31 ottobre 2014
Il caso Salvatore Diaferio
Salvatore Diaferio era un cittadino originario di Margherita di Savoia di 68 anni. È morto il 30 settembre in Messico stroncato da un infarto, di fronte al Consolato italiano a Playa del Carmen, in
attesa di rientrare in Italia, bloccato dalla burocrazia italiana che
non è riuscita a reperire 350 euro per un biglietto aereo al fine di
permettere a Salvatore di tornare in patria.
Eppure c’era la possibilità di ricorrere al prestito consolare:
lo stesso Diaferio dichiarò di poter onorare il prestito grazie ad
alcuni risparmi depositati in un libretto postale in Italia. Come se la
situazione non fosse già abbastanza surreale, ora la salma di Salvatore
rischia di restare per sempre in Messico, in una fossa comune destinata
agli indigenti e ai cadaveri non identificati, poiché serve una garanzia
di copertura delle spese e un documento originale delle autorità
italiane che consenta la consegna della salma a persone non legate al
defunto da un grado di parentela.
I fondi per il rientro della salma, circa 1260 euro, sono stati raccolti dalla ”Comunità Italiana Playa” ma pare manchino ancora i documenti
del defunto richiesti all'Ambasciata d’Italia a Città del Messico. Nel
frattempo, però, la proroga per la conservazione della salma concessa
dalle autorità locali è scaduta, lasciando pertanto la salma di
Salvatore nell’incertezza assoluta.
A tal proposito il nostro portavoce alla Camera Giuseppe D’Ambrosio
ha inviato una lettera al Ministro degli Affari Esteri per chiedere un
solerte intervento dello stesso al fine di evitare ulteriori conseguenze
drammatici nella vicenda.
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