Kuanti anni è durata la Costituzione della Prima Repubblika?


La costituzione scritta dalla prima Assemblea Costituente della storia italiana e promulgata è nata morta, in quanto la partitocrazia ne ha impedito e avvilito l’attuazione.

Promulgata in data 27/12/1947, la prima costituzione della storia d’Italia che meriti realmente tale appellativo è entrata in vigore FORMALMENTE l’1/01/1948.

Ancora prima che venisse promulgata, un certo signor De Gasperi Alcide, non solo si accordò in segreto con le forze di occupazione americane per convincerle a LIMITARE I POTERI DELL’ASSEMBLEA COSTITUENTE COME PAREVA A LUI, ma, nei “suoi” primi tre governi si permise di ignorare completamente il lavoro dell’Assemblea Costituente, intanto il potere legislativo era stato trasferito dal Luogotenente del Regno dal Parlamento (inesistente) al governo.

Nel 1952 De Gasperi non potè fare a meno di tentare di difendersi dal vergognoso “congelamento” costituzionale, come venne definito da personaggi come Piero Calamandrei o da Lelio Basso (Il Principe senza scettro, 1958), ma non successe nulla.

Calamandrei, in un saggio del '55 sul 'compromesso costituzionale', cita a suo stesso sostegno osservazioni severe di Balladore Pallieri, che nel '53 parlava di una 'spaventosa carenza costituzionale' e continua scrivendo: 'A distanza di due anni, questo severo giudizio (forse troppo severo nei confronti della Magistratura), deve essere non soltanto confermato, ma aggravato nei confronti del governo. Dopo un settennio dalla Liberazione, bisogna, con dolore ma non con sorpresa, accorgersi che questi anni non sono stati soltanto di 'immobilismo costituzionale' (nel senso che la Costituzione si sia arrestata, in parte compiuta e in parte da compiere, come la lasciò l'Assemblea Costituente alla fine del 1947), ma sono stati, anche nel campo costituzionale, anni di arretramento: non sosta su posizioni raggiunte, ma reazione e restaurazione del passato; non inattività temporanea, in attesa di ripigliare il lavoro, ma smantellamento e macerazione anche di quella parte di lavoro che si credeva per sempre compiuta. Non diciamo che ci si avvii al colpo di stato, che vorrebbe dire infrazione violenta della Costituzione e che non potrebbe tentarsi senza una nuova guerra civile: si tratta piuttosto di una erosione lenta già in atto, di una estenuazione progressiva che potrebbe dolcemente portare al collasso.'

Il collasso sarebbe arrivato di lì a qualche anno con il tentativo di colpo di stato del 1960 attribuito a Valerio Borghese.

Il congelamento costituzionale, sempre FORMALMENTE, è finito nel 1956, con l’instaurazione della prima corte costituzionale. Fino ad allora a balbettare di costituzionalità delle leggi erano stati solo la Cassazione, farcita di residui passivi del regime fascista, De Gasperi e Scelba, che ovviamente hanno sempre avuto “ragione”.

I difetti del regime instaurato nel 1947 erano chiari fin da principio sia ai ciechi sia ai sordi sia ai muti sia a tutti gli altri in qualche rispetto diversamente abili.

Dal 1956 al 1970, la costituzione continua imperterrita ad essere non attuata nei suoi punti fondamentali, il decentramento e le procedure referendarie.

Nel 1970 viene cucinata la famigerata “legge referendaria” (LEGGE 25 MAGGIO 1970, n. 352 (GU n. 147 del 15/06/1970)), la quale mette le procedure referendarie e di iniziativa legislativa popolare sotto la tutela della partitocrazia e della Corte Costituzionale con norme, che non hanno assolutamente nulla a che fare con lo spirito e con la lettera della costituzione. E’ una legge incostituzionale, ma non è mai stata portata da nessuno davanti alla Corte, che, visto il ruolo del tutto indebito e non guadagnato che ha attribuito alla stessa, in ogni caso è poco probabile che la giudichi esercitando judicial self-restraint costituzionale.

Il decentramento formalmente “avviene” con delle leggi del 1971, che a loro volta non vengono attuate.

Tra il 1971 e il 1980 la costituzione de facto viene di nuovo sospesa in quanto lo stato si deve proteggere dallo pseudo-attacco del terrorismo di destra e di sinistra, che poi si scoprirà essere alimentato da Gladio, di qualunque colore FORMALMENTE esso fosse.

Nel 1981 Spadolini produce un famigerato “Decalogo”, che è in verità l’epitaffio della Prima Repubblika creata da De Gasperi e Scelba. Spadolini si era scelto dieci “puntini” che a suo avviso avrebbero potuto essere realizzati immediatamente in quanto non andavano a toccare in profondità gli equilibri di potere trai partiti, veri domini della Prima Repubblika.

Non succede nulla, fino a quando nel 1983 un certo Craxi Bettino va al potere e comincia apertamente a parlare di crepe nel sistema. Fa istituire la prima delle “Commissioni Bicamerali” che si ingegnano di “riformare il sistema” senza poter riformare assolutamente nulla. La Prima Repubblika, come sappiamo grazie al senno di poi, è alla deriva, fino al 1990, quando il CAF inizia la sua orgia di potere, che finisce in Tangentopoli.

Con Tangentopoli la Prima Repubblika muore non perché chi fa(ceva) le leggi in Parlamento viene smascherato da un giudice in diretta televisiva, ma perché muoiono (sempre FORMALMENTE, come tutto in politica in Italia), i partiti del CLN, i partiti che avevano fondato la Consulta, che aveva a sua volta dato vita nel 1945 al Ministero per la Costituente sotto la guida di Nenni, Ministero che utilizzò la legge elettorale proporzionale del 1919 per instaurare il potere di enti extra-costituzionali quali i partiti politici, sfuggiti a qualsiasi tipo di controllo costituzionale. Contrariamente ai Cittadini stessi della Prima Repubblika, che da detentori del potere costituente vengono presto ridotti all’organo atrofizzato della costituzione.

L’agonia della Prima Repubblika, iniziata nel 1994 FORMALMENTE, finisce – sempre FORMALMENTE - con la Seconda RepubbliKa, che è una situazione che al più si può definire a-costituzionale, in cui ciascuno con un po’ di vento in poppa ritiene di poter “modificare”, ovvero riplasmare anche FORMALMENTE la costituzione anti-costituzionale della Prima RepubbliKa a sua immagine e somiglianza.

Il referendum con cui vengono respinte in toto le “riforme” costituzionali elucubrate dalla destra nel suo sproloquio istituzionale, segna la fine della Seconda Repubblika.

Ma la Prima non è morta del tutto.

La Terza ancora non si vede.

Napolitano invita gli stessi che hanno distrutto la Prima Repubblika a concordare finalmente delle “riforme” istituzionali, dopo tre commissioni bicamerali fallite e non si sa più bene quanti progetti di riforma costituzionale-istituzionale elucubrati da tutti, fuorchè uno, l’organo costituzionale atrofizzato del Cittadino.

L’organo atrofizzato della costituzione della Prima Repubblika tace. E’ oppresso da una dittatura diversa dalla prima, dalla dittatura di un silenzio sottile.

Quanto è durata la costituzione della Prima Repubblika?

Questa donna meravigliosa, bellissima, intelligentissima, perfetta, nata nel sangue delle Repubbliche dei Resistenti, che tutti dite di amare infinitamente e finora avete saputo solo infinitamente tradire, quanti anni ha?

Questa donna è nata veramente, è venuta veramente al mondo, ma mai è arrivata a maturità, è sfiorita sotto l’azione di agenti patogeni e dell’inquinamento semantico della partitocrazia, dei residui passivi della dittatura, della cultura teocratica dei comunisti cattolici e dei cattolici comunisti, fino a che non si è instaurato un regime, che è l’esatto contrario di un regime costituzionale, è un regime che da anti-costituzionale, sia da destra sia da sinistra, è diventato a-costituzionale.

Questa donna non ha mai aperto le sue ali perché nessuno ha mai voluto che le aprisse, che prendesse il volo sopra le ridicole velleità e le vanità dei “leader” della partitocrazia, che proteggesse autenticamente i diritti referendari e di iniziativa legislativa popolare, i diritti di controllo del Cittadino sulla politica derivanti dal decentramento politico, amministrativo, giudiziario, economico … e via dicendo.

In nome di una sovranità parlamentare inesistente la si è trasformata in un mostro esistente.

E´ venuto RP ... poi ... poi Monti, l’amministratore fallimentare della Prima Repubblika, sotterrata sotto la carta straccia della sua costituzione, il marasma di 300,000 cosidette “leggi”, zittita dalla paura di 5 milioni di dipendenti pubblici, sfasciata da 2000 miliardi di euro di debito pubblico e di 3,000 miliardi di euro di debito pensionistico, debiti aziendali a livelli fantastici, debiti delle famiglie a livelli mai visti nella storia di uno dei paesi con la (ex) maggiore quota di risparmio al mondo.

L’amministratore fallimentare della Prima Repubblika deve essere un democristiano, come sono stati democristiani coloro che hanno voluto fondare quella Repubblika non sulla costituzione promulgata dall’Assemblea Costituente eletta dal solo organo preposto e legittimato all’uopo, il Cittadino, nel frattempo: organo atrofizzato della costituzione, ma sulla partitocrazia.

Egregio signor Napolitano:

Le vorrei scrivere una lettera, una lettera molto, ma molto, molto, molto lunga, una lettera più lunga della sua vita e certamente più lunga della mia, per motivarle la legittimità di una domanda retorica:

Chi le fa credere di aver diritto a rubare il tempo di vita di questi cittadini di questo “stato”, di quelli che stanno nascendo e di quelli che nasceranno, continuando ad illudere questa oligarchia di incapaci che ci ha “governato” e purtroppo ancora ci “governa” di poter ricreare una costituzione che consenta ai partiti di sottrarsi di nuovo a qualsiasi controllo costituzionale?

E’ per questo che è venuto l’amministratore fallimentare democristiano?

Se è venuto per questo, non solo lei ma tutti quelli come lei dovrete subire un’altra sorpresa spiacevole, alla “Tangentopoli”, forse ancora peggio di Tangentopoli, qualcosa di mai visto in qualsiasi paese civilizzato occidentale. Stavolta non ne uscirete sulle vostre stesse gambe.

L’era dei ladri di vita è finita. Definitivamente.

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