Tutte le denunce contro Conte: dall’epidemia colposa alla violazione della Costituzione
di Luca Marcolivio
Avvocato degli italiani o avvocato dei poteri forti? Una cosa è certa: tra le categorie che stanno dando più filo da torcere a Giuseppe Conte ci sono i suoi colleghi giuristi e avvocati. Sarebbero oltretutto almeno un migliaio i cittadini che avrebbero denunciato il premier per attentato alla Costituzione, attraverso l’uso disinvolto dello strumento del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM).
A farsi portavoce della class action contro Giuseppe Conte è l’avvocato Edoardo Polacco, che ha annunciato ricorso al TAR contro i DPCM e contro alcune ordinanze regionali emanati nel corso dell’emergenza sanitaria. “La nostra nazione ha bisogno di affermare il diritto al lavoro, al movimento, all’istruzione e anche alla libertà di culto. È l’ora di alzare la testa”, ha dichiarato l’avvocato Polacco.
I giudizi negativi sulla legittimità dei DPCM contiani sono sostenuti anche da costituzionalisti di rinomata fama e opinioni politiche assolutamente trasversali. Tra questi il presidente emerito della Corte Costituzionale, Antonio Baldassarre, che ha rimarcato: “Un atto amministrativo che viene preso dal Presidente del Consiglio dei ministri da solo, senza alcun controllo, non passa dal Presidente della Repubblica per la promulgazione, non passa per il Consiglio dei Ministri che vengono esautorati, compreso il ministro della Sanità. Tutto questo è contro la Costituzione”. Baldassarre ha quindi rincarato la dose: “Ci lamentiamo che Orban fa il dittatore all’interno di un Paese della comunità europea, ma se noi facciamo la stessa cosa poi non possiamo dire che Orban è un’autorità contro la democrazia. Se si fa la stessa cosa che fa Orban evidentemente dobbiamo solo stare zitti”.
Sabino Cassese, giudice emerito della Consulta e uomo da sempre identificato con la sinistra, ci va giù ancora più duro: “Il primo decreto era fuori legge. Poi è stato corretto il tiro con il secondo decreto legge, che smentiva il primo, abrogandolo quasi interamente. Questa non è responsabilità della politica, ma di chi è incaricato degli affari giuridici e legislativi. C’è taluno che ha persino dubitato che abbiano fatto studi di giurisprudenza”.
È di alto tradimento l’accusa dell’avvocato Cesare Peluso, il quale, traendo spunto dalle dichiarazioni dello stesso Cassese, individua un’ulteriore irregolarità: “Quello che sta accadendo con la pandemia da coronavirus – ha dichiarato Peluso – non è equiparabile a una guerra. Pertanto non doveva essere applicato l’articolo 78 della Costituzione bensì l’articolo 117. Gli atti e i provvedimenti dovevano quindi essere presentati dal presidente della Repubblica e non dal premier. Conte è un professore universitario e non può non saperlo”.
Più pacate ma non meno incisive, vista la carica ricoperta, sono state le osservazioni della presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia, che, senza nominare il premier né il governo, ha sottolineato che la Costituzione “non contempla un diritto speciale per i tempi eccezionali” ma implica la “leale collaborazione” in qualunque circostanza tra tutte le istituzioni, a partire da “Parlamento, Governo, Regioni, Giudici”. Parole che sono state interpretate da taluni come un’implicita critica a Conte, sebbene questo approccio sia stato seccamente smentito dalla stessa presidente della Consulta. Al di là delle dichiarazioni ufficiali e della prudenza istituzionale, tuttavia, la coincidenza è quantomeno significativa.
Un altro “filone” di accuse a carico del premier che sta risultando particolarmente fecondo in queste settimane è quello per epidemia colposa. In questo ambito, la denuncia più clamorosa è quella dell’avvocato Carlo Taormina , presentata alla Procura di Roma, in cui si parla esplicitamente by “strage colposa di stato”, provocata da “gravissime condotte omissive messe in atto dai nostri governanti e dai consulenti che li hanno assistiti”. L’auspicio di Taormina è che si faccia luce sulle centinaia, forse migliaia di persone morte in casa per mancato soccorso o, in altri casi, ricoverate ma “lasciate morire” senza accesso a respiratori o a terapia intensiva, per lasciare il posto a pazienti più giovani o meno gravi.
La denuncia contro Giuseppe Conte da parte dell’avvocato Sandro Giustozzi è stata sporta a seguito della morte per polmonite da coronavirus di un suo assistito all’ospedale di Macerata. Secondo il legale, il governo avrebbe lesinato di “adottare le necessarie e dovute cautele” in previsione di un arrivo della pandemia già a gennaio, dai presìdi necessari al blocco dei voli anche indiretti dalla Cina.
Analoghe le accuse dell’avvocato Giampaolo Giorgio Berni Ferretti, consigliere di Zona a Milano 1, che ha incluso nella sua denuncia anche il Ministro della Sanità, Roberto Speranza. Secondo Berni Ferretti, i presupposti per l’epidemia colposa ci sono tutti: rapidità della diffusione, diffusibilità a un numero indeterminato e notevole di persone, ampia estensione territoriale e diffusione del male. A sostegno della sua accusa, il legale milanese fa sue le affermazioni del rappresentante italiano presso l’OMS, Walter Ricciardi, che, a suo tempo, aveva lamentato la mancata messa in quarantena degli sbarcati dalla Cina e l’impossibilità di “tracciare gli arrivi”, non essendo stato impedito l’arrivo di voli indiretti sempre dalla Cina.
A Sanremo, Alessandro Condò e Alberto Pezzini, due esponenti di “Civiltà Liberale”, già candidati sindaci, hanno anch’essi denunciato il premier per epidemia colposa, non avendo impedito il regolare svolgimento dell’ultimo Festival della Canzone Italiana (4-8 febbraio 2020), “con migliaia di persone che si sono accalcate nel pieno centro della città”, nonostante la delibera con cui il governo, a fine gennaio, aveva previsto la “necessità di una assunzione di iniziative straordinarie ed urgenti per la collettività sul territorio nazionale”.
Il gran numero di accuse giunte alle procure in tutta Italia contro Giuseppe Conte probabilmente finirà in una bolla di sapone. Altrettanto facilmente potrebbero venire derubricate a complotto politico-giudiziario contro il premier. L’impressionante quantità di fascicoli a carico di Conte, tuttavia, dovrebbe far riflettere anche i suoi sostenitori. Davvero niente male per un rinomato giurista qual è il premier…
Saggista e giornalista professionista, è accreditato alla Sala Stampa della Santa Sede dal 2011. Direttore del webmagazine di informazione religiosa "Cristiani Today", collabora con "La Nuova Bussola Quotidiana" and "Pro Vita & Famiglia". Dal 2011 al 2017 è stato caporedattore dell’edizione italiana di "Zenit".
Nessun commento:
Posta un commento