cosa non dire al capo: questione di forma.
Molto spesso è estremamente importante non solo badare al contenuto
di ciò che si dice, ma anche e soprattutto alla forma in cui si
formulano richieste o esigenze. Confrontarsi con il proprio capo in
maniera trasparente è fondamentale per un sano rapporto di lavoro, ma va
fatto nei modi e nei tempi giusti per scongiurare il rischio di andare
incontro a pericolosi fraintendimenti (leggi anche: come migliorare i rapporti con il proprio capo). Ecco allora alcune formule da evitare in tal senso:
- le frasi che esprimono bisogni, quando espresse in modo perentorio
“Ho bisogno di un aumento” /“Devo parlare con lei”
la
prima è una richiesta di per sé assolutamente legittima, ma da
inoltrare e giustificare solo in caso di merito, alla luce di risultati
concreti, dopo un congruo periodo di lavoro e non perché se ne ha
semplicemente bisogno (leggi: come chiedere un aumento di stipendio in 4 semplici mosse).
È preferibile, inoltre, esplicitare da subito per quale motivo si
desidera l'incontro in modo da evitare malintesi o falsi allarmi
ingiustificati - le frasi che iniziano con una negazione e pongono problematicità cui non viene data alcuna soluzione
“Non si può fare / Non è un mio problema / No, posso fare solo una cosa per volta”
È sempre consigliabile trovare la strada per risolvere una questione, o almeno provarci, invece di liquidarla semplicemente - le frasi che possono essere interpretate come una ricerca di alibi o come un tentativo di evitare le responsabilità
“Non è colpa mia / Non serve che mi si insegni / Non capisco / No, altrimenti me ne vado”
in generale ai capi poco importa sapere la causa di un problema, ciò
che cercano è qualcuno che ne trovi la soluzione. Allo stesso modo
escludersi da una responsabilità potrebbe essere interpretato come
espressione di totale disinteresse verso il compito richiesto e verso il
proprio lavoro - le frasi che potrebbero essere interpretate come irrispettose e minare il rapporto con il datore di lavoro
Non volevo disturbarla per un problema che si è già risolto / Sicuro di volerlo fare? / Sa, la mia generazione…
la
chiave di un buon rapporto con il proprio capo si basa su fiducia e
stima reciproche. Meglio, quindi, non incrinare tale equilibrio con
frasi che possano minare la stabilità del ruolo o delle capacità di un
superiore - le frasi che creano attriti e alimentano problemi sul luogo di lavoro influendo negativamente sul clima lavorativo
Ha visto cosa ha fatto...? / È impossibile lavorare con … / Ho una famiglia anche io.
è sempre meglio tenere per sé i problemi personali e mostrare invece la
volontà di integrarsi all'interno dell'azienda. Mettere in cattiva luce
un collega, ad esempio, è sempre un atto spiacevole e non
necessariamente ben visto dai superiori
gli argomenti che sarebbe meglio evitare con il proprio capo.
Naturalmente, oltre alla forma dell’interazione, conta anche il suo
contenuto. La regola aurea è che le informazioni personali devono
rimanere tali. Ciascun lavoratore deve essere in grado di mantenere ben
separate la sfera privata da quella professionale. Muoversi per
compartimenti stagni è essenziale sia in termini di produttività ed
efficienza nella propria attività che per ciò che concerne una corretta
gestione dello stress (leggi anche: come sopravvivere allo stress da lavoro e dormire sonni tranquilli).
Allo stesso modo, portare i problemi personali a lavoro è probabilmente
uno degli errori più gravi che si possano commettere.
Evitare di parlare con il capo di questioni politiche e religiose.
Premesso che nessuno può essere discriminato per le proprie
convinzioni religiose né sul posto di lavoro né altrove, è importante
essere consapevoli che le inclinazioni spirituali di ciascuno di noi
appartengono alla sfera privata (leggi anche: qual è la differenza tra straining e mobbing: come riconoscerli).
E, di nuovo, confondere la sfera privata con quella professionale non è
appropriato. Lo stesso discorso vale anche per le questioni che
riguardano la politica. Non tutti, compreso il proprio datore di lavoro,
potrebbero pensarla allo stesso modo ed esplicitare senza un vero
motivo o senza che sia realmente necessario le proprie convinzioni
potrebbe creare un clima scomodo in ufficio.
sfera personale e riferimenti alla vita privata.
I riferimenti alla vita privata, soprattutto se utilizzati per
giustificare una qualche mancanza sul lavoro, vanno assolutamente
evitati. È meglio dire chiaramente che non si è in grado di svolgere un
determinato compito, piuttosto che utilizzare la propria vita personale
come alibi. A meno che non ci siano gravi problemi di salute che mettono
a rischio la propria incolumità, la sfera privata deve rimanere tale.
Allo stesso modo andrebbero trattate le informazioni eventuali che si
possiedono sulla sfera personale del proprio datore di lavoro. Non è
quasi mai una buona idea rivelare al proprio capo di esserne a
conoscenza. Il rischio è di creare disagio o, peggio, pericolosi
fraintendimenti che potrebbero minare il rapporto professionale.
frasi da non dire al capo: esempi
Ricapitolando, ecco una lista di 10 cose da non dire mai al datore di lavoro
- “Ho bisogno di un aumento”
- “Non posso farlo/Non è il mio compito/Non è il mio lavoro”
- “È colpa di [xxx]”
- “Dove lavoravo prima non si faceva così”
- “In quest’azienda abbiamo sempre fatto così”
- “Per me va bene tutto/Per me è uguale”
- “Non capisco”
- “Sicuro di volerlo fare?”
- “Posso fare solo una cosa per volta”
- “In questa azienda non funziona nulla/Non si può lavorare così”
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