Quando, nel corso delle vicende di un popolo, la fiducia riposta dai
Cittadini nelle loro istituzioni, nel diritto e nei propri Concittadini,
viene a mancare, viene ad essere in pericolo l´esistenza stessa di una
Societa´ Civile.
I Cittadini Italiani, che, per la prima volta nella loro storia, con un referendum popolare nel 1947 hanno affermato solennemente ed incondizionatamente i principi di sovranita´ popolare, di libera scelta della propria forma di governo ed affermato i principi della democrazia costituzionale, allora hanno inteso costituire un sistema di governo limitato e verso essi responsabile allo scopo di fare raggiungere alla Societa´ Civile Italiana un sempre maggiore grado di civilta´, di maggiore benessere e sicurezza economica, di maggiore collaborazione e solidarieta´ tra tutti i suoi Cittadini e di proteggerla dai pericoli della ricaduta in una dittatura autoritaria.
La costituzione del 1947 ed i suoi organi costituzionali sono stati istituiti dal Popolo Italiano per mezzo di rappresentanti membri dei partiti politici di allora. Il Popolo Italiano in tal modo ha esercitato indirettamente, ma per la prima volta in modo indipendente il proprio potere costituente, anche se tale autonomia era sottoposta a pesanti restrizioni internazionali sull´Italia.
Il potere costituente del Popolo Italiano e´ indipendente ed autonomo da qualsiasi costituzione e la precede. Nel 1947, abiurando all´abuso di potere e del diritto con cui era stata instaurata in Italia la dittatura di un solo partito, il Popolo Italiano ha abiurato per sempre anche a qualsiasi costituzione e a qualsiasi forma di governo autoritaria o fondata sull´abuso di potere, in quanto incompatibili con l´indipendenza giuridica e morale del Popolo Italiano.
La Societa´ Civile italiana vive un momento di grande disorientamento e senso di impotenza. Nuovi e vecchi, falsi profeti di antichi partiti e di interessi speciosi vorrebbero illuderla per l´ennesima volta, sentono che la fine di un sistema di potere ingiusto e´ vicina, ma vorrebbero impedirle di tirare le necessarie conseguenze dalla e per la storia di questa Nazione. Tutto cio´ che una Societa´ Civile ha per difendersi dall´abuso del potere e´ la sua costituzione e la ferma ed incessante rivendicazione della sua attuazione. La fonte di qualsiasi costituzione non puo´ che essere il popolo, tutto il popolo e qualsiasi Cittadino. Le forme di governo non possono essere eterne, ma il legame che lega un popolo al potere costituente non puo´ essere messo in dubbio, altrimenti qualsiasi concezione di vita libera, di uguale dignita´ e di comune destino politico vengono necessariamente meno.
I Cittadini Italiani, di fronte alla propria coscienza e di fronte ai loro Concittadini, ritengono di per se´ evidente quanto segue:
Con questa Dichiarazione i Cittadini Italiani riaffermano solennemente nei confronti di chiunque, in Italia e nel mondo, la propria indipendenza dal sistema politico della repubblica, richiamando alla memoria di chiunque, qualora ce ne fosse bisogno, che, come quella fiducia per l´attuazione della costituzione repubblicana da essi e´ stata data nel 1947, essa puo´, da essi e solo da essi, a pieno titolo essere tolta.
Di fronte all´incapacita´ dei politici di professione di risolvere i nodi sociali, economici e politici di questo paese, al fallimento di ben tre commissioni bicamerali e di due referendum costituzionali faziosi dalle conseguenze nefaste, che hanno tentato di illudere i Cittadini italiani che le regole costituzionali potessero essere riviste dai giocatori stessi invece che da arbitri imparziali, bisogna prendere atto che tutti i partiti hanno tradito il significato piu´ profondo del mandato dei padri costituenti. Non resta altra alternativa al Cittadino stesso che percorrere la via piu´ ardua, ma la piu´ giusta, quella di convocare una nuova assemblea costituente. Il popolo italiano tutto ed ogni Cittadino singolo sono chiamati ad esercitare il potere costituente per creare un nuovo e piu´ giusto sistema di governo, che supplisca alle mancanze sopra elencate.
La nuova assemblea costituente tuttavia dovra´ essere necessariamente formata in modo molto diverso da quello del 1947. Gli Italiani non dovranno piu´ scegliere dei rappresentanti ad un´assemblea costituente in proporzione prefissata a dei partiti pre-esistenti, in quanto questi prima di tutto non esistono o sono del tutto delegittimati, ma soprattutto tenderanno sempre a rimanere delle forze al di fuori del controllo costituzionale, mentre l´Italia ha bisogno di una legge suprema certa e giusta, alla quale tutti siano ugualmente sottomessi. Gli Italiani dovranno scegliere tra progetti costituzionali completi prodotti dalla Societa´ Civile stessa. Infatti esistono infinitamente tanti sistemi constituzionali compatibili con il requisito di una costituzione non autoritaria ed in grado di reprimere efficacemente l´abuso del potere politico. Ogni gruppo sociale deve poter proporre il proprio ideale politico alla Societa´ Civile conforme con tali requisiti e dovra´ essere questa a scegliere quello che secondo lei e´ in grado di supplire al meglio alle mancanze descritte sopra.
Quando c´e´ piu´ di una costituzione tra cui scegliere, basta metterle ai voti due a due, come in un torneo, eliminare quelle meno votate e votare fino a che non ne resti una sola, che sara´ quella piu´ votata. Il processo va iniziato a livello regionale e puo´ essere esteso analogamente a livello nazionale ed europeo. E´ un processo faticoso, certo, in quanto ogni gruppo sociale deve cercare di convincere gli altri delle virtu´ del proprio sistema costituzionale, ma e´ piu´ equo dell´elezione di rappresentanti come costituenti, che devono negoziare una costituzione, magari in segreto, e poi sottometterla ad un plebiscito senza confrontarsi realmente con il Cittadino. Un plebiscito non e´ una scelta responsabile, ma solo un modo per restringere artficialmente le opzioni del Cittadino. Questo processo competitivo induce invece i partecipanti a pensare quale possa essere la costituzione piu´ imparziale di cui le loro menti sono capaci e che possa eventualmente risultare ideale anche per la maggior parte dei suoi Concittadini. A decidere realmente e´ il voto della Societa´ Civile. E´ un processo che obbliga i partecipanti ad immedesimarsi in una posizione di imparzialita´ e di inclusione, che alla fine conosce vincenti e perdenti, certo, ma non in senso assoluto, solo in senso parziale e temporaneo. Le possibilita´ di revisioni costituzionali parziali o totali devono essere quanto piu´ possibile aperte e restare aperte a tutti i gruppi sociali, eccetto ovviamente a quelli che pretenderebbero di instaurare costituzioni autoritarie o basate sull´abuso del potere politico.
E´ un processo dinamico convergente verso un nuovo contratto sociale, ma dal basso, non dall´alto, che puo´ essere di dimensioni regionali, interregionali, nazionali o addirittura europee. Non e´ un processo compatibile con il concetto di una costituzione rigida, ad esso sottende un concetto di costituzione flessibile come lo vediamo all´opera nella storia costituzionale dei Cantoni e della Confederazione Svizzera. L´apparenza di una costituzione rigida con una costituzione materiale, che de facto e´ come sopra, non porta tuttavia a nulla di buono, come oramai ben sappiamo.
Onde evitare nuovamente che le costituzioni possano nuovamente restare inattuate dopo che le assemble costituenti si dissolvono, come e´ successo in passato, e che dei futuri giocatori tentino nuovamente di modificarle senza rivolgersi al vero ed unico arbitro imparziale che possa esercitare il potere costituente, occorrera´ che le assemblee costituenti diventino permanenti. I loro membri, che devono soddisfare ovviamente precisi requisiti personali e di competenza, possono essere eletti contestualmente alla vittoria di un progetto costituzionale, meglio se a vita o se fino ad una futura revisione costituzionale totale, in assemblee di piccole dimensioni, in modo che il loro lavoro possa essere molto trasparente per i Cittadini, da un minimo di sette (regionali) fino ad un massimo di diciannove membri (nazionale), forse trentanove (sopranazionale). Devono naturalmente esistere (come di fatto gia´ esistono in Svizzera, ad esempio) norme costituzionali, che stabiliscano chi e come possa prendere l´iniziativa di revisione parziale o totale di una costituzione. Oltre ad essere le legittime detentrici di tutte le materie della politica costituzionale, che verrebbe ad essere nettamente separata dalle corti costituzionali giudicanti, le assemblee costituenti permanenti dovrebbero avere una serie di competenze legislative ordinarie e costituzionali sottoposte a riserva di approvazione referendaria obbligatoria in certe materie chiave, come le leggi tributarie e finanziarie, quelle elettorali, quelle sulla retribuzione dei pubblici ufficiali e dei legislatori, quelle sul finanziamento dei partiti, sulle leggi sulle corti dei conti ecc. (non e´ il caso di fare un elenco esaustivo), che consentano al Cittadino di controllare piu´ puntualmente l´operato del sistema politico anche con altri strumenti oltre che con le elezioni.
Cio´ implica una riduzione e limitazione in assoluto dei poteri legislativi ed esecutivi rispetto all´attuale status quo, ma e´ proprio questo che e´ necessario fare per ricondurre il sistema politico ad un sistema limitato e responsabile.
Il dono dei padri costituenti all´Italia non e´ stata la costituzione repubblicana, o quanto meno non solo la costituzione repubblicana, ma la possibilita´ di applicare i principi del costituzionalismo democratico in questo martoriato paese. Il prezzo pagato e´ stato altissimo. I veri padri costituenti dell´Italia sono stati tutti quelli che non sono stati eletti all´Assemblea Costituente del 1947 perche´ sono morti in campi di battaglia o in campi di concentramento, indipendentemente dalle loro affiliazioni politiche e partitiche. Il tradimento da parte di una classe politica dei principi per cui loro sono morti non ci deve far dubitare della validita´ e della giustizia dei principi stessi. Su questo pianeta veniamo tutti solo nella nostra funzione semplice di uomini e di donne e cio´ che puo´ renderci piu´ o meno civili e´ solo il nostro legame con le costituzioni, che sappiamo darci noi stessi.
Non sappiamo esattamente dove andra´ questo viaggio stavolta, esattamente come non lo poteva sapere un Thomas Paine all´assemblea costituente della Pennsylvania nel 1776 e come non lo potevano sapere Hamilton, Madison e Jay e quelli che erano con loro nel 1787 a Philadelphia. Hanno corso rischi immani, ma calcolati, sapendo esattamente solo dove non volevano andare. Hanno dimostrato a un mondo aduso alla monarchia da millenni la possibilita´ di un sistema politico completamente diverso, basato sul rispetto della dignita´ umana in qualsiasi sua forma, anche se fino al 1860 non tutti ne erano convinti fino in fondo, cosa che invece alcuni oggi ritengono talmente normale da volerla imporre ad altri se necessario anche con le armi. Oggi stiamo arrivando ai limiti di questa forma di organizzazione politica della Societa´ Civile, ma dopo non deve venire necessariamente la fine della democrazia, verra´ qualcos´altro, uno stato senza dubbio piu´ umano di quello in cui siamo nati, se sapremo apprendere e capire fino in fondo l´eredita´ del messaggio insito nelle origini e nelle fonti della democrazia costituzionale.
I Cittadini Italiani, che, per la prima volta nella loro storia, con un referendum popolare nel 1947 hanno affermato solennemente ed incondizionatamente i principi di sovranita´ popolare, di libera scelta della propria forma di governo ed affermato i principi della democrazia costituzionale, allora hanno inteso costituire un sistema di governo limitato e verso essi responsabile allo scopo di fare raggiungere alla Societa´ Civile Italiana un sempre maggiore grado di civilta´, di maggiore benessere e sicurezza economica, di maggiore collaborazione e solidarieta´ tra tutti i suoi Cittadini e di proteggerla dai pericoli della ricaduta in una dittatura autoritaria.
La costituzione del 1947 ed i suoi organi costituzionali sono stati istituiti dal Popolo Italiano per mezzo di rappresentanti membri dei partiti politici di allora. Il Popolo Italiano in tal modo ha esercitato indirettamente, ma per la prima volta in modo indipendente il proprio potere costituente, anche se tale autonomia era sottoposta a pesanti restrizioni internazionali sull´Italia.
Il potere costituente del Popolo Italiano e´ indipendente ed autonomo da qualsiasi costituzione e la precede. Nel 1947, abiurando all´abuso di potere e del diritto con cui era stata instaurata in Italia la dittatura di un solo partito, il Popolo Italiano ha abiurato per sempre anche a qualsiasi costituzione e a qualsiasi forma di governo autoritaria o fondata sull´abuso di potere, in quanto incompatibili con l´indipendenza giuridica e morale del Popolo Italiano.
La Societa´ Civile italiana vive un momento di grande disorientamento e senso di impotenza. Nuovi e vecchi, falsi profeti di antichi partiti e di interessi speciosi vorrebbero illuderla per l´ennesima volta, sentono che la fine di un sistema di potere ingiusto e´ vicina, ma vorrebbero impedirle di tirare le necessarie conseguenze dalla e per la storia di questa Nazione. Tutto cio´ che una Societa´ Civile ha per difendersi dall´abuso del potere e´ la sua costituzione e la ferma ed incessante rivendicazione della sua attuazione. La fonte di qualsiasi costituzione non puo´ che essere il popolo, tutto il popolo e qualsiasi Cittadino. Le forme di governo non possono essere eterne, ma il legame che lega un popolo al potere costituente non puo´ essere messo in dubbio, altrimenti qualsiasi concezione di vita libera, di uguale dignita´ e di comune destino politico vengono necessariamente meno.
I Cittadini Italiani, di fronte alla propria coscienza e di fronte ai loro Concittadini, ritengono di per se´ evidente quanto segue:
- La repubblica non e´ piu´ in grado di amministrare il diritto e la giustizia né formale né sostanziale, né civile né penale, né amministrativa né costituzionale; malgrado l´impegno immane di singoli magistrati, talora a rischio della loro vita, l´Italia e´ diventato uno stato senza costituzione e senza diritto giusti;
- La repubblica, senza alcuna esplicita autorizzazione da parte dei Cittadini, ha accumulato un debito pubblico divenuto oramai inesigibile ed altresì autorizzato regioni e comuni ad emettere titoli di debito senza alcuna garanzia efficace sull´economicita´ dell´utilizzazione di queste risorse, senza piani di rientro credibili nonché senza esplicita autorizzazione da parte dei Cittadini;
- Vaste aree della repubblica e vasti settori dell´economia, specialmente nell´Italia Meridionale, sono sotto il controllo di organizzazioni criminali, che si sono infiltrate in molteplici modi nelle organizzazioni politiche e negli organi dello stato, delle regioni e dei comuni e, tra l´altro, sono dedite anche a manipolazioni dell´opinione pubblica e a manovre provocatorie continue nei confronti di organi costituzionali. Varie forme di connivenza, patenti ed occulte, impediscono la difesa dello stato di diritto da parte della repubblica;
- La repubblica non e´ in grado di difendersi dall´abuso dei poteri costituzionali e del diritto da parte dei partiti politici, ai quali nel 1947 ha affidato il compito di attuare la costituzione e che, invece di attuare la costituzione, hanno provveduto ad instaurare un proprio sistema di potere al di fuori del controllo costituzionale e con il quale ricattano la Societá Civile;
- La repubblica, a causa della sua disorganizzazione e degli sprechi sistematici di risorse, non e´ in grado di difendere efficacemente e conformemente al mandato costituzionale la vita dei Cittadini piu´ deboli, specialmente quella degli anziani, dei bambini di famiglie con redditi troppo bassi rispetto al costo della vita nonché quella dei disoccupati, abbandonandoli al proprio destino; attualmente ca. dodici milioni di persone, un numero pari quasi alla forza lavoro dipendente media in Italia, vivono al di sotto della soglia di poverta´;
- La repubblica non e´ in grado di gestire ed organizzare la propria pubblica amministrazione rendendola meno onerosa e piu´ utile per i Cittadini;
- La repubblica possiede un diritto tributario e finanziario antiquato, intrasparente e caotico, che impedisce al Cittadino di conformarsi ad esso in modo adeguato e di fargli valutare correttamente l´economicita´ e la giustzia dell´amministrazione delle risorse fiscali a tutti i livelli. Non esiste una giustizia tributaria indipendente e credibile;
- La repubblica possiede un numero eccessivo di leggi, la maggior parte delle quali non risulta dalla necessita´ di risolvere conflitti sociali e giuridici realmente esistenti, ma risulta dall´essere le leggi diventate merce di scambio trai partiti in parlamento; la maggior parte di queste norme e´ di interesse ed origine puramente politica, ha svilito il significato del diritto e l´importanza della funzione legislativa, riducendola ad un groviglio di norme di interessi speciali, invece di farle produrre norme generalmente valide a garanzia della certezza e della giustizia del diritto;
- La repubblica ha ripetutamente ignorato decisioni referendarie del popolo italiano in questioni di grande ed immediata rilevanza costituzionale come l´abolizione di un ministero, il finanziamento pubblico dei partiti e la legge elettorale maggioritaria;
- La repubblica non e´ in grado di difendere la propria autonomia dalle ingerenze continue, patenti ed occulte, dallo Stato del Vaticano, che interviene pesantemente nei processi legislativi e referendari di quello che per esso dovrebbe essere uno stato straniero. Lo stato del Vaticano e´ pervenuto ad un potere nella repubblica tale da detenere piu´ del venti percento del patrimonio immobiliare italiano. Malgrado riceva ingenti risorse fiscali del contribuente italiano, non ritiene opportuno rendere conto in modo credibile del loro utilizzo;
- La repubblica non e´ in grado di difendersi dagli abusi di potere dei principali sindacati, i quali si sono arrogati poteri non previsti e non legittimati dalla costituzione in materia fiscale, per i quali dovrebbe invece essere responsabile lo stato in prima persona nei confronti del Cittadino, o in materia pensionistica, dove addirittura si sono impadroniti del potere di gestire fondi pensione detti “private”; ricevono ingenti somme dal contribuente italiano per mezzo dell´INPS e da altri istituti previdenziali senza alcuna rendicontazione credibile; possiedono ca. il 10% del patrimonio immobiliare italiano. Nondimeno sono i primi responsabili del fatto che le retribuzioni italiane sono le piu´ basse d´Europa, essendo l´intero mercato del lavoro italiano soggetto al loro potere oligopolistico.
Con questa Dichiarazione i Cittadini Italiani riaffermano solennemente nei confronti di chiunque, in Italia e nel mondo, la propria indipendenza dal sistema politico della repubblica, richiamando alla memoria di chiunque, qualora ce ne fosse bisogno, che, come quella fiducia per l´attuazione della costituzione repubblicana da essi e´ stata data nel 1947, essa puo´, da essi e solo da essi, a pieno titolo essere tolta.
Di fronte all´incapacita´ dei politici di professione di risolvere i nodi sociali, economici e politici di questo paese, al fallimento di ben tre commissioni bicamerali e di due referendum costituzionali faziosi dalle conseguenze nefaste, che hanno tentato di illudere i Cittadini italiani che le regole costituzionali potessero essere riviste dai giocatori stessi invece che da arbitri imparziali, bisogna prendere atto che tutti i partiti hanno tradito il significato piu´ profondo del mandato dei padri costituenti. Non resta altra alternativa al Cittadino stesso che percorrere la via piu´ ardua, ma la piu´ giusta, quella di convocare una nuova assemblea costituente. Il popolo italiano tutto ed ogni Cittadino singolo sono chiamati ad esercitare il potere costituente per creare un nuovo e piu´ giusto sistema di governo, che supplisca alle mancanze sopra elencate.
La nuova assemblea costituente tuttavia dovra´ essere necessariamente formata in modo molto diverso da quello del 1947. Gli Italiani non dovranno piu´ scegliere dei rappresentanti ad un´assemblea costituente in proporzione prefissata a dei partiti pre-esistenti, in quanto questi prima di tutto non esistono o sono del tutto delegittimati, ma soprattutto tenderanno sempre a rimanere delle forze al di fuori del controllo costituzionale, mentre l´Italia ha bisogno di una legge suprema certa e giusta, alla quale tutti siano ugualmente sottomessi. Gli Italiani dovranno scegliere tra progetti costituzionali completi prodotti dalla Societa´ Civile stessa. Infatti esistono infinitamente tanti sistemi constituzionali compatibili con il requisito di una costituzione non autoritaria ed in grado di reprimere efficacemente l´abuso del potere politico. Ogni gruppo sociale deve poter proporre il proprio ideale politico alla Societa´ Civile conforme con tali requisiti e dovra´ essere questa a scegliere quello che secondo lei e´ in grado di supplire al meglio alle mancanze descritte sopra.
Quando c´e´ piu´ di una costituzione tra cui scegliere, basta metterle ai voti due a due, come in un torneo, eliminare quelle meno votate e votare fino a che non ne resti una sola, che sara´ quella piu´ votata. Il processo va iniziato a livello regionale e puo´ essere esteso analogamente a livello nazionale ed europeo. E´ un processo faticoso, certo, in quanto ogni gruppo sociale deve cercare di convincere gli altri delle virtu´ del proprio sistema costituzionale, ma e´ piu´ equo dell´elezione di rappresentanti come costituenti, che devono negoziare una costituzione, magari in segreto, e poi sottometterla ad un plebiscito senza confrontarsi realmente con il Cittadino. Un plebiscito non e´ una scelta responsabile, ma solo un modo per restringere artficialmente le opzioni del Cittadino. Questo processo competitivo induce invece i partecipanti a pensare quale possa essere la costituzione piu´ imparziale di cui le loro menti sono capaci e che possa eventualmente risultare ideale anche per la maggior parte dei suoi Concittadini. A decidere realmente e´ il voto della Societa´ Civile. E´ un processo che obbliga i partecipanti ad immedesimarsi in una posizione di imparzialita´ e di inclusione, che alla fine conosce vincenti e perdenti, certo, ma non in senso assoluto, solo in senso parziale e temporaneo. Le possibilita´ di revisioni costituzionali parziali o totali devono essere quanto piu´ possibile aperte e restare aperte a tutti i gruppi sociali, eccetto ovviamente a quelli che pretenderebbero di instaurare costituzioni autoritarie o basate sull´abuso del potere politico.
E´ un processo dinamico convergente verso un nuovo contratto sociale, ma dal basso, non dall´alto, che puo´ essere di dimensioni regionali, interregionali, nazionali o addirittura europee. Non e´ un processo compatibile con il concetto di una costituzione rigida, ad esso sottende un concetto di costituzione flessibile come lo vediamo all´opera nella storia costituzionale dei Cantoni e della Confederazione Svizzera. L´apparenza di una costituzione rigida con una costituzione materiale, che de facto e´ come sopra, non porta tuttavia a nulla di buono, come oramai ben sappiamo.
Onde evitare nuovamente che le costituzioni possano nuovamente restare inattuate dopo che le assemble costituenti si dissolvono, come e´ successo in passato, e che dei futuri giocatori tentino nuovamente di modificarle senza rivolgersi al vero ed unico arbitro imparziale che possa esercitare il potere costituente, occorrera´ che le assemblee costituenti diventino permanenti. I loro membri, che devono soddisfare ovviamente precisi requisiti personali e di competenza, possono essere eletti contestualmente alla vittoria di un progetto costituzionale, meglio se a vita o se fino ad una futura revisione costituzionale totale, in assemblee di piccole dimensioni, in modo che il loro lavoro possa essere molto trasparente per i Cittadini, da un minimo di sette (regionali) fino ad un massimo di diciannove membri (nazionale), forse trentanove (sopranazionale). Devono naturalmente esistere (come di fatto gia´ esistono in Svizzera, ad esempio) norme costituzionali, che stabiliscano chi e come possa prendere l´iniziativa di revisione parziale o totale di una costituzione. Oltre ad essere le legittime detentrici di tutte le materie della politica costituzionale, che verrebbe ad essere nettamente separata dalle corti costituzionali giudicanti, le assemblee costituenti permanenti dovrebbero avere una serie di competenze legislative ordinarie e costituzionali sottoposte a riserva di approvazione referendaria obbligatoria in certe materie chiave, come le leggi tributarie e finanziarie, quelle elettorali, quelle sulla retribuzione dei pubblici ufficiali e dei legislatori, quelle sul finanziamento dei partiti, sulle leggi sulle corti dei conti ecc. (non e´ il caso di fare un elenco esaustivo), che consentano al Cittadino di controllare piu´ puntualmente l´operato del sistema politico anche con altri strumenti oltre che con le elezioni.
Cio´ implica una riduzione e limitazione in assoluto dei poteri legislativi ed esecutivi rispetto all´attuale status quo, ma e´ proprio questo che e´ necessario fare per ricondurre il sistema politico ad un sistema limitato e responsabile.
Il dono dei padri costituenti all´Italia non e´ stata la costituzione repubblicana, o quanto meno non solo la costituzione repubblicana, ma la possibilita´ di applicare i principi del costituzionalismo democratico in questo martoriato paese. Il prezzo pagato e´ stato altissimo. I veri padri costituenti dell´Italia sono stati tutti quelli che non sono stati eletti all´Assemblea Costituente del 1947 perche´ sono morti in campi di battaglia o in campi di concentramento, indipendentemente dalle loro affiliazioni politiche e partitiche. Il tradimento da parte di una classe politica dei principi per cui loro sono morti non ci deve far dubitare della validita´ e della giustizia dei principi stessi. Su questo pianeta veniamo tutti solo nella nostra funzione semplice di uomini e di donne e cio´ che puo´ renderci piu´ o meno civili e´ solo il nostro legame con le costituzioni, che sappiamo darci noi stessi.
Non sappiamo esattamente dove andra´ questo viaggio stavolta, esattamente come non lo poteva sapere un Thomas Paine all´assemblea costituente della Pennsylvania nel 1776 e come non lo potevano sapere Hamilton, Madison e Jay e quelli che erano con loro nel 1787 a Philadelphia. Hanno corso rischi immani, ma calcolati, sapendo esattamente solo dove non volevano andare. Hanno dimostrato a un mondo aduso alla monarchia da millenni la possibilita´ di un sistema politico completamente diverso, basato sul rispetto della dignita´ umana in qualsiasi sua forma, anche se fino al 1860 non tutti ne erano convinti fino in fondo, cosa che invece alcuni oggi ritengono talmente normale da volerla imporre ad altri se necessario anche con le armi. Oggi stiamo arrivando ai limiti di questa forma di organizzazione politica della Societa´ Civile, ma dopo non deve venire necessariamente la fine della democrazia, verra´ qualcos´altro, uno stato senza dubbio piu´ umano di quello in cui siamo nati, se sapremo apprendere e capire fino in fondo l´eredita´ del messaggio insito nelle origini e nelle fonti della democrazia costituzionale.
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