Le chat che fanno tremare Speranza. Ora l'inchiesta punta su di lui
12 Aprile 2021 - 17:00Nelle carte dei pm la conferma che gli uomini del ministero fecero pressioni per ritirare il report Oms che definiva "caotica e creativa" l'azione anti Covid del governo a guida Conte
C' è una domanda alla quale il ministro della Salute Roberto Speranza deve rispondere. È vero che il governo italiano concordò una versione di comodo con l'Organizzazione mondiale della Sanità per sminuire le reciproche responsabilità, vale a dire l'assenza di un piano pandemico aggiornato e un errore grave nelle procedure Oms sul tracciamento dei positivi? Dalle chat in mano ai pm di Bergamo che indagano per epidemia colposa sembra proprio di sì. Ieri Speranza era a Chetempochefa su Raitre ma né lui né Fabio Fazio hanno deciso di affrontare l'argomento. Chi ha letto le carte capisce perché. L'indagine sembra infatti puntare su di lui. All'ex responsabile della Prevenzione del ministero della Sanità Ranieri Guerra, oggi numero due dell'organismo delle Nazioni le conversazioni con il portavoce del Comitato tecnico scientifico Silvio Brusaferro - mostrate ieri a Non è l'Arena su La7 - quelle chat sono già costate un avviso di garanzia per false informazioni ai pm. Per i magistrati guidati da Antonio Chiappani il report del gruppo di lavoro Oms con base a Venezia, guidato da Francesco Zambon, che definiva l'azione anti Covid-19 del governo di Giuseppe Conte «caotica e creativa» venne fatto sparire in 24 ore grazie alle pressioni dello stesso Guerra ai vertici dell'Organizzazione mondiale della Sanità, smentite ai pm ma cristallizzate nelle chat: «Sono stato brutale con gli scemi del documento di Venezia - scrive Guerra - Ho mandato scuse profuse al ministro (Speranza, ndr) e (...) e fatto ritirare il documento». E ancora, dopo un incontro con il suo capo di gabinetto Goffredo Zaccardi: «Dice di vedere se riusciamo a far cadere il report nel nulla». Cosa che succederà, finché il consulente del team di legali che ha innescato l'inchiesta di Bergamo Robert Lingard lo ripesca, lo rende noto in una conferenza stampa rilanciata dal Guardian e lo porta in Procura, dove diventa la testata d'angolo dell'inchiesta. Perché il report faceva a pezzi l'Italia e i criteri sul tracciamento con cui l'Oms cercava di stare dietro alla pandemia. Un guaio per Guerra, che per colpa di quel report vedeva sbriciolarsi «un percorso di costruzione di fiducia e confidenza», dice ancora a Brusaferro. Nonostante Zambon avesse segnalato a tutti i vertici Oms le indebite pressioni subite per modificare il report, compreso Gebreyesu, l'Oms lasciò che il report sparisse, anzi fece pressioni anche sulla Farnesina chiedendo una sorta di «vigilanza sull'operato della Procura. Una cosa non piacevole», ha detto alle telecamere di Report il procuratore aggiunto di Bergamo Maria Cristina Rota nella puntata che andrà in onda stasera e che promette «nuove prove che rivelano una realtà alquanto diversa dalla versione ufficiale sin qui raccontata al pubblico». Mentre il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri chiede la testa di Speranza («L'opportunità di mantenerlo al ministero è venuta meno da tempo») e chiede di allargare l'indagine «ad altri soggetti come Brusaferro e Zaccardi», l'avvocato Consuelo Locati che rappresenta i familiari delle vittime della Bergamasca è ancora più netta: «Emerge inconfutabilmente una responsabilità, quantomeno istituzionale, anche del ministro Speranza, consapevole di come quel rapporto mettesse in scacco la narrativa della fatalità artatamente costruita per nascondere le negligenze delle istituzioni. Nonostante Draghi abbia avuto parole di encomio ha rimosso alcuni elementi chiave della squadra costituita per fronteggiare l'emergenza». Di fatto, commissariandolo.