Conte: "Italiani all'estero risorsa per il paese"
Nel corso della presentazione il premier Giuseppe Conte, collegato in videoconferenza, ha ricordato la volontà del governo d'impegnarsi per offrire ai giovani italiani nel mondo opportunità e "incentivi a rientrare nel nostro Paese”.
Una famiglia che aumenta sempre di più, e che sta anche ringiovanendo
grazie ai nuovi trasferimenti e alle nascite all’estero: è il quadro
tracciato della comunità degli italiani all’estero dal Rapporto Italiani
nel Mondo 2020, presentato in settimana dalla Fondazione Migrantes-CEI.
Gli
italiani che risiedono al di fuori della penisola, per trasferimento
recenti o perché appartengono a comunità consolidate, iscritti
all’anagrafe degli italiani residenti all’estero, sono ormai quasi 5
milioni e mezzo, pari a poco più del 9 per cento della popolazione
italiana. Si tratta di una comunità che in quindici anni è aumentata,
abbassando anche l’età media grazie alle nascite più che raddoppiate,
alla decisione di interi nuclei familiari con minori al seguito, oltre
che da connazionali fra i 19 e 40 anni, di trasferirsi.
Di contro
sussiste anche a un progressivo invecchiamento della comunità “storica”,
costituita da prime e seconde generazioni, e la tendenza generale è
contrastata anche dal nuovo fenomeno dei “migranti previdenziali”, che
decidono, una volta raggiunta l’età della pensione, di trasferirsi in
cerca di condizioni fiscali più vantaggiose.
Alla presentazione è intervenuto in video conferenza anche il premier italiano Giuseppe Conte
che ha quantificato in ottanta milioni le persone legate alla comunità
degli italiani nel mondo, e sottolineato come sia “ancora oggi
fondamentale, per le istituzioni, per il Governo, riflettere sulle
motivazioni che hanno portato e ancora spingono tanti italiani, giovani e
meno giovani, a scegliere la via dell'espatrio”.
Ogni giovane che
decide di lasciare il paese è una risorsa sottratta all’Italia, ha
spiegato, sottolineando come “l’emigrazione italiana si sia sempre
accompagnata a storie di successo” e “la vicenda degli emigrati italiani
del passato sia idealmente collegata a quella dei molti giovani che
scelgono, ancor oggi, di partire per l'estero e ancora oggi è nostro
dovere costruire le condizioni per garantire a questi connazionali la
possibilità di tornare in Italia nel medio periodo, arricchiti dal
bagaglio di esperienze umane, professionali, culturali e linguistiche
maturate fuori dal nostro Paese”.
“L’Italia - ha concluso - ha
bisogno di chiamare a raccolta le proprie energie migliori e, tra
queste, ci sono senz’altro le energie di tanti giovani che sono in
questo momento all’estero. A loro dobbiamo offrire delle opportunità,
assistenza, servizi, attraverso Ambasciate e Consolati, e anche
incentivi a rientrare nel nostro Paese”.
Alessandro Martegani
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