“I vaccinati trasmettono la variante Delta come i non vaccinati”
La vaccinazione contro il Covid-19 riduce il rischio di venire infettati dalla variante delta e, anche in presenza di sintomi, garantisce tempi di guarigione più rapidi. Tuttavia, gli individui vaccinati con la doppia dose che contraggono la variante delta di coronavirus hanno una capacità di trasmettere la patologia a un tasso molto simile a quello registrato tra i non vaccinati, soprattutto nei confronti delle persone con le quali si condivide lo stesso ambiente domestico. A mettere in chiaro i limiti della protezione vaccinale è stato uno studio pubblicato sulla rivista medica del gruppo The Lancet dedicata alle malattie infettive.
I vaccinati trasmettono la variante Delta come i non vaccinati
La ricerca durata un anno e condotta in Regno Unito ha monitorato in totale 621 persone affette da sintomi di Covid-19. Al termine del lavoro i ricercatori britannici hanno concluso che gli individui vaccinati che contraggono la variante delta hanno un tasso di contagiosità del 25 per cento rispetto al 38 per cento riscontrato tra i non vaccinati. I due indici si avvicinano molto di più quando si vanno a vedere i contatti casalinghi, nei quali un soggetto vaccinato, ma affetto da sintomi, ha un tasso di contagiosità del 25% a fronte del 23% riscontrato tra i non vaccinati. Tenendo in considerazione il tasso d’errore dello studio, si tratta sostanzialmente dello stesso indice.
“Sebbene i vaccini attuali rimangano efficaci nel prevenire malattie gravi e decessi per Covid-19”, hanno messo in chiaro i ricercatori nelle conclusioni, “i nostri risultati suggeriscono che la vaccinazione da sola non è sufficiente per prevenire la trasmissione della variante delta nell’ambiente domestico, dove l’esposizione è vicina e prolungata”.
“L’aumento dell’immunità della popolazione tramite programmi di richiamo e la vaccinazione degli adolescenti – hanno aggiunto gli autori – contribuirà ad aumentare l’effetto attualmente limitato della vaccinazione sulla trasmissione”. Tuttavia “la nostra analisi suggerisce che la protezione diretta degli individui a rischio di esiti gravi, tramite la vaccinazione e interventi non farmacologici, rimarrà centrale per contenere il carico di patologia causato dalla variante delta”, hanno concluso gli esperti. https://europa.today.it
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