Ricchezza totale, l’indagine Bcg sulla crescita dei patrimoni nel mondo
Le risorse finanziarie (e non) nel 2020 hanno raggiunto i 431 trilioni di dollari a livello globale. In Italia i milionari sono 400mila e in tasca hanno 1,3 trilioni
di Lucilla Incorvati
I punti chiave
3' di lettura
Nell’anno buio della pandemia con un’economia mondiale immersa nella peggiore recessione dalla Seconda guerra mondiale, la ricchezza globale ha continuato a crescere. Così nel mondo i patrimoni finanziari sono aumentati dell’8,3% raggiungendo i 250 trilioni di dollari. Non solo. Se si considerano tutte le componenti della ricchezza (immobili, gioielli, arte, etc), decurtate delle passività, si arriva alla cifra monster di 431 trilioni di dollari. Nel mondo America (9%) e Asia (11%) continuano a fare la parte del leone in termini di ricchezza totale detenuta e tassi di crescita; l’Europa cresce del 4% e l’Italia si ferma al 2%.
L’indagine sulla ricchezza mondiale di BCG
È questo il ritratto che come ogni anno emerge dal rapporto mondiale sulla ricchezza di Bcg che misura le ricchezze per classi di individui. La parte da leone la fanno gli individui con ricchezze finanziare sopra il milione di dollari (detengono il 45% della ricchezza totale) cui si aggiungono i miliardari con un 7%. Più si alza l’asticella della ricchezza più diminuiscono gli individui. In Italia per fare un esempio quelli con ricchezze oltre il milione sono 400mila individui cui fanno capo patrimoni per 1,3 trilioni di dollari pari al 39% di tutta la ricchezza del Paese ma il 47% della ricchezza finanziaria è nelle mani di chi ha risorse investite fino a 250mila dollari.
Geografia e ricchezza
In Usa 17,1 milioni di paperoni detiene il 76% della ricchezza del Paese; in Cina 1,6 milioni di invididui il 35%. «Quest’anno abbiamo “raddoppiato” il mercato potenziale in analisi, considerando tutte le componenti della ricchezza, includendo anche gli asset reali e le passività. Tutte le asset class hanno mostrato tassi di crescita rilevanti - sottolinea Edoardo Palmisani, managing director e partner di Bcg. In particolare, si evidenzia la resilienza della ricchezza finanziaria che ha reagito per la prima volta in 20 anni a una crisi economica crescendo del 8,3%».
Crescono depositi e liquidità
Il 2020, con la popolazione limitata nelle spese dai lockdown e dall’incertezza economica, ha visto crescere i volumi in conti correnti e depositi pari al 10,6% a livello globale, rappresentando il più alto tasso di crescita degli ultimi due decenni (in Italia rappresentano il 34% del peso dell’asset allocation nei portafogli, ndr). Ma una bella fetta degli asset è in prodotti assicurativi (25%) che è data in forte crescita nei prossimi anni a fronte di un 32% in azioni e fondi. La geografia delle ricchezza mette in luce un panorama a tre velocità negli ultimi anni: Asia (11%) e Africa (13%) con tassi di crescita della ricchezza a doppia cifra, Nord e Latin America, Cee e Middle East con crescite robuste e Europa Occidentale con tassi più contenuti (4-5%).
L’Italia ai raggi X
«L’Italia è al quarto posto per ricchezza finanziaria nell’Europa occidentale confermando la rilevanza per il nostro paese del risparmio come asset strategico - aggiunge Palmisani - con un totale di 5,9 trilioni di dollari nel 2020. Le previsioni indicano una crescita del 2,4% all’anno fino al 2025, quando saranno raggiunti 6,6 trilioni di dollari». La crescita della ricchezza finanziaria è stata dell’1,6% dal 2015 al 2020. Se si considerano anche gli asset non finanziari la ricchezza raggiunge 13,3 trilioni con 8,4 trilioni di asset non finanziari. Questi ultimi al 2025 sono dati in contrazione a 8,3 trilioni.
Ricavi per 235 miliardi per le Private bank
Il
modello di business per i principali operatori ha confermato il suo
valore tanto da generare circa 235 miliardi di dollari di ricavi e per i
prossimi cinque anni è stimata una crescita del 6.5% p.a. in termini di
ricavi, con l’Asia in testa prevedendo di raddoppiare i ricavi
nell’orizzonte temporale di riferimento. «Per il Wealth Manager
catturare questa opportunità di crescita significherà saper adottare il
punto di vista del cliente, identificare bisogni e opportunità
attualmente non indirizzati e riorientare l’intero modello di business
di conseguenza », aggiunge Palmisani. I dati dello studio hanno rivelato
interi segmenti di investitori ad oggi sotto-serviti, divisi in
«clienti con esigenze semplici», i «nuovi Ultra» e i «pensionati
benestanti», con un pool di ricchezza investibile pari a 90 trilioni di
dollari. «Tra i principali target dei Wealth Manager vi saranno i
cosiddetti ricchi “nuovi Ultra” - conclude Palmisani - che compongono un
segmento di mercato in rapida espansione, ma con caratteristiche e
bisogni altamente diversificati, sia in termini di fonte della ricchezza
(dagli imprenditori ai campioni sportivi), sia per età e geografie, per
raggiungere i quali i Wealth Manager dovranno puntare su precisa
sotto-segmentazione della clientela e una pianificazione personalizzata
dei servizi» .
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