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03/11/21

L'abolizione del diritto elettorale e l'istituzione del presidenzialismo de facto da parte dell'ancien regime? Era tutto facilmente prevedibile, e' per questo che in tanti abbiamo chiesto di fare presto. Adesso non e' tardi, ma tutto e' molto piu' difficile.

 

DI MAIO E GIORGETTI CONTRARI ALLE ELEZIONI: VOGLIONO DRAGHI A VITA?

DI MAIO E GIORGETTI CONTRARI ALLE ELEZIONI: VOGLIONO DRAGHI A VITA?

Sono ormai passati quasi 10 anni dalla nomina di Mario Monti a Presidente del Consiglio di un Governo tecnico. Da allora in Italia si è sviluppata l’impressione che le elezioni rappresentino per una certa élite una pericolosa routine da disinnescare ad ogni costo.

Elezioni sempre rimandate

Impressione che si è rafforzata dopo l’estate del 2019, quando la Lega scelse di uscire dal Governo, ma invece delle elezioni venne scelta la strada di trovare una nuova maggioranza.

Un copione che si è ripetuto lo scorso febbraio, quando l’uscita di scena di Giuseppe Conte non fu seguita da nuove elezioni. In quel caso il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella scelse di nominare Mario Draghi, sostenendo che le elezioni politiche avrebbero portato ad un inevitabile aumento dei contagi.

Elezioni che tuttavia si sono svolte senza particolari problemi in numerosi Stati europei. E adesso per l’ennesima volta potremmo vedere in scena lo stesso copione, dove le elezioni politiche vengono rimandate con le giustificazioni più improbabili.

Per Di Maio le elezioni non sarebbero un bene

Lo ha ribadito il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio che in merito all’ipotesi di elezioni politiche nel 2022 si è così espresso:

Questo non è un bene per il Paese. Siamo ancora in piena campagna vaccinale, la lotta al Coronavirus non è finita, il Pnrr con tutte le riforme che stiamo avviando sono da realizzare.

Secondo Di Maio quindi le elezioni dovrebbero essere sacrificate sull’altare dei vaccini e del Recovery Fund. Una posizione paradossale se si considera che lo stesso Di Maio, insieme a tutto il Movimento 5 Stelleaveva proposto qualche anno fa l’impeachement per l’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano proprio per la nomina di Mario Monti a Primo Ministro nel 2011 e il mancato passaggio elettorale.

E oggi in cui risulta piuttosto evidente come la maggioranza parlamentare non sia più espressione della maggioranza del Paese, Di Maio non ha più una considerazione favorevole rispetto alla possibilità del voto anticipato.

Giorgetti vuole riscrivere la Costituzione?

Il Ministro degli Esteri è però in buona compagnia nel gruppo dei politici che non vede di buon occhio un’eventuale espressione popolare sul Governo. Anche il Ministro dello Sviluppo EconomicoGiancarlo Giorgetti, parla come se la possibilità di un passaggio elettorale non esistesse nemmeno.

Giorgetti sembra andare infatti oltre, riscrivendo a modo suo la Costituzione italiana. “La soluzione sarebbe stata confermare Mattarella ancora per un anno. Se questo non è possibile, va bene Draghi. Il Primo Ministro potrebbe guidare il convoglio del Governo anche da fuori. Sarebbe un semipresidenzialismo de facto, in cui il presidente della Repubblica allarga le sue funzioni approfittando di una politica debole”.

Giorgetti sembra così bianchettare a proprio piacimento alcuni passaggi fondamentali del nostro ordinamento, investendo Draghi di un potere quasi assoluto. Un Presidente della Repubblica che sarebbe anche Presidente del Consiglio. Come se non fosse sufficiente essere già stato nominato dall’alto, con una maggioranza garantita e confezionata ed una stampa quasi interamente allineata. 

Atteggiamento testimoniato dall’editoriale di Paolo Mieli sul Corriere della Sera in cui invoca un futuro post elettorale: “E se decidessimo di non votare mai più? Mario Draghi dovrebbe restare a Palazzo Chigi per il resto dei suoi giorni, meglio se sostenuto da una maggioranza più profilata”.

Le elezioni vengono così ormai viste come un rituale pericoloso, che deve essere limitato se non del tutto abolito, per evitare che la cittadinanza possa sovvertire lo status quo.

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