Triste classifica dei classici datori di lavoro
Quasi 30 anni. Donna. Ho studiato in Italia. Ho lavorato in Italia. E ora sono terribilmente stanca.
Partiamo dall'inizio e analizziamo il significato della parola "padrone" che tante volete ho sentito al posto di datore di lavoro.
1 Proprietario di qlco.: essere p. di una casa, di un cane || p. di casa, l'ospite rispetto agli invitati; il locatore rispetto all'inquilino || fig. p. del vapore, chi in un paese detiene il potere economico
2 Proprietario di un'impresa artigianale o industriale, datore di lavoro || essere, andare a o sotto p., al servizio di qlcu.
3 Dominatore assoluto, arbitro della situazione: essere p. della città; chi è libero di decidere (spesso in frasi ellittiche, anche al superl. padronissimo): sei p. di andartene || figg. farla da p., comandare, spadroneggiare | restare p. del campo, vincere | essere p. di sé, dei propri nervi, della situazione, averne il pieno controllo | essere p. di qlco., averne padronanza, ottima conoscenza: è p. dell'inglese
Come possiamo vedere il termine ha diversi significati che, possono sembrare collegati tra di essi, ma in realtà ci sono delle sfumature molto importanti che bisogna sottolineare per comunicare correttamente il contenuto. Ciò che vorrei, appunto, è sottolineare in queste righe che "padrone", sinonimo di "proprietario" e di "datore di lavoro" NON significa allo stesso modo e con le stesse valenze "dominatore assoluto".
Nelle mie intense e travagliate esperienze lavorative ho trovato un filo conduttore che collegava ogni lavoro, se pur essi siano stati estremamente diversi uno dall'altro. Il punto in comune è sempre stato il "Capo" e come costui si pone con i propri dipendenti, e di conseguenza, come i dipendenti interagiscono con il proprio titolare. Vorrei però fare una premessa: con le mie parole non sto facendo di tutta l'erba un fascio, ci saranno certamente tantissimi datori di lavoro esemplari e al tempo stesso tanti lavoratori felici e soddisfatti. Detto questo, continuerei con il mio pensiero, che ha l'intento di essere uno sfogo personale, ma chi lo sa, magari è lo stesso sfogo di molti altri.
Inizierei da una sfaccettatura interessante, ovvero il Capo Urlatore: esemplare di titolare che urla anche per dire buongiorno perché il suo motto è "urlare è simbolo di forza, se urlo tutti mi rispettano". Non ho così tanta esperienza, ma non credo che il rispetto si guadagni urlando o, nelle peggiori delle ipotesi, insultando. Tirando fuori appunti dal taccuino "psicologia spicciola" posso dire che se l'intento è quello di sminuire chi si ha davanti, il problema è invece di chi sta urlando. Se il nostro capo sente di non avere argomentazioni valide per guadagnarsi il rispetto dei propri dipendenti comunicando educatamente, sarete d'accordo con me che urlare non è comunque il metodo giusto.
Passiamo ora al Capo Onnisciente: datore di lavoro che tutto sa, tutto vede e tutto sente. Diciamolo, spesso ci ritroviamo a lavorare dentro la casa del Grande Fratello, con telecamere e microfoni che non si sa mai fino a che punto esistano e dove si trovino. Bellissimo modo per dimostrare la fiducia che il capo ha nei propri dipendenti. A chi non è mai successo di sentirsi dire frasi che incutono terrore dal capo onnisciente? Una magnifica dote della tipologia è quella di nominare "segretamente" una spia all'interno del gruppo di lavoratori, e questo crea da una parte un grandissimo bugiardo che butta acqua nel suo mulino per ricevere la pacca sulla spalla dal titolare, dall'altra una tribù di indigeni in guerra contro l'europeo spione.
Uno dei miei preferiti è il Capo lavoratore perfetto. Questa è una razza di datori di lavoro molto gettonata, si tratta di colui che sa svolgere ogni piccola attività della sua azienda. Sarebbe un sogno se solo fosse vero. La caratteristica principale del capo lavoratore perfetto è quella di non essere mai in azienda, ma quando arriva in 5 minuti pretende di sapere, dirigere e comandare, mentre logicamente, il lavoratore che passa 10 ore 6 giorni a settimana all'interno no sa fare nulla.
Molto divertente trovo il Capo Padre. Tipologia di datore di lavoro che non solo mette bocca sulle cose che fai durante il turno di lavoro, ma anche ciò che fai al di fuori. Ringraziamo enormemente tutti i social network per averci dato la possibilità di sentirci dire "non pubblicare...non scrivere..non dire..."
Andando avanti nella classifica, troviamo il Capo Agenda. Colui che riesce a organizzarti il weekend in un minuto dall'oggi al domani è il cosiddetto Capo Agenda. Perché si, il lavoratore non ha il permesso di avere una vita. La mentalità di questa tipologia di datore di lavoro si basa sul fatto che lui sta facendo un enorme favore ai propri dipendenti pagando lo stipendio ogni mese, perciò non si spiegherà mai come sia possibile che se il venerdì sera ti comunica che dovrai lavorare il sabato mattina -no, non pagherà gli straordinari- tu, lavoratore disgraziato, rispondi "non posso". La frase "non posso", inoltre, farà cadere a cascata delle conseguenze disumane a codesto disgraziato lavoratore, quindi pensateci bene prima di rispondere.
Non fatevi ingannare dal Capo Ottimista, il nome non promette comunque belle cose. Il capo ottimista è colui che ottimisticamente pensa che tu possa svolgere mansioni che in realtà, nelle aziende serie, vengono svolte da un team di dieci persone, il tutto nel minor tempo possibile, ovvero non per domani, ma per ieri. Un consiglio: non provate a chiedere il compenso di dieci lavoratori per tutte le attività che dovrete svolgere, non è una buona idea.
Esistono una quantità infinita di tipologie di datori di lavoro che rovinano le nostre giornate, ma mi fermo qui. Lo scopo di questo post è invece il contrario di quello che sembra. Vorrei dire ai lavoratori che soffrono in silenzio, e si lamentano poi a casa con le proprie famiglie dell'ambiente pesante in cui si trovano, che non devono subire. Non è giusto. L'educazione deve rimanere sempre in prima fila, ma ciò non significa che le persone non possano esprimere ciò che realmente pensano. Nessuno deve essere costretto a vivere insofferenze e continue pressioni (di ogni tipo). Neanche un datore di lavoro al mondo "ci sta facendo un favore", ogni lavoratore offre il suo tempo, le sue capacità e conoscenze, dietro compenso. Punto. Per ogni lavoratore esiste (o dovrebbe) un contratto che deve essere rispettato da entrambe le parti.
Dall'altro canto, vorrei dire che esistono datori di lavoro con la mentalità giusta per crescere insieme ai propri dipendenti e io continuerò a cercarli perché sono una persona piuttosto ottimista. Un bravo Capo sa che il rispetto dei suoi dipendenti lo guadagna con l'intelligenza e la capacità che l'hanno portato dov'è. Un Capo intelligente assume personale capace e lo lascia lavorare, incentivandolo e ascoltando proposte per migliore il lavoro stesso. Un capo degno di chiamarsi tale si prende le responsabilità delle sue azioni e decisioni senza incolpare terze persone e guida il gruppo di lavoro nella direzione più opportuna, cercando di evitare contrasti fra i dipendenti. Un capo lungimirante non si ferma, ascolta e osserva, ed è costantemente alla ricerca di risorse valide sia all'interno che all'esterno dell'azienda, premiando chi compie con efficienza il proprio lavoro, scartando invece chi costringe a rallentare il team lavorativo. Un capo, oltre che "padrone" dev'essere anche umano perché lavoratori felici e soddisfatti sono decisamente più efficienti.
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