Il signor Grillo manovra sui soldi del contribuente come il re di Francia e la mafia messi insieme

 

M5S: il nuovo regolamento per indennità e restituzioni

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A partire da questo mese di aprile ciascun parlamentare del Movimento 5 Stelle dovrà versare in un conto dedicato la circa di 1.500 euro ogni 30 giorni. Il Comitato di garanzia del partito fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, che preso sarà guidato ufficialmente da Giuseppe Conte, ha stilato le nuove linee guida per indennità e restituzioni che riguardano tutti gli eletti, portavoce compresi. Oltre alle 1.500 euro di cui sopra, ogni eletto – si legge – “dovrà versare una quota mensile pari a minimo mille euro al Movimento 5 Stelle per il mantenimento delle piattaforme tecnologiche, Scudo della Rete, comunicazione e altre spese generali di funzionamento”.

Insomma, i contributi serviranno a mantenere il nuovo apparato del M5S che si separerà definitivamente da Rousseau, l’associazione di Davide Casaleggio, con cui c’è un contenzioso. Nel nuovo codice etico relativo al trattamento economico, è scritto chiaramente che ciascun parlamentare “dovrà indicare l’indennità percepita e ogni altro importo di altre cariche”. Le cifre saranno consultabili liberamente su un apposito portale, sul quale ci saranno anche i cedolini. Le medesime linee guida varranno anche per i consiglieri regionali eletti.

M5S: COMITATO DI GARANZIA VIGILERÀ SU RENDICONTAZIONI E RESTITUZIONI

Spetterà allo stesso Comitato di garanzia vigilare affinché gli eletti aggiornino regolarmente le rendicontazioni, ma soprattutto verificare che le restituzioni siano stato effettuate realmente. In passato, infatti, è accaduto anche che parlamentari pentastellati abbiano effettuato dei bonifici salvo poi ritirarli prima dell’effettivo pagamento. Dovranno partecipare al sostentamento del Movimento, si legge nel nuovo documento ufficiale anche i portavoce eletti, i cui contributi serviranno per le “spese per eventi, iniziative, campagne elettorali nazionali, regionali e locali secondo necessità”.

Alle linee guida si affiancano inevitabilmente delle sanzioni: non sono ammessi morosi, e gli importi dovuti già da questo mese “dovranno essere versati con regolarità nei termini previsti, a prescindere dalla regolarizzazione degli importi eventualmente arretrati antecedenti”. Inizia una nuova era, insomma, nel segno della continuità per quel che riguarda rendicontazioni e restituzioni, ma stavolta ci sarà una gestione diretta da parte del partito, senza passare attraverso la piattaforma e l’associazione di Casaleggio.

Al via le riaperture, ma (per ora) il coprifuoco rimane

ristoranti coprifuoco

La conferenza stampa odierna del Presidente del Consiglio Mario Draghi e del Ministro della Salute Roberto Speranza non è stata una delle più chiare di sempre. Come già accaduto anche in passato, il premier è arrivato senza un canovaccio da seguire e in una manciata di minuti ha confermato che le prime riaperture in Italia ci saranno dal 26 aprile, quando tornerà la zona gialla in versione rafforzata: si darà spazio alle attività all’aperto, forti dei dati sul contagio che si conferma maggiore nei luoghi chiusi, e i ristoranti potranno tornare ad operare anche di sera. Questo ha fatto scattare un pensiero in moltissimi di noi: possiamo dire addio al coprifuoco?

No, il coprifuoco non si tocca. Almeno per ora. Per le Regioni che dal 26 aprile prossimo saranno in zona rossa o arancione non si pone il problema delle riaperture serali, ma il via libera alla riapertura dei ristoranti anche di sera, rigorosamente in zona gialla e solo all’aperto, non è stato accolto con grande soddisfazione da chi, di fronte alla prospettiva di poter tornare a cenare al ristorante, immaginava già situazioni da pre-pandemia con lunghe serate a chiacchierare con gli amici tra un piatto, una birra e un dolce senza problemi di tempo.

Non sarà così. Si potrà cenare al ristorante, ma i tempi saranno ristretti. Entro le 22, salvo i motivi che conosciamo già – comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute – si dovrà rientrare a casa. Questo significa, ma restiamo in attesa delle nuove linee guida per i ristoranti, che le attività di ristorazione dovranno ottimizzare i tempi, iniziando prima del solito a servire la cena e salutare i clienti prima delle 22. Tutto di fretta, quindi, ma meglio di niente.

QUANDO FINIRÀ IL COPRIFUOCO IN ITALIA?

Il Ministro Speranza non è entrato troppo nel dettaglio, “Per questa fase la scelta del Governo è di conservare la limitazione oraria del cosiddetto coprifuoco ancora esattamente come è oggi vigente“, ma ha precisato che l’obiettivo del governo sarà quello di rivedere le misure di settimana in settimana e adeguare le aperture o le eventuali chiusure in base all’andamento del contagio.

Proprio oggi, mentre in Italia sta partendo il dibattito sul coprifuoco, lo stesso sta accadendo in Germania, ma per motivi diversi. Il parlamento tedesco si avvia verso l’approvazione di una nuova legge per la gestione delle chiusure a livello nazionale, e non più a livello regionale, e visto l’aumento dei contagi tra le misure è stato inserito anche il coprifuoco. Nelle zone della Germania più colpite dalla pandemia potrebbe scattare il coprifuoco dalle 21 alle 5.

Angela Merkel punta a limitare gli spostamenti dei cittadini a partire dalle 21, un’ora prima di quanto accade in Italia ormai da mesi. La Francia, dopo aver imposto alla fine dello scorso anno un coprifuoco a partire dalle 18, dal 20 marzo scorso lo ha confermato dalle 19 alle 6.

Difficile ipotizzare quando verrà sollevato il coprifuoco, anche perchè dopo la conferenza stampa di oggi appare evidente che a decidere la linea del governo sulla pandemia non siano i dati del contagi, ma le liti tra i più rigoristi e i più aperturisti. Abbiamo i dati da Francia e Germania, ma guardiamo alla Gran Bretagna e ad Israele.

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