che la stessa Onu, nel 2019, calcolava in 10,9 miliardi di persone entro la fine del secolo. L’università di Washington prevede il picco nel 2064 con “soli” 9,7 miliardi. Da quel momento, la popolazione mondiale dovrebbe iniziare a scendere repentinamente a quota 8,8 miliardi entro la fine del secolo. Dunque, si parla di almeno 1 miliardo in meno. La ricerca dimostra che gran parte del previsto declino della fertilità riguarda in realtà i Paesi ad alta fertilità, in particolare nell’Africa sub-sahariana, dove i tassi dovrebbero scendere per la prima volta sotto il livello di sostituzione, da una media di 4,6 nascite per donna nel 2017 a solo 1,7 nel 2100. Nel Niger, dove il tasso di fertilità era il più alto del mondo nel 2017 - con le donne che hanno partorito una media di 7 bambini - si prevede un crollo a circa 1,8 entro il 2100. Tutto questo, però, sarà controbilanciato dal fatto che nell’Africa sub-sahariana la popolazione triplicherà nel corso del secolo, per via anche di fattori come il calo della mortalità. Il Nord Africa e il Medio Oriente sono le uniche altre regioni che prevedono una popolazione più ampia nel 2100 rispetto al 2017.

Qual è la soluzione?

Ma se queste previsioni saranno confermate, cosa di dovrebbe fare? Gli scienziati avvertono che la soluzione non potrà ovviamente essere la messa in discussione della libertà di decisione delle donne in fatto di maternità, così come sarà importante continuare a educare a una sessualità responsabile. La BBC allora rivolto la domanda al professor Ibrahim Abubakar dell’University College di Londra, che ha risposto così: «Se queste previsioni sono anche solo a metà, la migrazione diventerà una necessità per tutte le nazioni e non un’opzione. Per avere successo abbiamo bisogno di un ripensamento fondamentale della politica globale». Insomma, «la distribuzione delle popolazioni in età lavorativa sarà cruciale per far sì che l’umanità prosperi o appassisca»”.

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