Lo Stato è il peggior datore di lavoro - ma non per tutti ... chi non ha mai fatto un tubo nella sua vita, oggi puo' fare il ministro e insegnare agli altri come campare

 

1° Maggio, lo Stato è il peggior datore di lavoro: gli statali senza contratti da sei anni

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“Lo Stato è il peggior datore di lavoro con oltre 8 milioni di lavoratori pubblici e della scuola che aspettano il rinnovo del contratto da sei anni”.

A dirlo, il 1° Maggio, è stata Annamaria Furlan, segretario generale Cisl, parlando dal palco dei comizi allestito a Genova.

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“Vogliamo una Italia diversa”, ha detto. “Il Governo italiano deve pensare innanzitutto al valore del Lavoro”, perché ” le grandi riforme che vogliamo sono quello che mettono al centro il lavoro, e la dignità per il lavoro in un Paese dove ogni giorno muoiono tre persone per il lavoro”.

Sotto accusa i voucher: “Non è così che si crea dignità e sicurezza” “Per creare del lavoro abbiamo bisogno di investimenti, quelli veri, pubblici e privati. A partire dalle infrastrutture, già questo basterebbe”.

E riferendosi alle stime che l’Inps farà a breve pervenire sulle future pensioni dei lavoratori, Furlan ha detto che “non ci interessano le buste arancioni, vogliamo le busta paga pesanti. Vogliamo che si cambi la legge Fornero perchè non si può stare su una impalcatura a 65-66 anni. Cambiando la legge Fornero si puo dare speranza a tanti giovani senza lavoro, raccogliendo il messaggio di speranza di Papa Francesco”.

 

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Perché “un Paese dove i lavoratori anziani possano andare in pensione e lasciare il posto ai giovani: così si crea speranza”.

E ancora sulle parole del Capo dello Stato, Furlan aggiunge: “Ha ragione: il livello di disoccupazione giovanile nel nostro paese è inaccettabile. Creare il lavoro è un dovere costituzionale vivo ed attuale. Ecco perchè non ci interessano gli slogan ma vogliamo proposte serie anche sulla riforma delle pensioni, sullo sviluppo, sulla politica industriale, sul Mezzogiorno”.

E ancora. “Abbiamo scelto Genova perchè è una città multietnica e multiculturale, una città dell’accoglienza che rappresenta la solidarietà e la coesione sociale, con una grande storia mercantile e industriale, la cartina di tornasole dello stato di salute di questo paese”, ha detto ancora Furlan.

“Chiediamo che la solidarietà torni al centro dell’azione dell’Europa e del nostro paese. Siamo per l’Europa dell’accoglienza e non quella dei muri, una Europa che si apra nei confronti di chi scappa dalla guerra e dalla fame”.

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